Categorie
APPROFONDIMENTI

Graziani a RS: “La Roma ha annichilito la Dea. Mkhitaryan il migliore”

“Nel primo tempo la Roma mi è piaciuta tantissimo: pochissimi errori, tanti passaggi giusti e ricerca costante delle verticalizzazioni. Nei primi 45 minuti la Roma ha annichilito l’Atalanta. Poi Gasperini ha fatto dei cambi per alzare la qualità, abbiamo sbagliato tre-quattro ripartenze importanti, ma la vittoria è stata meritata”. Questo il pensiero di Ciccio Graziani, ai microfoni di Retesport.

“Il migliore in campo è stato Mkhitaryan, straordinario nelle letture e nei passaggi in verticale, l’armeno è stato il più brillante tra le fila giallorosse. La Roma ha avuto troppa discontinuità in quest’ultimo periodo, compromettendo le sue reali possibilità di arrivare quarta. La vittoria di sabato ci tiene, al momento, aggrappati alla speranza Champions. Zalewski? Ero convinto facesse una grande partita, è l’occasione per ribadire che se un giovane è forte, deve giocare titolare e tra lui e Vina non avrei dubbi a dare ancora fiducia al polacco”

“Difendevo Abraham per la sua generosità, per la sua corsa costante a sostegno della squadra, doveva trovare solo un po’ di fiducia sotto porta. Ora fa gol con continuità e penso stia dimostrando grandissime doti. Non ho mai rimpianto Dzeko, questo è un centravanti che mi appassiona…”

Categorie
APPROFONDIMENTI

Graziani a RS: “Vitesse? La Roma deve cercare di vincere la Conference League. Basta con la difesa a 3!”

La Roma non può essere spaventata dal Vitesse, ce la giocheremo, con l’obiettivo di arrivare fino in fondo in questa competizione. Mi auguro che in questa settimana piena di lavoro, Mou abbia trovato la chiave per svegliare la squadra”. Così Ciccio Graziani ai microfoni di Retesport

Oggi il sorteggio di Conference League

L’ex centravanti giallorosso ha parlato anche del prossimo turno di campionato: “Mi auguro di vedere una Roma più coraggiosa contro lo Spezia. Continuare a giocare con la difesa a tre contro squadre che schierano un solo centravanti, come abbiamo visto di recente, penso sia un mezzo suicidio. Se devi schierare a sinistra Vina, preferirei rivedere Zalewski”

Riascolta il suo intervento qui

Categorie
Interviste

Pellegrini racconta il 2021 della Roma: “Avevamo bisogno di Mou. La fascia è una responsabilità da onorare”

Lorenzo Pellegrini racconta il suo 2021 legato ai colori giallorossi. Le sue dichiarazioni al sito ufficiale del club:

L’inizio dell’anno è stato positivo, con due vittorie, il pareggio con l’Inter e il terzo posto. Poi sono arrivate la sconfitta nel Derby e l’eliminazione con lo Spezia in Coppa Italia: che impatto hanno avuto sulla squadra quei quattro giorni?
“Certamente negativo. Sappiamo cosa significhi perdere il Derby. Eravamo messi bene in classifica, quindi la vittoria sarebbe stata importante per proseguire nel nostro percorso, ma non è stato così. E dopo lo Spezia – sia per la partita, sia per quello che è successo internamente – la situazione è peggiorata. Ma abbiamo reagito subito con la vittoria con lo Spezia in campionato con il mio gol al 93’”.

Sono stati giorni difficili, che però sono coincisi con il tuo diventare il capitano della squadra, proprio da quel Roma-Spezia deciso da te. Dal punto di vista personale è stata una svolta?
“Sì, è stata una svolta, però è arrivata in un modo non piacevole. Essere diventato il capitano per me è un onore incredibile oltre che una responsabilità, però mi sarebbe piaciuto diventarlo in maniera diversa. In quel momento la Società ha ritenuto opportuno che il capitano diventassi i,o ma per me Edin Dzeko restava uno dei capitani anche senza la fascia, così come lo ero io in precedenza o come lo sono tuttora Mancini e Cristante”.

E quel gol al 93’ con lo Spezia, in una partita così significativa per te e per la squadra, che emozione è stata?
“Grandissima. Infatti ho fatto un gesto che mai avrei pensato di fare dopo un gol: togliermi la maglia. Quel gol ci ha aiutato a scacciare quanto successo nei giorni precedenti. Dopo sei mesi positivi sembrava che in quei quattro giorni avessimo buttato via tutto quanto. Quella vittoria ci ha aiutati a rimetterci in carreggiata e a ricreare entusiasmo. Quell’entusiasmo che ad esempio ci ha portati avanti anche in Europa League”.

Nelle settimane successive però l’andamento della Roma in campionato si è fatto altalenante: cos’è che ha smesso di funzionare e cosa cambiava invece in campo europeo?
“Durante la scorsa stagione feci un’intervista dopo Roma-Crotone in cui dissi che eravamo molto dispiaciuti perché ci eravamo resi conto che inconsciamente stavamo pensando più all’Europa League che al campionato. Questa cosa è stata presa un po’ male, ma quello che intendevo dire è che in quel periodo, con tanti infortuni, squalifiche e pochi ricambi, spesso eravamo sempre gli stessi a giocare il giovedì e la domenica. L’Europa League ci sembrava il cammino più veloce per raggiungere quello che tutti noi vogliamo fare sempre: portare un trofeo qui a Trigoria e festeggiare con i nostri tifosi. Andando avanti nella competizione, le partite diventavano sempre più intense e tornando dalle trasferte il giovedì alle tre di mattino, succedeva di avere meno energie in campionato, ma non era un qualcosa di voluto”.

Qual è la partita o il momento del cammino fino alla semifinale che ricordi con più soddisfazione?
“È il ritorno con l’Ajax perché secondo me era la squadra più forte della competizione e contro di loro abbiamo fatto tanta fatica, sia ad Amsterdam sia a Roma. Al triplice fischio abbiamo capito che avevamo compiuto un’impresa e che dovevamo puntare ad arrivare fino in fondo”.

Poi c’è stato il Manchester. Gli infortuni, le difficoltà e il primo tempo chiuso in vantaggio grazie anche a un tuo gol. Quanti rimpianti ha lasciato quella partita?
“Tantissimi rimpianti. Finisce la partita e ti ritrovi con tante domande senza risposta nella testa. Non so se era ma successo nella storia che tre giocatori si infortunassero nel primo tempo. Giocatori importanti come Veretout, Spinazzola e Pau Lopez. Jordan dopo due minuti, quindi la partita che avevamo preparato cambiava completamente. Nonostante questo dopo il primo tempo eravamo avanti 2-1, poi quello che è successo nella ripresa è ancora oggi incredibile”.

E prima del ritorno con il Manchester è arrivato l’annuncio dell’arrivo di José Mourinho. Che impatto ha avuto per voi una notizia di questa portata?
“È stato un fulmine a ciel sereno: nessuno si aspettava una notizia come questa. Quando si annuncia un allenatore del genere si crea un entusiasmo che è quello che continuiamo a percepire in tutte le partite all’Olimpico. A me vengono i brividi tutte le volte che giochiamo, anche di lunedì sera con lo Spezia ci sono 45.000 tifosi a sostenerci, cosa che per altre squadre non succede. Questo ci deve dare la forza per andare avanti e rendere orgogliosi tutti, dai tifosi a tutte le persone che sono intorno a noi, dallo staff ai dipendenti”.

L’arrivo di Mourinho è coinciso con l’addio di Fonseca: cosa resta di queste due stagioni caratterizzate anche da un’emergenza sanitaria senza precedenti dovuta al Covid?
“Mister Fonseca ha sempre cercato di trasmetterci il suo modo di pensare il calcio e per me ha lasciato un’eredità in tanti di noi. Mi ha insegnato molto, mi ha aiutato a crescere e lo ringrazierò sempre. Ho un ottimo rapporto con lui. Situazioni come quella dopo lo Spezia in Coppa Italia o come la pandemia e tutto quello che ha comportato non lo hanno aiutato, ma sono sicuro che troverà il giusto progetto per lui e che farà ancora bene”.

Il 2021 è stato anche l’anno dell’Europeo, al quale hai dovuto rinunciare per infortunio. Quanto ti è mancato e quanto sei stato felice per i tuoi compagni, di Nazionale e di Club?
“Sono stato in contatto con i compagni per tutto il cammino dell’Europeo. L’ho vissuto come un tifoso che però conosceva gli uomini che scendevano in campo, quindi con ancora più trasposto. Si sentiva che c’era qualcosa di magico nell’aria, sensazioni difficili da spiegare. È stato un lavoro di tre anni che ha portato a formare questo gruppo di ragazzi concentrati tutti sullo stesso obiettivo”.

Cosa hai pensato nel momento dell’infortunio di Spinazzola?
“Ero a cena con mia moglie e ci si è rovinata la serata. Ho capito subito che si trattava di un infortunio grave. Quando l‘ho visto a terra a piangere è stata una pugnalata. Ho iniziato a chiamare i dottori della Roma per sapere se avessero aggiornamenti. Ma sono sicuro che Leonardo tornerà più forte di prima: non è fantastico solo come calciatore ma anche come persona”.

Luglio ha visto l’arrivo di Mourinho e il ritiro in Portogallo: qual è l’aspetto principale che ti ha colpito del suo modo di lavorare con la squadra?
“La cosa che mi piace più del Mister è che gli interessa solo una cosa: continuare a lavorare per cercare di vincere. Questo è quello anche io voglio più di tutto. Ho 25 anni, gioco nella Roma e ho voglia di vincere. Tutti nel nostro lavoro vogliamo realizzarci e io come calciatore voglio vincere, voglio arrivare primo. Mourinho è esattamente quello di cui la Roma, i giocatori, i dipendenti, lo staff e i tifosi avevano bisogno. Penso che sia la persona perfetta al momento giusto”.

Sono arrivati dei nuovi calciatori ed è stato il tuo primo ritiro da capitano. Ci racconti com’è andata, anche nel tuo nuovo ruolo?
“L’ho vissuta molto bene. Tutti sanno che sono un ragazzo molto tranquillo fuori dal campo ma che sia partitella, calcio-tennis o possesso palla, mi piace vincere. Chiedo molto ai miei compagni e credo che questa sia una cosa fondamentale. Sono molto legato all’allenamento, sono tra quelli che pensano che la domenica giochi come ti sei allenato durante a settimana. È importante mantenere sempre la concentrazione alta e stare fisicamente al meglio per poter mettere in pratica in partita quanto preparato in settimana. Questo è la mentalità che cerco di trasmettere ai miei compagni”.

Con la nuova stagione c’è stato il ritorno del pubblico negli stadi: quanto vi mancavano i tifosi? Dopo aver fatto l’abitudine a giocare in stadi vuoti, com’è stato ritornare alla quasi normalità?
“Abbiamo subito molto l’assenza del pubblico, soprattutto all’inizio. Per noi che siamo abituati non c’è sensazione più bella di sentire la reazione dei tifosi dopo una giocata o il tuo nome urlato dopo un gol. Senza tifosi sembrava che mancasse il motivo per cui stavamo giocando, anche se in fondo non era così. Anche a distanza i tifosi ci seguivano in ogni partita. Riabituarci al ritorno invece è stato facile e veloce, fa tutta la differenza del mondo a livello emozionale, ti dà non una ma dieci spinte in più”.

La stagione giallorossa si è aperta con un tuo gol in casa del Trabzonspor e con sei vittorie nei primi sei incontri ufficiali.
“Abbiamo vissuto quel periodo con grande entusiasmo. Ma lo stesso entusiasmo lo proviamo ora, non deve mai mancare e non deve passare solo per la vittoria ma anche dalla crescita continua di questo gruppo. Abbiamo iniziato un nuovo ciclo, con l’allenatore più vincente che c’è e che ha fatto la storia del calcio, con dei nuovi presidenti che tengono alla Roma come ci teniamo tutti, con tutte le persone che ogni giorno vengono a Trigoria. L’obiettivo di tutti è cercare di migliorarsi sempre e di portare la Roma a essere una squadra vincente, non una volta ogni 20 anni ma sempre in grado di competere per la vittoria”.

Dopo le sei vittorie iniziali è partito un percorso discontinuo. Come lo analizzi e su cosa c’è da lavorare per trovare la giusta continuità.
“Si lavora su tutti gli aspetti, mentale e fisico anche dopo le vittorie. Dopo la preparazione succede di avere un piccolo calo fisico per poi tornare a essere al meglio. C’è anche l’aspetto tattico, a inizio campionato le squadre sono ancora tutte da studiare, in stagione sono tante le cose che variano, migliorano o peggiorano per poi tornare a migliorare. L’importante è rimanere focalizzati sul migliorarsi giorno per giorno. Non c’è possibilità di fermarsi, non si può mollare su nessun aspetto ed è quello che facciamo quotidianamente insieme al Mister”.

Visti da fuori sembrate molto compatti, come se le difficoltà incontrate non abbiano scalfito l’unità del gruppo.
“Le sconfitte ti scalfiscono ed è giusto che sia così. Mi piace vedere che lo spogliatoio sia triste e arrabbiato dopo una qualsiasi sconfitta. Ma questo è un gruppo solido perché ha più di un capitano. Si è creata un’alchimia che ci permette di mantenere sempre un equilibrio interno anche nei momenti difficili e questa è una qualità che dobbiamo tenerci stretta”.

Uno dei momenti difficili è stata la sconfitta all’Olimpico con l’Inter: come hai vissuto il sostegno incessante del pubblico in particolare negli ultimi 10 minuti?
“Quella è stata l’unica nota positiva della serata. Come tutti i tifosi che erano sugli spalti con me e come i miei compagni ho vissuto male quella brutta sconfitta. Purtroppo quando questo succede bisogna analizzare ogni aspetto per cercare di migliorarsi”.

In Conference League la Roma ha vinto il proprio girone e tornerà in campo a marzo già agli ottavi. Ma per arrivare a questo risultato ci sono state anche le due partite con il Bodo. Come vi siete spiegati le difficoltà incontrate? E com’è stato ripartire in particolare dopo la sconfitta in Norvegia?
“Tutti qui dentro hanno capito la gravità della sconfitta in Norvegia. Deve rimanerci in testa che non può più succedere. Non si deve perdere, ma se succede non può accadere in quella maniera. Abbiamo fatto un po’ di fatica anche in casa, ma bisogna guardare le cose anche in maniera positiva. Abbiamo vinto il girone, siamo agli ottavi e continuiamo a sognare di arrivare fino in fondo in questa competizione”.

L’anno si è chiuso con l’impresa in casa dell’Atalanta e un pizzico di delusione per il pari interno con la Sampdoria.
“Credo che a Bergamo abbiamo acquisito la consapevolezza di poterci confrontare con le squadre che ci precedono in classifica e che vengono da percorsi più consolidati, mentre con la Sampdoria abbiamo perso un’occasione alla nostra portata. Ecco, nel bene e nel male dobbiamo ripartire proprio da queste due sfide e lavorare sodo alla ripresa”.

Quanto è stato sofferto per te seguire l’ultima parte del 2021 da fuori per via dell’infortunio?
“Tanto. Tutti noi vogliamo sempre dare il nostro contributo in ogni partita, aiutare i compagni nel momento di difficoltà e ricevere il loro aiuto quando in difficoltà siamo noi. Purtroppo è andata così. Non ero al meglio da un paio di mesi e poi è arrivato questo infortunio che però mi dà a possibilità di recuperare sia da questo problema, sia da quello che avevo prima. Ho lasciato comunque tutto in buone mani ai miei compagni e spero di poter rientrare al 100% al più presto”.

Quest’anno sono stati cinque i giovani della Primavera che hanno fatto il proprio esordio in prima squadra: che effetto ti fa vederli da capitano a quasi sette anni di distanza dal tuo esordio?
“So come stanno vivendo questi momenti essendoci passato anche io. Cerco sempre di aiutarli con una parolina o un consiglio quando vedo qualcosa che potrebbe essere fatta diversamente. In generale, devo dire che tutti i giovani che si affacciano in prima squadra si impegnano e danno il massimo ed è questo quello che chiedo loro. I giovani devono avere la possibilità di sbagliare ma ciò che non deve mai mancare è l’impegno, così come la concentrazione. Se sono qui con noi non è un caso: è perché se lo meritano, ma devono continuare a meritarselo tutti i giorni”.

Il 2021 resterà per te l’anno del rinnovo di contratto, da capitano. Che cosa ha significato e rappresenta per te?
“Come ho detto dopo la firma, per me è stata solo una formalità. Con la mente, con la testa, con tutto me stesso sono stato sempre qui e sono orgoglioso di essermi legato alla squadra della mia città. La fascia da capitano per me è una responsabilità da onorare davanti a tutti in partita, ma anche ogni giorno con i miei compagni e con tutte le persone che lavorano a Trigoria. Questo è un impegno che sento molto”.

Categorie
Interviste

Mourinho: “Sogno di vincere la Conference League alla prima edizione” (VIDEO CONFERENZA)

Josè Mourinho ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Cska Sofia-Roma. Ecco le sue dichiarazioni:

“Come minimo ci dobbiamo dare la possibilità di arrivare primi e vincere. Sappiamo che non è facile, per me il CSKA è meglio del punto che ha. Anche contro di noi il risultato non era vero, la partita è stata difficile e sicuramente anche oggi sarà così ma cercheremo di vincere”.

Il risultato di domani può influire fino alla fine della stagione? Quale sono le vostre ambizioni in Conference League?
“Il risultato di domani no perché siamo già qualificati. Ovviamente decide il primo posto, noi vogliamo continuare a giocare questa competizione, ma domani possiamo definire solo primo o secondo posto. Ora la Conference avrà 8 squadre che scenderanno dall’Europa League, bisogna aspettare però non possiamo nascondere che vogliamo andare il più avanti possibile”.

Dopo la sconfitta dell’Inter ha detto che la Roma era limitata dal punto di vista dei giocatori, domani non sarà tanto diverso. Che squadra vedremo?
“Abbiamo lasciato fuori tutti i giocatori che erano infortunati, non abbiamo recuperato nessuno per questa partita. Lasceremo anche qualcun altro fuori perché abbiamo tante partite e tanti giocatori con problemi e non possiamo rischiare con tutti. Giocheremo con la squadra più forte possibile. Avremo una struttura con 4-5 giocatori che giocano sempre. L’obiettivo non cambia: rispettiamo il Cska, ma vogliamo vincere”.

Quanto è cambiato dalla prima coppa vinta?
“Non sono cambiato tanto, sono tanti anni che alleno ma ho la stessa passione, magari sono più tranquillo ed esperto per gestire i vari momenti della stagione. Nel 2004 avevo il sogno di vincere la Champions League, ora sogno di vincere la Conference League. Sono due competizioni diverse, ma questa è la competizione in cui siamo e vedremo se sarà possibile vincerla. Vincere la prima edizione sarebbe storico”.

———————–

Josè Mourinho prima della partenza per Sofia ha parlato ai microfoni di Sky Sport. Alle 19.00 la conferenza stampa al fianco di Cristante:

“Oggi ho parlato con i giocatori e ho fatto un esempio: ero al Manchester United in Champions League, noi e la Juve erano qualificati per gli ottavi di finale e per finire primi la Juve non doveva vincere con Young Boys e noi dovevamo farlo con il Valencia. Non ci abbiamo creduto: abbiamo perso noi e ha perso la Juve. Avevo una sensazione da idiota. Domani dobbiamo andare lì e vincere, poi se il Bodø/Glimt vince siamo secondi, andiamo ai playoff a febbraio. Dobbiamo andare seri. Sappiamo delle difficoltà che abbiamo con tanti infortuni e sappiamo che ogni giocatore che perdiamo in questo momento è un disastro. Ci sarà un metro di neve, sarà difficile. Dobbiamo per forza far risposare qualcuno: Rui Patricio, Mkhitaryan, Smalling non viaggiano con noi. Andiamo con il miglior gruppo possibile per cercare di vincere questa partita”.

C’è un feeling incredibile col pubblico, continua ad essere il tutto esaurito all’Olimpico per le prossime partite. Cosa si sente di dire ai tifosi?
“Quello che vogliamo dare ai tifosi è diverso dai risultati che abbiamo. Ma una cosa è ovvia: i tifosi sono veri romanisti, a loro non interessa vincere o non. È più facile tifare una squadra se vince sempre, è più difficile dimostrare che è la squadra del tuo cuore quando i risultati non sono i migliori. Dall’inizio sapevamo ciò che ci aspettava, ovviamente non ci aspettavamo tanti problemi insieme. Al di là di una rosa che si inizia a costruire, ci aspettavamo le difficoltà ma Covid, infortuni e squalifiche tutte insieme è troppo e lo è soprattutto quando affronti l’Inter. I nerazzurri sono più forti di noi e in quella situazione erano molto più forti di noi. Per questo siamo sempre uniti e tranquilli, vogliamo vincere questa partita ma dobbiamo anche avere un po’ di paura di tutte queste cose negative che succedono, quindi Rui Patricio che gioca sempre, Smalling che viene da un infortunio importante e ha giocato tre partite di fila e Mkhitaryan che non è giovanissimo e ha giocato in un ruolo che esige tanto, questi tre devono per forza rimanere a casa”.

Ad oggi è più difficile provare a vincere la Conference League o arrivare quarti in campionato?
“Se prendiamo le cose in modo separato e se diciamo adesso inizia la Conference e per i prossimi tre mesi si gioca, dico che abbiamo la squadra per competere anche con le squadre più forti come Tottenham e Rennes, ma anche con chi arriva dall’Europa League, che sono ovviamente più forti. Il problema è che dobbiamo giocare da gennaio a fine maggio tre competizioni ed è difficile dire come arriveremo ad una determinata partita. È la differenza tra squadra e rosa. Guardando Inter, Milan, Juventus, Atalanta e Napoli sono squadre di grande potere e guardando in Conference non ci sono più squadre piccole di paesi piccoli. Non esiste più nel mondo del calcio, tutte hanno potenziale. Ci saranno squadre importanti, che arrivano anche dall’Europa League: ad esempio domani una tra Napoli e Leicester, e mi auguro per il bene del calcio italiano il club inglese, scenderà in Conference. Con la rosa che abbiamo dobbiamo pensare di partita in partita e rendere la prossima partita sempre la più importante”.

Categorie
Interviste

Mourinho: “Grande mentalità della squadra. Smalling se è al 100% gioca anche domani. Speranze ancora su Cristante.”

CONFERENZA STAMPA – Le parole di Mourinho alla vigilia di Bologna-Roma:

Nell’emergenza sono nate opportunità, ha cambiato dei ruoli e ha ricevuto disponibilità dai giocatori. Resta un fatto emergenziale o nel calcio moderno tutti devono fare tutto?
“Una mentalità forte, un gruppo forte, empatico, che vuole fare bene, il credito è per i giocatori che non giocano tanto o come nel caso di Diawara che ha giocato pochi minuti, ma lavora tanto con grande professionalità, come gli altri e i giocatori che giocano, lo fanno con grinta e amicizia. Come Kumbulla che entra per giocare per un minuto ma in quel minuto ha fermato una giocata pericolosa, prende un giallo e va a saltare sulla punizione, marca un gigante come Milinkovic, fa il suo lavoro per un minuto ed esce felice perchè ha fatto per la squadra, più della tattica o del ruolo mio, il credito è per i giocatori, per la loro mentalità e per il gruppo”

Le prime quattro sembrava facessero una corsa per conto loro, poi il Milan perde due partite e la Roma ha recuperato sei punti. Potete approfittare di questi stop?
“Per qualche ragione loro sono lì, il campionato non inizia e dura uguale, ci sono squalifiche, infortuni, si perdono partite ma per qualche ragione sono lì. Inter, Atalanta e Milan erano lì l’anno scorso e sono lì adesso, il Napoli è stato dentro fino all’ultima giornata. Se noi possiamo essere vicini, invece di stare lontanissimi, a fare i nostri punti, è ovviamente meglio, è più motivante, ti dà un feeling diverso, invece di 30 punti di distanza, stai lì a 6-7 punti, ti fa capire che stai facendo cose positive”

El Shaarawy può essere utilizzato anche a destra in questo ruolo da esterno?
“Non lo so, perchè non lo abbiamo mai provato, ma se arriva anche lì qualche difficoltà sono convinto che possa farlo bene, perchè sta bene, psicologicamente e fisicamente, la sua anima, si sente giocatore, non giocava con continuità da tanto tempo, l’anno scorso dopo il periodo in Cina, il giocatore perde non le sue qualità ma un determinato livello di gioco. Sta facendo una stagione in crescendo, sta facendo molto molto bene e se deve giocare a destra, con Vina che è rientrato a sinistra, possiamo avere Stephan più offensivo oppure esterno nei cinque come opzione a Karsdorp”

Smalling può giocare ancora titolare domani dopo i tanti infortuni? Può dire qualcosa su Mihajlovic che ha speso parole molto affettuose per lei?
“Su Sinisa dico che non deve ringraziarmi, perchè quello che ho fatto l’ho fatto con il cuore, prima di tutto è uno dei miei, è uno dei nostri, poi è un super amico di un grande amico mio (Stankovic) e automaticamente diventa grande amico mio. Poi noi persone pubbliche, quando facciamo una cosa sbagliata trasmettiamo un’influenza negativa e viceversa, lui sicuramente ha avuto un’influenza molto positiva nei confronti di tanta gente che ha avuto il suo problema, ha dimostrato un coraggio e una forza incredibili, subito uno diventa solidale con la sua lotta, ho grande rispetto e ammirazione per lui. Purtroppo c’è tanta gente che soffre per il suo problema e Sinisa è stato un grandissimo esempio, non si è mai nascosto, ha voluto lavorare ugualmente, nonostante lo sforzo che richieda il nostro lavoro, sono io che in nomi di tanti che lo ringrazio, non lui a me. Smalling in questo momento è un grande calciatore, è importante per noi, ma siamo lì con quattro centrali, non abbiamo problemi adesso in quel ruolo, non deve giocare per forza perchè non abbiamo alternative. Facciamo la gestione, parliamo con lui, abbiamo giocato solo l’altro ieri, decideremo domani e sentirò anche l’opinione del ragazzo, più importante dei controlli e della tecnologia che possiamo utilizzare, sentirò la sua opinione e se mi dirà che se si sente benissimo domani mattina, giocherà, se mi dice che si sente al 99% non al 100% lo proteggo”

9 partite su 21 senza subire gol, quanto c’è di Rui Patricio in questa striscia? Quanto è importante questo dato?
“Il dato è importante, Rui è importante ma la squadra è più importante di Rui. Lui è un portiere forte, tra i migliori e i più regolari in Europa, ma anche con lui abbiamo preso 3 gol a Verona o Venezia, quando la squadra difende bene è più facile per lui, poi ci sono momenti in una partita in cui la squadra non riesce a difendere e il portiere può risolverti il problema, Rui nelle ultime partite non ha avuto molto da fare, ma quando c’è stato da parare lo ha fatto. Siamo molto contenti di lui”

C’è la possibilità di tornare al centrocampo a due domani?
“Vediamo se riusciamo ad avere Cristante e Villar, o uno dei due, è ancora possibile che ci siano, sono passati 13 giorni, i giocatori non hanno sintomi da tanti giorni, quasi dall’inizio, si stanno allenando individualmente benissimo con il nostro controllo a distanza, stiamo aspettando se riescono ad esserci, magari potrebbero farcela”

Potrebbero viaggiare con voi domani?
“Sì è una possibilità, non sappiamo ancora”

Zaniolo in questo sistema nuovo potrebbe essere utile come mezzala? O per lei in questa formula è una seconda punta?
“Nei momenti di difficoltà è importante che la gente sia disponibile per tutti, dobbiamo trovare delle cose che sono possibili e valutare ciò che è impossibili. Ovviamente Nico non può giocare come terzo centrale, può giocare come 10, come mezzala, come attaccante unico, con voglia, empatia, con questa mentalità dei ragazzi può fare tutto. Abbiamo lavorato per tanto tempo con lui nel ruolo di ala, con un certo tipo di libertà e il ruolo più simile e questo da seconda punta, ma nell’emergenza può esser utile in altri ruoli, quello che sta avvenendo per Perez, che ha sempre fatto l’ala destra, nelle ultime due partite da mezzala, insieme a Nico, cosa che non era mai accaduta perchè erano alternativi l’uno dell’altro. Adesso abbiamo perso Pellegrini, fino a gennaio ci mancherà, partita dopo partita valuteremo le difficoltà che avremo, magari oggi recuperiamo Cristante, non lo so, gestiremo le cose come arrivano”

Categorie
NEWS

Cristante: “Daremo tutto per battere il Napoli”

Bryan Cristante ha commentato così ai microfoni di DAZN il match contro il Napoli, a pochi minuti dal fischio d’inizio:

Arriva la squadra peggiore forse in una settimana non facile, ma fuori saranno 50mila….Che partita vedremo?
“Una bella partita, siamo carichi e sappiamo che dobbiamo vincere. Oggi torna lo stadio quasi pieno che ci manca. Daremo il 100%”.

Come hai visto i ragazzi in questi ultimi due giorni?
“Con voglia di rivincita. Sappiamo la brutta prestazione che abbiamo fatto giovedì. Ma siamo carichi e dovrà essere un’altra storia”.

È possibile che ti vedremo più basso oggi?
“Abbiamo il nostro gioco, stiamo facendo bene e oggi dobbiamo semplicemente giocare come abbiamo fatto in campionato e dimostrare di essere all’altezza della situazione”.

Categorie
NEWS

Abraham torna al gol con l’Inghilterra: “Roma la scelta giusta” – VIDEO

Tammy Abraham torna subito al gol con la maglia della nazionale inglese. Il centravanti giallorosso a segno per il parziale 3-0 contro Andorra, con una bella spaccata sul primo palo in anticipo sul diretto marcatore.

Il centravanti britannico – in campo per 80 minuti – ha poi rilasciato delle dichiarazioni: “È stata una bella serata per me e per la squadra, sapevamo che sarebbe stata dura, ma dovevamo rimanere concentrati. Fortunatamente abbiamo segnato presto, sapevamo che avremmo creato occasioni e le cose che abbiamo fatto sono state positive. Il gol? Sancho mi aveva detto all’intervallo che avrebbe cercato di tagliare sulla destra per trovarmi in area, dovevo farmi trovare pronto. Ho scelto la Roma e chiaramente si è rivelata la scelta giusta. Spero che questo sia solo l’inizio, continuerò a spingere. Mondiali 2022? Ovviamente ero deluso quando la scorsa estate sono stato escluso dalla rosa per gli Europei, ma ora gioco ogni settimana e posso continuare a migliorare. E’ difficile restare in questa rosa, ma spero di esserci”.

Categorie
NEWS

Totti: “Ritiro? All’inizio ero contrario, poi ho capito fosse il momento giusto…”

Francesco Totti si è raccontato ai microfoni del The Guardian. Una lunga intervista in cui è tornato a parlare anche del suo ritiro: “Io ho iniziato a giocare in tempi diversi, in un calcio diverso, fatto di passione e di affetto verso i tifosi. Giocare nella squadra che ho sempre tifato? E’ stato più facile per me fare questa scelta. Venticinque anni nella stessa squadra non sono di poco conto: diventare capitano, diventare uno dei più importanti giocatori, devi essere sempre all’altezza. Fare un paragone tra i miei tempi e quelli di oggi è difficile. Oggi c’è più business. Vai dove puoi fare più soldi”.

La decisione di dire no al Milan? E’ stato l’unico club in cui ho fantasticato di giocare. Ma le decisioni sono sempre state prese da me, con la mia stessa testa. Anche se la tua famiglia poi ti dà dei consigli. Ma alla fine ero così giovane, sapevo di avere tempo. Col Real Madrid ci sono stati alcuni giorni in cui ero con un piede qui e con un piede lì, ma la scelta di rimanere a Roma è stata fatta con il cuore. In quei momenti, quando ti senti così, non puoi andare via. Il Real Madrid è l’altro club in cui avrei potuto giocare, un’esperienza in un altro paese sarebbe potuto essere qualcosa di bello per me e per la mia famiglia. Ma quando fai una scelta con il cuore non è mai quella sbagliata. C’è un destino scritto per ognuno ma devi uscire fuori e rivendicarlo”.

Poi sul ritiro: “Non vorresti mai fermarti. Onestamente non l’ho presa bene all’inizio, ma lentamente ho ragionato che forse, in fondo, era la cosa giusta”. Ora l’ex Capitano giallorosso si dedica allo scouting: “L’obiettivo principale di ora è di cercare giovani promesse. Di certo con determinazione e sacrificio si raggiungono tutti gli obiettivi. Ma per essere un talento devi necessariamente averlo dentro di te”.

Categorie
NEWS

Zaniolo: “Sto sempre meglio e sono pronto a dare un grande contributo alla Roma” – VIDEO

Nicolò Zaniolo a segno nel successo per 3-1 contro il Belenenses ha parlato ai microfoni ufficiali del club giallorosso: “Abbiamo fatto quello che ci chiedeva il mister, poi nel secondo tempo abbiamo fatto più fatica ad andarli a pressare alti però faceva molto caldo. Siamo molto felici, dobbiamo continuare così, la strada è giusta: ora ci aspetta il Betis, guardiamo partita per partita e speriamo di vincerle tutte”.

Come prosegue questa fase di preparazione?
“Molto bene, ci alleniamo sempre a 1000, col sorriso e l’allegria di venire al campo. Penso sia la cosa più importante, l’obiettivo è farsi trovare pronti per le prime partite ufficiali”

Come ti senti?
“Bene, giorno dopo giorno ho sempre più fiducia nei miei mezzi. Sarà il 25° giorno che sto con la squadra dopo la lunga inattività, spero di dare un gran contributo alla squadra quest’anno perché ne ha bisogno e ne ho bisogno”

Categorie
NEWS

Costanzo: “Chiamerò Totti”

Maurizio Costanzo è il nuovo ‘stratega’ della comunicazione giallorossa. Nonostante dal club ieri sia stato spiegato off records che il ruolo del noto giornalista televisivo sarà legato soprattutto alla questione stadio, lo stesso Costanzo ha più volte ribadito che si occuperà della comunicazione giallorossa a 360 gradi. Queste le sue nuove dichiarazioni raccolte da la Gazzetta dello Sport:

Ci racconta com’è nata la cosa?
«Chiacchierando con l’a.d. giallorosso Guido Fienga. È stato lui a farmi poi incontrare i due Friedkin, padre e figlio».

E come le sono parsi?
«Sono molto simpatici e ho notato che stanno sempre attenti a quello che dicono. Ho spiegato quello di cui mi sono occupato nella vita e quello che faccio adesso e la cosa è andata in porto. Ho firmato mercoledì».

Di che cosa si occuperà?
«Dei rapporti con giornali, radio e tifosi. Devo ancora capire bene come muovermi, mi sto guardando intorno».

Ha già in mente qualche strategia particolare?
«Il mio obiettivo è soprattutto quello di saldare il rapporto tra i tifosi e il club. Ho in testa diverse iniziative: il primo desiderio che vorrei esaudire è quello di trovare il tifoso della Roma più anziano, mi piace l’idea di mettere le mani nella storia e nella tradizione che questa squadra ha. Poi mi piacerebbe fare qualcosa a Natale, pensavo a degli alberi giallorossi… Senza dimenticare lo slogan che voglio lanciare: “Mejo ‘a Roma”».

Quasi venti anni fa è stato fondamentale nel far scoprire agli italiani la vena ironica di Francesco Totti, tra ospitate al “Maurizio Costanzo Show” e il libro di barzellette.
«È vero e lo rifarei domani».

Siete molto legati, lo ha già sentito?
«Non ancora, ma lo farò presto».

Per saldare il rapporto Roma-tifosi riaverlo in società non sarebbe male. Lei lo vorrebbe?
«Ci parlerò…».

Si dovrà poi confrontare con José Mourinho.
«Ancora non ho avuto modo di sentirlo, lo incontrerò a luglio, ci annuseremo e cominceremo a parlare. Sono sicuro che troveremo insieme la strada giusta da percorrere. Poi ognuno fa il suo mestiere».