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SERIE A TIM

Anticipi e posticipi delle prime 3 giornate. La Roma debutterà domenica 19 alle 18. Diretta su DAZN per la gara d’andata contro la Juventus

ROMA – La Lega Calcio ha ufficializzato anticipi e posticipi delle prime tre giornate della Serie A 2018/2019. Il campionato si aprirà sabato 18 agosto al Bentegodi con la sfida delle 18 tra Chievo-Juventus (che verrà trasmessa da Sky mentre il debutto di Dazn sarà alle 20.30 con Lazio-Napoli). La Roma comincerà la stagione domenica 19 agosto alle 18, ospite del Torino. Esordio casalingo di lunedì, contro l'Atalanta. Poi, in anticipo in casa del Milan, venerdì 31 agosto. 

Ecco il quadro completo dei primi 3 turni:

Prima giornata

Sabato 18 agosto ore 18.00 Chievo-Juve
Sabato 18 agosto ore 20.30 Lazio-Napoli
Domenica 19 agosto ore 18.00 Torino-Roma
Lunedì 20 agosto ore 20.30 Atalanta-Frosinone

Seconda giornata

Sabato 25 agosto ore 18 Juventus-Lazio
Sabato 25 agosto ore 20.30 Napoli-Milan
Domenica 26 agosto ore 18.00 Spal-Parma
Lunedì 27 agosto ore 20.30 Roma-Atalanta

Terza giornata

Venerdì 31 agosto ore 20.30 Milan-Roma
Sabato 1 settembre ore 18.00 Bologna-Inter
Sabato 1 settembre ore 20.30 Parma-Juventus
Domenica 2 settembre ore 18.00 Fiorentina-Udinese

Tramite un comunicato comparso sul sito ufficiale, la Lega di Serie A ha riferito le scelte di Sky e DAZN relative agli slot orari in cui verranno collocate le principali 20 gare del campionato 2018/2019. Sedici andranno in diretta su Sky, mentre quattro andranno in diretta su DAZN: tra queste ultime, Inter-Juventus del 27 aprile, Juventus-Roma del 22 dicembreMilan-Napoli del 26 gennaio e Torino-Juventus del 15 dicembre.

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SOCIAL ROMA

Twitter, la Roma “zittisce” Malcom

I social oggi possono tutto, e sipossono utilizzare anche come le tavole di proscrizione di Silla, o quasi. Nessuna notizia o menzione su Malcom saranno più oggetto di interesse per la Roma. L'account Twitter inglese della società di James Pallotta ha deciso di silenziare ogni riferimento all'attaccante brasiliano, al centro delle polemiche dopo il suo mancato passaggio in giallorosso a causa dell'inserimento dei blaugrana all'ultimo minuto della trattativa quando ormai era tutto fatto e l'attaccante stava per prendere l'aereo per Roma. 

Stanotte, 4.05 ora italiana, la Roma affronterà a Dallas proprio il Barcellona, nella seconda gara dell'International Champions Cup. Nella città dei cowboys si riuniranno in mattinata anche i vertici societari per delineare le ultime mosse di mercato, che dovranno garantire alla squadra allenata da Eusebio Di Francesco almeno due rinforzi: un regista e un'ala destra.

Giorgio De Angelis

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NEWS

Cristante: “Ho scelto Roma perché ha un bel progetto, un bell’allenatore e ciò che mi piace di più. Il gol più bello? Alla Juventus”

È Bryan Cristante il protagonista odierno del nuovo appuntamento con la rubrica giallorossa 'In Numbers', in onda sull'emittente televisiva ufficiale della società: il centrocampista si racconta attraverso alcuni numeri della sua carriera. Queste le sue parole:

"Ho girato 6 squadre e sono arrivato nella Roma per dimostrare che sono ai giusti livelli. L'Atalanta mi ha dato la giusta spinta per arrivare la Roma, a Bergamo ho trascorso due stagioni fantastiche. Ho scelto Roma per la sua storia e perché ha un bel progetto, un bell'allenatore e ciò che mi piace di più. Il numero 4? Non c'è un motivo preciso, ma perché mi è sembrato il numero più da centrocampista. Ho fatto 12 gol e spero di ripetermi quest'anno. Il gol più bello è quello contro la Juventus. Colpo di testa su cross del Papu Gomez. La Nazionale? Penso sia importante per qualunque giocatore, rappresentare tutto il Paese. L'obiettivo è rimanere in pianta fissa nella Nazionale. A 16 anni il mio esordio, in Champions fa ancora più piacere. Sono servite tutte le tappe e sono contento di stare qui alla Roma. Il mio obiettivo è quello di migliorarmi a livello realizzativo e giocare il più possibile".

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Manolas: “Malcom? Non conoscevo neanche il nome. Se non voleva venire è meglio che sia andato al Barcellona”

Kostas Manolas, a pochi minuti dal via dell’ultimo allenamento della Roma a San Diego, ha rilasciato un’intervista ai cronisti presenti. Ecco le dichiarazioni del difensore giallorosso:

Rispetto all’anno scorso, nota differenze nel lavoro del mister?
“Sì, quest’anno sappiamo quali sono le cose che vuole fare. Le cose ci riescono più facili, gli allenamenti sono più divertenti. Stiamo lavorando meglio”.

Tra i nuovi conosceva già Marcano. Quanto è importante la sua presenza, la presenza di giocatori esperti come lei, per l’inserimento di tutti questi giocatori nuovi?
“Ho giocato con lui per 6 mesi all’Olympiakos, cerco di aiutarlo per farlo entrare nel gruppo il più velocemente possibile. Lui è un ragazzo esperto, lo farà facilmente”.

Domani si gioca col Barcellona e la mente torna a quel gol dei quarti di finale. Ripensando a quei momenti, cosa si ricorda?
“È stato il momento più felice della mia carriera. Abbiamo fatto un miracolo battendo il Barcellona per 3 a 0. Spero che domani riusciremo a fare una bella prestazione. Quello che conta è vedere se abbiamo imparato le cose che stiamo facendo in allenamento. Sarà un bell’allenamento anche domani”.

Cosa c’è da migliorare rispetto alla partita col Tottenham?
“Col Tottenham abbiamo fatto delle belle cose, ma anche brutte. Abbiamo preso 4 gol su 5 tiri, dobbiamo migliorare su questo, non dobbiamo prendere gol. L’anno scorso abbiamo fatto benissimo. E vediamo di fare meglio anche in attacco”.

Avrà seguito il caso Malcom. Questa squadra ha bisogno di un centrocampista centrale o di un attaccante destro? Quali sono le priorità secondo lei?
“Io non ho priorità per dire chi dobbiamo prendere o comprare, di questo si occupano il direttore e l’allenatore. Il caso Malcom? Ha deciso così, se non vuole venire a Roma è meglio che vada al Barcellona. Può continuare là”.

Lo saluterà domani sera?
“No, non lo conoscevo prima, neanche il suo nome. Non c’è motivo per salutarlo”.

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La «nuova» Italia di Kean e Zaniolo

IL TEMPO (F.Schito) – Nell’anno della bruciante esclusione dal Mondiale, l’Italia può provare a sorridere guardando avanti. Il nuovo corso azzurro ha radici interessanti, con le nazionali under 17 e under 19 andate a un passo dal titolo continentale. Sono arrivate due delusioni, ma i due secondi posti ottenuti agli Europei valgono come una vittoria. Le parole di Moise Kean, uno degli assoluti protagonisti della cavalcata della nazionale di mister Paolo Nicolato, possono essere utilizzate come punto di partenza: «Siamo forti, sì vince o si impara. Noi abbiamo imparato», ha scritto su Instagram il centravanti di proprietà della Juventus, autore di una splendida doppietta nella finale poi persa con il Portogallo. È lui l’uomo copertina degli azzurrini, e non solo per l’esultanza alla Balotelli dopo il gol del 2-2. Alla sua prima stagione completa in Serie A, con il Verona, ha già fatto vedere di poter dire la sua tra i grandi. Chi cercherà gloria in A è Nicolò Zaniolo, arrivato alla Roma nell’ambito dell’affare Nainggolan. Classe 1999, Baby d’oro, protagonista della stagione da sogno dell’Inter di Stefano Vecchi, nella stagione 2016-17 ha anche collezionato diversi spezzoni di partita in Serie B, con la maglia dell’Entella. In Under 19 è stato uno dei fari del centrocampo insieme a Sandro Tonali, regista del Brescia, da molti accostato ad Andrea Pirlo e non solo per la somiglianza fisica. A difendere i pali della squadra di Nicolato ci ha pensato Alessandro Plizzari, classe 2000, scuola Milan: dopo l’annata a Terni, in cui ha messo insieme 19 presenze, lo attende un prestito in una delle big della cadetteria, ultimo step prima del probabile lancio in A. È stato già convocato in Under 21 nonostante la giovanissima età ed è finito nel mirino della critica per l’indecisione sul tiro di Joao Filipe in finale contro il Portogallo, arrivata però dopo alcune parate mostruose in avvio di gara. Buone notizie anche dalle corsie di difesa, con Bellanova e Tripaldelli che si sono messi in mostra, così come il centrale Bettella, acquistato dall’Atalanta per 7 milioni di euro dopo la trafila nelle giovanili dell’Inter. E se pensiamo che la difesa poteva essere arricchita da Luca Pellegrini, «bloccato» dalla Roma per il ritiro dopo aver preso parte al raduno, il bilancio è più che incoraggiante. A maggio era stata l’Under 17 a sognare in grande, cadendo solamente ai rigori contro l’Olanda. Le due stelle sono Alessio Riccardi, talento della Primavera della Roma che Eusebio Di Francesco ha voluto testare nel ritiro di Trigoria, ed Edoardo Vergani, capocannoniere del torneo, implacabile attaccante dell’Inter. La spina dorsale della squadra vedeva il laziale Armini al centro della difesa – per lui già una panchina in Europa League nel match contro lo Zulte Waregem dello scorso dicembre – ed Emmanuel Gyabuaa a centrocampo: nato a Panna da genitori ghanesi, il classe 2001 dell’Atalanta raccontato alle cronache come il nuovo Pogba, ha segnato gol pesantissimi contro Israele e Belgio. Mancini attende che crescano presto.

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Allenamenti

[VIDEO] – Tournée USA, la Roma arriva a Dallas. Nella notte (alle 4, ora italiana) la sfida al Barcellona

Nella notte, la Roma è arrivata nella città di Dallas, in Texas, dove svolgerà la seconda parte della tournée negli USA. Appuntamento, invece, con l'Internacional Champions Cup contro il Barcellona alle 4 del mattino (ora italiana) di domani, mercoledì 1 agosto. La prossima tappa del viaggio dei giallorossi sarà invece Boston. Di Francesco farà ancora a meno di Karsdorp, out per una contrattura, che dovrebbe tornare a lavorare col gruppo a partire da domani.

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NEWS

Kluivert: “Roma nel nome di papà”

IL MESSAGGERO (G.Lengua) – Lunga intervista al neo acquisto giallorosso Justin Kluivert. Ecco le dichiarazioni dell'olandese:

Kluivert, perché suo padre le aveva consigliato di restare un altro anno all'Ajax?
«Non mi ha obbligato a rimanere in Olanda, ma pensava che potesse essere meglio per la mia crescita. Mi ha sempre ribadito, però, che la scelta sarebbe stata la mia e che lui mi avrebbe sostenuto. Ho voluto la Roma, lui è contento».

Perché l'Ajax sarebbe stato meglio?
«Perché il campionato olandese è meno difficile di quello italiano».

Come è andata la trattativa con Monchi?
«In un primo momento ci sono stati contatti solo con il mio agente, poi ho parlato con il direttore e con i miei familiari. Ero a Ibiza e sono volato ad Amsterdam per firmare tutti i documenti».

Quando il primo contatto con Monchi?
«Alla fine della scorsa stagione. A maggio».

Su di lei c'era anche il Tottenham?
«Sì. Mi volevano anche altri club, ma ho scelto il posto migliore per la mia crescita e per la vita. Questo non significa che in Inghilterra non siano buone condizioni».

La voleva anche Mourinho, vero?
«Nella finale di Europa League quando lui mi ha avvicinato mi ha fatto molto piacere. Mi ha ribadito che quando ero solo un bambino, e mio padre giocava nel Barcellona, lui faceva parte dello staff, gli faceva piacere rivedere quel bambino cresciuto e che addirittura stava giocando una finale di Coppa contro di lui».

Non le ha detto che la voleva al Manchester?
«No».

Perché ha detto che l'Ajax pensa principalmente ai soldi?
«Quando siamo entrati nel vivo della trattativa qualcuno dell'Ajax è entrato nell'aspetto economico. Mi stavano mettendo in cattiva luce con i tifosi ed era una cosa che non mi piaceva. Ho scelto di andare via non per una questione economica, ma perché pensavo fosse il passo migliore per me».

Alcuni suoi giovani colleghi che erano alla Roma prima hanno fatto bene e poi sono stati venduti a società più blasonate. Pensa che un giorno capiterà anche a lei?
«È una politica interessante, quella di un club che scommette sui giovani. Ora sono io uno di questi ed è uno dei motivi per il quale ho scelto la Roma. Qui si può crescere bene e poi quando si concretizza una successiva vendita il vantaggio è da entrambe le parti».

Dove si vede tra 10 anni?
«Al Barcellona».

È il suo sogno?
«Sì, lo è sempre stato ma sono aperto a ogni possibilità».

Di Francesco la sta provando esterno destro.
«Ho sempre giocato a sinistra per rientrare con il piede forte. Credo che quello sia il mio ruolo ideale, ma non mi importa».

Come si trova con Di Francesco?
«Bene, trovo positivo che a fine allenamento mi chiami da parte per spiegarmi meglio cosa vuole. Sarò pronto per il campionato».

Cose le spiega?
«Mi ha invitato a essere sempre concentrato».

Pensa che il club stia cercando un altro esterno d'attacco perché voi giovani offrite poche garanzie?
«È possibile che qualcuno sia in partenza. L'unica certezza che ho è che al di là di chi arrivi io farò di tutto per essere una prima scelta».

Cosa ha cambiato in lei il dramma di Abdelhak Nouri?
«È stata un'esperienza che nessuno vorrebbe vivere. Mi ha insegnato di godere di ogni istante perché le cose possono finire da un momento all'altro e nella vita non si sa mai. Ho anche un senso di gratitudine nei confronti di un amico che quando sono arrivato in squadra mi ha accolto e aiutato. Per questo ho scelto il 34, il suo numero di maglia».

Tra Ziyech e Neres chi consiglierebbe di prendere a Monchi?
«Sono due ottimi calciatori, è difficile fare un nome. Dipende dalle scelte societarie e dalla necessità».

Sa cosa ha detto di lei Pallotta?
«No, cosa?».

Che lei è come Allen Iverson, ma con la palla tra i piedi…
«E cosa intendeva dire?».

È stato un'icona del basket, uno dei più grandi realizzatori di ogni epoca in Nba…
«È un accostamento che mi piace. Anche io sono piccolo fisicamente come lui, ma la stazza è qualcosa che hai o no. Entrambi siamo due giocatori di qualità, forse anche io posso far ricredere molte persone che ritengono che sia andato via dal mio Paese troppo presto. È mia intenzione di dimostrare che hanno torto, voglio avere successo e scrivere la storia proprio come ha fatto Iverson, rendendo orgogliosa la mia famiglia».

A proposito di famiglia, che percorso segue il figlio di un calciatore per diventare un professionista?
«È una bella domanda. Molto spesso si parla di genetica, non so se è vero o no, ma forse nel mio caso sì perché mio padre è stato un grande calciatore. Io sto cercando di ripercorrere le sue orme e credo di essere sulla strada giusta. Per certi versi è positivo avere un padre che ha fatto questa professione ed ha avuto grande successo, ma a volte è anche difficile perché sin da piccolo ti accostano a tuo padre e tutti si aspettano molto. Lo vedo anche con i miei fratelli che giocano a calcio, tutti fanno paragoni e si aspettano cose da loro. Io non ho sentito questa pressione, piuttosto ho trovato bello portare questo cognome e il fatto che la gente si aspettasse tanto da me. Ha sempre prevalso il desiderio positivo di far vedere quello che potevo fare, non ho mai sentito la pressione o l'obbligo di fare qualcosa perché mio padre l'aveva fatto già prima di me».

Ha sentito suo padre dopo la partita contro il Tottenham?
«Sì, mi ha dato qualche consiglio come spesso fa. Noi parliamo di tutto, non solo di calcio: mi dà consigli di vita».

Dove ha cominciato a giocare a calcio e in che ruolo?
«Ho cominciato in club che si chiama De Dijk, ho giocato subito in attacco come punta, poi mi hanno spostato a destra e a sinistra. Era comunque chiaro che sarei stato un attaccante. Poi da questa squadra sono passato all'Afc, poi all'Ajax e adesso a Roma».

Come si è sistemato a Roma?
«L'ambientamento procede bene. Ho già trovato il mio posto in squadra, vado d'accordo con tutti in particolare con i ragazzi più giovani. Ho trovato casa a Roma, non vedo l'ora di cominciare a giocare a calcio e fare questa nuova esperienza di vita».

Ha comprato casa?
«Ho visto una casa che piaceva ai miei genitori, ma era esclusivamente in vendita. Quindi abbiamo trovato un'altra situazione».

Ha avuto modo di parlare con Totti negli Stati Uniti?
«Qui negli Stati Uniti no, ma quando sono arrivato in Italia sì. Lo ringrazio per quello che ha detto su di me, la mia intenzione è di far vedere quello che valgo, non solo ai tifosi della Roma ma a tutti gli appassionati di calcio».

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Calciomercato

N’Zonzi divide il club e resta in stand-by. Col Milan si tratta lo scambio Suso-Perotti

LA REPUBBLICA (F.Ferrazza) – Su N’Zonzi la Roma si divide. O, meglio, non tutti i dirigenti del club sono pienamente convinti dell’operazione. Lo è Monchi, che ieri è volato negli Stati Uniti per raggiungere Pallotta a Dallas (con il presidente ci sono già Baldini e Baldissoni), assistere all’amichevole contro il Barcellona ( in programma stanotte alle 4 italiane), e convincere tutti della bontà di un’operazione che è convinto di poter chiudere intorno ai 30 milioni. Con il centrocampista – un centrale Di Francesco lo ha chiesto fin da inizio mercato – si sistemerebbe una delle ultime due caselle, insieme a quella dell’attaccante esterno, rimaste vuote nella testa del tecnico. E il conto alla rovescia comincia oggi: diciassette giorni per completare la rosa, cedendo gli esuberi. Se resta in stand by la pista N’Zonzi – in attesa del summit decisivo delle prossime ore in Texas alla corte di Pallotta – è al momento ancora più bloccata quella che porta a un esterno per la fascia destra con le indicazioni che sembrano nuovamente portare a Suso del Milan. La Roma starebbe cercando di inserire nella trattativa Perotti, ma i rossoneri lo considerano un po’ troppo avanti con gli anni. Si prepara intanto all’esordio in giallorosso Olsen, in porta contro il Barcellona nel secondo test a stelle e strisce dell’International Champions Cup (ancora out Karsdorp per un risentimento alla coscia). Una gara che non può essere indifferente a Manolas. «Il gol del 3-0 è stato il momento più bello della mia carriera e spero riusciremo a fare una bella prestazione anche adesso. Dobbiamo migliorare sui gol presi. Malcom? Non lo saluterò, non so chi sia. Se non è voluto venire alla Roma, allora che stia lì».

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Calciomercato

Mercato Roma, dalla Francia: Monchi pensa a Pépé

Nicolas Pepé, calciatore del Lille, potrebbe essere entrato nel mirino della Roma. Secondo quanto risulta a France Football, Monchi avrebbe individuato nell’attaccante ivoriano l'alternativa a Malcom. 

 

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Monchi e Balzaretti, missione USA

Monchi e Balzaretti in missione USA, come testimonia la foto di un tifoso su Instagram. Il direttore sportivo e il dirigente sono in volo per New York, da dove sisposteranno successivamente a Dallas per raggiungere il resto della dirigenza composta da Pallotta, Baldissoni e il consigliere Franco Baldini, con cui verranno pianificate le ultime strategie di mercato.

La Roma, dopo il caso-Malcom, vuole dare una risposta concreta sul mercato. Per l'allenatore, per sé stessa e per i propri tifosi. Guai però a farsi prendere dall'ansia o dalla fretta, lo impone il metodo Monchi, secondo cui in quest casi non si deve assolutamente cedere all'emotività o alla voglia di effettuare il colpo ad effetto per placare i malumori della piazza.

Il colpo o i colpi vanno invece ponderati, per puntellare i due ruoli chiave, centrocampista centreale e ala destra, che serviranno a far compiere il salto di qualità alla Roma. Meglio aspettare qualce giorno in più quindi, per essere sicuri che ogni tassello vada al suo posto e che il puzzle sia davvero completo. Il metodo Monchi, in quanto tale, non prevede raptus umorali, ma manovre razionali. 

Giorgio De Angelis