Categorie
Calciomercato

Pinto può restare in Italia: contatti con un club di A

Dopo le ultime dichiarazioni, che hanno rappresentato oltre che un bilancio personale anche una forma di autopromozione per il prossimo futuro, Tiago Pinto è pronto a ripartire e alcune fonti di informazioni svelano che potrebbe restare in Italia.

Sulle tracce dell’ex ds portoghese della Roma ci sarebbe infatti il Napoli di De Laurentiis. A riferire la notizia Eleonora Trotta di calciomercato.it.

Categorie
Interviste

Mourinho: “Strano essere esonarati dopo due finali di fila. Non lavorerò più con Pinto”

Non è tardata la risposta di Josè Mourinho alle dichiarazioni di Tiago Pinto. L’ex tecnico giallorosso è stato intercettato in patria a margine del GP di Portogallo dall’emittente locale Sport TV. Ecco le sue dichiarazioni:

La mia partenza dalla Roma? Non c’è nulla di strano in questo. È difficile capire come un allenatore che raggiunge due finali europee di fila venga esonerato. Questa è l’unica cosa strana”.

Il tecnico è tornato poi sulle parole di Tiago Pinto: “Le sue interviste non mi interessano affatto, non perdo tempo a leggerle o ad ascoltarle. Non ho il minimo interesse. Lavorerà di nuovo con me? No, certamente no. In questo caso non è possibile”. Poi sul futuro: “Per il momento zero, zero notizie. Non ho un club, sono libero, ma voglio lavorare. In estate voglio lavorare. Mai dire mai, soprattutto nel calcio. La mia vita è il calcio, posso allenare ovunque. Non ho problemi”.

Categorie
Interviste

Pinto: “Difficile lavorare con Mourinho, ma ho imparato tanto”

“Quando ho lasciato la Roma ci ho pensato molto e sentivo che era il momento giusto, la fine di un ciclo. Ma quando ho preso la mia decisione, tutti quelli a me vicini hanno detto: ‘Conoscendoti, dubito che sarai in pace dopo due settimane’. Probabilmente avevano ragione… Il mio percorso nel calcio è molto diverso da quello della maggior parte delle persone. Ho studiato economia e pedagogia all’università e poi ho gestito questi cinque club, tutti con rose e culture diverse. Così ho imparato tanto”. Così Tiago Pinto, ex GM della Roma, in una lunga intervista ai microfoni di inews, portale inglese.

La Roma? “È stata una grande sfida, ma mi piace correre dei rischi”. Poi sul rapporto con Mourinho: “Non fraintendetemi, quando lavori con un uomo con un profilo così importante, è impegnativo. Ed è esigente perché ha ottenuto così tanto e ha standard elevati. Non dimentichiamo che sono portoghese e ho iniziato a lavorare con lui quando avevo 36 anni, per un giovane direttore sportivo è impossibile lavorare normalmente con Mourinho. Ho imparato molto da lui. È uno degli allenatori più importanti della storia del calcio. Il calcio è come ogni cosa, ha dei cicli. A volte sei d’accordo, a volte non sei d’accordo, ma nessuno può minimizzare il grande impatto che ha avuto alla Roma. Ciò che ti colpisce davvero ogni giorno è ciò che significa per le persone. Non importa se sei a Londra, Reykjavik, Dubai o dovunque, ciò che Jose significa per le persone è qualcosa di straordinario. E ci sono allenatori che hanno vinto tanto o anche più di lui, ma è difficile trovare qualcuno che tocchi il cuore della gente come lui. Ecco un piccolo esempio. Un giorno giocavamo a Sofia in Bulgaria nella Conference League, la partita era a novembre e il tempo era terribile. Nevicava, faceva molto, molto freddo. Vincevamo 3-0 ma alla fine abbiamo vinto 3-2, è stata una partita molto brutta. Abbiamo vinto ma eravamo di cattivo umore. Tutti vogliono farsi una doccia, prendere un autobus e andare all’aeroporto. Nevicava, era mezzanotte e quando è uscito dallo stadio e io lo guardavo aveva fatto 50 metri fino al punto dove c’erano 100 o 200 persone che gridavano per lui. È andato lì, ha fatto foto, ha fatto autografi. Ero sull’autobus a guardarlo e ho pensato: ‘Questo uomo ha vinto 25 titoli, è incazzato per la partite, tutti sono congelati e si sta prendendo 15 minuti per fare questa cosa. Sembra un piccolo dettaglio, ma alla fine lavoriamo per le persone. La cosa più speciale di Mourinho è il modo in cui lavora con le persone, la reazione che provoca in loro”.

Newcastle? “Se un grande club come il Newcastle chiede di parlare con te, ovviamente sei interessato. Conosco molto bene la storia del club perché Sir Bobby Robson era una grande personalità in Portogallo e lo associavamo al Newcastle. Ho seguito il club per quella passione. Il lavoro svolto dalla nuova proprietà è stato davvero impressionante: con una strategia intelligente sono venuti da una lotta per la retrocessione in Champions League, quindi c’è un enorme potenziale al Newcastle. Non so se l’interesse sia vero o no, ma chi direbbe no a un progetto del genere?”.

Infine sul metodo di lavoro: “Non sono il tipo che entra in un club e dice: ‘Licenzia tutti e nomina le persone che voglio’. Non è il mio stile, preferisco entrare e imparare prima. Un club è migliore se c’è un ambiente sereno, tutti sono allineati. Ci sono tre o quattro cose che rappresentano gli elementi chiave di una strategia sportiva. Il primo è il settore giovanile, a cui dedico molto tempo ed energie. A volte non è normale che gli scout della prima squadra conoscano il vivaio. Nelle mie squadre lo scout della prima squadra deve assolutamente conoscere il settore giovanile. Nella mia mentalità non prenderei un giocatore di 19 o 17 anni proveniente dall’estero se avessi in rosa qualcuno con lo stesso potenziale. Se il mio scout non lo sa, non capisce cosa sta facendo. Credo molto nello sviluppo e i giocatori nostrani sono importantissimi per il DNA del club e per la sostenibilità economica. Allora credo nei guadagni marginali. Le squadre che vincono di più sono quelle che pensano di più ai dettagli: l’alimentazione, lo psicologo, i viaggi, la qualità dei campi dove ti alleni, il tuo sonno. Sono testardo su questo. Cerco di dire alla mia gente: non importa se sei un medico, un fisioterapista, un manager del kit, quando torni a casa devi pensare: ‘Cosa ho fatto oggi per aiutare la squadra a vincere nel fine settimana?’. Ovviamente questo richiede molta energia e talvolta le persone mi chiedono perché sono così interessato a queste cose? Viene dal mio periodo in un’organizzazione polisportiva. Lì non avevamo tanti soldi, abbiamo preso il gruppo che abbiamo e abbiamo lavorato con loro fino alla fine della stagione. Quindi è necessario farli esibire. Infine, voglio che le persone siano allineate. Non mi piace il conflitto. Forse è un difetto: mi lascio coinvolgere in cose che non sono il core business della mia attività ma voglio l’allineamento interno dell’allenatore, del consiglio direttivo, di tutti i reparti. Credo che più siamo uniti, tra tutti i reparti, più siamo vicini al successo”.

Categorie
Rassegna stampa

Tiago Pinto, addio da top manager: la Roma è più forte

In molti scherzando ma non troppo, hanno definito il mercato che si è chiuso ieri sera “il migliore fatto da Tiago Pinto“. Il g.m., che nelle prossime ore saluterà definitivamente la Roma, si è congedato mettendo a disposizione di De Rossi tre calciatori utili alla causa Champions.

Con Angeliño, Huijsen e Baldanzi, infatti, il numero di giocatori arruolabili è cresciuto. Forse per la prima volta negli ultimi anni, i desideri tattici dell’allenatore sono stati soddisfatti.

Come scrive il Corriere della Sera, servivano un terzino sinistro, un centrale e un vice Dybala e sono arrivati. Allo stesso tempo sono partiti un difensore al rientro da un grave infortunio, Kumbulla e un centravanti come Belotti che non trovava spazio. Due sacrifici intelligenti, a cui si sarebbe dovuto aggiungere quello di Celik, il cui trasferimento last minute è saltato perché Galatasaray e Marsiglia hanno fatto scelte differenti. 

Categorie
APPROFONDIMENTI

Mercato invernale, Roma terza squadra in Italia per soldi investiti

Dal mercatino agli investimenti, su presente ma soprattutto futuro. La Roma negli ultimi giorni della finestra di mercato invernale, complice una serie di incastri legati alle uscite, è riuscita a trovare le risorse per centrare due obiettivi necessari per De Rossi e la sua svolta tattica sul 4-3-3.

Il tecnico aveva chiesto a Friedkin due pedine: un terzino sinistro e un trequartista mancino, in grado di poter dare respiro a Dybala che ha ampiamente dimostrato di non poter giocare ogni tre giorni. A breve tornerà l’Europa League e la Roma spera di arrivare il più avanti possibile anche quest’anno in Coppa.

Le uscite di Kumbulla e Belotti hanno prodotto complessivamente un risparmio a bilancio di oltre 6 milioni di euro, in più la cessione di Vina ha portato un flusso di cassa diverso. Queste operazioni sono arrivate tutte negli ultimi 10 giorni di mercato, alimentando le speranze di Pinto di chiudere il doppio affare Baldanzi-Angelino.

Secondo i dati transfermarkt, la Roma è il terzo club in Italia ad aver speso di più dopo Napoli e Bologna. Le italiane sono tutte fuori dalla top 10 in Europa. La prima formazione della Serie A in classifica è il Napoli: 21 milioni di euro investiti, di cui 18 per Ngonge. Poi il Bologna (16,5 milioni di euro) e la Roma (10,65 milioni di euro) che ha speso 10 milioni nel rush finale per Baldanzi + 5 di bonus.

Categorie
Rassegna stampa

Mercato, giovani e scouting: la nuova Roma riparte da qui

La scelta del ds, la nuova politica sul mercato e il basso profilo. La Roma gira davvero pagina e avvia un nuovo progetto improntato sul modello Red Bull. Non nel senso della bibita energetica in sé ma riguardo le dinamiche societarie del gruppo che amministra tra le altre Lipsia e Salisburgo: scouting, investimenti sui giovani e valorizzazione delle strutture. Tanti gli indizi. Il primo riguarda proprio il mercato.

Come scrive Leggo, dopo Angelino (accordo chiuso, si attende ora la cessione di Kumbulla) che viene proprio da quelle latitudini ieri è andata in scena la trattativa serrata per Baldanzi. Il 20enne dell’Empoli che Pinto sta provando a portare nella Capitale. Il gm è in queste ore a Milano dove ha ottenuto il sì del suo agente Riso cercando ora di trovare la quadra col club toscano. 

Categorie
Calciomercato

Roma, mercato caldo: Pinto a Milano, si tenta l’affondo su Baldanzi

La Roma vuole Tommaso Baldanzi. Tiago Pinto è arrivato a Milano ed è a lavoro con l’entourage del calciatore e poi con l’Empoli per provare a trovare la quadra economica sull’operazione.

Come riferisce Eleonora Trotta su X, l’affare potrebbe chiudere sulla base di un prestito con obbligo di riscatto intorno ai 15 milioni.

Categorie
Calciomercato

La Roma ha bloccato Angelino, ma serve una cessione

La Roma ha messo la freccia su tutti per Angeliño ma posti nella lista A allo stato attuale non ce ne sono. Per far sbarcare il terzino spagnolo nella Capitale bisogna prima cedere qualcuno tra quelli attualmente nella rosa a disposizione di Daniele De Rossi.

Con il cambio di modulo tattico e il ritorno alla difesa a 4, le esigenze del nuovo allenatore giallorosso sono cambiate. Ha bisogno di un esterno sinistro (per fare la coppia con Spinazzola, visto che anche ieri Zalewski ha giocato alto, nel tridente offensivo) e di un’ala destra che dia il cambio a Dybala.

Come scrive la Gazzetta dello Sport, l’esterno sinistro è stato individuato in Angeliño, lo spagnolo del Galatasaray (ma in prestito dal Lipsia) che fino a un paio di anni fa aveva fatto innamorare un po’ tutti in Europa, anche per i tanti gol fatti. L’obbligo di acquisto, infatti, doveva scattare alla ventesima presenza, per un totale di 6 milioni di euro, neanche tanto per un club florido come quello turco. Il Galatasaray però ha deciso di non andare avanti, tanto è vero che l’ultima partita giocata da Angeliño risale al 28 ottobre scorso. Poi 13 partite ai margini, tra panchina e tribuna. L

a Roma allora ha deciso di subentrare nel prestito, con l’eventuale diritto di riscatto fissato anche qui a 6 milioni di euro. Il giocatore ha già dato il suo gradimento per il trasferimento e anche al Lipsia sono d’accordo nel mandarlo in prestito fino a giugno nella Capitale.

Categorie
Rassegna stampa

Roma, a giugno sarà rivoluzione

Dopo la prima contestazione dell’era Mourinho a Trigoria, con lo striscione affisso ieri che era diretto esclusivamente ai calciatori, oggi tornerà a parlare Mourinho, la cui posizione rimane in fase di valutazione da parte dei Friedkin che già da domani si aspettano delle risposte.

Come riferisce la Repubblica, le dimissioni non sono un’opzione, ma per la prima volta da quando è a Roma, non è più così saldo. La sensazione è che ci si trovi all’alba di un anno zero. Entro inizio febbraio verrà annunciato il nuovo direttore sportivo poi a giugno sarà rivoluzione, con un taglio drastico al monte ingaggi, un nuovo allenatore e un progetto sportivo rivoluzionato. Ma questa stagione va portata a termine nel migliore dei modi.

Categorie
Rassegna stampa

Roma, è partita un’altra rivoluzione

Il primo tassello è caduto, ora non resta che attendere. Toccherà quindi al Massara, Modesto, Ribalta o Vivell di turno confermare Mourinho o scegliere il tecnico che lo succederà. Non fosse così, si partirebbe con il piede sbagliato ripetendo l’errore di tre anni fa quando Pinto fu scavalcato dalla decisione dei Friedkin di prendere lo Special One.

Come scrive il Messaggero, quello che sorprende sono le tempistiche sbagliate. Da quando in estate si è deciso di sottovalutare il problema dell’ultimo anno di contratto di Mou passando per la ricerca del centravanti e continuando con la sottovalutazione della questione del difensore centrale, che ieri ha portato Huijsen a Trigoria.

Quello della scadenza è un tema che si ripete: lo sono Mourinho, Lombardo (che lascerà il club a fine stagione), Rui Patricio, Spinazzola e i prestiti di Sanches, Kristensen, Azmoun e Lukaku.

Tira un’aria strana nella Roma, come se ogni parte in causa stia pensando più ai proprio interessi che a quelli comuni: lo ha fatto Pinto e lo sta facendo anche Mourinho con i suoi messaggi alla proprietà.