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RETESPORT

A Napoli un punto benedetto

IL GRAFFIO DI MAC – (Fabio Maccheroni) – Dopo lo 0-1 è successo molto. Un buon pareggio (2-2), una Roma non straordinaria ma reattiva. Soprattutto abbiamo visto Renatino. Ha regalato un rigore al Napoli che sembrava una sentenza. La Roma era andata sullo 0-1 (un vantaggio che peraltro la Roma aveva trovato per un intervento sciocco di Juan Jesus su Azmoun: Dybala poi dal dischetto…).

Il Napoli aveva subito pareggiato grazie a un rimpallo su un tiro di Olivera che spiazzava l’ottimo Svilar (il punto rimediato porta anche la sua preziosa firma). Poi Renatino, purtroppo entrato al posto di Bove. Il patatrac. Fallo stupido al limite dell’area su Kvaratskhelia. A questo punto (88’) la cosa che più mi ha colpito: attacco a testa bassa finché su angolo è arrivata la testa giusta: Abraham, 2-2. L’inglese entrato per Azmoun non segnava da un anno.

Risveglio fondamentale per la Roma in vista del tour de force. Nel primo tempo non mi aveva convinto la Roma, il Napoli avrebbe meritato di più. La Roma ha pagato le assenze, qualche errore di troppo anche di uomini importanti come Mancini. Sul vantaggio immaginavo una gestione più intelligente del match, ma va considerata anche la buona prova del Napoli, non certo quello sbilenco visto spesso quest’anno. Ha avuto una settimana per preparare la partita, la Roma ha tre partite in una settimana. Aggiungi squalifiche e infortuni, un punto benedetto.

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Editoriale

Terza tacca per DDR ma la strada resta in salita

IL GRAFFIO DI MAC (di Fabio Maccheroni) – Terza tacca per De Rossi. Questa volta però convincente. Gioco fluido. Tutto dipende dal gol al primo minuto? Anche nelle altre due la Roma era andata in vantaggio, ma poi ha arrancato. Merito della coppia Paredes-Cristante a centrocampo? Credo merito un po’ di tutto, ma l’importante è il risultato, il gioco brillante, verticale, la condizione di Dybala e Pellegrini. Vedremo con avversari più tosti ( già sabato l’Inter). Intanto abbiamo la prima idea degli undici ‘titolari’, dei cambi che arrivano puntuali (Zalewski per Elsha, Bove per Pellegrini). Anche Huijsen ha avuto spazio (Llorente ha accusato una leggera noia muscolare) e, oltre al gol, mi sembra davvero un predestinato.

È mancato soltanto il gol di Lukaku, che però è stato sempre in partita. Paredes, al di là della sciocca ammonizione è stato perfetto e Cristante , un palo e rigore conquistato, quasi perfetto. Dybala è tornato al gol su azione (il secondo su rigore) e Pellegrini ha avuto il merito di realizzare la rete che ha indirizzato il match, palesando una condizione che non vedevo da oltre un anno. L’esordio di Angelino perfetto: subito lanci in profondità. Meno appariscente Baldanzi, peraltro entrato al posto di Dybala a partita chiusa, quindi non nella situazione migliore per lasciare il segno. La Roma comunque torna a guardare il quarto posto con nuovo entusiasmo, importante che l’entusiasmo non si trasformi in euforia sconsiderata, perché la strada resta in salita.

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Editoriale

Elsha risolve il cruciverba quando stavamo girando pagina…

IL GRAFFIO DI MAC Elsha risolve il cruciverba quando stavamo girando pagina. Brutta partita d’attacco disordinato contro un Monza ordinato, che non meritava di vincere, ma era vicino a un pareggio che giocando in 10 dal 43’ del primo tempo sembrava quasi scritto, sottolineato da salvataggi importanti, parate importanti e due pali.

Mou dice che manca l’estro di Dybala e Pellegrini, difficile negarlo. Però la situazione a livello muscolare è questa e con questa bisogna guardare gli obiettivi. Ancora una volta è stata chiara l’inadeguatezza di Ndicka che, lasciato sempre libero di impostare (bravo Palladino) si è rivelato lento e macchinoso.

Lukaku non ha segnato, ha colpito un palo, ma ha colpito di più la scarsa assistenza per metterlo nelle migliori condizioni. Non mi è piaciuta l’espulsione presa da Mou perché capita mentre si parla di Inter e faccio fatica a pensare che sia un caso. E non mi piace l’atteggiamento di Palladino nei confronti della Roma. Ma sono romanista. Mi piacciono questi 3 punti perché col pareggio credo che il paradiso, già lontano, sarebbe stato irraggiungibile.

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