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[VIDEO] Giuseppe Conte: “Pronti altri 4,3 miliardi. Aiuti immediati. Appuntamento con la Storia: mi batterò fino all’ultimo grammo di energia”

"Ci confronteremo a inizio settimana con gli esperti e confidiamo che ci portino ottime notizie. Noi ci manteniamo sempre vigili per adeguare le nostre valutazioni sulla base delle loro raccomandazioni". Lo dice il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
"Con ordinanza delle protezione civile aggiungiamo a questo fondo 400 milioni, un ulteriore anticipo che destiniamo ai comuni col vincolo di destinarlo alle persone che non hanno i soldi per non fare la spesa. Da qui nasceranno buoni spesa ed erogazioni di generi alimentari". 

"Ho appena firmato un dpcm che dispone 4,3 miliardi a valere sul fondo di solidarietà dei Comuni". Lo dice il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi parlando delle misure per fare fronte all'emergenza Coronavirus.

"Oggi segnaliamo il numero più alto di guariti. Ci confronteremo a inizio settimana con gli esperti e confidiamo che ci portino buone notizie".

"La ministra Catalfo e l'Inps stanno lavorando senza sosta. Vogliamo mettere tutti i beneficiari della Cassa integrazione di accedervi subito, entro il 15 aprile e se possibile anche prima", afferma il premier.

"Non abbiamo fatto una proposta alla Commissione, ma all'Eurogruppo per elaborarla. C'e' un dibattito in corso. Ma qui c'e' un appuntamento con la storia e tutti devono essere all'altezza". Lo afferma il premier Giuseppe Conte in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, commentando il no della Commissione ai coronabond. "Non passerò alla storia per chi non si e' battuto: mi batterò sino alla fine per una soluzione europea".

"Le parole di Von Der Leyen" sui Coronabond "sono sbagliate". Quella indicata nella lettera dei nove capi di Stato europei "è la risposta più adeguata per uno shock simmetrico sull'economia e tutti devono essere all'altezza della sfida, anche la presidente della commissione europea". Lo dice il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Nella crisi del coronavirus la Commissione europea non pianifica l'emissione di bond propri sui debiti. Lo ha affermato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen in un'intervista alla Dpa. "Su questo ci sono chiari confini giuridici, e non c'è un piano. Non lavoriamo a questo", ha affermato. La von der Leyen sottolinea inoltre che "la parola coronabond è solo una sorta di slogan. Dietro c'è la grande questione delle garanzie. E su questo le riserve della Germania come di altri paesi sono giustificate".

(ansa)

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Mattarella: “L’Europa intervenga, prima che sia troppo tardi”

"L'Europa deve intervenire concretamente. Prima che sia troppo tardi". Non usa mezzi termini il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un discorso alla Nazione. Nel giorno del picco di morti per coronavirus, lo stesso in cui l'Europa non trova un accordo sugli eurobond (come proposto dall'Italia e da altri otto Paesi) per una mutualizzazione del debito.

"Molti Capi di Stato, d’Europa e non soltanto, hanno espresso la loro vicinanza all’Italia", spiega il Capo dello Stato. "Da diversi dei loro Stati sono giunti sostegni concreti. Tutti mi hanno detto che i loro Paesi hanno preso decisioni seguendo le scelte fatte in Italia in questa emergenza. Nell’Unione Europea la Banca Centrale e la Commissione, nei giorni scorsi, hanno assunto importanti e positive decisioni finanziarie ed economiche, sostenute dal Parlamento Europeo. Non lo ha ancora fatto il Consiglio dei capi dei governi nazionali. Ci si attende che questo avvenga concretamente nei prossimi giorni. Sono indispensabili ulteriori iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente. Mi auguro che tutti comprendano appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l’Europa. La solidarietà non è soltanto richiesta dai valori dell’Unione, ma è anche nel comune interesse".

Mattarella si rivolge, poi, alle persone che hanno perso la vita a causa di questa epidemia, e ai loro familiari. E che non hanno potuto neanche partecipare ai funerali dei loro cari: "Stiamo vivendo una pagina triste della nostra storia. Abbiamo visto immagini che sarà impossibile dimenticare. Alcuni territori – e in particolare la generazione più anziana – stanno pagando un prezzo altissimo".

Il ringraziamento spetta a chi è sul fronte e che si sta prodigando "con instancabile abnegazione": i medici, gli infermieri, l'intero personale sanitario, "cui occorre in ogni modo assicurare tutto il materiale necessario. Numerosi sono rimasti vittime del loro impegno generoso"

Infine, si affida al dovere e al sentimento collettivo: "Nella ricostruzione il nostro popolo ha sempre saputo esprimere il meglio di sè"

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Coronavirus, Fonseca: “Non sono tornato in Portogallo, qui mi sento al sicuro”

La Roma in questo periodo si fa presente nel vivo dell'emergenza Coronavirus portando avanti diverse iniziative, ed anche i protagonisti giallorossi fanno sentire la propria voce. Il tecnico Paulo Fonseca, in collegamento con la testata portoghese Sicnoticias. ha espresso alcune idee sul momento che sta vivendo in Italia:

Come sta andando questo periodo di quarantena?
"Praticamente esco solo per andare al supermercato e negli ultimi cinque giorni ci sono andato solo ieri".

Ha pensato di tornare in Portogallo?
"Qui mi sento al sicuro. La Roma ci offre le migliori condizioni per i problemi, abbiamo tutto. Ad esempio, qui c’è uno dei principali ospedali più importanti".

Come gestisce il lavoro della squadra?
"Siamo sempre in contatto con la squadra, è importante non fermarsi completamente in questo momento. Il preparatore atletico Nuno Romano è quello che ha più lavoro in questo momento".

Come impiega il tempo a casa?
"Devo essere sincero, ho molto più tempo da dedicare a mio figlio e a mia moglie che al calcio. Ovviamente sto leggendo, sto guardando anche dei giocatori che ci potrebbero interessare per il futuro".

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Conte: “In lotta contro un nemico invisibile. Massima liquidità alle imprese”

CONTE: "SIAMO IN LOTTA CONTRO UN NEMICO INVISIBILE"

 "La diffusione dell'emergenza Coronavirus ha innescato in Italia e in Ue una crisi senza precedenti" che ci sta costringendo "ad una prova durissima". Sono le parole del premier Giuseppe Conte nel corso dell'informativa alla Camera. "Nei giorni scorsi mi ha scritto Michela, un'infermiera che lavora al reparto Covid dell'ospedale di Senigallia. Con grande dignità mi ha chiesto che i rischi che si stanno assumendo lei e suoi colleghi non siano dimenticati. A nome del governo, ma credo anche del Parlamento, dico che noi non ci dimenticheremo di voi".

IL TEMPO DELL'AZIONE

"La storia ci giudicherà, verrà il tempo dei bilanci, tutti avranno la possibilità di sindacare. Ci sarà tempo per tutto, ma questo è il tempo dell'azione. Il governo ha agito con la massima determinazione, con assoluta speditezza. Stiamo combattendo un nemico invisibile e insidioso che entra nelle nostre case, ci ha imposto di ridefinire le relazioni interpersonali, ci fa dubitare di mani amiche”.

MISURE GRADUALI

"La scelta degli interventi effettuati si è sempre basata sulle relazioni del Comitato tecnico-scientifico. I principi ai quali ci siamo attenuti sono stati quelli della massima precauzione, ma contestualmente anche quelli della proporzionalità dell'intervento all'obiettivo. È questa la ragione della gradualità delle misure". Conte si concede poi una citazione manzoniana, traendo spunto da un passo dei Promessi Sposi: "Del senno del poi son piene le fosse". Ci sarà un tempo per tutto. Ma, oggi, è il tempo dell'azione, il tempo della responsabilità”.

NUOVI OPERATORI SANITARI

"Saranno inviati nei prossimi giorni nuovi medici negli ospedali in difficoltà, con nuova ordinanza trasferiremo 500 infermieri nelle zone con il più alto numero di malati Covid-19”.

MASSIMA LIQUIDITA' ALLE IMPRESE

"È imperativo garantire il massimo grado possibile di liquidità alle imprese. Siamo lavorando per incrementare il sostegno alla liquidità e al credito che già, con il decreto "Cura Italia" adottato, è in grado di mobilitare la cifra di 350 miliardi di euro. Con il nuovo intervento normativo, a cui stiamo già lavorando, confidiamo di pervenire a uno strumento complessivo altrettanto significativo rispetto a quanto sin qui operato. Interverremo anche con stanziamenti aggiuntivi di non minore importo rispetto ai 25 miliardi già stanziati con il primo decreto”.

Sarà possibile lavorare in questa direzione a partire dal primo provvedimento normativo di aprile a cui stiamo lavorando. Nessuno degli strumenti progettati in passato, contro crisi di altra natura, è in grado di dare quella coraggiosa risposta alla pandemia di cui tutti i cittadini avvertono la necessità. Per questa ragione l'Italia lavora alla creazione di strumenti di debito comuni dell'Eurozona, che possano finanziare gli sforzi dei vari governi e costruire una adeguata linea di difesa”.

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Coronavirus, Perrotta scende in campo con i Campioni del Mondo

Anche la Nazionale italiana campione del Mondo nel 2006 ha deciso di scendere in campo nella lotta che ormai coinvolge tutti, contro il Coronavirus. Lo rende noto, tra gli altri, con un post sul proprio profilo di Instagram Simone Perrotta, ex giocatore azzurro e della Roma. Il centrocampista ha dichiarato di aver lanciato con i propri compagni una raccolta fondi a favore della Croce Rossa Italiana. Questo il suo messaggio: "Torneremo a festeggiare più di prima! Insieme ce la faremo. Con i miei compagni del mondiale 2006 abbiamo avviato una raccolta fondi da destinare all'Ente Nazionale della Croce Rossa Italiana, per aiutare il nostro paese in questo momento difficile. Uniti vinceremo ancora!".

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Coronavirus, Conte: “Garantiamo filiera alimentare e carburanti. Sindacati? Giusto confronto, ma non è il momento di scioperare”

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato in conferenza stampa in streaming da palazzo Chigi per fare il punto sull'emergenza Coronavirus e annunciare nuovi provvedimenti dopo l'approvazione da parte del CdM del nuovo decreto: "Con questo decreto legge abbiamo anche regolamentato in maniera più puntuale e trasparente i rapporti con il Parlamento. Prevediamo che ogni iniziativa venga trasmessa ai presidenti delle Camere e che io o un ministro delegato vada a riferire in Parlamento. Abbiamo pure regolamentato i rapporti tra Stato e Regioni: lasciamo che possano adottare misure anche più restrittive, ma rimane la funzione di coordinamento e omogeneità assicurato dal Governo".

GARANZIE

"Garantiamoha aggiunto il Premier – filiera alimentare e carburanti e la ministra De Micheli adotterà un’ordinanza che consentirà di regolamentare l’orario di apertura in modo da assicurare il rifornimento di carburante in tutta la Penisola. In questo momento dobbiamo presidiare i settori fondamentali di una macchina che sta già viaggiando a motori rallentati".

SINDACATI

Così invece il Premier sul rapporto con i sindacati, che potrebbe mettere a rischio certi settori con le minacce di sciopero: "I sindacati sanno che le porte di Chigi e dei ministeri sono sempre aperte. Per me il metodo migliore è il confronto, ma la possibilità di decisione spetta al Governo. Non possiamo introdurre modalità di codecisione come nella concertazione degli Anni 90, ma si stanno facendo aggiustamenti in modo che «non ci siano scioperi di sorta. In questa fase il Paese non se lo può permettere. La precettazione? Non credo ce ne sarà bisogno. L’esercito? Ben venga l’aiuto dei militari ma i cittadini non devono pensare che la tenuta dell’ordine pubblico sia affidata solo a una militarizzazione dei centri abitati, le forze dell’ordine stanno già agendo in modo molto efficace".

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[VIDEO] Gigi Proietti insieme alla Roma a sostegno dello Spallanzani: “Doniamo, poco o tanto non ha importanza”

Gigi Proietti sposa l'iniziativa della Roma a sostegno dell'Ospedale Spallanzani. Lo fa pubblicando un video sul profilo ufficiale della società giallorossa. Questo il suo messaggio: 

“Salve, sono Gigi Proietti. Vogliamo combattere e battere il Coronavirus, ma per fare questo bisogna aiutare quelli che combattono per noi in prima fila. L’AS Roma ha indetto una raccolta fondi per sostenere lo Spallanzani. L’obiettivo è quello di raccogliere 500.000 euro. La cosa non è difficile, basta andare sul sito della Roma e versare ciò che si vuole, poco o tanto non ha importanza. L’importante è che siamo uniti e, vedrete, ce la faremo. In bocca al lupo!"

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Coronavirus, trend in flessione per il secondo giorno consecutivo

E' ancora presto per tirare un sospiro di sollievo, ma oggi come ieri si è registrata una leggera flessione nei numeri relativo al coronavirus in Italia. Lo ha comunicato il commissario Borrelli nella conferenza stampa delle ore 18. 

Dai dati della Protezione Civile emerge che sono 3.780 i positivi al Coronavirus in più in 24 ore, mentre ieri erano 3.957. Le vittime in un solo giorno sono invece 601, mentre l'aumento domenica era stato di 651. In totale sono 6.077.

AMENTANO i GUARITI 

Sono 7.432 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il Coronavirus, 408 in più di ieri. Ieri l'aumento dei guariti era stato di 952. Superati invece i 50mila malati. Sono complessivamente 50.418, con un incremento rispetto a ieri di 3.780: domenica l'incremento era stato di 3.957. Il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – ha raggiunto i 63.927.

TREND IN CALO IN LOMBARDIA

Migliorano i dati relativi alla Lombardia dove, rispetto a ieri, cala la crescita sia dei contagiati che dei decessi: i pazienti positivi sono 28.761, 1.555 in più rispetto a ieri, e le persone morte sono 3776, 320 in più. Ieri c'era stato un aumento di 1.691 casi, mentre i morti erano stati 361. È quanto ha detto l'assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera, aggiungendo che le persone ricoverate in terapia intensiva sono 1142, 41 in più rispetto a ieri.

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Coronavirus, nuova ordinanza restrittiva: sport all’aperto solo nei pressi della propria abitazione. Vietati gli spostamenti in altre abitazioni durante il weekend

Era attesa in serata ed è arrivata la nuova ordinanza relativa ai comportamenti da tenere per prevenire il coronavirus. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato la nuova ordinanza restrittiva, che prevede il divieto d'accesso al pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici. Inoltre "non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all'aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona". Vengono chiusi "gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all'interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consiunarsi al di fuori dei locali; restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro". Infine, "nei giorni festivi e prefestivi, nonche' in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza".

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Perché se ogni malato infetta una sola persona l’epidemia si arresta

LA REPUBBLICA (L. FRAIOLI) – Ogni sera alle 18 siamo in attesa dei dati drammatici forniti dalla Protezione civile. E poi grafici, tabelle, istogrammi che diano un senso alla contabilità di morti, ricoverati e guariti: ci si improvvisa epidemiologi e statistici, pur di decifrare i numeri di quest’emergenza. Ma sono tanti i quesiti che restano aperti, senza l’aiuto degli esperti. Ecco allora qualche risposta, una bussola per orientarsi in queste ore drammatiche nella scienza delle epidemie.

Che cosa significa che il rapporto di contagio deve scendere da 2,5 a uno?
Una persona infetta da coronavirus, in assenza di misure di mitigazione dell’epidemia, contagia in media altre 2,5 persone. Ciascuna di queste, a sua volta, ne contagia altre 2,5. Con questa progressione, bastano tre “generazioni” di contagi per passare da un infetto a una trentina. Ed è questo che spiega l’andamento esponenziale che caratterizza le fasi iniziali dell’epidemia. Ma R0, il numero di riproduzione di base (questo il nome tecnico del parametro che per Covid-19 vale 2,5) è quello fotografato al “tempo zero”, all’inizio. Perché cambia nel corso dell’epidemia, anzi durante le prime fasi può persino crescere, per esempio negli ospedali dove si accalcano i malati e si infetta anche il personale medico. Con l’adozione delle misure di contenimento inizia a scendere e così succede anche se i guariti acquisiscono immunità al virus, che quindi ha una popolazione minore in cui propagarsi. L’obiettivo è fare in modo che il numero di riproduzione diventi minore di uno.

Perché se scende dal primo valore al secondo è una buona notizia?
Perché se un contagiato infetta in media meno di una persona l’epidemia si arresta. Ecco perché è importante che per l’emergenza coronavirus il numero di riproduzione passi dall’iniziale 2,5 a 1 nel minor tempo possibile.

Perché una curva dei contagi più simile a una collina è meglio di una curva dei contagi più simile a una montagna?
Una curva dei contagi con un picco molto alto e stretto significa che molti si ammalano in un breve periodo di tempo. L’effetto può essere dirompente sul Sistema sanitario perché i malati avranno bisogno di cure tutti contemporaneamente. Inoltre in una situazione simile l’infezione acquista virulenza perché gli ospedali diventano luoghi di concentrazione e di diffusione del contagio. Le misure di distanziamento sociale servono ad “appiattire” la curva dei contagi, facendo in modo che il picco si presenti più tardi e con una altezza inferiore. Alla fine il numero di malati potrebbe essere lo stesso che nel primo caso, ma sarebbero distribuiti su un periodo di tempo molto più lungo, dunque il Sistema sanitario avrebbe il tempo di curare chi ne ha bisogno nella prima fase dell’epidemia per poi dedicarsi a chi contrae il virus nelle settimane successive. E gli ospedali, non sull’orlo del collasso, non sarebbero luoghi di contagio, riducendo così il numero di morti complessivo.

Nel 1918, durante l’epidemia d’influenza Spagnola, la città di Philadelphia aspettò due settimane dal primo caso prima di adottare il distanziamento sociale. St. Louis lo fece dopo due giorni. Nella prima città si ebbe un andamento del contagio a “montagna” con un computo finale di 16mila morti. Nella seconda la curva dei contagi fu a forma di “collina” e i morti circa 700.

Perché se le decisioni vengono prese anche osservando modelli predittivi statistici non siamo però in grado di dire quando ci sarà il picco?
Ci sono modelli che provano a prevedere il picco, ma tra gli esperti c’è chi ritiene che le variabili in gioco siano troppe e troppo poco controllabili, per esempio il livello di adesione della popolazione alle misure di contenimento disposte dal governo. Dal punto di vista matematico, l’avvicinarsi del picco dei contagi si manifesta quando la curva dell’epidemia presenta un flesso, vale a dire cambia da concava a convessa. Al momento, nella curva dei contagi italiani questa variazione non è stata ancora osservata.

Che differenza c’è tra una curva del contagio con l’immunità di gregge o no?
L’immunità di gregge è tecnicamente quella ottenuta con la vaccinazione. Si parla invece di immunità naturale quando compare per effetto della diffusione del virus nella popolazione. In entrambi i casi l’immunità abbassa il valore del numero di riproduzione del contagio e dunque rallenta l’epidemia fino a fermarla. Ma qual è la percentuale di popolazione che deve essere immune perché ciò accada? Dipende da R0, il numero di riproduzione di base del virus. Se R0 vale 2, l’epidemia si ferma quando è immune il 50% della popolazione. Se R0 è pari a 3, il risultato si raggiunge quando è immune il 67% della popolazione. Nel caso del Coronavirus (R0=2,5) l’immunità di gregge si aggira intorno al 60%. Ed era infatti il traguardo del premier britannico Boris Johnson prima del ripensamento e dell’adozione di misure all’italiana. L’immunità (naturale o di gregge) appiattisce la curva epidemica e previene l’esplosione di nuovi focolai. Tuttavia si possono ripresentare picchi di infezione, quando la popolazione perde l’immunità di gregge, ad esempio per l’avvicendarsi delle generazioni (muoiono gli anziani immuni e nascono bambini non immuni). Per questo l’immunità di una popolazione va mantenuta con i vaccini.

Dai dati sui positivi al tampone e sui deceduti si può risalire a una stima dei contagiati effettivi (asintomatici e non)?
Si può fare una stima, a partire dai deceduti di oggi, di quanti erano i contagiati lo stesso giorno di due settimane fa, assumendo che si muoia esattamente due settimane dopo il contagio e che la letalità (rapporto tra morti e postivi al virus) sia compresa tra l’1 e il 5%. Ieri sono morte 427 persone. Se la letalità di Covid-19 fosse dell’1%, vorrebbe dire che il giovedì di due settimane fa si sono contagiate circa 42.700 persone. Se la letalità fosse del 5%, vorrebbe dire che quel giorno di due settimane fa si sono contagiati 8.540 italiani. Dunque il numero reale di nuovi contagiati giovedì 5 marzo è compreso in una forchetta tra 8.540 e 42.700. Mentre i dati ufficiali di quel giorno parlavano di appena 509 casi.