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Roma, un positivo al Covid: per privacy la società non ha rivelato il nome

Dal giro dei tamponi molecolari effettuati ieri, la Roma ha rilevato una positività tra i calciatori. Il nome del tesserato giallorosso non è stato rilevato perché lo stesso, per motivi di privacy, non vuole esser nominato. È in isolamento con sintomi lievi.

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Capello: “Roma da Champions. Zaniolo fa la differenza”

Mi auguro con tutto il cuore che l’Italia riuscirà a qualificarsi per il Mondiale anche se sarà complicato. – dice Fabio Capello intervistato da  Il Messaggero – Le due partite negli spareggi che ci attendono sono molto impegnative. L’augurio che posso fare a Mancini è di riuscire ad avere tutti i calciatori a disposizione e poter quindi avere possibilità di scelta. Se tornano Spinazzola, Pellegrini, Zaniolo e Immobile al massimo della forma, le chance aumentano”. 

Ha citato soltanto calciatori della Roma e della Lazio, due squadre divise da un punto in classifica, al sesto e ottavo posto. Ci si poteva attendere qualcosa di più da Mourinho e Sarri?“Quando arrivano due allenatori nuovi, anche se sono preparati come Maurizio e José, ci vuole del tempo. Perché puoi studiare la rosa quanto vuoi, allenarla è un’altra cosa. Sarri ha un modo particolare di pensare calcio e di trasmetterlo ai suoi calciatori che non è più quello di Inzaghi. Mourinho invece ha un’idea di gioco più semplice ma quando lo ascolto, sento sempre che gli mancano dei calciatori. Probabilmente il nome dei due allenatori faceva pensare a qualcosa di meglio ma non ci si può esaltare in estate perché vengono ingaggiati due big e poi deprimersi dopo appena quattro mesi”. 

È d’accordo sulla valutazione che fa Mourinho della rosa non ritenendola ancora pronta per il quarto posto?“È sempre difficile mettere bocca in casa d’altri. A me sembra attrezzata ma non sono io l’allenatore. È chiaro che poi ci sono gli infortuni, le squalifiche, alcuni calciatori che fanno la differenza come Zaniolo e Smalling che stanno iniziando soltanto ora ad entrare in forma. Ma sia Roma che Lazio possono competere per andare in Champions. Al di là dell’Inter che è superiore a tutti, le altre 4-5 squadre sono più o meno sullo stesso piano. E ora ci sarà la coppa d’Africa che può frenare Milan e Napoli”.

 Le piace Zaniolo schierato come seconda punta? “È un ragazzo che fa la differenza. Ha qualità e visione di gioco. Purtroppo è stato sfortunato con gli infortuni. Sono incidenti seri, ci vuole del tempo per recuperare e ritrovare certezze nei movimenti che prima venivano naturali e ora non più. Le parla uno che di ginocchia, purtroppo, ne sa molto… Però lui ha le qualità da numero uno. Seconda punta? Può farla anche se a me piace più quando può giocare libero a destra. In quella posizione mi ricorda Savicevic che quando aveva la palla era un problema per gli avversari. Capisco anche che nel 3-5-2 giocare a tutta fascia sei obbligato invece a correre di più e forse proprio per non fargli perdere di lucidità davanti alla porta, Mourinho lo ha spostato”.

 Lei ama ripetere che la differenza nel nostro campionato spesso la fanno i centravanti. Le piace Abraham? “È un attaccante che ha un certo tipo di gioco, si muove molto, allarga il campo ma non sempre è freddo sotto porta. Credo che possa migliorare, può diventare un calciatore che può fare bene. Deve ambire a diventare una garanzia. Un po’ quello che attualmente è Immobile al quale manca soltanto un sostituto. Non può giocare sempre, campionato e coppa”.

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Kamara, ecco il piano. Ma l’United spaventa Mou

I migliori alleati sono quelli che non ragionano come gli altri“. Questo celebre verso di Coelho può tornare utile per spiegare una vicenda di mercato che sta occupando sempre di più i pensieri del gm giallorosso Tiago Pinto. Il nome è quello del mediano del Marsiglia, Boubacar Kamara, 22 anni e un futuro sul quale in molti sarebbero pronti a scommettere.

Anche il Marsiglia stesso in realtà, scrive Repubblica, ma il centrocampista di origine senegalese ha altre idee per la sua carriera: dopo aver rifiutato il rinnovo e la corte del Newcastle in estate, il calciatore ha deciso di andare a scadenza a giugno per per scegliere l’offerta più vantaggiosa.

Ma tra commissioni e ingaggio, tra sei mesi diventerebbe un affare fuori dalla portata economica della Roma. Che quindi sta provando ad anticipare i tempi e regalare così a Mourinho il regista francese a gennaio. E quale sarebbe l’alleato? Strano a dirsi, ma è il Marsiglia. Infatti il presidente Longoria e il dt Friio hanno compreso il prezioso ruolo strategico che la Roma può recitare in questa vicenda.

I giallorossi possono evitare che nelle casse del club francese non entri un euro e hanno la possibilità di mandare in frantumi lo scenario più temuto dal Marsiglia, ovvero quello di veder partire Kamara senza aver generato la minima plusvalenza. Senza dimenticarsi dei riscatti di Pau Lopez e Under che ballano tra i due club: sedersi attorno a un tavolo e trovare la quadra può diventare realtà e un’impresa non così complicata.

Pinto ha capito di aver margine di manovra e sta parlando da giorni con l’agente Ghilas. Ma l’opera di convincimento non è così facile: il calciatore sa perfettamente che il Manchester Utd lo segue con grande attenzione da tempo ed è potenzialmente nelle condizioni di offrirgli un ingaggio superiore a quello che gli avranno modo di proporgli i giallorossi.

Ma il gm giallorosso vuole provarci e giocarsi tutte le carte a sua disposizione, subito dopo aver sistemato la vicenda MaitlandNiles: lì l’alleato è il ragazzo, che ha già detto sì alla proposta della Roma. Ostico come in ogni affare rimane l’Arsenal. Manovre, trattative e difficoltà di vario genere: ma Pinto ha individuato gli obiettivi e vuole andare fino in fondo

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Roma, due positivi. Pellegrini: “Mourinho è l’uomo perfetto”

Sarebbero un paio i calciatori giallorossi positivi al Covid. Nella serata di ieri tutta la squadra si è sottoposta ai tamponi molecolari e i risultati saranno resi noti solo oggi, ma i calciatori di ritorno da Dubai sarebbero risultati positivi al tampone rapido fatto a Fiumicino.

Questo, scrive il Corriere della Sera, non significa automaticamente che la positività sarà confermata dal molecolare, ma comunque il rischio è alto. I positivi, se confermati, saranno messi in isolamento mentre il resto della squadra oggi potrà ricominciare a lavorare in vista del match del 6 gennaio con il Milan.

A Trigoria ci sarà sicuramente Lorenzo Pellegrini, che ha rilasciato una lunga intervista al sito della società in cui ha fatto un bilancio del 2021. “Mourinho – le sue parole – è esattamente quello di cui la Roma, i giocatori, i dipendenti, lo staff e i tifosi avevano bisogno. Penso che sia la persona perfetta al momento giusto. La cosa che mi piace più del mister, è che gli interessa solo continuare a lavorare per cercare di vincere. Questo è quello anche io voglio più di tutto. Ho 25 anni, gioco nella Roma e ho voglia di vincere”.

Il 2021 è stato un anno importante, in cui ha ereditato la fascia da capitano e firmato il rinnovo del contratto più importante della sua carriera. “Essere diventato il capitano per me è un onore incredibile oltre che una responsabilità, però mi sarebbe piaciuto diventarlo in maniera diversa. In quel momento la società ha ritenuto opportuno che il capitano diventassi io, ma per me Dzeko restava uno dei capitani anche senza la fascia, così come lo ero io in precedenza o come lo sono tuttora Mancini e Cristante“.

L’arrivo dello Special One ha riportato l’entusiasmo tra i tifosi. “Quando si annuncia un allenatore del genere si crea un entusiasmo che è quello che continuiamo a percepire in tutte le partite all’Olimpico. A me vengono i brividi tutte le volte che giochiamo, anche di lunedì sera con lo Spezia ci sono 45mila tifosi a sostenerci, cosa che per altre squadre non succede. Questo ci deve dare la forza per andare avanti“.

Ancora non è chiaro se contro la Juventus (9 gennaio) ci sarà un Olimpico con la capienza ridotta al 50%. La società giallorossa, che nel frattempo ha bloccato la vendita dei biglietti, è in attesa della pubblicazione del decreto e delle linee guida da parte dei vari dipartimenti. In base a quello che verrà scritto, esistono vari scenari per tutelare chi ha già acquistato i biglietti, ma i primi ad essere tutelati saranno gli abbonati.

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Il Corriere dello Sport: “Un No Vax nella Roma rischia di non poter più giocare”

L a minaccia del Covid scuote la Roma. Come riporta il Corriere dello Sport, ieri la squadra si è radunata a Trigoria per il ciclo di tamponi molecolari successivi alle vacanze. E’ un’attesa snervante, perché le positività verranno comunicate solo stamattina.

 
Un problema non meno preoccupante riguarda un calciatore, un titolare, che ha scelto di non vaccinarsi. Con l’entrata in vigore del nuovo decreto, non potrà più giocare dal 10 gennaio se non avrà il green pass rafforzato, che si ottiene con la vaccinazione o con la guarigione dal Covid. Su questo punto il Governo non ammette deroghe. E così la Roma si sta attrezzando alle varie eventualità. Teoricamente questo giocatore, di cui non facciamo il nome per rispetto della privacy, potrebbe scegliere di cominciare il ciclo vaccinale, che lo doterebbe del lasciapassare 15 giorni dopo l’inoculazione della prima dose. Così non perderebbe nemmeno una partita. In alternativa, a parte la malaugurata ipotesi di entrare in contatto con il virus, il nostro non giocherebbe più fino alla fine dell’emergenza sanitaria. A quel punto però la Roma, trattandosi di un giocatore importante, dovrebbe porsi il problema di una sostituzione sul mercato. Senza escludere un taglio di stipendio, come è successo a novembre al Bayern Monaco quando Kimmich, Gnabry e altri calciatori no vax subirono il provvedimento (Kimmich poi ha annunciato di volersi vaccinare). In queste ore i dirigenti, con l’aiuto dell’ufficio legale del club, stanno studiando la situazione per poi valutare come muoversi. 
 

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Roma, scatta la clausola di rinnovo per Ibanez

La Roma blinda Roger Ibañez. Le prestazioni del brasiliano hanno fatto maturare alcuni bonus presenti sul suo contratto, compresa una clausola per un rinnovo automatico fino al 2026 che allunga di un anno il legame del giocatore con il club giallorosso.

Con i premi, scrive Il Tempo, – uno è scattato alla trentesima presenza – l’ingaggio di Ibañez è passato da 900mila euro a 1.4 milioni netti a stagione, cifra che continuerà a percepire anche nei prossimi anni. La fumata bianca è arrivata prima di Natale, con la benedizione di Mourinho, e ha sancito un aumento di stipendio conquistato grazie alle prestazioni del difensore sul campo.

Il nuovo contratto, dopo le firme, verrà depositato in Lega, che in base ad una nuova normativa varata per motivi di trasparenza impone di aggiornare i contratti con lo stipendio lordo “rettificato” in caso di maturazione dei bonus previsti negli accordi precedentemente comunicati.

Resta intatta invece la clausola rescissoria da 80 milioni di euro inserita nel rinnovo firmato lo scorso marzo. Una cifra importante per un giocatore che la Roma considera centrale all’interno del progetto ma che da mesi è seguito con attenzione soprattutto in Premier League e che, in caso di necessità, può rappresentare un tesoretto.

Ma solo per il futuro, perché almeno a gennaio Ibañez non si muove e la Roma, grazie al rinnovo, aumenta la sua forza contrattuale. Un altro intoccabile dello Special One che fa gola in Inghilterra sembra essere Jordan Veretout: ieri dalla Francia è filtrata l’indiscrezione di un interessamento del Newcastle che avrebbe pronta un’offerta per il numero 17. In piedi c’è anche la trattativa non facile per il rinnovo in giallorosso.

Si vedrà. L’obiettivo di Tiago Pinto sarebbe quella di affiancare a Veretout il connazionale Kamara, in uscita dal Marsiglia. Per il ventiduenne però la concorrenza è elevata – Juventus e Manchester United sono in prima fila – e il suo sbarco nella Capitale sembra tutt’altro che scontato.

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Interviste

Pellegrini racconta il 2021 della Roma: “Avevamo bisogno di Mou. La fascia è una responsabilità da onorare”

Lorenzo Pellegrini racconta il suo 2021 legato ai colori giallorossi. Le sue dichiarazioni al sito ufficiale del club:

L’inizio dell’anno è stato positivo, con due vittorie, il pareggio con l’Inter e il terzo posto. Poi sono arrivate la sconfitta nel Derby e l’eliminazione con lo Spezia in Coppa Italia: che impatto hanno avuto sulla squadra quei quattro giorni?
“Certamente negativo. Sappiamo cosa significhi perdere il Derby. Eravamo messi bene in classifica, quindi la vittoria sarebbe stata importante per proseguire nel nostro percorso, ma non è stato così. E dopo lo Spezia – sia per la partita, sia per quello che è successo internamente – la situazione è peggiorata. Ma abbiamo reagito subito con la vittoria con lo Spezia in campionato con il mio gol al 93’”.

Sono stati giorni difficili, che però sono coincisi con il tuo diventare il capitano della squadra, proprio da quel Roma-Spezia deciso da te. Dal punto di vista personale è stata una svolta?
“Sì, è stata una svolta, però è arrivata in un modo non piacevole. Essere diventato il capitano per me è un onore incredibile oltre che una responsabilità, però mi sarebbe piaciuto diventarlo in maniera diversa. In quel momento la Società ha ritenuto opportuno che il capitano diventassi i,o ma per me Edin Dzeko restava uno dei capitani anche senza la fascia, così come lo ero io in precedenza o come lo sono tuttora Mancini e Cristante”.

E quel gol al 93’ con lo Spezia, in una partita così significativa per te e per la squadra, che emozione è stata?
“Grandissima. Infatti ho fatto un gesto che mai avrei pensato di fare dopo un gol: togliermi la maglia. Quel gol ci ha aiutato a scacciare quanto successo nei giorni precedenti. Dopo sei mesi positivi sembrava che in quei quattro giorni avessimo buttato via tutto quanto. Quella vittoria ci ha aiutati a rimetterci in carreggiata e a ricreare entusiasmo. Quell’entusiasmo che ad esempio ci ha portati avanti anche in Europa League”.

Nelle settimane successive però l’andamento della Roma in campionato si è fatto altalenante: cos’è che ha smesso di funzionare e cosa cambiava invece in campo europeo?
“Durante la scorsa stagione feci un’intervista dopo Roma-Crotone in cui dissi che eravamo molto dispiaciuti perché ci eravamo resi conto che inconsciamente stavamo pensando più all’Europa League che al campionato. Questa cosa è stata presa un po’ male, ma quello che intendevo dire è che in quel periodo, con tanti infortuni, squalifiche e pochi ricambi, spesso eravamo sempre gli stessi a giocare il giovedì e la domenica. L’Europa League ci sembrava il cammino più veloce per raggiungere quello che tutti noi vogliamo fare sempre: portare un trofeo qui a Trigoria e festeggiare con i nostri tifosi. Andando avanti nella competizione, le partite diventavano sempre più intense e tornando dalle trasferte il giovedì alle tre di mattino, succedeva di avere meno energie in campionato, ma non era un qualcosa di voluto”.

Qual è la partita o il momento del cammino fino alla semifinale che ricordi con più soddisfazione?
“È il ritorno con l’Ajax perché secondo me era la squadra più forte della competizione e contro di loro abbiamo fatto tanta fatica, sia ad Amsterdam sia a Roma. Al triplice fischio abbiamo capito che avevamo compiuto un’impresa e che dovevamo puntare ad arrivare fino in fondo”.

Poi c’è stato il Manchester. Gli infortuni, le difficoltà e il primo tempo chiuso in vantaggio grazie anche a un tuo gol. Quanti rimpianti ha lasciato quella partita?
“Tantissimi rimpianti. Finisce la partita e ti ritrovi con tante domande senza risposta nella testa. Non so se era ma successo nella storia che tre giocatori si infortunassero nel primo tempo. Giocatori importanti come Veretout, Spinazzola e Pau Lopez. Jordan dopo due minuti, quindi la partita che avevamo preparato cambiava completamente. Nonostante questo dopo il primo tempo eravamo avanti 2-1, poi quello che è successo nella ripresa è ancora oggi incredibile”.

E prima del ritorno con il Manchester è arrivato l’annuncio dell’arrivo di José Mourinho. Che impatto ha avuto per voi una notizia di questa portata?
“È stato un fulmine a ciel sereno: nessuno si aspettava una notizia come questa. Quando si annuncia un allenatore del genere si crea un entusiasmo che è quello che continuiamo a percepire in tutte le partite all’Olimpico. A me vengono i brividi tutte le volte che giochiamo, anche di lunedì sera con lo Spezia ci sono 45.000 tifosi a sostenerci, cosa che per altre squadre non succede. Questo ci deve dare la forza per andare avanti e rendere orgogliosi tutti, dai tifosi a tutte le persone che sono intorno a noi, dallo staff ai dipendenti”.

L’arrivo di Mourinho è coinciso con l’addio di Fonseca: cosa resta di queste due stagioni caratterizzate anche da un’emergenza sanitaria senza precedenti dovuta al Covid?
“Mister Fonseca ha sempre cercato di trasmetterci il suo modo di pensare il calcio e per me ha lasciato un’eredità in tanti di noi. Mi ha insegnato molto, mi ha aiutato a crescere e lo ringrazierò sempre. Ho un ottimo rapporto con lui. Situazioni come quella dopo lo Spezia in Coppa Italia o come la pandemia e tutto quello che ha comportato non lo hanno aiutato, ma sono sicuro che troverà il giusto progetto per lui e che farà ancora bene”.

Il 2021 è stato anche l’anno dell’Europeo, al quale hai dovuto rinunciare per infortunio. Quanto ti è mancato e quanto sei stato felice per i tuoi compagni, di Nazionale e di Club?
“Sono stato in contatto con i compagni per tutto il cammino dell’Europeo. L’ho vissuto come un tifoso che però conosceva gli uomini che scendevano in campo, quindi con ancora più trasposto. Si sentiva che c’era qualcosa di magico nell’aria, sensazioni difficili da spiegare. È stato un lavoro di tre anni che ha portato a formare questo gruppo di ragazzi concentrati tutti sullo stesso obiettivo”.

Cosa hai pensato nel momento dell’infortunio di Spinazzola?
“Ero a cena con mia moglie e ci si è rovinata la serata. Ho capito subito che si trattava di un infortunio grave. Quando l‘ho visto a terra a piangere è stata una pugnalata. Ho iniziato a chiamare i dottori della Roma per sapere se avessero aggiornamenti. Ma sono sicuro che Leonardo tornerà più forte di prima: non è fantastico solo come calciatore ma anche come persona”.

Luglio ha visto l’arrivo di Mourinho e il ritiro in Portogallo: qual è l’aspetto principale che ti ha colpito del suo modo di lavorare con la squadra?
“La cosa che mi piace più del Mister è che gli interessa solo una cosa: continuare a lavorare per cercare di vincere. Questo è quello anche io voglio più di tutto. Ho 25 anni, gioco nella Roma e ho voglia di vincere. Tutti nel nostro lavoro vogliamo realizzarci e io come calciatore voglio vincere, voglio arrivare primo. Mourinho è esattamente quello di cui la Roma, i giocatori, i dipendenti, lo staff e i tifosi avevano bisogno. Penso che sia la persona perfetta al momento giusto”.

Sono arrivati dei nuovi calciatori ed è stato il tuo primo ritiro da capitano. Ci racconti com’è andata, anche nel tuo nuovo ruolo?
“L’ho vissuta molto bene. Tutti sanno che sono un ragazzo molto tranquillo fuori dal campo ma che sia partitella, calcio-tennis o possesso palla, mi piace vincere. Chiedo molto ai miei compagni e credo che questa sia una cosa fondamentale. Sono molto legato all’allenamento, sono tra quelli che pensano che la domenica giochi come ti sei allenato durante a settimana. È importante mantenere sempre la concentrazione alta e stare fisicamente al meglio per poter mettere in pratica in partita quanto preparato in settimana. Questo è la mentalità che cerco di trasmettere ai miei compagni”.

Con la nuova stagione c’è stato il ritorno del pubblico negli stadi: quanto vi mancavano i tifosi? Dopo aver fatto l’abitudine a giocare in stadi vuoti, com’è stato ritornare alla quasi normalità?
“Abbiamo subito molto l’assenza del pubblico, soprattutto all’inizio. Per noi che siamo abituati non c’è sensazione più bella di sentire la reazione dei tifosi dopo una giocata o il tuo nome urlato dopo un gol. Senza tifosi sembrava che mancasse il motivo per cui stavamo giocando, anche se in fondo non era così. Anche a distanza i tifosi ci seguivano in ogni partita. Riabituarci al ritorno invece è stato facile e veloce, fa tutta la differenza del mondo a livello emozionale, ti dà non una ma dieci spinte in più”.

La stagione giallorossa si è aperta con un tuo gol in casa del Trabzonspor e con sei vittorie nei primi sei incontri ufficiali.
“Abbiamo vissuto quel periodo con grande entusiasmo. Ma lo stesso entusiasmo lo proviamo ora, non deve mai mancare e non deve passare solo per la vittoria ma anche dalla crescita continua di questo gruppo. Abbiamo iniziato un nuovo ciclo, con l’allenatore più vincente che c’è e che ha fatto la storia del calcio, con dei nuovi presidenti che tengono alla Roma come ci teniamo tutti, con tutte le persone che ogni giorno vengono a Trigoria. L’obiettivo di tutti è cercare di migliorarsi sempre e di portare la Roma a essere una squadra vincente, non una volta ogni 20 anni ma sempre in grado di competere per la vittoria”.

Dopo le sei vittorie iniziali è partito un percorso discontinuo. Come lo analizzi e su cosa c’è da lavorare per trovare la giusta continuità.
“Si lavora su tutti gli aspetti, mentale e fisico anche dopo le vittorie. Dopo la preparazione succede di avere un piccolo calo fisico per poi tornare a essere al meglio. C’è anche l’aspetto tattico, a inizio campionato le squadre sono ancora tutte da studiare, in stagione sono tante le cose che variano, migliorano o peggiorano per poi tornare a migliorare. L’importante è rimanere focalizzati sul migliorarsi giorno per giorno. Non c’è possibilità di fermarsi, non si può mollare su nessun aspetto ed è quello che facciamo quotidianamente insieme al Mister”.

Visti da fuori sembrate molto compatti, come se le difficoltà incontrate non abbiano scalfito l’unità del gruppo.
“Le sconfitte ti scalfiscono ed è giusto che sia così. Mi piace vedere che lo spogliatoio sia triste e arrabbiato dopo una qualsiasi sconfitta. Ma questo è un gruppo solido perché ha più di un capitano. Si è creata un’alchimia che ci permette di mantenere sempre un equilibrio interno anche nei momenti difficili e questa è una qualità che dobbiamo tenerci stretta”.

Uno dei momenti difficili è stata la sconfitta all’Olimpico con l’Inter: come hai vissuto il sostegno incessante del pubblico in particolare negli ultimi 10 minuti?
“Quella è stata l’unica nota positiva della serata. Come tutti i tifosi che erano sugli spalti con me e come i miei compagni ho vissuto male quella brutta sconfitta. Purtroppo quando questo succede bisogna analizzare ogni aspetto per cercare di migliorarsi”.

In Conference League la Roma ha vinto il proprio girone e tornerà in campo a marzo già agli ottavi. Ma per arrivare a questo risultato ci sono state anche le due partite con il Bodo. Come vi siete spiegati le difficoltà incontrate? E com’è stato ripartire in particolare dopo la sconfitta in Norvegia?
“Tutti qui dentro hanno capito la gravità della sconfitta in Norvegia. Deve rimanerci in testa che non può più succedere. Non si deve perdere, ma se succede non può accadere in quella maniera. Abbiamo fatto un po’ di fatica anche in casa, ma bisogna guardare le cose anche in maniera positiva. Abbiamo vinto il girone, siamo agli ottavi e continuiamo a sognare di arrivare fino in fondo in questa competizione”.

L’anno si è chiuso con l’impresa in casa dell’Atalanta e un pizzico di delusione per il pari interno con la Sampdoria.
“Credo che a Bergamo abbiamo acquisito la consapevolezza di poterci confrontare con le squadre che ci precedono in classifica e che vengono da percorsi più consolidati, mentre con la Sampdoria abbiamo perso un’occasione alla nostra portata. Ecco, nel bene e nel male dobbiamo ripartire proprio da queste due sfide e lavorare sodo alla ripresa”.

Quanto è stato sofferto per te seguire l’ultima parte del 2021 da fuori per via dell’infortunio?
“Tanto. Tutti noi vogliamo sempre dare il nostro contributo in ogni partita, aiutare i compagni nel momento di difficoltà e ricevere il loro aiuto quando in difficoltà siamo noi. Purtroppo è andata così. Non ero al meglio da un paio di mesi e poi è arrivato questo infortunio che però mi dà a possibilità di recuperare sia da questo problema, sia da quello che avevo prima. Ho lasciato comunque tutto in buone mani ai miei compagni e spero di poter rientrare al 100% al più presto”.

Quest’anno sono stati cinque i giovani della Primavera che hanno fatto il proprio esordio in prima squadra: che effetto ti fa vederli da capitano a quasi sette anni di distanza dal tuo esordio?
“So come stanno vivendo questi momenti essendoci passato anche io. Cerco sempre di aiutarli con una parolina o un consiglio quando vedo qualcosa che potrebbe essere fatta diversamente. In generale, devo dire che tutti i giovani che si affacciano in prima squadra si impegnano e danno il massimo ed è questo quello che chiedo loro. I giovani devono avere la possibilità di sbagliare ma ciò che non deve mai mancare è l’impegno, così come la concentrazione. Se sono qui con noi non è un caso: è perché se lo meritano, ma devono continuare a meritarselo tutti i giorni”.

Il 2021 resterà per te l’anno del rinnovo di contratto, da capitano. Che cosa ha significato e rappresenta per te?
“Come ho detto dopo la firma, per me è stata solo una formalità. Con la mente, con la testa, con tutto me stesso sono stato sempre qui e sono orgoglioso di essermi legato alla squadra della mia città. La fascia da capitano per me è una responsabilità da onorare davanti a tutti in partita, ma anche ogni giorno con i miei compagni e con tutte le persone che lavorano a Trigoria. Questo è un impegno che sento molto”.

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Lutto in casa Roma, è scomparso Claudio Murlo lo storico autista giallorosso

E’ scomparso in queste ore un pezzo storico della Roma, Claudio Murlo, detto Marco Polo, autista ufficiale del club giallorosso. Una vera e propria istituzione per le ultime generazioni di calciatori, come testimoniato anche da un post pubblicato su Instagram da Bruno Conti: “Caro Claudio sei stato l’autista storico della As Roma ma per tutti noi sei stato un padre per i consigli che ci davi la tua educazione, grande Umiltà, e grande rispetto. Ci Mancherai RIP”.

Condoglianze alla famiglia da tutta Retesport

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Roma, oggi i tamponi e domani il primo allenamento: le ultime da Trigoria

La Roma oggi si è ritrovata dopo le festività natalizie, ma per tornare a lavorare sul campo dovrà aspettare altre 24 ore. E’ stato effettuato infatti in queste ore il giro di tamponi molecolari previsto al rientro dei calciatori dalle varie località di vacanza, il cui esito arriverà nella mattinata di domani. Per questo la squadra tornerà in campo a Trigoria domani, sperando che non ci siano defezioni causa covid.

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Calciomercato

Veretout, spunta il Newcastle: le ultime dalla Francia

La Roma potrebbe perdere un centrocampista titolare a gennaio. Secondo quanto riporta il sito footmercato, infatti, il Newcastle avrebbe pronta un’offerta da far recapitare al club di Trigoria per il cartellino di Jordan Veretout. Punto fermo della formazione giallorossa, il centrocampista ex Fiorentina non avrebbe chiuso le porte ad un eventuale trasferimento in Inghilterra.