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Roma in partenza per Milano: presente Paulo Dybala

Paulo Dybala si è imbarcato con la squadra da Fiumicino, destinazione Milano. L’argentino si è allenato questa mattina con la squadra ed è a disposizione di Mourinho per giocare domani a San Siro.

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APPROFONDIMENTI

L’undici di Milano ruota intorno a Dybala: le due ipotesi di formazione

Paulo Dybala c’è. L’argentino ha svolto la rifinitura in gruppo questa mattina, dopo due settimane di assenza causa impegni con la nazionale. L’argentino dunque a Milano ci sarà. La decisione sul suo impiego spetterà a Mourinho, che valuterà insieme allo staff medico le condizioni dell’argentino nella giornata di domani. Dietro la scelta di schierare o meno la Joya potrebbe celarsi anche una strategia di gara: inserire Dybala a trenta minuti dalla fine, potrebbe essere un cambio top in una fase di gioco fondamentale del match.

Per questo motivo le alternative a disposizione di Mourinho sono principalmente due: schierare i fantastici quattro dall’inizio, con Pellegrini basso al fianco di Cristante (favorito su Matic) oppure lasciare in panchina Dybala, alzare il capitano giallorosso sulla trequarti e riproporre la mediana con Matic e Cristante. Decisivo il confronto con lo staff che avverrà tra questa sera e domani mattina. Per il resto Spinazzola sull’out mancino, a destra possibile inserimento di Zalewski al posto di Celik, che potrebbe partire dalla panchina.

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APPROFONDIMENTI

Inter, Inzaghi conferma: “Lukaku out”. Al posto di Brozovic giocherà Asllani: la probabile formazione

Simone Inzaghi, tecnico dell’Inter, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Roma: “Sarà una partita molto impegnativa, fatta di duelli. Una squadra forte, con un grande allenatore. Dobbiamo prepararci bene, da ieri ho rivisto tutti i ragazzi. Abbiamo analizzato la sconfitta di Udine e nello stesso tempo abbiamo preparato la sfida di domani”

Sui singoli aggiunge: “Per Lukaku c’è stato un rallentamento che ci toglie un giocatore importante. Lo staff sta lavorando, è passato un mese ma servirà ancora un po’. Asllani è stato scelto da me e dalla società. Sta lavorando bene, domani comincerà la partita. A centrocampo ho delle difficoltà perché ho lui, Mkhitaryan, Barella e Calhanoglu. Oltre a Brozovic anche Gagliardini non è riuscito ad allenarsi negli ultimi due giorni e oggi vedremo se recupererà. Ho giocatori che stanno bene, Robin è uno di questi e sono contento abbia ritrovato la nazionale. A sinistra ho lui, Dimarco, Darmian. Farò una scelta dopo l’allenamento di oggi”.

Ti senti a rischio? “Lo siamo sempre, ogni partita bisogna prendere tante decisioni. Stiamo cercando di lavorare di più e meglio ma sono tranquillo perché lavoro quotidianamente con staff e giocatori”.

Questa la probabile formazione nerazzurra:

3-5-2  Handanovic, Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Asllani, Mkhitaryan, Di Marco; Dzeko, Lautaro

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Allenamenti

Roma, presente Dybala nella rifinitura di questa mattina (FOTO)

In attesa della conferma, crescono le speranze di vedere a San Siro Paulo Dybala. L’argentino – come appreso dai profili social del club giallorosso – ha svolto la rifinitura con il gruppo questa mattina a Trigoria. Nella foto Dybala ha in mano la pettorina blu che in genere Mourinho distribuisce per le prove tattiche, segno ulteriore del fatto che l’argentino ha sicuramente svolto la rifinitura per intero. Prevista nel pomeriggio la partenza per Milano.

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Infermeria

Wijnaldum, primi allenamenti sulla cyclette: ecco quando può rientrare (VIDEO)

Wijnaldum sorride e prenota il ritorno in campo. L’olandese è apparso su Instagram nel corso di un allenamento sulla cyclette, con una fasciatura rigida e non più il tutore visto nei giorni scorsi. E’ previsto un nuovo consulto entro un mese per stabilire lo stato del recupero alla tibia. L’obiettivo è tornare ad allenarsi ad inizio dicembre ed essere a disposizione quindi a gennaio con la ripresa del campionato.

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Interviste

De Rossi: “Mourinho ti gasa, ha riportato la gente all’Olimpico”

Daniele De Rossi, ex centrocampista e leggenda della Roma, è stato invitato come ospite al programma “Stasera c’è Cattelan”, condotto dallo stesso Alessandro Cattelan. Ecco le sue parole

Ti manca giocare?
“In questi momenti, con lo stadio infuocato, un po’ mi manca giocare. A me piaceva tantissimo giocare in trasferta, in questi stadi come Napoli, Firenze, Milano, dove eravamo abbastanza odiati. E in Ungheria c’era quella atmosfera, un pochino ho rosicato”.

In partitella in allenamento ti butti?
“Ci potrei stare, magari nel campetto. Il mister ogni tanto mi butta dentro, io parto senza riscaldamento, mi faccio il segno della croce, finché il campo è piccolo mi difendo”.

Ti contieni nei festeggiamenti?
“Dopo l’Europeo abbiamo fatto casino, ma mi devo contenere, sei sempre un allenatore e collaboratore”.

Ma c’è un video che dimostra il contrario…
“Però c’è un motivo. Dopo i rigori, scherzando con i giocatori che ci mettevano tanto a farsi la doccia, ho fatto questo tuffo per prenderli in giro e insultarsi. Allora subito tutti col telefonino, mi chiedevano di rifarlo e io gli ho detto che l’avrei rifatto in caso di vittoria dell’Europeo. Speravo non si ricordassero, invece…”.

Non sono pericolosi i telefoni negli spogliatoi?
“È uscito qualcosa, era successo con un giovane del Milan con un Chiellini completamente nudo. Ormai però sono tutti esperti, noi della mia generazione siamo un po’ meno attenti”.

Forse hai festeggiato più l’Europeo che il Mondiale. Ti hanno sempre sorteggiato per l’antidoping…
“Sì, dopo la finale con la Francia, dopo Roma-Barcellona, dopo i derby. Dopo 15 volte cominci a pensare qualcosa. Gli dicevo che se correvo tanto non voleva dire che c’era qualcosa. Mi hanno anche fatto vedere come funzionava il sorteggio”.

Si fa sempre con la pipì? E se non ti scappa…?
“Stai lì, io ero uno che aveva grossi problemi a farla dopo la partita. Andavo in campo, passeggiavo in campo scalzo, bevevo, anche la birra analcolica che ti danno perché sono un po’ pudici. Con la Francia eravamo io, Cannavaro, Thuram e Ribery, con umori diametralmente opposti”.

E la scelta di andare al Boca?
“Mi sono preso del tempo prima di decidere. Ho sempre detto che era un mio desiderio, sono sempre stato affascinato. Mi piaceva giocare fuori casa, non perché non mi piacesse giocare in casa, ma era come se avessi dovuto proteggere la mia squadra e la mia città. E rispettavo il Boca, poi quando vai lì scopri che sono ancora più matti. Un paio d’anni prima sarebbe stato perfetto. Col River ci siamo dati più botte che calci al pallone, i tifosi argentini avversari mi prendevano sempre di mira”.

Rispetto ai nostri?
“Gli argentini sono molto simili agli italiani del Sud e ai romani, anche per origine. Sono calorosi, anche più di noi, gli stadi sono spesso attaccati ai giocatori e senti quello che dicono. Però di solito noi giocatori non sentiamo cosa dicono di preciso, capiamo se sono arrabbiati o felici, se ti vogliono bene o ti squarterebbero. E se stai facendo il riscaldamento al Franchi ad esempio sentivi tutto, anche le virgole”.

Quando inizierai ad allenare?
“Non lo so, a volte sembra che manchi pochissimo, poi a volte qualcosa sfuma. Io sto bene in Nazionale, ma se dovesse capitare qualcosa di interessante ho già lo staff pronto. Ho molta voglia di allenare”.

La tua strada è quella.
“Sì, sono andato in Nazionale per imparare da uno dei migliori. Manca solo il dettaglio della squadra, arriverà”.
L’allenatore che ti ha trasmesso le cose che tu immagini di portare e insegnare?
“Io ne ho avuti tanti bravi, moderni, anche se mi hanno allenato 10 anni fa. Penso a Spalletti, le cose che ci diceva sono ancora all’avanguardia. Capello era un altro calcio ma mi ha insegnato tanto, anche sulla gestione. Conte forse il più bravo dal punto di vista motivazionale, ti tirava fuori cose che neanche pensavi di avere. Se smettesse di fare così non sarebbe più lui”.

Ti sta gasando Mourinho?
“Sì, non so se vi rendete conto di quello che ha fatto aldilà della coppa. Lo stadio è sempre pieno con 60mila tifosi, sia se va bene che se va male, se gioca con la prima o con l’ultima in classifica. Mi sembra strano che sia un caso, poi quello che volete tra coppa e biglietti economici. Ma lui ha riunito tutti i tifosi della Roma, va valorizzato più dei moduli. Poi ci aspettiamo faccia grandi cose, quest’anno la squadra sembra forte. Se sarò allo stadio con l’Inter? No, assolutamente no”.

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Rassegna stampa

L’archivio a Trigoria: la prima Lupa, i cimeli di Totti. Qui si conserva la memoria

Quando Andrea Belotti, appena sbarcato a Roma, è stato invitato a visitare la sala che conserva le maglie dello scudetto 2001, a Trigoria, ha ricevuto un paio di guanti. Trattare la storia in guanti bianchi alla Roma non è solo un modo di dire. Lo fanno materialmente, per proteggere quei cimeli, quei ricordi, che la società raccoglie, cataloga e colleziona pazientemente da dieci anni.

Come scrive la Repubblica (M.Pinci), oggi una parte della memoria storica della Roma vive in un ambiente di cento metri quadrati, la temperatura stabilizzata a 21 gradi, una percentuale fissa di umidità al 50% e sofisticati sistemi antincendio e antifurto. Il clima ideale per conservare l’archivio storico della Roma: un progetto che ha già portato il club a schedare oltre 12 mila oggetti, più altre migliaia ancora da catalogare.

Ne fanno parte 1100 magliette storiche, 840 solo della Roma: la più antica risale all’agosto 1927, l’anno della fondazione, ed è la prima, autentica fornitura della squadra. La reliquia era indossata da Antonio Maddaluno, al suo interno ha un ricamo con il numero 10: non serviva per distinguere i giocatori in campo, ma ai magazzinieri per contare le casacche a fine stagione ed essere sicuri ci fossero tutte.

Con l’arrivo dei Friedkin questo processo – che ha visto nel tempo la creazione di un archivio fotografico, statistico e iconografico – ha conosciuto nuovo impulso. Ognuna di queste maglie viene fatta ripulire e trattata per evitare parassiti che la potrebbero deteriorare. E ognuna ha il proprio spazio in cassettiere che ne contengono fino a 25. Tutto il materiale è schedato, valutato e assicurato: ci sono le maglie degli scudetti, quella del 300° gol di Totti, l’ultimo pallone toccato da De Rossi, recuperato grazie all’arbitro Mazzoleni e all’ex team manager Morgan De Sanctis.

Della collezione fanno parte un paio di divise verdi della Nazionale Anni 50 donate da Losi, quella di Messico 70 appartenuta a De Sisti. E poi la tuta di Liedholm, un completo da cerimonia delle Olimpiadi del ‘52 che fu di Arcadio Venturi. E la scultura della lupa che la Roma donò a Italo Foschi, il suo primo presidente, quando lasciò l’incarico a Sacerdoti.

La destinazione di questo progetto non può che essere un museo del club: con questo orizzonte la famiglia Friedkin ha integrato ulteriormente il budget. Prima ne nascerà uno virtuale.

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Rassegna stampa

Il sogno della Roma femminile: è ai gironi di Champions

C’è una Roma che sogna, che batte lo Sparta Praga e accede per la prima volta nella sua storia ai gironi di Champions League. E non stiamo parlando ovviamente della squadra di José Mourinho, ma della squadra Femminile, allenata da mister Spugna. Le giallorosse hanno travolto la squadra ceca con il risultato di 4 a 1, dopo la vittoria per 1-2 nella sfida di andata, e hanno così staccato il pass per la fase finale, rientrando nel gruppo delle migliori sedici squadre d’Europa.

Come scrive la Repubblica, il progetto è nato sotto la stella polare dell’ambizione, ideato da James Pallotta e portato avanti con importanti investimenti da Dan Friedkin. Non è l’Olimpico, certo, che fa registrare sold out da 60mila spettatori per gli uomini di Mourinho, ma il piccolo impianto nel cuore dell’EUR è in grado di regalare comunque il suo colpo d’occhio, con più di mille presenze fisse per le gare casalinghe delle giallorosse. La Roma Femminile ora attende il sorteggio del 1 ottobre per conoscere le avversarie del suo girone di Champions: una competizione di alto livello con club del blasone di Barcellona, Chelsea, Lione e Wolfsburg ad attenderla.

Da sciogliere il nodo legato al campo: gli impianti di Frosinone e Latina sono delle ipotesi, come l’Olimpico, ma si vorrebbe evitare l’effetto acquario. Ma quello che conta è la Champions, l’obiettivo è farla diventare l’habitat naturale delle giallorosse. Passo dopo passo, sta nascendo “un’altra” grande Roma, sempre targata Friedkin.

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Interviste

Mourinho: “Proverò con tutto me stesso a vincere ancora a Roma. Totti? E’ un simbolo”

José Mourinho ha rilasciato un’intervista al quotidiano ‘la Gazzetta dello Sport’. Lo Special One ha toccato diversi argomenti: da Totti, ai tifosi della Roma fino all’Inter, che sabato affronterà dalla tribuna vista la squalifica rimediata dopo l’espulsione contro l’Atalanta.

Sui vari successi conseguiti, ultimo quello di Tirana dove con la Roma ha vinto la Conference League.
Per me è impossibile scegliere. Ogni vittoria è speciale e ogni trofeo unico a suo modo.

Su un ipotetico ritorno di Totti.
Non esiste questo problema. Francesco è sempre stato e sempre sarà un simbolo della Roma qualsiasi cosa succeda e indipendentemente da quello che deciderà di fare nella sua vita.

Sui giocatori allenati.
Non ho giocatori che vorrei sempre con me. Io sono affezionati a tutti quelli che ho avuto ai miei ordini, non soltanto ad alcuni.

Sulle differenze tra Roma e Milano.
Queste città sono i due centri nevralgici dell’Italia. Milano è il motore dell’economia del Paese, mentre Roma è il centro del potere politico e, si può dire, il museo all’aria aperta della storia italiana. Mi ritengo fortunato ad avere avuto la possibilità di vivere in entrambe le città.

Di stadi, soprattutto caldi, ne ha vissuti tanti: dal Do Dragao allo Stamford Bridge, da San Siro ed il Santiago Bernabeu, all’Old Trafford fino all’Olimpico e al Tottenham Stadium.
Tutti questi stadi mi evocano ricordi molto intensi e molto belli. D’altronde, ognuno custodisce pagine importanti della mia carriera.

Sulla rivalità cittadina.
Ho vissuto in altre città in cui esisteva una forte rivalità fra due o anche più club. Sono abituato, non ci faccio caso.

Su altre vittorie con la Roma.
Ci proverò con tutto me stesso.

L’amor patrio per Setubal, considerata “la città più bella del mondo”.
Certo, assolutamente. A chi non c’è stato, consiglierei di andare a trascorrervi un fine settimana per godersi tutto.

Il desiderio di vincere non è scalfito dall’età.
La mia voglia di vincere non andrà mai via.

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Rassegna stampa

Filo diretto col Giappone. Spunta il terzino Riku Handa

Un filo diretto, quello con il mercato asiatico, che la Roma ha intenzione di continuare a tessere. Il primo passo era arrivato con la comparsa del marchio Toyota – particolarmente caro ai Friedkin – sulle divise da allenamento delle squadre giallorosse, ieri l’annuncio della mini-tournée in Giappone in programma l’ultima settimana di novembre. Ma non è tutto perché nei giorni scorsi Daisuke Shibusava, direttore sportivo del Montedio Yamagata, è stato avvistato a Trigoria in compagnia del terzino dell’Under 21 giapponese Riku Handa (in Italia per gli impegni con la sua Nazionale). Una visita propedeutica ad alcuni eventi in programma durante la permanenza in Asia, che magari un giorno potrebbe anche trasformarsi in un’opportunità di mercato.

Come scrive il Tempo (E.Zotti), la partenza del gruppo giallorosso è fissata per martedì 22, mentre il rientro in Italia è previsto il 29: una settimana di eventi e impegni sul campo volta ad accrescere la popolarità del marchio As Roma tra i tifosi giapponesi e provare a stringere nuove importanti sinergie volte ad aumentare i ricavi. Durante soggiorno nel Paese del Sol Levante, José Mourinho e i giocatori che non prenderanno parte al Mondiale in Qatar parteciperanno all’Eurojapan Cup. Il torneo prevede due amichevoli: la prima con il Nagoya Grampus al Toyota Stadium il 25 novembre, la seconda il 28 con lo Yokohama F. Marinos al Japan National Stadium di Tokyo (teatro dei trionfi olimpici di Jacobs e Tamberi). Per i giallorossi non sarà la prima esperienza in Giappone: la Roma di Totti e Capello aveva fatto tappa a Tokyo nel 2004 mentre l’ultima trasferta in Asia risale al 2015, quando la squadra allenata da Rudi Garcia sbarcò in Indonesia. Anche per Mourinho non si tratterà del primo contatto con il calcio giapponese: «Non vedo l’ora di giocare contro due delle squadre migliori della J League – ha spiegato – ho un ottimo ricordo delle mie precedenti visite e so quanto il calcio sia amato in quel Paese».