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Dotto su Dagospia: “La Roma e Totti sono in conflitto”

Tra i tanti commenti che si sprecano dopo il derby sui vari protagonisti, ce n'è uno in particolare su Francesco Totti ed il suo rapporto con la Roma. Sul sito di Dagospia è stato pubblicato infatti un lungo articolo di Giancarlo Dotto:

Due, forse tre, puntate definitive sulla questione Roma. Titolo della prima: “Siamo alla resa dei conti, che non vuol dire la resa di Totti”. Inutile girarci intorno. Da almeno sei anni, gli ultimi due in maniera cruenta e sempre meno silente, il malessere che infetta Trigoria ha un nome, un principio e, per il momento, non ancora una fine. E’ la guerra dei mondi, dei due mondi. La Roma e Totti. La Roma, nonostante Totti, Totti a dispetto della Roma. Ma come? Protestano le anime candide, i cretinetti del pensiero povero, le sguattere microfonate della malafede. La Roma e Totti non sono la stessa cosa? Una specie di corpo fusionale in cui si perdono i confini dell’uno e dell’altro. Negativo.

La Roma e Totti, oggi più di ieri, sono due mondi in conflitto. Due pianeti abissalmente separati. Orson Welles, quasi ottant’anni fa, scatenò il panico via radio raccontando con toni più che realistici lo sbarco degli alieni presso un ranch del New Jersey. Le radio locali di oggi, e nessuno che si avvicini alla metafisica grandezza di Orson, declamano lo sfascio della fattoria di Trigoria. Dove, in una prospettiva rovesciata, l’unica salvezza possibile è nell’avvento dell’alieno. Alias Ramon Rodriguez Verdejo, detto Monchi, il nuovo direttore sportivo, nato a San Fernando nel settembre del ‘68, l’anno della più immane utopia.

Il tifoso romanista deve augurarsi che Monchi resti alieno a Trigoria il più a lungo possibile, di sicuro per i prossimi quattro anni. Che vuol dire, consapevole di quanto gli sta attorno, rumori osceni di fondo inclusi, ma così forte, sicuro di sé e sprezzante da passarci sopra. Come un tank, come una farfalla.   Il nodo è venuto al pettine. E il nodo si chiama Totti. Tutto il resto, da almeno sei anni in qua, è conseguenza diretta e indiretta. In campo e fuori. Il puntuale tritacarne di allenatori e dirigenti, la mancata crescita dei giocatori, le guerre di religione tra tifosi, la fede per la squadra contro l’idolatria per il calciatore, la barbarica strumentalizzazione dei media. La Roma contro Totti. Totti contro la Roma. Il Grande Tappo. Lo Scacco. Il Cul de Sac. La Roma se ne sta lì, chiodata, nella sua croce. Il nome di Totti le impedisce di crescere, di respirare. Di pensarsi altro e altra.

Totti, chi per lui, ha smesso da un pezzo di essere il nome paradigmatico dell’epopea giallorossa, trasformatosi in un bisillabo ossessivo, troppo facile da evocare, usato a martello in ogni occasione contro la Roma.     Ma come? Scellerato! Diranno i più eleganti. Brutto stronzo!, tutti gli altri. Te la prendi con il Capitano invece che con l’Americano o lo Spalletti, il Baldissoni di turno, prima di lui Sabatini, Baldini, Garcia, Enrique, eccetera? Naturalmente, replico alla massa fessa, non me la prendo con nessuno. Racconto solo una storia interessante. Da tifoso mi dispiaccio. E anche tanto.   Mi colpisce di più la natura dello scacco. La trama della tela. Più che l’identità dell’eventuale Ragno. Di sicuro, l’impossibilità di sciogliere il nodo Totti ha determinato a Trigoria una notevole perdita di lucidità, a seguire la gran parte dei problemi che oggi intossicano società, squadra e ambiente. Chiedersi, a proposito, e possibilmente rispondersi: perché questa smania di fuga che, puntualmente, colpisce la gente in transito a Trigoria?

Qualcuno dice: non si tratta d’impossibilità, ma d’incapacità. E forse di viltà. La dirigenza romanista non sarebbe stata capace d’imporre la sua volontà, nel momento in cui si è resa conto di quanto il giocatore fosse diventato un ostacolo alla crescita della squadra, al suo diritto/dovere di immaginarsi di là dell’ingombrante totem. Facile a dirsi. Complicato a farlo. Nel mondo intero, Totti è la Roma. Più della Roma. A Singapore come a Honolulu non c’è Roma senza Totti. Possiamo dirlo, il marchio Totti prevale sul marchio Roma. Il grosso guaio a Trigoria è che Francesco ha sposato la causa Totti e  non la causa Roma. Il guaio a Trigoria è l’equivoco che Totti sia la Roma. Ma il guaio più guaio di tutti è che Totti, calciatore sovrannaturale, non è in quanto Francesco all’altezza del mito che incarna. O almeno, lo è, alla grande, ma solo nei suoi riflessi di marketing applicato.

Per il resto, un leader degno di questo nome, realmente sposo devoto della causa giallorossa, si sarebbe speso per unire invece che dividere. Una sola sua parola, autentica non di facciata, sarebbe bastata per zittire la guerra di religione accesa sul suo nome (la squadra fischiata, per dirne una, la più incredibile, perché non butta fuori il pallone, ritardando l’ingresso in campo della Divinità). Ha parlato, sì, ma da ventriloquo, con la voce di Costanzo e mille altri. Un gesto sarebbe bastato: farsi da parte e favorire la pace romanista, quando ostinarsi ad esserci non faceva altro che impoverire la leggenda e avvelenare l’aria. “Li distruggeremo”, “Vinceremo 2 a 0”, ha voluto dire nella settimana del derby, nelle sue sempre più frequenti incursioni nel mondo glamour dei media. Proclami da marketing, più che da capitano romanista.

Per non dire del suo vendere televisivamente la finta immagine del bambinone ebete. O sei il gladiatore o il bambinone ebete. Scegli. Non sappiamo chi ti consiglia. Di sicuro, nessuno, ma proprio nessuno, può desiderare che ti ostini in campo con la tua evidente sagoma da ex, a oltraggiare te stesso e la tua storia.  “Totti è libero di fare quello che vuole”, piovono da ogni dove i cretini truccati da anime belle. No. Se Totti è un leader, se Totti è la Roma, non è libero di fare quello che vuole.

Nel frattempo, dentro questo falò, ci siamo giocati anche il tormentato Lucio Spalletti. L’ultimo della serie. Un grande allenatore. Anche la sua psiche (e la sua lucidità) travolte dallo stillicidio Totti e derivati. “It’s getting dark too dark to see/Feels like I’m knockin’ on heavens’ door”. Bussare alle porte del paradiso resta per Lucio e la sua Roma una soluzione possibile, ma solo nella prospettiva della fine, del buio, della perdita di ogni obiettivo e l’unica consolazione che a cantarlo sarà il Sublime Menestrello del Minnesota.

Difendere il secondo posto dal Napoli sarebbe a questo punto un’impresa e la Roma di oggi non è squadra da imprese. La batosta nel derby ha avuto se non altro il merito di spegnere l’inesauribile macchina allucinatoria del tifoso giallorosso, incredibilmente riaccesa dopo il pareggio della Juve a Bergamo. Basta. Fine. Pietà. Quelle sagome esangui che si aggirano in campo aspirano solo a una cosa. Finire e (forse un giorno ripartire). Troppo pochi, troppe battaglie. E troppo rumore.

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Roma-Juventus, ufficializzata la prevendita

Con una nota pubblicata sul proprio sito ufficiale, la Roma ha reso note date e modalità di vendita dei biglietti per il Roma-Juventus, gara in programma domenica 14 maggio alle 20:45. La prevendita dei biglietti per la gara avrà inizio alle ore 10.00 di mercoledì 3 e proseguirà fino al calcio d'inizio del match, presso tutti i punti vendita abilitati e secondo gli orari di apertura degli stessi. Di seguito il prospetto dei prezzi:

 

SETTORI

INTERO DONNA UNDER 14* OVER 65**
CURVE € 35,00 ND ND ND

 

DISTINTI

€ 45,00 ND ND ND

 

TRIBUNA TEVERE

€ 80,00 € 72,00 € 56,00 € 56,00

 

TEVERE SUD FAMIGLIA (2)

€ 45,00 € 40,00 € 31,00 € 31,00

 

TEVERE PARTERRE

€ 50,00 € 45,00 € 35,00 € 35,00

 

TEVERE DISABILI  ACCOMPAGNATORE 

€ 35,00 ND ND ND

 

TEVERE INVALIDI 100% + ACCOMPAGNATORE 

€ 35,00 ND ND ND

 

TRIB. MONTE MARIO

€ 80,00 € 72,00 € 56,00 € 56,00

 

MONTE MARIO TOP

€100,00 € 90,00 € 70,00 € 70,00

 

ONORE SINISTRA

€200,00 ND ND ND

 

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Esclusive

Delvecchio: “Roma svuotata, anche noi perdevamo ma non così”

Marco Delvecchio è un ex giocatore che più di altri può parlare di derby, avendone decisi diversi con i suoi gol. E stamattina ai microfoni di Rete Sport non ha mancato di farlo: "Anche noi abbiamo perso dei derby. Ma abbiamo perso sempre giocando, puoi anche perdere però vedere una Roma così senza mordente fa tristezza.Non so cosa dire oggi, ho visto una squadra svuotata in tutti gli effettivi" Su Totti ha poi detto: Perchè è stato tolto De Rossi in una partita del genere? Per dare la fascia a Totti? Bisognava togliere un altro, non è così che rispetti Totti". Infine una parola sulle scelte tattiche: Una squadra come la Lazio gioca in una sola maniera, col contropiede sulle fasce. E la Roma cosa ha fatto? Invece di aspettare si è buttata in avanti , ad un certo punto ho visto addirittura De Rossi che invitava tutti a salire"

 

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Scommesse, Napoli favorito per il secondo posto

La Roma che crolla nel derby perde non solo una brutta partita ma anche una posizione sui banchi delle scommesse: come riporta Agipronews, infatti,,secondo i bookmakers rischia di fallire anche l’ultimo obiettivo stagionale. I quotisti in sostanza prevedono il sorpasso di Sarri su Spalletti e quindi il mancato accesso diretto in Champions League dei giallorossi. Nel testa a testa il Napoli è favorito: sugli azzurri secondi si punta a 1,70, mentre per la Roma confermare l’attuale posizione in classifica è un compito da 2,05.

 

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Gasparri: “Manderei via prima Pallotta che Spalletti”

Il dibattito post derby non risparmia nemmeno la politica. Maurizio Gasparri, noto politico e grande tifoso romanista, è intervenuto alla trasmissione Un Giorno da Pecora, rispondendo così a chi gli chiedeva se volesse l'allontanamento di Spalletti e Pallotta: "Manderei via prima Pallotta che Spalletti, solo che poi chi la prende la società? I cinesi? Non mi entusiasmano i cinesi, ma dico comunque una cosa: se quello, Pallotta, è un americano, beh meglio un cinese vero che un americano finto!".

 

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Tounkara, insulto a Totti sui social

Mamadou Tounkara, attaccante della Lazio Primavera, torna a far parlare, ancora una volta per vicende non legate al calcio. Infatti dopo aver rimediato un anno di Daspo per aver colpito con un pugno un tifoso dopo Lazio-Verona, ora il biancoceleste è protagonista su Instagram: dopo aver visionato  un video del derby di domenica in cui Francesco Totti dà una spintarella a Felipe Anderson, Tounkara ha subito commentato con parole a dir poco irrispettose per il capitano della Roma: “Pezzo di m… è questo“.

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NEWS

Monchi, oggi la conferenza stampa di presentazione

Oggi il nuovo direttore sportivo della Roma Monchi si presenta finalmente alla stampa. Come riporta il profilo ufficiale twitter della società giallorossa, la conferenza di presentazione del dirigente spagnolo avverrà oggi alle 13.30 nella sala stampa di Trigoria.

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Strootman, il derby continua sui social

La simulazione di Kevin Strootman nel derby in occasione del rigore concesso da Orsato continua a far discutere, e mentre si parla di prova tv, anche sui social continua il dibattito. Sotto ad una foto dell’olandese su Instagram, un tifoso avversario ha commentato auspicando al centrocampista di ricevere come sanzione per la scorrettezza 10 giornate di squalifica. Il nazionale olandese non si è fatto pregare ed ha ironicamente risposto: “Forse 11″. 

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Giannini: “Il derby è stato uno spettacolo ignobile. Spalletti solo un buon allenatore”

Tra le tante voci che si sono spese per commentare il derby perso dalla Roma, ce n'è una che per i colori giallorossi ha contato tanto: quella di Giuseppe Giannini, che certo non risparmia critiche: 

 Quali sono le tue considerazioni dopo questa sconfitta?

"Il vero tifoso della Roma oggi è affranto ed arrabbiato per quanto visto ieri: uno spettacolo ignobile, che questa tifoseria non merita. Mi sono rotto di assistere a stagioni così, a figure in campo così vergognose: ai miei tempi ho subito contestazioni, mi hanno abbozzato la macchina, ho litigato per strada con tifosi romanisti e laziali, quindi oggi non sarò certo io a tirarmi indietro e a far finta di niente. Vedere gente in campo passeggiare, senza un minimo amor proprio, senza un minimo di orgoglio per la maglia che indossa, che ha giocato solo i primi dieci minuti, in un derby, fa male da ex giocatore e da tifoso di questa squadra. I giocatori devono pensare a giocare, non a parlare del futuro dell’allenatore, non a tirare la volata a questo o a quello. Siamo la Roma, siamo la Roma!!! Basta… Non si può più gestire una società a migliaia di km di distanza, Baldini non può comandare la Roma da Londra, decidendo chi entra e chi esce, chi arriva e chi parte. Ieri guardavo con stupore Monchi che per oltre dieci minuti è rimasto a guardare la curva, i colori, la tifoseria. Una dirigenza e una proprietà che non ha l’anima giallorossa, non capirà mai dove mettere le mani e come rimediare ad eventuali errori commessi. Perché Bruno Conti, unico e indiscusso romanista di questa dirigenza, è stato messo ai margini della società?"

Su Spalletti invece?

"I fenomeni non esistono, a causa delle sue dichiarazioni, dei suoi ripensamenti, dei suoi dubbi, ha perso di mano le redini della squadra – ha detto a Centro Suono Sport – compromettendo la stagione. Conte è un fenomeno forse, perché ovunque va vince, Spalletti è un buon allenatore, nulla di più…

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Pirlo: “Totti? Il suo futuro dipende da lui. A De Rossi consiglio di cambiare aria”

Andrea Pirlo, ex  centrocampista di Inter, Milan e Juventus, e attuale regista del club che milita nella Major Soccer league, il New York City, è tornato a parlare direttamente dagli USA ai microfoni de "La Partita Perfetta" in onda ogni lunedì sera su Sportitalia. Il fantasista campione del mondo, ha affrontato diverse tematiche che riguardano il calcio italiano, il cammino della Juventus in Champions League e sui suoi colleghi Francesco Totti e Daniele De Rossi. 

Di seguito le sue dichiarazioni:

Cosa pensi del campionato?

"La Juventus è la squadra più forte, poi ci sono Napoli e Roma a competere per il secondo posto. Da qui riesco a seguire più partite possibili".

Ultimo anno Totti?

"Dipenderà molto da lui: se ha ancora entusiasmo è giusto che giochi ancora. Prima o poi anch'io penserò anch'io al ritiro, è impossibile giocare sempre. Quando non fai più parte dei numeri uno pensi a fare qualcos'altro. Ora mi sto concentrando e sto cercando di finire bene, appena torno in Italia studierò per diventare allenatore perché non si sa mai".

Inter e Milan?

"Mi spiace vederle così, è un momento delicato per entrambe e credo che quanto prima si riprenderanno".

C'è la possibilità che De Rossi vada via da Roma. Come lo vedresti in America?

"Gli consiglierei di cambiare aria. E' giovane, può ancora fare un campionato in Europa, ma nello stesso tempo è ancora presto per venire in America. Può ancora giocare ad alti livelli".

Cosa ti manca di più della Serie A?

"L'emozione della Champions e le partite importanti, come Juventus-Barcellona e Juventus-Monaco".

Stai seguendo la Nazionale?

"In realtà poco, perché in quegli orari ho sempre giocato. Però ho letto molto in merito e ci sono alcuni giovani interessanti".