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Instagram, Totti: “Nessuno mi leverà mai la Roma dal cuore”

In questi giorni difficili Francesco Totti ha allietato i suoi fans con le dirette Instagram, prima con Alberto Aquilani e poi con Luca Toni. Oggi l'ex capitano ha risposto a qualche domanda del suo ex compagno dello Scudetto Vincent Candela:

Qual è il tuo lavoro più importante?
In questo momento è stare a casa con i figli, con la moglie e basta. Che, non è un lavoro? È un lavoro importante! Più di questo non ci sta… ma dicevi il lavoro fuori da casa? Questo è un lavoro importante: educare i figli, farli crescere, far loro capire come si devono ambientare, è una responsabilità non da poco. Però, ho capito la domanda che volevi fare, volendo avrei un’altra risposta. Conoscendoti, dopo 25 anni, so che volevi chiedermi il lavoro che sto facendo adesso. In questo momento sto in stand-by, sento, chiamo, vedo giocatori giovani, diciamo che sto aprendo una società di scouting e procura. Soprattutto scouting perché voglio far crescere i giovani nel migliore dei modi, voglio far sì che si comportino onestamente, con le dovute maniere, come sono cresciuto io, con valori e princìpi importanti. Perciò sto cercando in giro per il mondo nuovi talenti. Tieniti libero, ti porto via dalla Roma pure a te. Farai parte della mia scuderia. Ora ti tocca lavorare!.

Parliamo della Roma. Sei la storia della Roma. Quanto senti questa Roma?
A me la Roma non la leverà mai nessuno dalla testa e dal cuore. Possono passare presidenti, allenatori, giocatori, è la mia seconda pelle. Quello che ho fatto per la Roma e la Roma ha fatto per me non me lo toglierà mai nessuno. È un vanto essere romano e romanista

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Reina: “Isolato e chiuso in una stanza dopo aver accusato i primi sintomi del Coronavirus”

CORRIERE DELLO SPORT (I. Zazzaroni) – Ci mettiamo d’accordo per una videointervista con Skype. Pepe mi dice che preferirebbe whatsapp e spiega che «su Instagram la registrazione riesce benissimo». Non sono del tutto convinto, lo chiamo e quando, temendo di aver composto male il numero inglese, cerco la conferma – «Pepe, sei tu?» – mi risponde: «Iss’».

Ma come, in napoletano?
«Overo».

Le uscite non sono mai state il tuo forte.
(Sorride) «Diciotto giorni oggi». 

Diciotto per nove, giusto?
«La compagnia non mi manca, siamo io, mia moglie Yolanda, cinque figli e i due suoceri. La casa è grande e la solitudine non vi ha accesso. Però isolato lo sono stato dopo aver accusato i primi sintomi del virus. Febbre, tosse secca, un mal di testa che non mi abbandonava mai, quel senso di spossatezza… L’unico spavento quando per venticinque minuti mi è mancato l’ossigeno, come se la gola si fosse improvvisamente ristretta e l’aria non riuscisse a passare… I primi sei, otto giorni li ho trascorsi chiuso in una stanza». […]

E poi?
«E poi ho cominciato a uscire nelle ore notturne, quando i ragazzi e i miei suoceri dormivano. Una vita a targhe alterne. Faccio ancora attenzione a tenermi a distanza dai genitori di Yolanda, non sono più giovanissimi».

Chi ti aveva diagnosticato il Covid 19?
«I medici della Premer mi hanno dato tutte le informazioni necessarie, oltre al protocollo da seguire. Qui in Inghilterra i tamponi li fanno esclusivamente ai malati gravi, nel mio caso non vi erano dubbi. Virus. Il fisico ha reagito bene. Ti dico la verità, a parte qualche momento non facile, è stato come se avessi avuto l'influenza, solo più pesante».

Immagino che ti sia tornata la voglia di giocare?
«No, non ne ho affatto. Seguo l'evolversi della situazione, mi informo, vediamo».

Stai vivendo un'esperienza professionale a metà, difficile a questo punto completarla.
«Sono in prestito fino a maggio. Ma quale maggio, forse giugno, luglio, agosto… ero venuto a Birmingham perché avevo bisogno di giocare ogni fine settimana, volevo sentirmi di nuovo protagonista e la sfida che mi aveva proposto l'Aston Villa era l'ideale. Adesso non so più quando, né come finirà. Da queste parti la situazione si è aggravata negli ultimi cinque, sei giorni. Le restrizioni sono minori rispetto a quelle italiane, si può ancora uscire per fare una passeggiata o una corsa nel parco, anche se il Governo ha chiesto a tutti di restare il più possibile a casa».

 

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Gravina: “Il passaggio di proprietà della Roma va avanti, ma ora ci sono altre priorità”

Il presidente della Figc Gabriele Gravina, intervistato ai microfoni di Radio Radio, ha parlato della trattativa Pallotta-Friedkin per la cessione della Roma, lasciando trasparire un moderato ottimismo:

"Ci sono delle norme che regolano il passaggio dei pacchetti azionari, noi siamo stati informati per le vie brevi, siamo in attesa di ricevere tutta la documentazione prevista dalle norme, ma forse ora ci sono altre priorità, quindi saranno oggetto di valutazione da parte della nostra commissione interna per dare il via libera al passaggio sotto il profilo sportivo, poi sapete che civilisticamente noi possiamo incidere poco. Mi sembra proprio che l’operazione vada avanti".

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La Figc lancia il fondo “salva calcio” e chiede al governo l’1% delle scommesse

"Fondo salva calcio" è una delle proposte che la Federcalcio ha inviato venerdì al governo per far fronte all tempeta coronavirus. Ieri Gabriele Gravina, presidente federale, ha disegnato meglio i contorni del progetto che dovrebbe consentire di aprire un paracadute per le realtà più sofferenti del sistema pallone.

"Non possiamo chiedere soldi al governo perché sappiamo molto bene che ci sono altre priorità in questo momento – ha detto a Radio Cusano Tv – chiediamo però la costituzione del fondo. Con risorse della Figc, che farà sacrifici importanti in questo momento, e risorse che devono derivare dalle scommesse".

In pratica, oltre a un intervento iniziale per accendere il fondo a cura della Figc con risorse proprie, la gran parte dei soldi dovrebbe venire da una quota dell'un per cento sulle scommesse sul calcio. In base al "diritto d'autore" per le società. 

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Scaccomatto Roma. Carlos Augusto e Tiquinho per il futuro giallorosso

LA GAZZETTA DELLO SPORT (A. PUGLIESE) – Siccome il mercato è da sempre una partita a scacchi (ed a maggior ragione ora, con tutto l’alveo di incertezza che gli gira intorno a causa del coronavirus), ecco allora che la Roma sta studiando quattro mosse per arrivare allo scaccomatto.

In difesa la Roma deve prima di tutto capire cosa succederà con Smalling e pensare a sfoltire l’asse centrale, dove oggi Fonseca ha ben sei giocatori. Dovesse andare via l’inglese, a Trigoria potrebbero anche decidere di puntare su Rojo (Manchester United, attualmente in prestito all’Estudiantes) o Lyanco (Torino). Quest’ultimo, in particolare, piace da sempre a Petrachi. Ma il nome forte potrebbe essere quello di Carlos Augusto, terzino sinistro del Corinthians, uno che all’occorrenza potrebbe giocare anche centrale. È in attesa del passaporto da comunitario, il che lo renderebbe ancora più appetibile per i giallorossi. Che in quel ruolo devono risolvere il problema del dopo-Kolarov…

In mezzo l’occhio è già finito a Donetsk, dove giocano un paio di giocatori che sono nel mirino dei giallorossi: Kovalenko (più offensivo) e Marcos Antonio (più difensivo). A piacere però è soprattutto quest’ultimo, anche per la sua duttilità, la facilità di corsa e l’età (19 anni) che permetterebbe a Fonseca di farlo crescere ancora e alla Roma di fare un investimento con i parametri che cercano (giocatori under 27). Sempre, però, che lo Shakthar lo faccia partire davvero.

E davanti le mosse potrebbero essere due e forse anche qualcuna in più. Portare Goetze a parametro zero sarebbe il colpo migliore, probabilmente, anche perché il tedesco può ricoprire più ruoli. Poi c’è Tiquinho Soares, che la Roma segue da tempo. Il Porto vuole almeno 15 milioni di euro. Certo, non sono i 40 della clausola, ma comunque una bella cifra. Molto, però, dipenderà anche da cosa farà Edin Dzeko…

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Pellegrini: “Totti è Totti, non ne nascerà un altro. Il mio più grande sogno è vincere. Il gol di tacco al derby ha cambiato la mia carriera”

Per la serie #ask, domande ai calciatori, è la volta di Lorenzo Pellegrini. Queste le curiosità svelate dal centrocampista giallorosso ai canali ufficiali della società: 

Come stai passando l'isolamento?
"Mi sveglio presto per portare fuori i miei due cani. Passo molto tempo con mia figlia Camilla e mia moglie. Poi pranzo e nel pomeriggio svolgo il programma di allenamento che ricevo giornalmente dallo staff".

Che genere di film ti piace?
"Mi piace il genere crime, in particolare i film ispirati a storie vere. Un film che posso consigliare a tutti è Giustizia Privata. Se avete modo, vedetelo".

Se avessi potuto scegliere uno sport diverso dal calcio, quale sarebbe stato?
Il Tennis. è lo sport che seguo di più. È  molto diverso dal calcio, essendo un sport individuale si conta solo sulle proprie forze. Da piccolo l’ho praticato ma non sono molto forte, mi piace più guardarlo. I miei tennisti preferiti sono Federer e Djokovic”

 Che serie TV ci consigli?
Ho appena finito di vedere The Following. È una serie crime e con il tempo in più a disposizione in questo periodo ho già visto tutte e tre le stagioni. È stata molto intrigante”.

Ti stai annoiando in questo periodo? Quanto ti manca il calcio?
Mi manca tanto la normalità ma sto sfruttando questo tempo per stare con la mia famiglia. Però non vedo l’ora di tornare alle mie abitudini, agli allenamenti a Trigoria, alle partite. Ma spero che la normalità torni presto per tutti e che tutta questa situazione si risolva per il meglio”.

Cosa ricordi del tuo esordio a Cesena? Cosa ti disse Rudi Garcia prima della partita e prima di entrare? Sapevi già che ti avrebbe utilizzato?
“Rudi Garcia prima di ogni partita bussava alla porta di tutti i giocatori per fare l’in bocca al lupo e per dare le ultime direttive. Quel giorno mi disse di tenermi pronto. Io fremevo dalla voglia di giocare. Quando mi mandò a fare il riscaldamento capii che forse era arrivato il momento di esordire. Non lo ringrazierò mai abbastanza per questo, abbiamo un bellissimo rapporto. Una volta entrato po’ di paura c’era. Era un periodo difficile e stavamo vincendo 1-0 con un gol di Daniele. Mancavano 25 minuti e sono entrato subito in clima partita, volevo che la Roma vincesse. La tensione era forte ma una volta in campo tutto è diventato più facile. Sono stati più emozionanti il prima e il dopo piuttosto che la partita in sé”.

Che sensazioni si provano a segnare di tacco in un Derby?
Quella è una partita che ricordo con più piacere della scorsa stagione. Venivamo da un momento complicato, il Derby poteva essere la svolta e in parte lo è stata, anche per me personalmente. Pensate cosa significa per un ragazzo di Roma, con tutta la famiglia romanista, entrare a partita in corso in un Derby e segnare così in un momento di difficoltà per la squadra, nella quale alla squadra non riusciva nulla. Allo stadio c’era anche mio padre mi hanno raccontato che è dovuto entrare a bere un bicchiere d’acqua perché si sentiva di svenire”.

qual è l’emozione più grande provata finora con la maglia della Roma?
“Potrei dire Roma-Barcellona, ma personalmente il ricordo per il quale sento ancora i brividi è l’arrivo allo stadio per Roma-Liverpool. Nonostante avessimo perso 5-2 in casa loro, centinaia di tifosi hanno accolto il pullman incitandoci. Abbiamo impiegato 15 minuti per percorrere gli ultimi 500 metri. Non pensavo mai di poter vivere una cosa del genere”.

Ci descriveresti il tuo ultimo tatuaggio? E’ per Camilla?
“Sì, è una C con una stella sul collo dedicata a lei”.

Quanto ti ha cambiato la nascita di Camilla?
“Tanto. Quando sei di cattivo umore o arrabbiato, qualsiasi sentimento negativo passa quando la vedo. È una fonte di ispirazione continua. Sapere di avere la responsabilità di provare a trasmetterle l’educazione che ho ricevuto, di provare a farle capire la vita è un orgoglio. La mia famiglia è fondamentale per me. Anche i miei genitori, i miei fratelli, i miei cugini. Sono tutti importanti per me”.

C’è un momento della tua esperienza nella Primavera che ricordi con maggiore affetto?
“Ogni volta che ripenso al periodo in Primavera mi ribolle il sangue per il fatto di non essere riusciti a vincere un trofeo. Su quattro competizioni nel 2014-15 abbiamo giocato due semifinali e due finali ma ci è sempre mancato qualcosa per vincere. Però sono molto legato ai compagni di quella squadra. Un ricordo in particolare è il gol segnato a Latina in Youth League contro il Manchester City. Era il 2-0 e dopo quella rete capimmo che stavamo riuscendo ad arrivare alla final four di Nyon. C’erano tanti tifosi allo stadio, è stato bellissimo”.

Spesso fai passaggi lunghi e precisi senza guardare, fai assist spettacolari che possono ricordarci Totti. Tu a chi ti senti di assomigliare calcisticamente?
“Su questo è giusto spendere due parole: io non sarò mai Francesco, lui è una leggenda, un campione, un punto di riferimento. Ovviamente sentire dire queste cose mi fa molto piacere, ma Francesco è Francesco e come lui non ne nascerà un altro. Totti è Totti, io sono Lorenzo. Non saprei dire a chi somiglio, non mi piace fare paragoni, cerco solo di essere il miglior Lorenzo da mettere a disposizione della Roma”.

Quali erano i tuoi idoli da bambino?
"Da romano e romanista i due punti di riferimento sono sempre stati Francesco e Daniele, lo stesso valeva per i miei cugini, per mio padre, per tutta la famiglia. Tralasciando loro due, un calciatore che ho sempre ammirato è Ronaldinho. Era capace di trasportarti con la sua classe. Faceva divertire perché per prima cosa si divertiva lui giocando. Oltre alla tecnica e alla qualità ammiravo tanto quanto si divertiva in campo".

Qual è l’infortunio più difficile da superare?
"La microfrattura del quinto metatarso dopo la partita di Lecce è stata dura perché ero in un buon momento e non mi aspettavo di ritrovarmi a dover subire un’operazione. Ma appena ho potuto sono tornato a lavorare mattina e pomeriggio per ritrovare la condizione. E sono contento di come sono riuscito a tornare".

Sai che in indonesia ci sono tanti tifosi della Roma?
"Ho visto diversi video, anche di quando la Roma è venuta giocare un’amichevole a Jakarta. È impressionante e inaspettato, sicuramente un motivo di orgoglio per noi".

Qual è stato il tuo gol più bello finora in maglia giallorossa?
"Il più bello forse è quello con la Fiorentina di dicembre, per l’azione che mi ha portato alla conclusione. Anche il primo con la Spal sotto la Curva Sud lo ricordo con affetto. Però spero di segnarne presto di nuovi ancora più belli".

Qual è il tuo sogno più grande da calciatore.
"È vincere. Cerco di imparare il massimo da chi ha già vinto, di assorbire la giusta mentalità. So che per riuscirci non bisogna mai mollare di un centimetro ed è questo ciò che provo a fare. Poi ci sono momenti negativi e positivi. La differenza la fa come si affrontano e io cerco sempre di essere sereno di pensare solo a lavorare.
Cerco sempre di immaginarmi come un treno che segue i suoi binari senza fermarsi mai qualunque sia l’ostacolo. Questo è quello che mi auguro, per me e per la mia squadra: tornare a vincere".

Che emozione è giocare per la squadra per cui fai il tifo sin da bambino
"È un’emozione infinita. Mi sento come tutti i ragazzi che giocavano da piccolo con me e che ora vengono allo stadio a tifare la Roma. Mi sento come se tutti questi ragazzi fossero me e come se io fossi loro. È un’emozione grande. È un’emozione quasi inspiegabile, tra le più belle che si possono provare, non solo per me ma anche per la mia famiglia. Io vedo mio padre come un eroe e sapere che si emoziona vedendo me scendere in campo  con la maglia della Roma mi rende ancora più orgoglioso"

 

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Coronavirus, il Cies: il valore dei calciatori calerà del 28%.

La pandemia di Coronavirus deprezzerà notevolmente il valore di trasferimento dei calciatori. Lo sottolinea l'osservatorio calcistico CIES,  che  concentra la propria analisi sui cinque principali campionati europei e stima complessivamente un calo del 28% (da 32,7 a 23,4 miliardi di euro). Questo nel caso in cui nessuna partita verrà giocata e nessun contratto sarà rinnovato prima della fine di giugno. Il dato varia in base a diversi fattori quali l'età dei giocatori, la durata del contratto, il percorso di carriera e le recenti prestazioni. Ad esempio, spiega il CIES, il valore stimato del centrocampista del Manchester United Paul Pogba sarebbe quasi dimezzato e passerebbe da 65 milioni a 35 milioni di euro. Lo studio stila una classifica dei club più colpiti tenendo presente il deprezzamento dei 20 giocatori più costosi di ogni squadra.

Primo in lista l'Olympique Marsiglia, che si stima perderà il 37,9% del valore trasferimenti dei giocatori in rosa (passando dai 256 milioni dell'11 marzo ai 159 del 30 giugno per un calo di 97 milioni), seguito da Inter, Hellas Verona e Spal. I nerazzurri hanno una rosa valutata 773 milioni e, se non dovesse ripartire la stagione, subirebbero una svalutazione del 35,7% (276 milioni). In assenza di calcio la Juventus vedrebbe il valore dei trasferimenti della rosa decrescere di 222 milioni (-28,4%). In termini assoluti, poi, tra le società con un calo più accentuato del valore del parco giocatori spicca il Manchester City (-412 milioni), seguito da Barcellona (-366 milioni), Liverpool (-353 milioni), Real Madrid (-350) e Psg (-302). Tra le italiane il Napoli si stima perderà il 29,8% (-181 milioni), la Roma il 27,2% (il valore della rosa passerebbe da 540 a 393, quindi -147 milioni), infine il Milan perderà il 31,2% (-144 milioni) e la Lazio il 32,8% (-114).

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Coronavirus, Uefa: mercoledì 1 aprile videoconferenza per programmare calendari, contratti e trasferimenti

E' fissata per mercoledì 1 aprile la videoconferenza della Uefa con le 55 federazioni affiliate. All'ordine del giorno c'è "un aggiornamento – si legge nella nota ufficiale – sui progressi compiuti dai due gruppi di lavoro creati due settimane fa e il vaglio delle potenziali opzioni per quanto riguarda la riprogrammazione delle partite. Il vertice esaminerà anche gli sviluppi in tutte le competizioni UEFA per club e per nazionali e valuterà i progressi a livello FIFA ed europeo in ambiti quali i contratti dei giocatori e il sistema di trasferimenti".

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Instagram, Zaniolo: “Che orgoglio quel bambino con la mia maglia”

La giornata di oggi è stata caratterizzata di sicuro dalla foto del bambino che gioca con un pallone per strada nel centro di Milano, in una via deserta, naturalmente. Il ragazzino indossa la magglia numero 22, quella di Zaniolo. E lo stesso Zaniolo non ha tardato ad accorgersi della cosa e ad esprimere le proprie emzioni attraverso Instagram"Questa foto mi ha colpito davvero molto! Non so chi sei, ma che orgoglio vederti con la mia maglia! So che adesso è difficile e strano giocare a calcio da soli in una città vuota, ma resistiamo ancora un po' e, quando sarà tutto finito, so che me ne manderai una in cui giochi con altri ragazzi! (Magari esultando per un gol). Ti aspetto a Trigoria. Grazie 'Corriere della Sera' per lo splendido scatto".

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Totti a Toni: “Se il prossimo proprietario mi chiama torno a giocare”

In un momento difficile per tutti c'è spazio anche per una parentesi piacevole. E' quella, via social, tra Francesco Totti e Luca Toni: "Hai nominato la Roma e mi hai fatto tremare per un attimo…", ride l'ex numero 10 della Roma in diretta su Instagram con Luca Toni, ex compagni non solo in giallorosso ma anche in Nazionale con cui nel 2006 hanno vinto il mondiale in Germania. E tra presente e previsioni sul campionato attuale fermato dall'emergenza Coronavirus, Totti, provocato dall'ex attaccante ("Tanto il prossimo presidente della Roma ti butta dentro") risponde: "A giocare? Se mi dovesse chiamare, gioco di nuovo certo".