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Pellegrini: “Ci butteremmo in un fosso per De Rossi. A Roma sono a casa, è un sogno”

CONFERENZA STAMPA – Le parole di Lorenzo Pellegrini alla vigilia di Roma-Milan.

Cosa si dice da capitano ai compagni prima di una partita del genere in cui bisogna gestire il risultato? Non parlavi da tanto in conferenza stampa, come mai tutti questi mesi di silenzio da parte tua?
“Sono cose che decidiamo insieme alla società. C’è stato un momento particolare, a inizio stagione ho subito due infortuni quindi abbiamo deciso di concentrarci maggiormente sulla mia salute fisica e mentale. Può succedere durante una stagione, è normale che un capitano non venga spesso a parlare ai microfoni. Sono sempre presente con tutti i miei compagni e per la Roma, questo è quello che mi interessa di più. Roma-Milan? Questa partita è bella da giocare, un calciatore inizia a giocare a calcio per disputare queste sfide. I 70mila tifosi ci spingeranno e possono darci qualcosa in più. Sarà difficile perché il Milan verrà qui per passare il turno, ma anche noi abbiamo questo obiettivo. A Milano ottima partita, possiamo fare ancora meglio al ritorno”.

Roma e Real sono le uniche due squadre ad aver fatto 4 semifinali europee negli ultimi anni. Il riferimento deve essere quello? ”Penso che questo è quello che il mister ci voglia trasmettere. Quella frase l’ha detta perché sono partite importanti ma altre volte si pensa che altre partite siano meno importanti perché sono di campionato contro squadre che non sono big. Il mister intendeva che queste gare sono quelle che ti permettono l’anno dopo a giocare contro le squadre che vogliamo affrontare il prossimo anno. Una squadra forte di testa gioca la partita contro il Milan uguale a come gioca in campionato. Anche se può sembrare meno importante fuori per noi è la stessa cosa. Su questa cosa dobbiamo lavorare e e migliorare e il mister ci può dare tanto. La verità è che abbiamo fatto percorsi importanti in Europa ma siamo mancati in campionato e questo per noi non deve succedere. La Roma è importante e deve fare le competizioni più alte per giocare contro le squadre con cui merita di giocare. L’obiettivo è far tornare la Roma dove merita e stiamo lavorando per questo”.

Ti vedi a vita con la Roma?
“Qui sono a casa, ma allo stesso tempo devo meritarmi la maglia tutti i giorni, così come la fascia. E’ un onore e un orgoglio incredibile indossare la fascia da capitano, ma va portata 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno. Per me è un po’ tutto un sogno, essere qua di fianco al nostro grande mister… Sono contento, mi vivo il momento sapendo che devo meritarmi tutti i giorni lo stemma che ho sul petto”.

Le difficoltà tattiche sono superate? Che aiuto ti ha dato il mister?
“A livello calcistico mi sento bene. Stiamo facendo un bel percorso, se qualche mese fa ci avessero detto di quello che stiamo facendo adesso, saremmo stati tutti contenti. La Roma ha iniziato un percorso che sta funzionando, c’è tanto da lavorare e migliorare, ma per me è la strada giusta. Io sono contento di quello che sto facendo, ma non mi accontento perché non abbiamo ancora raggiunto nessun obiettivo, quindi è presto per essere soddisfatti. Dobbiamo essere entusiasti, ma mai appagati. Secondo me si può fare tanto bene, lavorare forte come stiamo facendo e creare un percorso che ci renda felici”.

Sono state raccontate storie che hanno messo in discussione il tuo rapporto con i tifosi, vorresti tornare a parlare dei tuoi momenti negativi?
“Voglio risponderti senza risponderti (ride, ndr). Io sono quello che vedete, tante persone mi dicono che apprezzano la mia trasparenza. Qui dentro ho un ruolo importante, perché lo è per me e non si limita al legarsi la fascetta la domenica, c’è tanto altro. Non mancherei mai di rispetto alla Roma, mi ha dato la vita. Quello che ho fatto e farò sarà sempre per il bene della Roma”.

Cosa ti ha dato De Rossi di più rispetto ad altri allenatori?
“Ogni allenatore ha le sue particolarità e ti lascia qualcosa. Col mister c’era già un rapporto, poi si pensa solo a fare il bene della squadra. Il mister mi ha stupido sotto tanti punti di vista, l’ho sempre reputato una persona e un professionista che sarebbe arrivato a fare l’allenatore e ho sempre avuto la convinzione che sarebbe diventato un allenatore rivoluzionario, che ti invidiano e chiedono tutti. Ma non mi aspettavo che fosse già così preparato, sono rimasto inizialmente stupido, adesso un po’ meno. Siamo tutti molto contenti, prepariamo bene le partite. Ci butteremmo dentro al fuoco o in un fosso per quello che il mister ci dice ed è la cosa più importante per un allenatore sapere di passare le proprie idee a calciatori in grado di recepirle. Noi proviamo a recepirle bene”.

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De Rossi: “Bove giocherà al posto di Cristante. Crocevia per il futuro? Ogni partita lo è”

CONFERENZA STAMPA – Le parole di De Rossi alla vigilia di Roma-Milan.

Come sta Ndicka? Con il vostro comportamento avete dato una lezione di umanità.
“Sta bene. Il pneumatorace è una cosa fastidiosa e dolorosa, ma fortunatamente non è ciò che temevamo in campo. Penso che ognuno ne tragga l’insegnamento che vuole trarne, abbiamo ricevuto molti complimenti per una cosa normale. Tutti noi abbiamo fatto ciò che andava fatto, se per qualcuno è stato di insegnamento vuol dire che stiamo messi male come mondo e società… Altri invece ci hanno visto del marcio e questo fa capire come siamo messi, ma penso che chiunque avrebbe agito in questo modo. Il ragazzo dell’elettrocardiogramma ci disse che stava avendo un infarto in corso, quindi, quando c’è quel dubbio non ti permette di continuare. Non ci sono insegnamenti, ma solo momenti in cui fare ciò che è normale. Non c’era nemmeno un calciatore che avrebbe continuato a giocare, la decisione è stata presa da tutti. Ci riscopriamo anche famiglia in questi momenti, non solo quando si vince”.

La situazione di Pioli avrà un incidenza sul ritorno? ”Quando si parla di situazione si parla della percezione di quello che si legge sui giornali. Non commento non per marcare di rispetto ma perché a volte non sono cose vere. Il Milan è secondo e le ha vinte tutto e la squadra gioca bene, da quel punto di vista non c’è problema. Si giocheranno un crocevia stagionale perché l’Europa League è un obiettivo per una squadra costruita per essere protagonista in Champions. Sanno che devono vincere perché altrimenti andranno fuori, è un’ultima spiaggia e dovranno ribaltare il risultato”.

Il recupero di Udinese-Roma rischia di infilarsi in mezzo ad altre patite decisive. Atalanta-Fiorentina rischia di giocarsi a fine campionato.

”Se ne stanno occupando Lina, Maurizio e gli altri dirigenti. Ci sono diverse opzioni ma non molte e capiamo che è difficile organizzare. Penso che sia un bene il fatto che non si trovino date perché significa che siamo andati avanti in Europa ed è un orgoglio per il calcio italiano e vanno tutelate le squadre che vanno avanti ma anche le altre squadre e l’integrità del campionato. Non si può creare un precedente e giocare una partita dopo che il campionato sia finito. Spero che si trovi una soluzione logica e che non si crei un precedente nel calcio italiano”.

Cosa si fa nella partita di ritorno quando all’andata è andato tutto bene? Si cerca di replicarla?
“Nella tua domanda c’è l’essenza di questo lavoro, ovvero lo stare sempre nella ricerca di fare troppo. Penso che ci sono delle caratteristiche della squadra avversaria che vanno sempre rispettate, bisogna capire quanto l’altro allenatore sia disposto a cambiare. Non abbiamo vinto 7-0, ma forse avremmo meritato di fare qualche gol in più. La partita è stata equilibrata, forse abbiamo fatto meglio noi perché è riuscito tutto quello che avevamo preparato. Non penso che Pioli stravolga tutta la squadra, ma cambierà qualcosa. Liedholm diceva sempre che metteva bene in campo la squadra, poi si muovevano e cambiava tutto. Stiamo pensando a qualche cambiamento, ma non ci stiamo snaturando completamente”.

Questa partita è un crocevia per il suo futuro alla Roma?
“Tutte le partite lo sono. Per la prima volta ho fatto una competizione europea e sta andando bene e non voglio che finisca. Pellegrini prima ha detto che questo è un percorso per essere felici. Cosa c’è di più importante? Domani fa parte del percorso potrebbe interrompersi ma domani è importante. Se perdo 2-0 non farò la semifinale e questo è un crocevia per me. Se faccio 0-0 il contrario. Più importante della nostra gloria che c’è? Poi non so quanto durerà questo percorso ma se pensiamo solo alla durata non ci godiamo tutto questo e da quando è iniziata sono state tante le giornate in cui sono stato felice. Anche quando abbiamo condiviso allenamenti duri sotto la pioggia o altri momenti. Sono felice di fare l’allenatore e in particolare della Roma, mi rende felice e penso solo a quello. Non penso al rinnovo in base al risultato di domani”.

Quanto cambia la preparazione in questa partita?
“È una partita come le altre. Discorsi sulla gestione del risultato, sull’essere intelligenti, non troppo sbilanciati si fanno sempre. Poi ovviamente se al 90′ saremmo 0-0 non proveremo a fare l’1-0, ma noi prepariamo la partita per vincerla e per segnargli un gol, potrebbe essere una grande mazzata per loro. Anche se facessimo un gol non sarebbe comunque la fine per loro. Se ci mettiamo a difendere, il loro gol arriverà prima o poi. Dobbiamo fare una partita simile all’andata, in questa gara saranno importanti l’aspetto emotivo, le palle sporche e la qualità negli ultimi 16 metri. Cercheremo comunque di non snaturarci e di segnare”.

Credi nel blasone europeo del Milan?
“Penso che sia importante quello che metteremo in campo noi e loro, che negli ultimi anni hanno dimostrato di essere più forti di noi. All’andata abbiamo dimostrato che non c’è questa enorme differenza. Qui da giocatore sono stato eliminato da squadra meno blasonate della Roma e ho eliminato Real Madrid, Barcellona, Lione, Chelsea e Atletico Madrid. Oltre al blasone queste si portano dietro una potenza economica, quindi possono comprare i giocatori più forti che ci sono e spesso vincono per questo. I numeri dicono che sono stati superiori a noi, così come la carriera di Pioli dimostra che è superiore a me, ma all’andata non si è visto questo gap. Per me è ancora 50-50 questa partita. E la Roma, che voi non mettete tra le squadre più blasonate in Europa, ha fatto 4 semifinali in 6 anni e questo vuol dire che dal punto di vista societario stiamo lavorando bene”.

L’assenza di Cristante?
“Al posto di Cristante giocherà Bove. Ho grande fiducia in lui, non cambia niente. La scelta che farò non cambia in base all’assenza di Bryan, che è comunque pesante, ma giocherà un giocatore in cui riponiamo grande aspettativa e fiducia. Sono sicuro che uscirà a fine partita con la maglietta zuppa e farà una grande partita. Vogliamo che faccia una grande partita, perché se lo merita”.

Hai sentito l’appello di quel tifoso alla radio?
“Al di là di banalizzare e di dire ‘Vinceremo per te’, possiamo promettergli l’impegno a lui e agli altri tifosi. Questa cosa ci ha toccato particolarmente, la società sta cercando un modo di rintracciare questo ragazzo per cercare di fare quello che gli possa far piacere. Non riusciamo a rintracciarlo, se avesse voglia di contattarci saremmo felici. Ha coinvolto non solo noi, ma anche i miei ex colleghi come Viviano, che era in lacrime. Noi più di cercarlo non possiamo fare. Rispettiamo la voglia di rimanere dietro le quinte, ma se avesse voglia, siamo qui e lo stiamo cercando.

Quanto conterà l’aspetto emotivo?
“È parte del gioco, la parte che rimane sempre viva all’interno della partita e dell’analisi. Mille cose pensi e mille cose influiranno, guardate ieri in Barcellona-PSG con l’espulsione. All’interno di una partita ci sono mille partite, sia per spostamenti tattici degli allenatori sia per le giocate e l’umore dei calciatori. La parte emotiva avrà un suo ruolo, ma non determinante perché sono giocatori abituati a giocare queste coppe. Saremmo bravi a gestire la nostra ansia”.

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Cioffi: “Daremo il 181% anche se abbiamo poche scelte”

Gabriele Cioffi, allenatore dell’Udinese, ha parlato così in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Roma:

Sconfitta con l’Inter dove poteva arrivare qualcosa di più e due infortuni pesanti: come si riparte?
“Si riparte con la consapevolezza e non pensando, se pensi troppo trovi sempre una scusa per non fare. Abbiamo ricominciato a testa bassa lavorando su quanto di buono fatto e pensando che dando il 180% potevamo ottenere un risultato positivo. Lovric e Thauvin? Lavoreremo per provare a recuperarli il prima possibile”.

Festeggiando in quel modo l’Inter ha dato merito anche alle difficoltà che ha portato l’Udinese:
“Avevo preannunciato che l’Inter sarebbe arrivata rispettandoci, lo stesso farà la Roma”.

Con De Rossi la Roma è cambiata rispetto all’andata.
“Con Mourinho la squadra era più diretta e faceva più densità difensiva, mentre con De Rossi fa più palleggio, più trame di gioco. Mi aspetto un turnover relativo nonostante abbiano un impegno importante in coppa con il Milan e poi uno scontro diretto contro il Bologna”.

Ora l’atteggiamento mostrato contro l’Inter andrà replicato per tutte e sette le gare.
“Sì, l’ho detto e non ci sarà bisogno di ribadirlo. Noi siamo una squadra che deve mantenere equilibrio e a volte questa voglia di vincere e convincere ci fa andare in un terreno che non è il nostro”.

L’ex dt Marino spesso parla bene di lei.
“Mi fa piacere e lo ringrazio tanto”.

Joao Ferreira più braccetto o più esterno?
“Lo vedo bene in entrambi i ruoli, è un ragazzo estremamente intelligente e di qualità, è valore aggiunto”.
Zarraga-Walace coppia riproponibile?
“Sì, è un’opzione quando giochiamo 3-4-2-1”.

Tra squalifiche e infortuni le rotazioni sono molto corte.
“Chi dovrà fare gli straordinari li farà e si riposerà dopo”.
Gli attaccanti?
“Davis non è disponibile, mentre Success ha fatto una bellissima settimana, l’ho visto molto bene. Brenner ha fatto dieci giorni a casa e gli abbiamo ricreato un programma per riaverlo con il Verona, non sarà convocato”.

Domenica avrai poche scelte.
“Anche se si fosse solo in 12 domenica daremmo il 180%. Anzi il 181% visto che il 180 non è bastato”.
Contro l’Inter i tifosi hanno fatto sentire il loro supporto.
“Sono stati un fattore importante, li ho sentiti io così come li hanno sentiti i ragazzi”.

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Dybala: “De Rossi spero resti. Sto benissimo e voglio regalare un trofeo ai tifosi”

CONFERENZA STAMPA – Le parole di Paulo Dybala alla vigilia di Milan-Roma:

Hai avuto Allegri, Mourinho e De Rossi, cos’ha Daniele di diverso rispetto agli altri due?
“Penso che a differenza di altri allenatori Daniele sta iniziando, il paragone è difficile perchè Allegri e Mourinho hanno vinto tantissimo, hanno tante panchine ad alto livello, però devo dire che vedendolo ogni giorno come allena, cosa trasmette, cosa ci dà, da quando è arrivato ci ha trasmesso grande entusiasmo. Sono sicuro che se continuerà ad avere questa voglia che ci trasmette ogni giorno ha tutte le carte per raggiungere i livelli di Mou e Allegri”

Pioli ha detto che è arrivato il momento di dimostrare la nostra forza. Per la Roma che momento è?
“Stiamo attraversando un momento di fiducia, un momento positivo, ovviamente vincere il derby ti aiuta a preparare le cose con più tranquillità, serietà ma allegria. Affrontare una partita come questa, contro il Milan, è una bella prova anche per noi. Sapere a che punto siamo dopo l’arrivo del mister, come stiamo giocando in base alle sue richieste, sarà una bella partita da giocare anche per noi domani”

Lo scorso anno dicesti a Salisburgo che ti sarebbe piaciuto un giorno tornare a lavorare con Mourinho, come se il tuo destino fosse legato a Josè. Quanto può condizionare le tue scelte questo nuovo rapporto con De Rossi in vista del futuro?
“Ci troviamo benissimo con Daniele, ovviamente alcune scelte non dipendono da me, è un lavoro della società, siamo molto contenti del lavoro del mister, tutti state vedendo i risultati credo, a noi ci farebbe piacere continuare a lavorare con lui, ovviamente con rispetto delle intenzioni della società. Adesso conta la partita, quello che stiamo facendo in questo momento, abbiamo tante partite difficili di fila, poi sapremo il nostro futuro e tutti sanno che competizione vogliamo giocare”

Come stai in questo momento fisicamente?
“In questo momento mi sento benissimo, mi sono allenato bene in settimana, (interviene De Rossi “non lo diciamo, perchè l’ultima volta… ride ndr), ovviamente la decisione se gioco e quale minutaggio è del mister, ma sono completamente a disposizione e spero di continuare così”

Sei leader tecnico e mentale della Roma, quanto è bello sentirsi caricato in questo modo dal mister? Quanto vi ha toccato questo lato umano del mister?
“Penso che essere leader di una squadra, poter aiutare i compagni è bellissimo, cerco di dare il meglio di me ogni giorno dentro e fuori il campo, di poter aiutare i più giovani, di parlare con i capitani della squadra, cerco di migliorare anche io, è una bella responsabilità. Lo conoscevo il mister da prima, a Roma tutti lo conoscono, lui conosce molto bene la piazza, quello che i tifosi vogliono, non esiste uno migliore per caricare la squadra in questi momenti nelle prossime sfide, per dare il 100%”

Ricordiamo le lacrime tue dopo Siviglia, fu quasi una sorpresa. Quanto senti l’urgenza di dare qualcosa che resti in bacheca a questo popolo?
“Perdere una finale credo sia una delle cose più brutte, forse la più brutta che possa succedere nel calcio, ne ho perse tante ma ne ho vinte alcune, ci tenevo tanto a vincere quella finale. Abbiamo fatto un grandissimo percorso, siamo arrivati lì in maniera grandiosa, siamo stati vicinissimi alla vittoria, quel gruppo sarebbe rimasto nella storia della Roma. Purtroppo ho perso anche una finale di Champions e le sensazioni erano le stesse. Il calcio ti dà una rivincita sempre, speriamo che sia quest’anno”

La motivazione del tuo miglioramento nei numeri da quando c’è De Rossi?
“Il mister mi dà più libertà nel muovermi, cercare la posizione giusta per la giocata, non abbassarmi troppo. I dati li vedete voi, a me interessa star bene giocare e dare una mano ai compagni. Il suo modo di giocare ha aiutato tutti, abbiamo una squadra di calciatori con piedi buoni, che sa palleggiare, cercare spazi. Avere la palla aiuta e i numeri magari crescono per tutti”

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De Rossi: “Smalling pronto per giocare. Vogliamo la semifinale”

CONFERENZA STAMPA – Le parole di Daniele De Rossi alla vigilia di Milan-Roma:

Hai giocato tante volte qui da calciatore, da allenatore quali sono i pensieri?
“Era uno stadio che volevo rivisitare di nuovo, lo dissi nella prima conferenza, ero dispiaciuto che avessimo già giocato con Inter e Milan, poi il fato ci ha permesso di tornare a giocare qui, in uno stadio che a parte l’Olimpico e quello del Boca, mi hanno trasmesso le sensazioni più grandi. E’ uno stadio che trasuda gloria, la gente che viene a vedere qui Inter e Milan, ha visto grandissimi giocatori e grandi vittorie”

Svantaggio o vantaggio giocare prima qui e poi all’Olimpico?
“Si è sempre detto che è meglio giocare in casa la seconda, ma senza la regola del gol doppio il divario si è assottigliato. Alla fine conta relativamente, devi giocare qui e poi in casa nostra, bisogna saper preparare la prima sapendo che è una sfida di 180 minuti”

A che punto è Smalling?
“Sta bene si allena con noi, è entrato nel derby perchè pensavo avessimo bisogno dei suoi centimetri e della sua qualità difensiva. Il discorso di gestione era riferito al fatto che domani saremo senza Ndicka e Huijsen, rischiarlo dall’inizio poteva metterci in difficoltà in questa magari con soli due centrali. Le nostre valutazioni saranno fatte in funzione della gara di domani, si allena forte, più forte di prima, siamo soddisfatti del suo recupero, di come si sta allenando dal primo al secondo infortunio, ha spinto moltissimo e sono molto contento di lui”

C’è una parte del campo dove indubbiamente, quella sinistra, il Milan è molto temibile. Quante ore di notte hai passato a visionare i rossoneri?
“Siamo consapevoli della forza del Milan sappiamo che loro a sinistra hanno giocatori che fanno male a tutti. Il discorso non è legato a Dybala, ma arrivare con i tempi giusti di squadra per limitarli. Se uno ha la fortuna di allenare un giocatore come Paulo deve chiedergli sacrificio, corsa e duelli vinti, ma neanche snaturarlo troppo, facendolo correre dietro agli altri, perchè anche gli avversari avranno paura di lui. Nel derby ha fatto 9 duelli, ha lottato come i leader veri, è il loro dovere, non è mai abbastanza, ma quando vedi giocatori con queste qualità che si butta a terra, fa scivolate, corre dietro a tutti, avere quel tipo di trasporto in campo e in panchina nei minuti finali, possiamo stare tranquilli. Poi sta a me dirgli dove e quando andare a fare la guerra, magari non mettendolo a fare tutta la fascia con Hernandez”

Cosa temi tatticamente del Milan? Questi tre mesi da allenatore della Roma in cosa senti che umanamente ti hanno cambiato?
“Temo gioco e qualità dei giocatori. Ammiro tanto Pioli, l’ho conosciuto che allenava una squadra piccola e portava punti alla squadra piccola, poi a Bologna si è evoluto, poi ancora alla Lazio, poi Inter quindi lo Scudetto al Milan, è sempre stato al passo della squadra che aveva, il Milan è armonico, al di là dei momenti di difficoltà, servirà una partita grande sul piano del carattere e delle qualità, dovremo portarli a giocare dove non gli piace. Umanamente non mi hanno cambiato, mi rendono ogni giorno felicissimo, non mi cambia però la maniera di affrontare la vita. A volte ho parlato del fatalismo a Roma, mi sono reso conto che anche io facevo lo stesso esercizio deviato con me stesso quando le squadre non mi volevano, tutte le porte in faccia che ho preso negli ultimi 10 mesi, poi sono arrivato qui. Bisogna rendersi conto di quanto si è fortunati, è una parte importante della nostra vita e poi bisogna dimostrare il proprio valore. Ogni tanto ci piangiamo addosso, invece se guardo vita privata e professionale, è sempre andato quasi tutto bene”

Da quando sei arrivato alla Roma avete fatto gli stessi punti del Milan di Pioli. Vi sentite di poter giocare alla pari?
“Domani per fortuna non ci sarà un peso di classifica o un vantaggio da recuperare, perchè sono due competizioni diverse. E’ ovvio che se negli ultimi anni hanno fatto molti più punti di noi, c’è un valore universale da riconoscere. La Roma ha tutto da perdere, non nulla come ho letto, la Roma ha da perdere la semifinale di Europa League, non siamo qui a fare le comparse. Qui non esiste il pareggio come potrebbe andar bene in campionato. Qui ci sono i rigori eventualmente, analizzando il nostro e il loro potenziale dobbiamo provare a vincere, o domani o al ritorno”

Hai dovuto placare la sbornia da derby nel gruppo? Come sta Mancini?
“Sono partito subito aggressivo con loro, sul fatto di restare con i piedi per terra, quella vittoria ogni tanto ci ubriaca un pochino perchè la gente la festeggia come se avessimo vinto 10 partite, ma non c’è stato bisogno, ho visto allegria e serenità che è quello che voglio io, ma poi in campo sono andati forte. Quando parlo di mosse, strategie etc erano attenti, in campo sono andati forti. Vederli sorridere un po’ di più non mi fa vedere fantasmi, ci aiuta il fatto che giochiamo una partita altrettanto importante. Se non trovi stimoli in un quarto di finale a San Siro è grave. Il Mancio sta bene, non ha contraccolpi, è felicissimo, ha accettato come tutti noi la decisione del giudice. Ho visto che si tirerà fuori una somma per fare beneficienza per quei ragazzi che ci sono venuti a trovare a Trigoria e ne sono felicissimo. Sta bene, è carico e ora ancor di più perchè dopo la vittoria nel derby è diventato paladino del pubblico romanista”

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De Rossi: “Emozionato ma pronto. I ragazzi hanno tanta voglia di rivalsa. Friedkin? Parliamo solo di futuro a breve scadenza”

CONFERENZA STAMPA – Le parole di De Rossi alla vigilia del Derby:

Come state approcciando al Derby? Quanto cambia da allenatore?
“Eh sì cambia, con gli anni ero diventato abbastanza bravo a gestirla, ma mi rendo conto che al di là del ruolo, sia un vantaggio dell’età. Sono sereno, ma anche un po’ emozionato ovviamente. I ragazzi stanno bene, stanno andando forte, cerchiamo di mantenere equilibrio per non disperdere energie ed evitare di arrivare troppo carichi in campo”.

C’è un derby in particolare che ti è rimasto dentro?
“Sono tanti. Tante notti fantastiche, altre meno belle. Se giochi 20 anni in un posto non puoi pretendere solo ricordi positivi, oggi è il primo e tendo a ripensare al primo che ho giocato, quando Mancini ha fatto gol di tacco. A fine partita pensavo di essere l’uomo più felice al mondo, è stata un’emozione bella, ero un ragazzo giovane. Sono cose che non dimentichi ma in mezzo c’è stato talmente tanto che tirare in ballo solo un episodio è riduttivo. Ricordo con piacere che nei primi lo soffrivo, entravo in campo un po’ testo ma poi con gli anni ho iniziato a giocarli. I primi 3-4 derby non li ho giocati veramente”

Si prepara più sul piano fisico o mentale?
“Devi preparare tutto, sapendo che è una partita che avrà conseguenze normali, c’è qualcosa di diverso. Abbiamo un passato non positivo nei derby recenti. C’è voglia di rivalsa nei ragazzi, ma senza andare oltre. C’è una partita di calcio da preparare e dobbiamo rimanere lucidi”.

Nelle ultime gare avete segnato poco. Come stanno gli attaccanti?
“Con il Lecce è stata tra le peggiori partite e abbiamo comunque creato alcune occasioni clamorose. Può succede, così come con il Sassuolo. Non ci sono problemi riguardo ai nostri attaccanti, stanno tutti bene a parte Azmoun. Non si fa comunque gol con gli attaccanti, con un solo reparto, ma con tutta la squadra. Abraham? Vediamo l’allenamento e quali saranno le direttive dei medici. Vediamo se ce lo lasciano convocare o ha bisogno di allenarsi ancora con la squadra. Con infortuni così lunghi, ci sono scadenze da rispettare, oggi capiremo”

La proprietà le ha parlato del futuro?
“Abbiamo parlato moto spesso, del futuro della Roma, di quello a breve termine. Ho capito la tua domanda ma la pausa delle nazionali ci è servita per far quadrare i conti e per capire il futuro nei prossimi due mesi, che è la cosa più importante”

Che Lazio si aspetta? La posizione di Felipe può influire sulle sue decisioni?
“Non sappiamo con certezza se Zaccagni ci sarà o meno. Abbiamo poco per fare ipotesi sulla Lazio, ci concentriamo su di noi, conoscendo comunque la filosofia di gioco di Tudor, sapendo che la Lazio non giocherà per 90 minuti come giocata l’Hellas Verona perché ci vuole tempo. Ipotesi vere e proprie sulla formazione non ne possiamo fare, abbiamo visto veramente poco finora. Ci sono tante cose che tu prepari, a volte in base agli avversari fai delle scelte, ma non ci stravolgiamo per gli avversari. Potrebbe succedere qualora dovessimo incontrare giocatori veramente unici, in futuro”

Che tipo di allenatore è Tudor?
“Entrambi siamo subentrati e non abbiamo avuto tanto tempo per lavorare, abbiamo fatto pochi allenamenti, lui meno di me. Ho una grande stima nei confronti di Igor, lo ritengo un allenatore importante, con un’idea precisa. Viene da una gruppo di allenatori che ha in Gasperini il capostipite, ma è un allenatore intelligente e sa che non con tutte le squadre può fare quel tipo di calcio, si adatterà alla squadra che ha trovato, almeno nel breve. È una persona che stimo e con la quale ho un bel rapporto”.

Con Sassuolo, Lecce, Frosinone, Torino primi tempi non buoni. La preoccupa?

“Ne abbiamo parlato ma ci sono discorsi tattici da affrontare. All’inizio, quando sono arrivato, mi dicevate che calavamo nel secondo tempo, forse abbiamo puntato troppo nella ripresa ora (ride ndr). Anche la mia analisi post Fiorentina forse lascia il tempo che trova, quando parlavo della sofferenza con la difesa a tre. Parliamo comunque della Serie A: vedendo la situazione da dove siamo partiti, non è facile passeggiare a Firenze, Lecce, questi campi qui, forse solo l’Inter può passeggiare. Può essere normale soffrire un tempo a Firenze, poi è giusto pensare a noi, in ciò che potremmo migliorare. Con il Lecce è difficile giocare, campo difficile, la corsa salvezza, squadra difficile da affrontare. Nel primo tempo, abbiamo sofferto ma poi nella ripresa siamo stati un’altra squadra”.

Che tipo di approccio hai con gli arbitri? Ne hai parlato anche con la società?

“Io penso che non c’è una strategia ma una gestione degli arbitri a cui do il tempo che merita. Io non posso allenare gli arbitri e far si che prendano decisioni giuste. Quando capita quello che è successo a Lecce, che è un danno, si può analizzare o meno, altre volte non devi parlare dell’arbitro perchè ci sono tante altre cose da migliorare prima dell’arbitraggio. Credo di essere un allenatore che riesce a fare un discorso sano, che non si fa annebbiare da un risultato negativo. Credo che poter parlare anche con gli arbitri in campo, non protesto come fanno gli altri. Protesto solo davanti all’evidenza, ma a volte l’evidenza non è reale. Abbiamo i tablet e vedi subito tutto, quindi ti senti liberi di protestare un po di più. La società parla con me di questo quotidianamente, lo abbiamo fatto con Lina e Maurizio due giorni fa. Non è che uno prende una posizione e si mette di traverso se un episodio sfavorevole si ripete ogni settimana. In Italia è stato il secondo episodio dopo Firenze, niente di clamoroso, non sono preoccupato. Sono più preoccupato della gestione del regolamento, i calciatori andrebbero usati quasi come cavie per far si che il calcio sia più giocabile. Nessuno può riconoscere la tatticità di un fallo più di un giocatore. Andrebbe stilato insieme un regolamente più riconoscibile, le zone d’ombre sono quelle che creano più polemiche ed è pericoloso”

In questo periodo come si gestiscono giocatore come Dybala o Spinazzola, dal punto di vista fisico?

“Nei primi due mesi non ho gestito particolarmente i calciatori, se non i reduci dagli infortuni. Per il resto, lo stesso Dybala che tu hai citato l’ho spremuto abbastanza. la gestione nostra è quella di allenarlo affinché possa spingere senza sentire dolore. In queste fasi, cerchiamo di evitare di fargli fare 90 minuti ogni partita di seguito ma si gestisce il tutto con loro, sono persone adulte. Abbiamo comunque fiducia nella rosa, è una rosa ampia, abbiamo fiducia anche in chi potrebbe giocare al posto loro”

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Bove: “Onorato di essere accostato a De Rossi, ma voglio fare il mio percorso”

CONFERENZA STAMPA – Le parole di Edoardo Bove alla vigilia di Brighton-Roma:

Come stai vivendo questo momento in cui dopo un un periodo in cui eri un titolare ora stai giocando un pochino meno?
“Lo sto affrontando come sempre fatto nel mio lavoro e nel mio percorso. Credo che ogni tipo di calciatore abbia il suo ed è fatto di momenti in cui si gioca di più e poi di meno. La bravura credo sia nella costanza di continuare a lavorare non solo per migliorare ma per mantenere un certo tipo di lavoro che hai iniziato. Per me in allenamento vedo notevoli progressi, sono assolutamente tranquillo, quando mi viene data l’occasione cerco di dare sempre il massimo, penso sia questa la cosa più importante che deve fare un giocatore”

Giochi centrale o mezzala domani?
“Non so ancora se gioco (ride ndr). Ne deve parlare il mister. Credo che ci sia una cosa che il mister ci sta trasmettendo sin dal suo arrivo, facciamo un determinato tipo di rotazioni, se un giocatore copre un ruolo determinato sul campo, con un centrocampista che si apre un difensore dà la palla e sale, ognuno deve saper gestire quel ruolo, cambiando posizione. A me non fa differenza giocare più centrale o più avanzato”

Molti vedono in te un De Rossi di 20 anni fa. Come calciatore averlo adesso come allenatore che sensazioni ti dà? Ci pensi di poter diventare il De Rossi del futuro?
“Mi fa un effetto bellissimo. Nel primo impatto c’è un ragazzo che ha sempre visto il mister giocare in tv. Adesso lo vedo come il mio allenatore, c’è un rapporto diverso. Sono onorato che mi possa dare un determinato tipo di consigli che credo non possa darmi nessun altro allenatore, per quello che ha vissuto il mister e per il livello in cui ha giocato. Mi aspettavo sinceramente questo accostamento, ci sono sempre nel calcio, sinceramente credo ogni giocatore abbia la sua carriera, naturalmente io spero di avere una carriera come il mister, però io vorrei avere il mio percorso. L’accostamento va benissimo, è un onore, però vorrei avere la mia carriera, essere ricordato come Edoardo Bove”.

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De Rossi: “Stadio pieno grande responsabilità. Ndicka convocato. Huijsen potrebbe fare il centrocampista”

CONFERENZA STAMPA – Le parole in conferenza stampa di Daniele De Rossi alla vigilia di Roma-Feyenoord:

Cosa può cambiare la sfida di domani sera sul piano dell’approccio e della strategia rispetto alla gara dell’andata?
“Dal punto di vista della formazione loro recuperano 2-3 giocatori cambieranno i valori in campo per loro. Rispetto alla gara dell’andata l’atteggiamento sarà simile da entrambe le parti perchè è uscito un pareggio, non sarebbe una follia se domani vedessimo una gara simile, perchè non c’è una delle due che deve recuperare il risultato”

La tua Roma è andata in gol con 8 marcatori diversi, è lecito domani chiedere qualcosa di più a Lukaku e Dybala?
“Penso che quando andiamo ad analizzare quello che ci stanno dando i giocatori bisogna andare anche oltre i gol, è ovvio che per chi osserva sia più facile guardare i numeri, io valuto le prestazioni e noto che stanno entrando nelle mie dinamiche come gli altri, sono contento di loro e dovremo passare il turno con o senza i loro gol”

Quanto conta l’effetto Olimpico?
“Sono d’accordo con Bryan, è una cosa che non ci lascia indifferenti, dovevamo ricreare unione rispetto ai miei primi giorni qui, ci siamo riusciti se lo stadio sarà stracolmo, è una responsabilità in più per noi ma il nostro rispetto sarebbe stato lo stesso anche con qualche decina di tifosi in meno”

Primo bivio della sua carriera qui da allenatore, quanto sposta per lei questo risultato?
“In quanto bivio, partita decisiva, in quanto potrebbe vederci fuori o dentro l’Europa League sposta tanto, sentiamo quel brivido in più della partita da dentro o fuori, nella mia carriera ne ho giocate tante, ora da allenatore devo preparare tanti aspetti in più, ma la mentalità è sempre la stessa da tecnico, con l’attenzione medesima delle gare di campionato”

Come sta Ndicka? Può giocare? Con Smalling si può giocare solo a tre?
“Ndicka sta bene, ha fatto un solo allenamento con noi, ha avuto un paio di giorni di influenza, è stato a casa, ieri si è allenato con noi, non sarà al 100% ma è disponibile e sarà in panchina e ci potrà dare una mano. L’ingresso di Chris a tre era per fare una sostituzione che gli consentisse di giocare, il mio obiettivo era farlo entrare e fargli riassaggiare il campo. Per il resto lui possa giocare anche a quattro, ha fatto tutto nella sua carriera, se poi capiterà di giocare a tre sarà facile per lui farlo”

Il ragionamento su alcuni ballottaggi è legato al minutaggio o alle caratteristiche?
“No sceglierò come sempre in base a ciò che credo ci farà vincere la partita. Si fanno mille ragionamenti diversi, con tante partite ravvicinate, ma sceglierò esclusivamente quelli  che potenzialmente possono farmi vincere questa partita e così in avanti”

L’Europa League è il giardino di casa per Lukaku, Dybala è il giocatore di maggior talento. Tocca a loro prendere per mano la Roma?
“No penso che al di là della partita di domani, qualsiasi squadra ha bisogno di tutti i giocatori, il mondo del calcio è pieno di esempi di calciatori fortissimi che provano a prendere per mano la squadra ma tutto il resto non funziona e non riescono quindi ad incidere, oppure viceversa. Loro giocheranno e saranno molto importanti per noi, da giocatori di nome come loro si aspetta sempre la doppietta e la giocata ad effetto ma a me interessa che la Roma passi il turno, mi basta che stiano dentro la partita come fatto in precedenza, che magari facciano anche un assist o una giocata decisiva se recuperano una palla importante. So che per gli attaccanti i gol sono importanti ma a me interessa relativamente, l’importante è vincere le partite”

Solo due gare con la porta inviolata la preoccupa questo dato rispetto alla gara di domani?
“Non è normale, anche se la porta inviolata racconta a volte solo una parte della storia, come a Frosinone dove meritavamo di prenderlo un gol, con l’Inter abbiamo preso 4 gol e abbiamo concesso meno. Il clean sheet è importante perchè ci darebbe almeno la certezza di non essere eliminati nei 90 minuti. Abbiamo subito occasioni da gol a difesa schierata, dovremo essere precisi in fase di possesso e attenti senza palla, il Feyenoord segna praticamente sempre, dovremo essere bravi negli equilibri e fare il nostro gioco con la palla tra i piedi”


De Rossi ha parlato anche a Sky Sport:

Hai detto che la Roma può vincere anche senza i gol di Lukaku e Dybala. Potrebbe bastare l’1-0 con gol magari di El Shaarawy che ha mancato l’ha mancato quest’anno in Europa…
“Sarebbe bello. Il concetto non è perché abbiano bisogno che qualcuno gli tolga di dosso un po’ di responsabilità, ma perché si può giocare bene senza fare gol o creando i presupposti per i compagni. A noi quello interessa, che domani riusciamo a fare un gol più di loro che ci porterebbe agli ottavi di finale”.

Ho visto sempre grande attenzioni nei dettagli, come i gol subiti a Rotterdam e contro l’Inter. State lavorando anche su questo?
“Sì, stavamo lavorando anche prima, ma ci siamo tornati sopra in maniera un po’ più frequente e anche in maniera didattica, sia in video che sul campo. Anche perché poi, da poco abbiamo un paio di giocatori: Smalling è già da qualche giorno con noi, Ndicka è arrivato da un paio di allenamenti. Alcune cose bisogna affrontarle, perché poi ogni allenatore, ogni modulo ha le sue letture difensive e noi vogliamo che loro sappiano bene quello che vogliamo noi”

Sembra una squadra molto attiva nei confronti delle indicazioni che arrivano di volta in volta in questo percorso di crescita…
“Sono fantastici. Non c’è stato bisogno di perdere troppo tempo o di scervellarsi per fargli capire quello che volevamo noi da loro. Siamo convinti che quello che gli chiediamo è roba nelle loro corde e anche le cose un po’ più particolari loro le sposano alla grande, ci lavorano, si impegnano e non potrei essere più grato”.

Dove può arrivare Huijsen?
“Non ci sono limiti, perché ha un livello di conoscenza, di lettura, di gioco, che difficilmente insegni a un giocatore in prima squadra. È qualcosa che lui ha dentro, per me potrebbe fare il centrocampista, giocare davanti alla difesa. È uno che ha letture, sia di traiettoria che di giocate, da giocatore 30enne a fine carriera che si gestisce e legge bene tutte le situazioni. Ha solo 18 anni e arriva la cosa difficile, inserire all’interno di un giocatore fenomenale con la palla al piede anche una solidità difensiva costante per 90 minuti, letture in sicurezza di alcune situazioni. Ha il tempo davanti e fin quando potremo noi cercheremo di aiutarlo perché è un ragazzo a posto, è un giocatore bello da vedere e da allenare”.

Hai trovato una chiave per cambiare un’aria generale che era pesantissima?
“Ci sono due segreti: uno la fortuna di aver trovato giocatori eccezionali dal punto di vista umano e professionale. Tutto quello che abbiamo proposto è stato sposato da loro perché sono ragazzi in gamba. L’altro segreto è costruirsi uno staff di brave persone, che vengono seguite per quello che ti portano e dimostrano umanamente. Il rapporto che si è creato è incredibile, non si vede tutti giorni, e questo ci ha aiutato. Anche i risultati ci hanno dato una mano perché ci sono partite che potevamo non vincere e magari con l’entusiasmo della vittoria tutto sembra migliore”.

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Interviste

De Rossi: “Inter la più forte ma lo siamo anche noi e vogliamo batterli. Sanches e Smalling quasi pronti”

CONFERENZA STAMPA – Le parole di mister De Rossi alla vigilia di Roma-Inter:

Come state preparando questa partita?
“Col coraggio che devono avere i giocatori forti, noi siamo pieni di giocatori forti. Coraggio, intelligenza, conoscenza di chi andiamo ad affrontare. Qualsiasi squadra del mondo è battibile, lo è anche l’Inter che sicuramente è la più forte in Italia. Si alza il livello delle contendenti dal mio arrivo, cambia la metodologia di preparazione alla gara, affrontiamo una squadra abituata a tenere la palla e dominare il gioco. Ma ci sono momenti in cui possono soffrire, momenti in cui potremo dire la nostra. Siamo consapevoli di essere una squadra forte e di poter fare una grande partita”

Martedì scorso in occasione dei funerali di Losi, al di là dei contatti che ha avuto con la famiglia di Losi, cosa è successo nella Roma?
“Io parlo per conto mio, io non ho chiesto data e luogo, la partita del giorno prima, il post partita, mi dispiace molto non esser andato a salutarlo, è un errore, anche se non l’ho commesso in mala fede. E’ una questione di rapporti tra me e lui, c’era un grande rapporto, il figlio è come il padre, sa che tipo di rapporto c’era. Distrazione grave, ma mi dispiace non esser andato. Ho letto qualche ricostruzione un po’ così, non ero impegnato, non avevo cose particolari da fare, mi dispiace perchè ho letto il post del funerale e sono stato disattento, ho chiesto scusa e credo debba finire lì”

Lukaku e questa sfida?
“Cerco di distinguere l’aspetto emotivo da quello calcistico, qui devo parlare alla testa, al cuore e al calciatore tecnicamente. A me basterebbe facesse la partita che ha fatto col Cagliari, ha tenuto posizione, ha allungato la loro difesa, ha tirato in porta 5-6 volte se lo fa tutte le partite farà tanto. Poi è normale l’emozione un po’ c’è quando affronti una tua ex squadra, in generale ci sta di non essere sempre al top”

Continua a definire la Roma forte, tra le sue caratteristiche fa una fatica maledetta nei big match, ha perso 6 partite su 9 contro le grandi. Da cosa dipende secondo lei?
“La casualità non esiste nel calcio, però non voglio commentare scontri diretti che ho solo visto da tifoso, ci sono dei numeri che parlano ed esistono, vediamo come andrà domani e poi potrò fare una valutazione. Ci sta di perdere contro le big, ma a rotazione anche di vincere. A volte in campo ci sono livelli che parlano, l’Inter è tanto forte, così il Milan e la Juve sta tornando lì. Io sto facendo un lavoro per riportare la Roma a credere di poter vincere queste partite, tornare a quella dimensione lì dove anche quando giocavo io vincevamo spesso contro le big. Problema mentale? Parliamo di gente che ha vinto chi l’Europeo, chi un Mondiale, chi ha vinto altre competizioni internazionali. Cercheremo di far sì che questo braccio di ferro spinga dalla parte nostra, ma nella testa i giocatori non credo abbiano problemi particolari altrimenti non avrebbero fatto la carriera che hanno fatto”

Ha un ricordo particolare delle sue sfide contro l’Inter?
“Ci sono stati tanti anni in cui ci siamo divisi e battuti per lo scudetto e le coppe nazionali, a parte tre titoli hanno sempre vinto loro e quindi sono stati più bravi. Era una sfida sentita, bella calda, tra giocatori c’è sempre stato rispetto. Mi dispiace non poter tornare a San Siro da allenatore perchè a parte l’Olimpico, è lo stadio in Italia più emozionante. Penso sarà una sfida bella come nel 2008-2010, l’obiettivo è tornare a giocarla non con 20 punti di distacco”

Quanto può cambiare il ritorno di Smalling? Quanto può avere nelle gambe Sanches in termini di minutaggio?
“E’ fondamentale come gli altri, tutti quanti saranno utili viste le tante partite che abbiamo davanti. Stanno diminuendo la distanza fisica con i compagni, si allenano e al termine fanno ulteriore supplemento fisico, la testa sta tornando, così come il fisico. Quello che vedo mi piace e sono convinto che saranno importanti”

El Shaarawy subito titolare con te, una tua valutazione?
“Uno dei compiti più difficili prima di queste partite contro una squadra che la classifica dice che sta facendo meglio di te, è quello di tenere bene a mente il rispetto sì, ma anche avere un po’ di spavalderia. L’eccesso di rispetto porta paura e così perdi le partite. Servirà intelligenza, capacità di comprendere i momenti. Sappiamo che soffriremo e ci potranno schiacciare, questa consapevolezza vale 10-15 minuti, se poi diventa 40 minuti significa consegnargli la vittoria. Noi possiamo vincere, il Sassuolo ha battuto l’Inter, sul lungo del campionato non siamo in grado di tenere il loro passo, ma nella gara singola possiamo farli soffrire e portare a casa i tre punti. Stephan, lo conosco da tantissimi anni, sta avendo un’evoluzione mentale importante, una volta era troppo buono, morbido forse leggerino, mi arrabbiavo con lui in campo, adesso è giocatore vero, come approccio, come mentalità, quando lo vedevo da fuori entrare faceva sempre la differenza. Mi piace lui e Zalewski che sta facendo bene, punto anche su di lui e sono i due giocatori che possono giocare alti a sinistra, sono contento di questa coppia. In questo momento sto premiando Stephan che ci sta dando qualcosa in più. Se ti dico se gioca Stephan capisci la formazione (ride ndr).”

Inter e poi Feyenoord, ci può stare un adattamento tattico con l’inserimento di Bove?
“Noi siamo concentratissimi su questa, quella dopo è importante, ma metteremo domani la squadra migliore per provare a vincere la partita contro l’Inter. Bove può giocare dall’inizio o subentrare, ma non facciamo rotazioni in funzione della sfida di giovedì”

Ranieri ha detto che sei un predestinato, fino a tre partite fa eri una scommessa. Per De Rossi chi è De Rossi come allenatore?
“Ho letto di essere un predestinato anche due anni fa. Dopo la SPAL in pochi hanno creduto in me, spesso le porte sono rimaste chiuse dopo quei 4-5 mesi non positivi. Predestinati non esistono, io voglio fare questo lavoro, mi piace farlo, un po’ per caso mi sono trovato nel posto dove sognerei di fare l’allenatore tutta la vita. Il fatto di essere arrivato qui, è un segnale importante, mi sento quasi più a casa mia dove è più difficile rispetto a dove il livello è un po’ più basso. Non penso alle etichette ma a fare il mio lavoro e a farlo bene”.

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De Rossi: “Rui? Non cambio gerarchie per un errore. Ammiro Cristante. Smalling migliora, forse prossima settimana…”

Daniele De Rossi ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Salernitana-Roma:

Cosa rappresenta per un uomo di sport la figura di Sinner?

“Emozionante. Lo sport italiano è sempre nell’elite, il tennis è popolare e fa il giro del mondo. Il fatto che ci sia un ragazzo italiano, educato e pulito, ci fa sentire doppiamente orgogliosi per l’immagine che esportiamo e per il campione che possiamo tifare. Ero in vacanza con mia moglie a New York e mettevamo la sveglia per vedere in albergo le partite al master di Torino e la Coppa Davis. Purtroppo oggi ho tante cose da fare e temo che non la guarderò, mi auguro faccia una grande finale”

Per quanto riguarda la partita hai recuperato qualcuno? C’è una data per il ritorno di Smalling? Hai già deciso le gerarchie in porta?

“Le gerarchie in porta le ho decise quando sono arrivato. Penso che Rui abbia giocato molto bene nei mesi scorsi, per una partita non cambia la mia opinione sul portiere e sulle gerarchie. Il portiere per me deve avere delle gerarchie stabilite, che ovvio non sono eterne. Svilar lo conoscevo meno ma mi ha impressionato per completezza. Un errore non cambia la mia opinione su Rui, che negli ultimi mesi ha salvato molte partite anche se non ero qui, è una ragazzo concentrato su quello che dovrà fare e non sul passato. Smalling si sta allenando insieme a Sanches e Kumbulla, li monitoriamo costantemente. Io guardo gli allenamenti, mi sembra siano abbastanza sciolti nei movimenti, vediamo di settimana in settimana. Forse già dalla prossima inizieranno a fare qualcosina con noi ma non posso darti una data, questi infortuni hanno bisogno di essere valutati giorno dopo giorno”

Che caratteristiche ha la Salernitana?

“Sarà difficile, le squadre che devono salvarsi danno sempre qualcosa di più nel ritorno. Non ho mai giocato a Salerno, sono curioso, avranno una spinta in più ed è un peccato non poterla avere in trasferta. Giocheremo anche per loro. La Salernitana ha un bravo tecnico e tanta qualità in fase offensiva, dovremo stare tanto attenti, hanno giocatori esplosivi e vecchietti come i miei amici Candreva e Fazio, non so se Federico (Fazio, ndr) ci sarà. A bocce ferme non pensavo di trovare la Salernitana così in basso, hanno una rosa importante, hanno perso all’ultimo contro Napoli e Juventus, pareggiavano 0-0 con l’Inter prima di Lautaro, hanno battuto la Lazio, ma andiamo lì per vincere la nostra partita”.

Come si supera questo problema emotivo con le trasferte? Lei che squadra chiede?

“Mourinho diceva che voleva una squadra di banditi, ma devi chiedere a lui cosa abbia riscontrato. Io vedo giocatori con personalità, se faccio un passo indietro e penso a loro dico che ci hanno portato in finale in Europa, Spinazzola e Cristante hanno vinto un Europeo in casa dell’Inghilterra. Sono fasi della stagione dove si è così, mi piace lo slogan squadra di banditi perché nel calcio serve essere spigolosi e avere le caratteristiche per vincere anche in maniera sporca. Credo di avere una grande squadra e dal punto di vista della personalità non peccano”.

Domani torna Cristante, come cambia la Roma con lui o Paredes?

“Possono benissimo giocare insieme, Bryan è un pilastro della squadra e anche della nazionale. Quando parlai di lui mi riferivo all’essere umano. È un giocatore forte e continuo a essere affascinato da Bryan. Cambiano le caratteristiche con lui in campo, cambiano alcune geometrie, forse Paredes ha più qualità e Cristante più dinamismo, cambia quando cambi giocatori. Anche davanti, un conto se gioca Lukaku o Dybala oppure Belotti, ma la nostra idea di gioco non cambia perché abbiamo giocatori di personalità e con dinamismo”.

Come stanno Dybala, Mancini, Huijsen e Aouar?

“Dybala è sembrato che stesse bene, si è allenato al 100% e lo vedo un po’ più brillante rispetto alla prima settimana in cui faticava di più. Dean si è fermato qualche giorno ma sta bene, anche se ieri abbiamo fatto relativamente poco ma penso partirà con noi. Mancini sta bene, mi è piaciuto la sua partecipazione a quello che abbiamo proposto, mi è piaciuto come si sia buttato nella mischia. Aouar torna da una Coppa d’Africa, non è stato in vacanza, è allenato. Mi ha raccontato che ha dormito poco causa spostamenti vari, era un po’ sballottolato il primo giorno ma è pronto per giocare”.

Si vede già qualcosa di quello che chiedi alla squadra?

“Servirebbe un ritiro precampionato per far entrare prima i concetti che vorresti dare. Adesso devi andare a botta sicura e sperare che i giocatori li recepiscano quanto prima, nessuno può permettersi di toccarmi i miei ragazzi della SPAL perché continuo a sentirli, ci ho messo un po’ di tempo per far entrare i miei concetti, qua a Roma a momenti sono loro che li hanno fatti entrare dentro di me, sono giocatori già formati. Con la SPAL abbiamo visto qualcosa dopo 3-4 partite, forse ero troppo inesperto, qua a Roma dici una cosa e sono tanto recettivi e tanto pronti. Se vedrete belle partite, il merito è loro e poi sono stati allenati da Mourinho, non li abbiamo presi dall’oratorio, io do solo qualche idea che ci aiuterebbe a portare a casa dei punti, sembra che a loro piacciano queste idee e non fanno fatica a farle diventare loro. Ci vuole tempo per dare un’impronta, soprattutto se non ci sono partite decisive ogni 4-5 giorni”.