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Boniek a RS: ”La Roma ha eliminato il Milan perché l’ha dominato tatticamente. Espulsione? Giusta”

Zbigniew Boniek è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Retesport. Di seguito le parole del vicepresidente Uefa.

Non sono sorpreso dalla bravura di De Rossi: sono stato entusiasta quando c’è stato il cambio con Mourinho, che non sarebbe potuto rimanere. Fino a 4 mesi fa si parlava del rinnovo con il precedente allenatore: mode e pensieri cambiano molto velocemente. De Rossi comunica bene, conosce calcio, sa tenere buoni rapporti con la squadra: prima era molto differente.

Prosegue Boniek.

La Roma ha buoni calciatori non è una squadra scarsa come si voleva far passare fino a poco tempo fa. Il gol di Mancini non è casuale: anche i difensori partecipano all’azione offensiva per cerca di segnare. Prima invece non poteva accadere. Mourinho ha fatto delle cose belle a Roma ma era diventato impossibile continuare. Bravi i Friedkin a scegliere De Rossi.

Arbitro? Espulsione giusta quella Marciniak. All’inizio doveva dare qualche giallo in più ma complessivamente ha arbitrato bene. Nel calcio di oggi a me non piace come ogni minimo contatto viene punito: è uno sport di contatto, ad esempio, non posso ricevere un giallo se casualmente pesto il piede a un calciatore.

Leverkusen? È una squadra forte: Wirtz è un giocatore fenomenale. Se non ha perso una partita significa che sa giocare bene a calcio ma la Roma ora ha una buona organizzazione, ha un gruppo favoloso e tutta la squadra a disposizione disposta a sacrificarsi, per cui, non parte battuta.

Conclude Boniek.

La Roma ha passato il turno contro il Milan perché, tra andata e ritorno, l’ha dominato sotto il punto di vista tattico.

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Esclusiva Retesport: Tempestilli: “De Rossi già merita il rinnovo. Burdisso Ds? Uomo straordinario”

Tonino Tempestilli, ex calciatore e dirigente della Roma, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Retesport:

“Grande spavento per Ndicka, mi sono immedesimato nei giocatori, in De Rossi, nei dirigenti. La situazione è stata gestita in maniera stupenda da parte di tutti, ricordo di aver vissuto un episodio simile con Manfredonia a Bologna, fu scioccante. Fortunatamente in questo caso rispetto ad altri gravissimi episodi, la partita è stata sospesa, lo show non può andare avanti sempre”

Difficile la gestione per De Rossi a livello psicologico?
“Sicuramente non sono state ore facili domenica, ma grazie a Dio per Ndicka non si è trattato di nulla di grave e piano piano immagino che la tensione sia stata smaltita. Ora c’è da preparare questa grande sfida col Milan e le motivazioni vengono da sole”.

Come giudichi questo ritardo della società giallorosse sulle nomine apicali, soprattutto Ds e rinnovo di De Rossi?
“Penso sia impossibile che la Roma non stia già lavorando sul futuro, sono convinto che la proprietà abbia già fatto i primi passi. Penso che per De Rossi si stiano attendendo solo gli ultimi dettagli, il rinnovo Daniele se l’è guadagnato nel lavoro quotidiano al di là dei risultati che sono comunque fin qui straordinari. La figura del direttore sportivo è importantissima, non solo sul piano dello scouting e del mercato ma anche nel lavoro giornaliero al fianco dell’allenatore e della squadra”

Burdisso come nuovo ds sarebbe l’uomo giusto?
“Riguardo l’uomo metto le mani sul fuoco, un grande professionista, un ragazzo straordinario. Sta lavorando a Firenze al fianco di altri dirigenti, penso stia facendo un ottimo lavoro. Sicuramente per come l’ho conosciuto io ha tanta esperienza di calcio, ha tanta voglia e una grandissima personalità, conosce bene l’ambiente, questo sarebbe un vantaggio”

Roma-Milan? Che sensazioni hai?
“Bisogna in primis fare i complimenti alla società che è riuscita a portare questi risultati straordinari in Europa. La Roma all’andata ha giocato una grandissima gara, meritava anche qualcosa in più. Dovrà avere lo stesso atteggiamento anche al ritorno, può raggiungere la semifinale”.

Ci sarà mai spazio per un ritorno di Totti nella Roma?
“In questo momento non mi sembra, la proprietà non ha mai espresso la volontà di ingaggiarlo finora. Poi le strade del Signore sono infinite, magari in futuro con un cambio di proprietà potrebbe accadere”

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Julio Sergio a RS: ”De Rossi merita il rinnovo. E la collaborazione di mercato con la Roma…”

Julio Sergio, ex portiere della Roma e protagonista in 4 derby vinti dai giallorossi, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Retesport. Di seguito le sue parole.

Prima parlavi con Pinto per portare calciatori brasiliani e non solo, adesso che è andato via da Roma, sta continuando questa collaborazione con la società giallorossa?

Sì stiamo lavorando: quando ero alla Roma c’erano 8 calciatori brasiliani che tendenzialmente sul piano tecnico sono i migliori. Ho parlato soprattutto con De Rossi ed è capitato di farlo anche con il dipartimento scouting della società, poi ci sono tante dinamiche che possono influire nelle diverse trattative che si possono intavolare. Non ho mai parlato con Lina Souloukou. Con Pinto avevamo un accordo, una collaborazione quasi esclusiva, mentre ora la Roma, che ringrazio per il modo in cui mi tratta, mi ha detto di guardare anche altrove per capire dove portare alcuni calciatori brasiliani. Mi auguro di poter continuare a collaborare con la società giallorossa.

Svilar? Ha fatto molto bene anche quando era giovane parando diversi rigori, ora aspettiamo solo che possa confermarsi perché sta dimostrando di essere un buon portiere che ha fisico, agilità ed è stato determinante in diverse partite.

De Rossi come viveva i derby? Il derby è una partita diversa dalle altre: se noi volevamo vincere a tutti i costi, Daniele e Francesco avevano ancora più voglia. Sono dei campioni del mondo che hanno giocato ad altissimi livelli, li ho visti crescere e maturare nella gestione delle emozioni del derby. Daniele l’ho visto sereno a Trigoria, sono contento per lui.

De Rossi merita il rinnovo del contratto? Sta facendo bene è già un allenatore da Serie A: si dovrà confermare ma sta meritando il prolungamento del contratto. Per Daniele era difficile sostituire un allenatore come Mourinho poiché c’è bisogno di carattere per gestire una situazione difficile.

Julio Sergio conclude. La mia esperienza a Roma è stata indimenticabile.

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Esclusiva Retesport – Tancredi: ”Carnesecchi è il portiere migliore da affiancare a Svilar”

Franco Tancredi è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Retesport. Di seguito le parole dell’ex portiere della Roma protagonista del secondo scudetto giallorosso.

Svilar? È stato bravissimo ha parato rigori non facili: sono contento perché sta sfruttando appieno le opportunità che gli ha dato De Rossi. Per capire se ha la stoffa del grande portiere, andrebbe visto in allenamento, però, al momento ha colto al volo l’opportunità e non è facile fare il numero uno della Roma. Svilar è un portiere che sta maturando ma adesso dovrà dare continuità in una squadra che deve tornare a giocare la Champions League: dovrebbe rischiare di più nelle palle alte perché ha le caratteristiche giuste per dominare l’area di rigore.

Il portiere più forte che hai allenato? Buffon che è stato il più forte al mondo.

Un portiere sul quale la Roma dovrebbe investire per sostituire Rui Patricio? A me piace molto Vicario. Al momento un portiere con ottime prospettive è Carnesecchi: sarebbe il migliore da affiancare a Svilar.

Tancredi ha raccontato un aneddoto quando giocava allo stadio Olimpico.

Cercavo sempre di giocare il primo tempo sotto la Curva Sud perché Liedholm era molto scaramantico e mi aveva dato questa indicazione. Un’apoteosi stare vicino alla gente romanista.

La parate più difficile? Quella più importante la feci su Dirceu a Verona mentre la più difficile in un Colonia-Roma in cui davanti al dischetto di rigore anticipai l’attaccante.

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Esclusiva Retesport, Oliveira: “Modesto scelta giusta per la Roma, ragazzo serio e competente” – AUDIO

Luis Oliveira ex attaccante del Cagliari e compagno di squadra di Francois Modesto è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Retesport:

“Oggi la Serie A è diversa dalla fine degli anni 90, sicuramente quello attuale è meno difficile di quello, ogni partita si incontravano grandi campioni sia nelle big ma anche nelle medio-piccole. L’allenatore a cui devo di più in Italia? Ho avuto buoni rapporti con quasi tutti i tecnici, a parte con il nostro amato Carletto Mazzone che non mi amava molto per il mio look, per gli orecchini etc. arrivavo dal Belgio ed ero effettivamente molto eccentrico, ma è stata una persona che mi ha aiutato tantissimo quando mi ha conosciuto meglio. Mi sono trovato benissimo con Tabarez, con Ranieri insomma con tutti, forse un po’ meno con Trapattoni”

Hai conosciuto Modesto da compagno di squadra?
“Quando sono tornato al Cagliari lui era già lì, l’ho conosciuto bene perchè parlavano bene il francese lui, Zebina e Mboma. Era un ragazzo molto timido, faceva tante domande, si informava, era molto attento, veniva dal Bastia. Era un gran professionista negli allenamenti, si è inserito bene. E’ un ragazzo molto intelligente. Ora lavora a Monza, ha fatto un bellissimo lavoro all’Olympiakos. E’ una persona che parla poco, molto riservata. Se la Roma lo sta cercando, sicuramente ha delle qualità importanti, Roma non è una piazza facile ma conosce benissimo il calcio italiano, è un dirigente giovane ma competente, a volte i grandi club vanno a cercare ds di nome ma quelli meno reclamizzati sono poi i più bravi a lavorare sul mercato”

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Focus Arbitri, Pinna (Cor Sport) a RS: “Arbitri penalizzati se vanno al VAR. La lotta politica nell’AIA incide sulle loro prestazioni”

Secondo capitolo della nostra inchiesta sul mondo arbitrale. In diretta a Retesport, Edmondo Pinna, storico cronista del Corriere dello Sport che si occupa proprio di valutazioni sulle direzioni arbitrali e non solo:

“Rocchi non ha mai detto che non c’è un -0,10 per l’arbitro che non va al VAR, quindi non ha mai smentito quanto abbiamo scritto mesi fa sul giornale. Se un arbitro non va al VAR a seguito di un errore, riceve una penalità sulla sua valutazione partita. Considerate che i voti degli arbitri vanno da 8.20 a 8.70, 8.30 è un risultato disastroso e quindi un -0.10 come valutazione è pesante per un arbitro. Differente è il discorso per un errore difficile da cogliere in campo, in questo caso il ricorso o no al VAR non genera in automatico una penalità così pesante. La spiegazione di Rocchi data all’epoca era rivolta a difendere la categoria ma sapeva di supercazzola, in realtà funzione proprio come abbiamo detto: se un arbitro va tre volte al VAR rischia di prendere un -0.30 che può affossare la sua pagella o valutazione di quella giornata e quindi incidere sul prosieguo della sua carriera”.

Sulla lotta intestina all’AIA, Pinna aggiunge: “Ci sono sempre state due anime politiche nell’AIA ma fino ad un certo punto c’è sempre stata una sorta di lealtà tra le parti, adesso il piano dello scontro si è innalzato, ci sono prese di posizione più estreme e questa lotta, nonostante venga smentita dai diretti protagonisti, sta portando una maggiore pressione sugli arbitri in campo che non a caso stanno sbagliando anche tanto nell’ultimo periodo”

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Focus Arbitri, Filippo Roma (Le Iene) a RS: “Campionati falsati dalla lotta intestina nell’AIA. Omertà totale del mondo del calcio sul tema”

Primo capitolo dell’inchiesta di Retesport sul mondo arbitrale e le dinamiche che stanno emergendo tra errori, carriere e potenziali campionati falsati. Sui 104.2 FM è intervenuto – nello spazio de La Sveglia Giallorossa – Filippo Roma, giornalista de Le Iene che sta conducendo in prima persona un’inchiesta sugli arbitri, nata da una denuncia di un importante fischietto rimasto anonimo:

Come nasce l’inchiesta sul mondo arbitrale?
“Alcuni anni fa mi ero occupato del famosissimo caso dell’audio del Var scomparso di Inter-Juventus, avevo già fatto una serie di pezzi su questo. Sono stato contattato dall’arbitro in questione che ci ha cercato e si è fidato di noi per iniziare a parlare di questa vicenda. E’ venuto nella nostra redazione e ci ha spiegato tante dinamiche che non conoscevamo. Tanti arbitri all’interno dell’AIA a tutti i livelli e categorie ci hanno poi contattati per aggiungere particolari, in parecchi pensano che per motivi di carriera si stiano falsando i tornei”

Che type=’text/javascript’ idea ti sei fatto della presunta guerra politica interna all’AIA?
“Mi sono fatto l’idea inquietante che l’AIA sia una casta, che ci sia una guerra tra fazioni a livello politico che rischia di falsare i campionati e questo è il vero problema che fa da sfondo. In questa fase storica gli arbitri non pensano a favorire una squadra piuttosto che un’altra, ma magari alcuni componenti della loro fazione, a danno di altri, per cui poi ci sono dismissioni non di natura tecnica ma per motivi di rapporti”.

Sono due le fazioni che si contendono il potere politico nel mondo arbitrale italiano o ci sono ulteriori sfumature?
“Sembrerebbe esserci un bipolarismo, due grandi gruppi che si contendono il potere nell’AIA, con le elezioni alle porte in un clima incandescente. Errori che hanno colpito tutti, in maniera indiscriminata e non a caso si sono lamentati tutti, dai presidenti agli allenatori, ai dirigenti. Il calcio rischia di esplodere, i campionati rischiano di essere falsati.”

Cambierà il modo di valutare gli arbitri soprattutto sul tema VAR?
“E’ vero che se un arbitro viene richiamato al monitor è perchè ha sbagliato, ma si spera per errori e valutazioni oggettivi e non con chiamate discrezionali e soggettivi che possono generare ulteriori errori. Alcuni arbitri sono stati dismessi a favore di altri per rapporti, altri per motivi politici”

Abodi?
“E’ stato disponibile a parlare con noi a valutare determinate situazioni, chiaramente ha un ruolo istituzionale e mi auguro possa fare luce su diverse dinamiche in quanto ministro dello sport italiano, per il bene di tutti in primis dei tifosi”

Hai intercettato un certo timore del mondo del calcio su questo tema? Della Federazione e di esponenti della Lega di Serie A?
“No abbiamo provato ad intervistare De Laurentiis ma non ce l’ha concessa. Alla fine la mia sensazione è che rimanga un sistema fondato sull’omertà sia dal punto di vista arbitrale sia dal punto di vista della Lega”

Il prossimo servizio?
“Parleremo dei rimborsi farlocchi di alcuni arbitri, che ricordo sono pagati in parte con soldi pubblici”

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Esclusiva RS -Stramaccioni: “Mentalità, empatia e giocatori nel loro ruolo: impatto profondo di De Rossi, ora la Roma se la gioca con tutti”

Andrea Stramaccioni, ex tecnico delle giovanili della Roma tra le altre e attuale commentatore sportivo di DAZN, è intervenuto ai microfoni di Retesport. Ecco le sue dichiarazioni:

Cosa è cambiato da Mourinho a De Rossi nella Roma?
“Sono due modi diversi di approcciare lo spogliatoio e di allenare, non ce n’è uno migliore o peggiore, sarebbe sbagliato dirlo. Mourinho ha un suo modo unico di allenare, Daniele ovviamente mi ha stupito. Ho un grande rapporto di amicizia con lui, ma nessuno poteva immaginare che avesse un impatto così profondo nella Roma, è entrato nelle teste dei giocatori, mentalmente, tatticamente sta facendo un lavoro sorprendente. I tanti giocatori che lo abbracciano, da Dybala a Pellegrini, da Lukaku ad altri, sono un segnale: queste cose nel calcio non si comprano, in poche settimane è riuscito ad impostare un rapporto sul piano dell’empatia incredibile. E’ il termometro di qualcosa che non si allena, ma nasce dal rapporto umano. C’è un atteggiamento diverso di De Rossi rispetto a Mourinho, poi chiaramente i risultati importanti aiutano ma anche quando la Roma non ha giocato grandissime partite come a Firenze, De Rossi c’ha sempre messo la faccia. Mi piace che spieghi sempre da dove nascono certe idee tattiche poi Daniele ora è a casa sua, è a Trigoria, allena alcuni calciatori di cui è stato compagno, leader ma anche allenatore da assistente in Nazionale. Mi capita di vedere delle immagini che arrivano da Trigoria, che raccontano di un rapporto molto diretto, molto genuino tra De Rossi e i ragazzi. La sensazione che dà la sua Roma è che oggi se la può giocare con chiunque a viso aperto, prima l’impostazione era diversa, magari si andava in campo difficili come San Siro e si pensava prima a difendere per ripartire”

Lukaku che momento sta attraversando?
“Forse Romelu è l’unico tassello ancora da sviluppare con questo sistema di gioco. Certe volte ci siamo chiesti perchè Lukaku abbia reso meno in alcune squadre in Premier rispetto a ciò che ha mostrato in Italia. Nel 4-3-3, per il centravanti è un sistema di gioco particolare, che lo costringe forse a tratti un po’ a snaturarsi, perchè deve lavorare molto per gli altri, spalle alla porta, ed è una cosa che lui non ama mentre nell’Inter di Conte e nella prima Roma giocava con un’altra punta vicina, con Lautaro che spesso lavorava per lui, aggredendo la profondità e prendendosi i suoi spazi. Adesso deve cambiare e adattarsi, quando ha giocato così al Chelsea ha fatto fatica. Si sta applicando molto, sicuramente l’evoluzione della posizione di Dybala lo aiuta, meno Paulo gioca esterno e più lo aiuta”

In quali particolari De Rossi ha inciso di più?
“Tante piccole cose, ma ce ne sono due in particolare: la prima è che non hai molto tempo per allenare, per addestrare, giocando poi ogni tre giorni, è stato bravissimo a rimettere tutti i calciatori nel loro contenitore ideale, nel ruolo giusto. Penso a Paredes regista, play in un centrocampo a tre, Pellegrini mezzala tecnica, libera di spaziare e andarsi a prendere la posizione giusta, ma anche El Shaarawy che faceva bene quasi sempre solo quando subentrava, piuttosto che Spinazzola che rimesso a fare il terzino con un uomo davanti a cui sovrapporsi, sta tornando ai livelli dell’Europeo. Il secondo elemento l’ho capito da una battuta che mi fece tra Verona e Salernitana in una nostra chiacchierata: parlando della Salernitana e di alcune difficoltà che all’epoca quella squadra poteva opporre ai giallorossi. Alla fine di questa bella conversazione mi ha detto “Oh poi noi siamo la Roma, dobbiamo andare lì e vincere”. Ecco la mentalità, la voglia di risentirsi forti. Questo è un aspetto fondamentale”.

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Tommaso Turci (DAZN): “L’affinità col gruppo la prima arma di De Rossi. Con Mou si percepiva una certa freddezza ultimamente”

Tommaso Turci, bordocampista di DAZN, è intervenuto ai microfoni di Retesport per raccontare le prime sensazioni del De Rossi allenatore nel raffronto anche con la lunga era Mourinho.

“L’aspetto preminente è l’affinità con il gruppo. De Rossi ha avuto a mio giudizio la capacità immediata di entrare subito in confidenza con tutti i suoi calciatori, coinvolgendo tutti. E’ stato sorprendente, condivido il paragone fatto da Spalletti con Mazzone, in alcuni aspetti lo ricorda molto. Lo staff? Giacomazzi e gli altri non escono mai dall’area tecnica, si alzano, parlano con De Rossi ma è sempre De Rossi in prima fila. Il rapporto con Giacomazzi, a mia sensazione, c’è un rapporto diretto, studia molto durante la gara, parla poco ma dice sempre cose giuste. Prima di iniziare la partita De Rossi, forse anche per scaramanzia, va ad abbracciare tutti i componenti del suo staff”

Nel paragone con Mourinho quali sono le principali differenze?
“Sono assolutamente agli antipodi, nell’approccio alla comunicazione, in campo, è difficile trovare un punto di contatto. Mi sembra che oggi la Roma creda tanto in De Rossi come la prima Roma credesse totalmente nel verbo di Mou. Ecco su questo aspetto c’è un’assonanza. Tra fine dicembre e inizio gennaio, la sensazione è che qualcosa si fosse rotto tra Mourinho e la squadra

Si percepiva anche dal campo una differenza nei rapporti tra squadra e Mourinho rispetto all’anno scorso?
“Avendo seguito quasi sempre la Rom dal campo, ho notato una brillantezza mentale diversa della prima Roma di Mourinho rispetto all’ultimo periodo, quasi come se le energie mentali si fossero pian piano spente. Meno comunicazione in campo, meno aiuto tra compagni, a volte non è solo colpa dell’allenatore. Credo che i risultati favoriscano tanto la crescita mentale di una squadra”

La differenza nel rapporto con gli arbitri rispetto all’era Mourinho? “E’ un dato evidente, penso che non ci sia stato uno staff tecnico più complicato da gestire De Rossi non le manda a dire, brontola con il quarto uomo ma lo fa sempre.

C’è un calciatore a cui si rivolge maggiormente De Rossi?
“In questa prima fase sicuramente El Shaarawy è uno di quelli più seguiti, forse per alcuni movimenti da fare, poi parla tantissimo con Paredes, con il quale c’è un rapporto d’amicizia ed è soprattutto il metronomo della squadra, che detta i tempi della squadra. Ma ripeto De Rossi veramente si rivolge a tutti. Non parla con tutti in italiano, con alcuni come Celik ad esempio parla in inglese per dare indicazioni anche basiche”

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Esclusiva, Di Biagio a Retesport: “De Rossi merita il rinnovo. Pellegrini? Può diventare un top in Europa. De Zerbi innovatore”

Intervenuto ai microfoni di Retesport, Gigi Di Biagio ex calciatore della Roma ed ex ct azzurro, ha commentato così il momento dei giallorossi e l’avvento di De Rossi sulla panchina del club capitolino:

Sorpreso da De Rossi?
“Onestamente no, ha preso la Roma al nono posto e l’ha portata ad una posizione migliore, sulla carta era semplice fare risultati migliori, ma in questa maniera è stato sicuramente bravissimo ad imporsi, con una serie di risultati importanti, mostrando grande intelligenza, ma non avevo dubbi conoscendolo”

De Zerbi?
“A Roberto bisognerebbe conoscerlo per capire come vive il calcio, lo vive 24 ore al giorno, ha portato idee diverse, lo ha fatto in diverse piazze, gli auguro di confermare il suo modo di allenare anche in grandi club. Migliora i giocatori, li valorizza, poi però l’ideale è valorizzare la rosa ma vincere. E’ sicuramente un innovatore”

Qual è la sua innovazione?
“Impone il suo gioco contro qualsiasi squadra, a prescindere dall’avversario, con giocatori di qualsiasi categoria, ha sempre imposto il suo modo di vedere il calcio e di praticarlo. Poi ad altissimi livelli la cosa che conta di più è la vittoria di un titolo”

Paredes ha i tempi per fare il play di un 4-3-3?
“Gioca in genere poco in verticale, più sul corto e meno sul lungo, adesso però ha ritrovato le misure perchè rispetto a quando c’era Mourinho, non ha compagni a 40 metri ma i compagni vicini e quindi distanze ridotte, si corre meglio e anche lui riesce a giostrare meglio il centrocampo”

De Zerbi vs De Rossi, da chi ti aspetti l’intuizione?
“Difficile capire come giocherà la Roma stasera, dipende dall’utilizzo o meno di Smalling. Credo che i concetti non cambino, perchè anche partendo 4-3-3 diventa un 4-4-2 spurio perchè Dybala sta giocando sempre più vicino a Lukaku, con un centrocampista che si allarga a destra. In assoluto vedo una Roma meglio fisicamente, stanno lavorando in maniera più intensa in allenamento e si vede anche in campo. Mi viene da ridere quando sento dire alla gente “

Conosci e apprezzi da sempre Pellegrini, tornato in grande forma? Ha ancora margini di miglioramento?
“Prima dell’addio di Mourinho la Roma vince con gol di Pellegrini contro il Napoli, ha conquistato il rigore col Milan, ma sono stupidaggini quelle che sento, quando si dice che prima non giocava con Mourinho per fattori extra campo. E’ un ragazzo straordinario, ha le potenzialità per diventare un top player a livello europeo. Quest’anno non ha fatto bene ad inizio anno e per questo è giusto bacchettarlo, ma certe contestazioni non le capisco. Penso abbia margini di miglioramento in termini di cattiveria, può imporsi ancora di più come leadership come capitano e deve farlo, glielo dico spesso.

Giusto rinnovare De Rossi?
“La risposta è abbastanza scontata, il giorno dopo che è stato nominato dalla Roma io dissi che lui non si sentiva il traghettatore della Roma, ma l’allenatore. Non avrei dubbi e gli rinnoverei il contratto. Poi le valutazioni finali sono della società e vanno sempre ponderate con calma”.