Categorie
NEWS

Mourinho potrebbe restare in Serie A e i bookmakers ci credono

A pochi mesi dall’esonero dalla Roma, José Mourinho potrebbe tornare ad allenare in Italia. Secondo i bookmaker, un approdo dello Special One sulla panchina del Napoli, per la terza esperienza in Serie A dopo l’Inter e i giallorossi, è l’opzione più probabile per il futuro del portoghese se decidesse di tornare subito ad allenare: i betting analyst di Snai offrono infatti a 3,50 l’arrivo di Mourinho nel club partenopeo entro settembre.

Come riferisce agipronews, rimane viva l’ipotesi Arabia Saudita, che paga 5 volte la posta e precede la nazionale portoghese a 8,50. Ma non solo la selezione del proprio paese, perché un futuro da ct del Brasile si gioca a 12, così come un arrivo al Bayern Monaco. A 15, invece, un ritorno al Manchester United o un’esperienza al Paris Saint Germain.

Lo riporta: GM/Agipro

Categorie
Interviste

Mourinho: “Orgoglioso delle due finali consecutive. A Roma sono stato più di un tecnico”

Josè Mourinho ha parlato in una nuova intervista rilasciato a Fabrizio Romano, pubblica poi su youtube. Ecco le sue parole:

Sei pronto per una nuova avventura?
“Sono pronto, voglio ricominciare. A volte quando la tua avventura in un club finisce hai bisogno di riposare e pensare, ma in questo caso già il giorno dopo che sono andato via dalla Roma ero pronto per ripartire. Mi sento bene, amo il lavoro e sono veramente pronto, ma non voglio fare la scelta sbagliata, non posso accettare un incarico solo per la passione o perché mi sento pronto. Devo essere paziente, siamo a marzo e di solito è difficile che accada qualcosa in questo mese, quindi il mio obiettivo è riniziare in estate”.

Sei l’unico allenatore ad aver disputato due finali europee negli ultimi due anni: che sensazioni provi?
“La prima sensazione è che sembra come se non sia accaduto, perché quando le persone parlano di me si concentrano soprattutto sul passato. Ci sono tanti bravi allenatori in Europa e di solito i migliori allenano le squadre che hanno più possibilità di raggiungere una finale. Negli ultimi anni sono arrivato 3 volte in finale, una con il Manchester United e due con la Roma. Se ci concentriamo sul recente passato sono quindi l’unico ad aver raggiunto due finali europee. Sono orgoglioso di questo, perché ho raggiunto questi traguardi con una squadra che non ha una storia vincente in Europa, quindi è un qualcosa di speciale. In questa stagione non giocherò una finale, ma spero che l’anno prossimo io possa dire ‘Sono stato l’unico ad aver raggiunto tre finali europee negli ultimi 4 anni'”.

Tutti i tifosi dei club in cui hai allenato ti amano ancora: cosa provi?
“La cosa migliore nel calcio sono i tifosi, perché loro non guadagnano, anzi spendono soldi e fanno sacrifici per la loro passione. Quando ai tifosi non piacciono i calciatori o gli allenatori hanno le loro ragioni. Nel mio caso, indipendentemente dai risultati anche se ho quasi sempre vinto, i tifosi hanno notato che ho sempre dato il massimo per loro e per il club. Ho dato tutto, per la mia personalità sono sempre stato più di un semplice allenatore, in alcuni club devi essere l’allenatore, il direttore sportivo, il direttore della comunicazione, l’immagine che difende il club e i tifosi. I tifosi lo capiscono, ma allo stesso tempo a un allenatore non piace, perché io voglio essere un allenatore. Lo scenario ideale è quando un club ha una struttura che permette all’allenatore di essere semplicemente l’allenatore. All’Inter sono stato l’allenatore, anche al Real Madrid, nella prima esperienza con il Chelsea e al Porto, mentre in altri club non sono stato solamente l’allenatore e questo è veramente difficile per un allenatore. In ogni club in cui sono arrivato ho indossato la maglietta della squadra e lottato per essa”. 

Hai rifiutato il Portogallo e l’Arabia Saudita: queste due mete sono ancora nei tuoi pensieri in vista del futuro?
“Il Portogallo mi ha chiamato due volte, una volta fu ai tempi del Real Madrid e in quel caso avrei dovuto rivestire il doppio ruolo, ma Florentino Perez mi disse che non sarebbe stato possibile. La seconda volta, invece, è stata con la Roma. Se mi sono pentito dato che pochi mesi dopo la Roma mi ha esonerato? No, sono felice di non aver accettato e quindi non mi sono pentito. Se allenare una nazionale in futuro sarà un mio obiettivo? Non sono sicuro, se si tratta di allenarla in vista di una competizione importante come il Mondiale o l’Europeo ti direi di sì, ma aspettare due anni prima di disputare quelle competizioni… Non saprei, forse un giorno accetterò ma non sono sicuro che mi divertirei. L’Arabia Saudita? Cristiano Ronaldo ha aperto le porte a quel mondo in termini calcistici. Quando mi arrivò l’offerta si trattò di una proposta economica molto importante, ma rifiutati perché per me era più importante la Roma e il calcio europeo. In futuro mai dire mai, ma in questo momento non firmerò nessun contratto perché prima devo prendere la decisione migliore”.

Categorie
Calciomercato

Mourinho, no all’Arabia: spunta il Napoli di De Laurentiis

Il futuro di Josè Mourinho potrebbe essere ancora in Italia.

La bomba arriva direttamente dall’Inghilterra e più precisamente dalle pagine del Times: José Mourinho avrebbe individuato nel Napoli una potenziale prossima tappa della sua carriera e per questo avrebbe chiesto al suo agente Jorge Mendes di organizzare, tra questa e la prossima settimana, un incontro col numero uno del club azzurro, Aurelio De Laurentiis.

Come scrive la Gazzetta dello Sport, del resto, De Laurentiis e Mendes sono legati da amicizia datata e non è un mistero che in passato il super manager portoghese abbia dato consigli ad Aurelio, non soltanto portato da lui alcuni suoi assistiti. Rapporto di stima e affetto, come ne ha tanti De Laurentiis nel mondo del calcio. Insomma, non ci sarebbe bisogno di prendere appuntamento a Roma, ma forse, con Mourinho in fase di trasloco, sarebbe anche più semplice farli incontrare nei nuovi uffici della FilmAuro, nel cuore della Capitale.

Categorie
Interviste

Mourinho: “Voglio restare, inutile parlarne. Mancini gioca”

CONFERENZA STAMPA – Le dichiarazioni di Josè Mourinho alla vigilia di Roma-Napoli:

Il suo pensiero sulla Superlega?
“Io sono allenatore della Roma, la posizione ufficiale della Roma è anche la mia. Non ho altri commenti da fare. Ovviamente ho tanta esperienza nel calcio, ho vissuto questo sport in differenti momenti, ma non voglio fare nessuna analisi pubblica. La posizione della Roma è chiara e io sono allenatore della Roma”

Arriva il Napoli, rispetto allo scorso anno non ha lo stesso ritmo di risultati ma hanno tanti valori tecnici?
“Sì certo sono i Campioni, con merito, hanno vinto in modo netto lo scorso anno, hanno perso un giocatore ma ne hanno presi tanti. Hanno perso un bravissimo allenatore, ma hanno ora un tecnico con tanta esperienza di calcio, Serie A e di Napoli. I risultati rispetto allo scorso anno sono diversi, allora erano leader con grande vantaggio, ma squadra con stesso potenziale, panchina con grandi soluzioni”

Dopo Bologna ha comunicato l’intenzione di restare alla Roma. Perchè ha scelto di comunicarlo in questo momento? Cosa la spinge voler restare alla Roma tra incertezze legate al futuro, con una direzione sportiva ancora non chiara, il FFP che non sta aiutando la Roma a crescere?
“I motivi sono in tutti i discorsi che hai fatto. Sicuramente c’erano dubbi sulla mia posizione, hai parlato di FFP e altre cose, magari si poteva pensare che nella mia testa ci fossero dei dubbi, delle frustrazioni e quindi ho voluto dichiarare la mia posizione. Per me non ci sono dubbi, non bisogna neanche parlarne. Magari tanta gente si chiedeva cosa pensasse Mourinho, vuole restare, andare via, vuole aspettare, dipende da questo o da quello. Per me non dipende, è così, io sono stato onesto e diretto dall’inizio. Dopo la firma con la Roma, ho ricevuto una fantastica offerta, ho informato la proprietà e non ho accettato per rispetto della parola data alla Roma. A dicembre scorso ho ricevuto una proposta importante dal Portogallo, ho parlato con la società e sono rimasto. A giugno ho ricevuto offerta faraonica dall’Arabia Saudita, ha rifiutato e ho informato la proprietà. Adesso dico che vorrei restare qui, tra le cose positive e negative, ma la mia posizione è senza dubbi. Per me non è giusto più parlarne, non voglio più che se ne parli”

Domani sfida Lukaku-Osimhen, dal punto di vista strettamente calcistico quali sono i loro punti di forza e difetti?
“Sono due attaccanti fortissimi, diversi sicuramente. Uno si abbassa, è bravo a creare connessioni con i compagni, l’altro è più un giocatore da profondità, diretto. La Serie A deve essere molto felice di avere entrambi, potrebbero giocare in qualsiasi top team. Drogba più forte di loro? Diverso, sono tutti diversi. Difficile fare paragoni, non mi è mai piaciuto fare paragoni. Didier è stato miglior giocatore africano, Osimhen è africano, Lukaku ha origini africane da parte di mamma, stiamo parlando di top”

Come procede il recupero degli infortunati? Mancini come sta? Kumbulla?
“No Kumbulla neanche in panchina, non ancora, sta migliorando, va tutto bene, ma è stanco, ha avuto bisogno di riposo oggi e ne avrà domani, tornerà ad allenarsi lunedì e penso che in panchina ci sarà alla prossima. Paulo va bene, dentro il suo tempo di recupero, domani ovviamente è fuori. Mancini non si è allenato tutta la settimana, si è allenato oggi ma domani gioca, è uno di quelli che se non ha triple fratture gioca, ovviamente la squadra ha bisogno di lui, ma gioca domani. Aouar è ancora lontano. Smalling? Non l’ho visto ancora in campo, continua a fare la sua evoluzione con il dipartimento medico, manca tanto”

Quanto è difficile affrontare il Napoli?
“Problemi di risultati per loro, ma non di qualità di giocatori, è la stesso Napoli di un anno fa senza Kim. Di 11 giocano 10 hanno tante soluzioni in tutte le posizioni. Le difficoltà le conosciamo, però per dire il vero abbiamo sempre affrontato il Napoli con risultati equilibrati, abbiamo perso 1-0 senza meritare di perdere all’80, a Napoli avevamo pareggiato e poi perso all’ultimo minuto. Meritavamo di più lo scorso anno, speriamo che domani meritiamo meno e facciamo un risultato migliore”.

Categorie
NEWS

Mourinho ‘quasi’ salvo: verso una sanzione soft

Dopo le dichiarazioni concilianti nei confronti del Procuratore federale Chinè (“mi aspetto giustizia ma il calcio è in buone mani con lui. Gli ho spiegato che la mia frase su Marcenaro è stata fraintesa, è stato un bel dialogo”) e il silenzio di domenica post Roma-Fiorentina, Josè Mourinho attende il verdetto sulla sua possibile squalifica.

 Secondo quanto riporta La Gazzetta dello Sport,  in settimana  la Procura deciderà se accogliere l’ipotesi del patteggiamento o procedere con il deferimento del tecnico giallorosso.

L’impressione è che si vada verso una sanzione soft e, proprio a tal proposito, può essere stata valutata positivamente l’assenza di dichiarazioni dopo la gara contro la Fiorentina.

Categorie
Le Voci di Retesport

Graziani a RS: “Roma, ora il passo è giusto ma le parole di Mou non le condivido”

“La Roma negli ultimi due mesi ha avuto un cambio di marcia evidente, i risultati stanno arrivando e ora i giallorossi sono con pieno merito in lotta per la Champions.”. Così Ciccio Graziani ai microfoni di Retesport nel consueto intervento mattutino sui 104.2 Fm.

“Darei più spazio ad una punta, Belotti o Azmoun. La fase offensiva della Roma potrebbe ulteriormente migliorare, perchè Dybala potrebbe essere più libero di svariare ed inventare, Paredes e Cristante davanti alla difesa a controllare il gioco e a dare equilibrio, con un’altra punta vicino a Lukaku a sfruttare i suoi movimenti e alternativamente portare via anche un uomo al belga che se ha più spazio può essere ancora più decisivo” ha aggiunto l’ex centravanti giallorosso.

Le dichiarazioni di Mourinho non mi sono piaciute: né quello dopo il Servette quando ha parlato pubblicamente dell’atteggiamento dei calciatori. E’ il solito discorso: la squadra fuori, davanti ai microfoni, va sempre difesa, poi dentro lo spogliatoio puoi anche buttare giù i muri e attaccare chi vuoi. Non mi sono piaciute nemmeno le parole espresse prima di Sassuolo-Roma su Mercenaro e Berardi. Voglio bene a Mourinho, è uno dei migliori al mondo e della storia, ma alcune uscite dialettiche non le condivido. Se ero fossi stato io Berardi, sai quante gliene avrei cantate a Mourinho in faccia domenica? Serve rispetto reciproco” ha concluso Graziani.

Categorie
Interviste

Mourinho: “Partita pazza, vittoria di cuore dei ragazzi e del pubblico”

Josè Mourinho ha parlato ai microfoni di DAZN dopo la vittoria sul Lecce per 2-1:

Partiamo dalla tua esultanza. La partita sembrava stregata.
“È stata velocissima perché dopo volevo parlare con i giocatori, non era finita la partita. La squadra era sbilanciata, potevamo prendere 2/3 gol. Abbiamo finito di giocare con Belotti quinto a destra. Ragazzi e pubblico straordinari, quando la sconfitta è vicina di solito non c’è questa connessione tra giocatori e tifosi. Nel primo tempo poteva già essere finita la partita. Meritano questo finale perché hanno avuto cuore e hanno risposto a una situazione di grande rischio. Il Lecce è una squadra organizzata e ben allenata, dispiace per loro perché hanno fatto un lavoro straordinario. Dispiace anche per Falcone, ci ho scherzato un po’: dice di essere romanista ma quando gioca contro la Roma para praticamente tutto”.

Nel finale conquistate tanti punti. Da cosa dipende?
“Cuore, mentalità e connessione con i tifosi. Ho allenato varie squadre e non mi ricordo occasioni in cui quando nonostante la sconfitta la gente continua a sostenere la squadra. La squadra era totalmente sbilanciata, avevamo gente che poteva segnare e creare caso difensivo. Il Lecce avrebbe potuto segnare lo 0-2, ma abbiamo conquistato tre punti molto importanti”.

Ha tenuto Dybala in campo per tutta la partita, pensavamo che facesse un’oretta. Nel finale è stato determinante.
“Anche io. Nel primo tempo ha fatto cose bellissime, è importante per noi. Dybala ha giocato sull’onda dell’emozione, ha fatto troppo. Ho parlato con lui e gli ho detto che forse sarebbe meglio riposare e non partire per Praga, ma lui mi ha risposto che vuole venire”.

Questa vittoria dà una spinta in più per il derby?
“Non penso al fatto di essere davanti alla Lazio. Tante squadre hanno perso punti, non è normale e ne abbiamo parlato anche all’intervallo. Non potevamo sprecare questi 3 punti, erano davvero importanti per noi. Siamo più vicino alle altre squadre”.

Cosa c’è nel bacio con Lukaku?
“Ha sbagliato il primo rigore in Italia, ma è il secondo con me. I rigori li sbaglia chi ha il coraggio di tirarli, non sono mai triste per questo. Dybala non si sentiva al top con il calcio da fermo, soffre un po’ calciando da fermo di potenza, per questo non ha tirato il rigore. Lukaku è ultraemotivo, lo conosco meglio di tutti. Quando sbaglia un rigore il suo cuore piange e soffre. Non poteva esserci sensazione migliore di segnare all’ultimo, è la vittoria della squadra e di Romelu, che dormirà un po’ meglio”.


Mourinho in Conferenza stampa

Non era facile per come si era messa la partita, ma ci avete creduto oltre il 90’.
“Ho detto già prima, tutto ciò è stato possibile solo con una connessione squadra-tifosi. Quando una squadra perde in casa una partita che deve vincere, quando arriva all’80’ e gioca in un modo un po’ caotico, con l’avversario che inizia per la prima volta a essere pericoloso, se non c’è connessione squadra-stadio è impossibile perché lo stadio poi ti pressa e diventa difficile. C’è una connessione incredibile, anche quando non si gioca bene, e non è un caso. Per tanti minuti abbiamo fatto un’ottima partita, questa connessione mi ha spinto a decidere la vecchia filosofia degli anni ‘50-’60 e siamo andati, hanno avuto la chance di andare 0-2, poi nel caos e nella passione abbiamo obbligato loro a entrare in un caos difensivo. Belotti era più dietro, Dybala era in una posizione ibrida, in quel momento lì Gallo era il loro difensivo, c’era un po’ di caos. Il gol del pareggio mette una pressione estrema nella partita e abbiamo vinto una gara importante, c’è un fine settimana che non è normale perché in genere le top vincono sempre, ma stavolta no (hanno perso Lazio, Atalanta e Milan) e poi qualcosa esce tra Fiorentina e Juventus. Ringrazio i tifosi e i ragazzi”.

Questa gara può essere una svolta per la stagione?
“Ci sono delle vittorie importanti, però ieri in conferenza stampa penso che sia stato Lo Monaco a fare una considerazione, la gente vuole dimenticare o dimentica, lui ieri ha fatto una considerazione giusta. Se metti fuori le tre partite prima del finale del mercato di agosto, dove non avevamo giocatori per giocare, dove Dybala e Pellegrini erano squalificato, non c’erano Lukaku, Renato Sanches, Azmoun, se dimentichi queste tre partite poi analizza la stagione. A Genova è stato un disastro isolato ma poi vedi le partite che abbiamo fatto, oggi non è stata una cattiva partita. Con l’Inter è stata difficile per noi, con metà squadra e senza panchina, con il famoso alibi del signor amministratore delegato della Serie A. Se tu analizzi bene, la Roma gioca meglio dell’anno scorso, i punti che abbiamo potevamo essere di più però ci lasciano in una situazione per dire che siamo qui per lottare fino alla fine. Per fortuna nessun infortunio, Spinazzola, Pellegrini sono più vicini a tornare ogni giorno che passa. Smalling lo vedo più difficile, più lontano e ci lascia in difficoltà. Se tu mi dici che farò rotazioni a Praga, chi gioca in difesa? Mancini, Llorente e Ndicka, non c’è altro. Emotivamente non c’è altro, lo spogliatoio è felice. Meritano perché sono ragazzi straordinari, è una famiglia bella”.

La partita di Dybala?
“Non ho mai pensato che potesse giocare 90’, né io, né Paulo, né i medici. Ha giocato e lo ha fatto per l’emozione, per il risultato, per aiutare la squadra. La sua condizione non era per giocare 90’, avevamo deciso che non avrebbe tirato rigori o punizioni, non avrebbe tirato da fermo. Ieri ho detto la verità, ma non era in condizioni ottimali, è rimasto per ottenere il risultato. Nel primo tempo ha preso un colpo alla caviglia ma ha detto che non aveva niente ed è andato avanti”.

Karsdorp ha ricevuto tanti applausi, come giudica il suo match? In tanti hanno scritto che la Lazio ha vinto due derby su due giocando come José Mourinho.
“Karsdorp ha fatto una buona partita, come sempre la sua qualità più importante è nella fase offensiva, soprattutto nel primo tempo ha giocato bene. Abbiamo deciso di rischiare tutto giocando senza Mancini, avevo bisogno di terzini freschi. Anche se Kristensen tecnicamente non è bello, ha gamba. Belotti ha finito da quinto, Cristante da terzo e Karsdorp ci ha aiutato. Lazio? Mi aspetto la Lazio di sempre, una squadra con molta esperienza, l’esperienza che ha visto Ibanez espulso, sa gestire la partita. Senza criticare questa volta la Lega, sarei un type=’text/javascript’ idiota, la Lazio avrà un vantaggio di 48 ore perché giocano martedì e noi giovedì, ma sono in pace con la Lega questa volta”.

Categorie
Editoriale

Elsha risolve il cruciverba quando stavamo girando pagina…

IL GRAFFIO DI MAC Elsha risolve il cruciverba quando stavamo girando pagina. Brutta partita d’attacco disordinato contro un Monza ordinato, che non meritava di vincere, ma era vicino a un pareggio che giocando in 10 dal 43’ del primo tempo sembrava quasi scritto, sottolineato da salvataggi importanti, parate importanti e due pali.

Mou dice che manca l’estro di Dybala e Pellegrini, difficile negarlo. Però la situazione a livello muscolare è questa e con questa bisogna guardare gli obiettivi. Ancora una volta è stata chiara l’inadeguatezza di Ndicka che, lasciato sempre libero di impostare (bravo Palladino) si è rivelato lento e macchinoso.

Lukaku non ha segnato, ha colpito un palo, ma ha colpito di più la scarsa assistenza per metterlo nelle migliori condizioni. Non mi è piaciuta l’espulsione presa da Mou perché capita mentre si parla di Inter e faccio fatica a pensare che sia un caso. E non mi piace l’atteggiamento di Palladino nei confronti della Roma. Ma sono romanista. Mi piacciono questi 3 punti perché col pareggio credo che il paradiso, già lontano, sarebbe stato irraggiungibile.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Fabio Mac (@fabiomaccheroni)

“>di Fabio Maccheroni

Categorie
Interviste

Mourinho: “Nel calcio la cosa più importante è vincere, non vendere filosofia”

Josè Mourinho ha parlato al portale ufficiale dell’ADIDAS. Una lunga intervista nel corso della quale ha parlato del ruolo dell’allenatore e del suo concetto di ‘vittoria’. Ecco un estratto:

Sulla laurea in economia…
“Ero uno studente abbastanza bravo. Ho ottenuto un posto all’Università di Economia e sono andato a lezione, ma dopo un paio di settimane ho deciso che non faceva per me. Prima di diventare un professionista del calcio ho imparato tante cose diverse. Ho anche insegnato ai bambini con la sindrome di Down, che è stata un’esperienza incredibile, e mi ha fatto capire così tanto”

Il rapporto con Bobby Robson e Van Gaal…
“Ho lavorato con Sir Bobby Robson in Portogallo e poi sono andato con lui a Barcellona nel 1996. Per un giovane come me è stata un’esperienza incredibile. Poi sono stato un assistente del signor Van Gaal, che era un allenatore completamente diverso da Sir Bobby e questo mi ha reso consapevole di due filosofie completamente diverse”.

L’importanza della vittoria…
“Vincere la Coppa UEFA è stato un bene per noi, ma non è stato un bene per il Porto. Il calciomercato ci ha portato via e il Porto ci ha perso. Abbiamo perso cinque, sei o sette giocatori chiave. La squadra del 2003 e del 2004 era una squadra che avrebbe continuato a fare la storia se fosse rimasta unita. Quando vedo i colleghi che combattono per non retrocedere e riescono a mantenere la loro squadra nella divisione, per me, questo è vincere. Vincere non significa necessariamente essere il ragazzo che ottiene la coppa. Vincere non significa portare a casa una medaglia o una coppa. La cosa più importante nel nostro sport è vincere e non vendere la filosofia. Non bisogna vendere scuse, ma essere un vincitore.”

Sulla figura dell’allenatore…
“Devi avere una forte personalità per dire: ‘ok, io sono il capo, faccio le decisioni. Questo non è negoziabile. Se le sessioni di allenamento iniziano alle 10 del mattino, non aspetto un solo minuto. Anche se sei Diego Maradona, che non ho mai avuto il piacere o l’onore di allenare, iniziare alle 10 è iniziare alle 10. La squadra è la cosa più importante. Anche se sei il miglior giocatore del mondo. Un giocatore con lo status più grande del club: la squadra è la cosa più importante. Ognuno deve seguire le regole e mostrare il rispetto per i colleghi. Come allenatore, devi essere morbido e forte. Forse soft non è la parola giusta – devi essere aperto, molto aperto a ciò che pensano i giocatori, a ciò che i giocatori sentono – e non solo attenerti alle tue idee, perché lavori con un gruppo. Il gruppo deve avere una voce; ha bisogno di avere un’opinione, ha bisogno di condividere. E devi essere aperto con i giocatori per farlo funzionare come una squadra.”

Sulla sconfitta…
“Vinci tre partite di fila, ma non è il paradiso… perché sta arrivando una sconfitta. Perdi due, tre partite di fila; non è nemmeno un inferno, perché uscirai da questo momento buio e vincerai di nuovo”.

È importante mantenere equilibrio…
È molto importante mantenere l’equilibrio e questo è qualcosa che ho imparato molto con l’esperienza. Penso che più esperienza hai, più sei equilibrato e i giocatori, ti guardano e vedono una roccia, ti vedono come qualcuno di cui possono fidarsi. Empatia significa tutti insieme nello stesso progetto. Un club è fatto di molte persone. Proprietari, direttori, allenatori, giocatori. Tutti. E l’empatia per me significa che tutti stanno andando nella stessa direzione”.

La chiave del successo?
“Direi di prepararvi al meglio; Non abbiate fretta, perché è molto difficile. Quindi accetti il tuo primo lavoro da allenatore, devi essere pronto. Se non sei pronto alla stessa velocità con cui hai ottenuto il lavoro di allenatore lo perderai”.

Categorie
Interviste

Roma, Cassano durissimo: “Mourinho ha vita breve, giocano un calcio indegno”

ROMA MOURINHO CASSANO – Nuovo duro sfogo di Antonio Cassano nei confronti del tecnico giallorosso, andato in scena nel consueto appuntamento social alla Bobo Tv: Non ce l’ho come persona con Mourinho. Ma devo dire quello che penso, non butto fumo negli occhi della gente. Mi hanno rotto per due anni sull’allenatore e per quello che dicevo. L’allenatore peggiore degli ultimi 10 anni è stato lui. Ha fatto giocare la Roma in maniera indegna, schifosa. La gente della Roma si vende l’anima per la squadra e io lo so benissimo. Lui si è accattivato la simpatia dando tanto fumo alla gente, ma se semini vento raccogli sempre tempesta. Non mi importa dei risultati che ha ottenuto. Sono due anni che ce l’abbiamo, la società ha speso tanto, e lui fa figuracce con la Salernitana”.

Poi Cassano ha continuato, rincarando la dose, e rivolgendosi anche al rapporto tra Mourinho e la stampa che segue la Roma: “A Verona ho visto un calcio indegno, di risse e da cinema. Col Milan, in dieci, hanno fatto mezzo tiro con deviazione. La gente che va allo stadio non merita questo. All’epoca si andava bene sul carro di Mourinho, ma ora credo che abbia poca vita lì. Lukaku non lo voleva nessuno e poi è andato alla Roma. Paredes, Ndicka, Aouar sono tutti giocatori forti. Ma con Mourinho nessuna squadra gioca decentemente.

Il calcio deve divertire la gente, nella carriera di Mou non si è mai visto. Non ce l’ho con lui. Ma quando dicono che è bravo a livello comunicativo va fatta una distinzione. Quando sento parlare De Zerbi, Guardiola o Klopp, sento parlare di calcio, quando si parla con lui di calcio devia sempre e i giornalisti cagasotto non replicano“. Ha concluso Cassano nel corso della Bobo Tv sul momento delicato della Roma di Mourinho.