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Sexgate Roma, dopo Scala attesa anche Souloukou in Procura. Chinè sta indagando sulla diffusione del video

Emergono nuovi dettagli relativi alla delicata vicenda del video intimo diffuso all’interno di Trigoria e che avrebbe portato al licenziamento di due dipendenti da parte della società giallorossa.

Ieri Vito Scala, dirigente e tuttofare nella Roma, è stato ascoltato dalla Procura Federale. Un’audizione lunga circa un’ora, nel corso della quale Vito Scala sarebbe stato incalzato su determinati elementi di una vicenda, ancora in parte oscura.

Dalle varie ricostruzioni emergerebbe come il video sia stato inoltrato nelle chat in due diverse circostanze: la prima un anno e mezzo fa – qui Scala avrebbe avuto un ruolo determinante nel frenare la diffusione dei contenuto, spiegando ai ragazzi le conseguenze dell’atto- e la seconda più recentemente, quando il video cioè ha fatto il giro degli smartphone. Nel colloquio con la procura, il dirigente avrebbe inoltre riferito di essersi rivolto ai piani alti per segnalare l’accaduto. 

Ma la Procura Federale su cosa realmente vuole fare luce? Non tanto sui motivi del licenziamento o sulle dinamiche che hanno spinto la società giallorossa ad adottare questi provvedimenti, perchè evidentemente materia di altra giurisdizione quanto sulla diffusione del video all’interno di Trigoria e del numero di tesserati che l’avrebbero alimentata. Su questo aspetto la giustizia sportiva potrebbe intervenire con sanzioni ex art. 4 e 6 del codice di giustiza sportiva.

L’intenzione di Chinè sarebbe quella di concludere a breve tutte le audizioni e formulare dunque una conclusione chiara dell’indagine federale. Dovrebbe essere convocato non solo il Primavera, autore del ‘latrocinio’ del video, ma anche la CEO della Roma Lina Souloukou.

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Rassegna stampa

Roma ‘attaccata e destabilizzata’: il club ha indicato un nome a Chinè

Mentre proseguono le audizioni della procura federale in merito alla diffusione del video intimo dell’ex dipendente di Trigoria e che ha portato al suo licenziamento, la Roma sta lavorando per scoprire l’origine degli “attacchi mirati e diffamatori alla dirigenza, volti a destabilizzare il club in un momento cruciale della stagione”. (…)

Come scrive il Corriere dello Sport, nell’incontro di venerdì mattina tra l’avvocato Lorenzo Vitali – accompagnato dall’avvocato del club Antonio Conte – e il procuratore federale Giuseppe Chiné, è stato indicato il nome di un possibile “destabilizzatore” della società, cioè di colui che avrebbe alimentato il caso del licenziamento dei due dipendenti sollevando clamore sul comportamento del club nei confronti della donna e del giovane calciatore che le avrebbe sottratto il video da telefono.

(…) Fin qui è stato fatto solo un nome a Chiné, aspettando la fine delle indagini della Roma e una eventuale causa da parte dallo studio penale incaricato pochi giorni fa. Dopo essere stati ascoltati i due ex dipendenti e ieri l’avvocato Vitali (che aveva firmato la lettera di licenziamento), martedì saranno interrogati Vito Scala ma anche il giovane calciatore che secondo gli avvocati della donna avrebbe sottratto il video e poi diffuso.

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NEWS

Mourinho ‘quasi’ salvo: verso una sanzione soft

Dopo le dichiarazioni concilianti nei confronti del Procuratore federale Chinè (“mi aspetto giustizia ma il calcio è in buone mani con lui. Gli ho spiegato che la mia frase su Marcenaro è stata fraintesa, è stato un bel dialogo”) e il silenzio di domenica post Roma-Fiorentina, Josè Mourinho attende il verdetto sulla sua possibile squalifica.

 Secondo quanto riporta La Gazzetta dello Sport,  in settimana  la Procura deciderà se accogliere l’ipotesi del patteggiamento o procedere con il deferimento del tecnico giallorosso.

L’impressione è che si vada verso una sanzione soft e, proprio a tal proposito, può essere stata valutata positivamente l’assenza di dichiarazioni dopo la gara contro la Fiorentina.

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APPROFONDIMENTI

Caso Scommesse, tra patteggiamenti e rischi di illecito sportivo: l’analisi

Sono ore delicate per il calcio italiano, travolto da un nuovo possibile scandalo, nuovamente legato al torbido mondo delle scommesse. Dopo il caso Fagioli, che avrebbe ammesso già in procura Federale di aver scommesso sul calcio, appare molto delicata anche la posizione di Sandro Tonali.

Come riferiscono diversi quotidiani questa mattina, l’ex centrocampista del Milan, raggiunto a Coverciano alcuni giorni fa dall’avviso di garanzia e costretto a lasciare il ritiro, sarebbe in procinto di patteggiare dinanzi alla giustizia sportiva. Sandro Tonali ha deciso: si autodenuncerà alla Procura federale, ammetterà delle responsabilità e quindi è probabile che confessi di aver puntato su partite di calcio. La strategia difensiva è chiara: provare a ridurre la sua sanzione. Ciò significherebbe, di fatto, ammettere non solo di aver praticato gioco d’azzardo su piattaforme illegali, ma di averle utilizzate anche scommettendo sul calcio.

Al di là dei profili penali, l’aspetto sportivo della vicenda merita un ulteriore approfondimento. Come specifica il quotidiano la Repubblica, sullo sfondo della vicenda, iniziano a materializzarsi anche rischi più seri: l’illecito sportivo. 

Basterebbe ad esempio aver puntato su una propria ammonizione, e poi essere stato effettivamente ammonito, per essere accusato. Una accusa che espone un calciatore al rischio di una squalifica non inferiore ai quattro anni. In questo sommerso di scommesse e calciatori, un ruolo centrale è quello degli agenti delle piattaforme illegali. Soggetti che operano come allibratori e che ai grandi scommettitori applicano tariffe vantaggiose tagliando del 30 per cento le loro perdite. Tutto si svolge su conti virtuali, spesso ricaricati da remoto e poi saldati in contanti.

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Plusvalenze Roma e Lazio, l’eventuale sentenza sportiva non arriverà prima dell’estate

Il caso plusvalenze è esploso anche nella capitale, sia in casa Roma che in quella Lazio e certamente non farà dormire sonni tranquilli ai dirigenti delle due società.

Sul piano sportivo, nonostante non siano due fascicoli da 14mila pagine come nel caso della Juventus, è difficile ipotizzare che si possa arrivare a una sentenza prima dell’inizio della prossima stagione. Dalle prime indiscrezioni sembra inoltre che il filone biancoceleste d’indagine sia partito temporalmente prima rispetto a quello giallorosso.

Altro elemento che può creare delle lungaggini è l’immunità da parlamentare di Lotito. La Guardia di Finanza ha sequestrato tutti i dispositivi elettronici appartenenti ai dirigenti indagati tranne che a lui, mossa per la quale serve una votazione in Parlamento per avere l’autorizzazione a procedere. E Lotito nel filone laziale è elemento chiave poichè proprietario del club biancoceleste e della Salernitana all’epoca dei fatti contestati.

La Giustizia Sportiva interverrà eventualmente solo nella prossima stagione sulle plusvalenze di Roma e Lazio

Un’altra differenza con il caso Juventus sono le cifre, sì importanti visto che parliamo di milioni di euro, ma non al livello di quelle dei bianconeri. Per esempio le operazioni della Roma messe sotto indagine arrivano a un totale di 42,5 milioni di euro per giocatori, vedasi Cristante, Frattesi o Spinazzola.

Insomma, le indagini sono solo all’inizio e se per i giallorossi si intrecciano con la parabola Juventus, già analizzata dalla procura di Torino, vedasi l’intercettazione fra Cherubini e Bertola che parlano dell’affare Spinazzola-Luca Pellegrini, il filone Lazio-Salernitana è tutto da costruire e a giocare un ruolo fondamentale saranno i dati raccolti dall’analisi di telefoni e computer sequestrati dalla Guardia di Finanza, ricordando che mancano quelli di proprietà di Lotito.