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Mercato, giovani e scouting: la nuova Roma riparte da qui

La scelta del ds, la nuova politica sul mercato e il basso profilo. La Roma gira davvero pagina e avvia un nuovo progetto improntato sul modello Red Bull. Non nel senso della bibita energetica in sé ma riguardo le dinamiche societarie del gruppo che amministra tra le altre Lipsia e Salisburgo: scouting, investimenti sui giovani e valorizzazione delle strutture. Tanti gli indizi. Il primo riguarda proprio il mercato.

Come scrive Leggo, dopo Angelino (accordo chiuso, si attende ora la cessione di Kumbulla) che viene proprio da quelle latitudini ieri è andata in scena la trattativa serrata per Baldanzi. Il 20enne dell’Empoli che Pinto sta provando a portare nella Capitale. Il gm è in queste ore a Milano dove ha ottenuto il sì del suo agente Riso cercando ora di trovare la quadra col club toscano. 

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Kumbulla, le scuse non bastano. Mou infuriato, a fine stagione finirà sul mercato

NEWS RETESPORT Marash Kumbulla sa di aver sbagliato, ma chiedere scusa non basterà. La follia di un secondo, quel calcio rifilato a Berardi, in area di rigore, ha causato l’espulsione e il rigore a favore dei neroverdi. Una mazzata sulle ambizioni di rimonta dei giallorossi che, probabilmente, anche se non si avrà mai la controprova, sul 2-1 all’intervallo ma in parità numerica, avrebbero cercato di ribaltare il match sulla spinta dell’ingresso di Dybala.

L’italo-albanese arrivava dalla gioia di coppa. Subentrato nella ripresa contro la Real Sociedad, oltre ad un’ottima prestazione difensiva, aveva realizzato tre giorni prima, il gol pesantissimo del 2-0 contro gli spagnoli, meritando così la fiducia di Mou, che non lo ha mai abbandonato, anche dopo la folle serata di Bodo. Lo scorso anno, a Tirana e in terra albanese arrivò una risposta chiara dello Special One a quei cronisti locali che chiesero del futuro del centrale giallorosso: Marash è un bravo ragazzo, un ottimo professionista, fa parte della famiglia e rimarrà qui”. Così è stato. Fiducia rinnovata seppur da quarto difensore centrale nella gerarchia del tecnico. In questa stagione, complice anche uno stop muscolare accusato ad inizio stagione, l’ennesimo da quando è a Roma, ha giocato relativamente poco: 10 presenze per circa 400 minuti. Recentemente però è cresciuta la fiducia di Mou nei suoi confronti, evidentemente alla luce anche di un ottimo rendimento nel corso degli allenamenti settimanali da parte del classe 2000. In campo purtroppo pesano da inizio 2023 il clamoroso errore contro la Cremonese in Coppa Italia e poi il rosso di domenica, che probabilmente ha definitivamente chiuso la sua avventura in giallorosso. Nonostante le scuse espresse a caldo dal calciatore, Mourinho ha preso malissimo l’episodio che, salvo sorprese, lo spingerà a tenere fuori il calciatore fino a fine stagione dove sarà tirata una linea e si cercherà un club interessato ad acquistarlo sul mercato. Spazio dunque a Llorente, che dovrebbe tornare a disposizione da domenica dopo lo stop muscolare di giovedì scorso.

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Cessioni, sono otto in lista di uscita. Pinto vuole monetizzare

Mentre il mercato in entrata decolla, quello in uscita resta bloccato. Nell’ampia lista dei partenti la Roma ha inserito 8 nomi: Calafiori, Villar, Diawara, Kluivert, Vina, Veretout, Carles Perez e Shomurodov. Il nono nome sarebbe stato quello di Darboe, prima che la lesione al legamento crociato rimandasse i piani. Il gm giallorosso Tiago Pinto sta cercando in queste ore delle sistemazioni, con un’idea ben precisa: monetizzare dai cartellini e abbassare il monte ingaggi.

Veretout – scrive il Corriere dello Sport – è il calciatore con più mercato, ma se dovesse restare Mourinho punterebbe su di lui, utilizzandolo magari come prima alternativa ai titolari di centrocampo. Marsiglia e Lille hanno formulato offerte di 8-9 milioni, ma la Roma ne vorrebbe 12. L’arrivo di un top player lì in mezzo, però, lo accompagnerebbe alla porta. Su Carles Perez è forte l’interesse del Celta Vigo, ma Pinto oltre al prestito chiede l’obbligo di riscatto. Si lavora per limare la distanza tra domanda e offerta, ma lo spagnolo ha già preparato le valigie. Shomurodov non è stato convocato per l’amichevole contro il Tottenham per scelta tecnica. L’uzbeko ha fatto capire che si sta guardando intorno e qualche chiacchierata con Bologna e Torino ci sarebbe già stata. Vina ha capito che ormai a sinistra è diventato la terza scelta dietro Spinazzola e Zalewski, anche se difficilmente la Roma troverà un club disposto ad avvicinarsi ai 13 milioni spesi un anno fa.

Calafiori, Villar, Diawara e Kluivert sono invece ai margini. Per il terzino c’è il ritorno di fiamma del Genoa e l’interesse dello Zurigo, per lo spagnolo la Sampdoria propone il prestito con diritto di riscatto, ma Pinto non fa sconti rispetto all’idea dell’obbligo. Il guineano ha due offerte a titolo definitivo (Galatasaray ed Hertha Berlino), che andrebbero però sviluppate. Kluivert attende il rilancio Fulham e una nuova chiamata del Nizza.

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Un mercato da big: le mosse dei Friedkin

Dalla Conference League arrivano i soldi per costruire una Roma più forte. Finora dalla competizione europea sono arrivati nove milioni, più altri sei per la qualificazione alla semifinale. I Friedkin – scrive il Corriere dello Sport – sono intenzionati a ricapitalizzare ancora per dare a Mourinho una squadra competitiva, ma bisognerà fare attenzione al monte ingaggi e saranno reinvestiti i soldi che arriveranno dai prestiti e dalle cessioni.

Per mettersi in regola con i rigorosi parametri del Fair Play Finanziario occorrerà una nuova ricapitalizzazione l’anno prossimo, di circa cento milioni, dopo aver completato quella attuale con altri venti milioni circa.

Ryan Friedkin a Nyon ha spiegato ai vertici dell’Uefa il piano di rientro della Roma. Anche se dalla Svizzera entro il prossimo mese dovrebbero arrivare nuove indicazioni sul Fair Play. Occorrono comunque il taglio al monte ingaggi (il tetto per i nuovi acquisti sarà di tre milioni) e sostanziosi incassi dalle cessioni. Non basta i circa 35 milioni che arriveranno dai riscatti obbligati. I proprietari devono mettere altri soldi per arrivare a 460 milioni entro la fine dell’anno, ma bisogna vendere.

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Una spalla per Abraham: occhi puntati su Guedes

Il piatto forte è stato trovato, adesso però – che l’appetito vien mangiando – occorrerà trovare “contorni” che possano far risaltare al meglio quella che è la pietanza principale, scrive su La Gazzetta dello Sport. Ovvero, ora che la Roma ha capito come Tammy Abraham sia così forte da essere destinato a diventare uno dei punti fermi della squadra del futuro, la dirigenza dovrà pensare ad affiancarlo da giocatori in grado di valorizzarlo ulteriormente e, soprattutto, capaci di assicurare un autonomo bilancio di gol. Tutto questo, al netto di ciò che potrà essere lacessione o meno di Zaniolo. Al momento, il casting per l’attacco prevede una rosa in cui spuntano tre nomi. Il primo è quello di Gonçalo Guedes, 25 anni, attaccante del Valencia. Il portoghese (sì, anche lui) ha il contratto in scadenza nel 2023, anche se il valore del suo cartellino per ora è difficile che sia inferiore ai 30 milioni. Il motivo è semplice, visto che finora Guedes ha segnato 13 gol e fornito 5 assist. Comunque, se il portoghese può giocare su tutto il fronte d’attacco, non c’è solo lui nel mirino. Piace infatti anche Anderson Souza Conceição, detto Talisca. Il brasiliano, 28 anni, ha più caratteristiche da trequartista o seconda punta, però adesso – pur avendo un sontuoso contratto fino al 2024 con l’Al-Nassr, gradirebbe un ritorno al calcio europeo, che ha conosciuto col Benfica.  L’ultimo nome (ma solo per adesso) è quello che porta a uno storico “pallino” della Roma. Si tratta di Filip Kostic, 29 anni, dell’Eintracht Francoforte.

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Il declino di Veretout: aria di addio a giugno

Jordan Veretout è passato in poche settimane da titolare insostituibile a riserva conclamata, come ha confermato la quinta esclusione consecutiva in campionato: sabato contro il Verona era in panchina insieme al gruppo di straordinari ragazzi che hanno poi realizzato la rimonta nel secondo tempo.

Anche Veretout, scrive il Corriere dello Sport entrando dopo l’intervallo insieme a Zalewski, è stato prezioso per riorganizzare la squadra. Da professionista ha dato il massimo per sé e per la Roma. Ma di sicuro non è contento di essere stato declassato da Mourinho, che negli ultimi tempi ha sfiorato il tema in diverse uscite pubbliche: “Io sono felice di avere in panchina uno come Veretout. Magari lui lo è un po’ meno“.

E ancora, giusto venerdì scorso: “Veretout ha vissuto un periodo di calo come capita a quasi tutti i calciatori durante una stagione. Ma adesso sta tornando a un livello che considero accettabili“. Non abbastanza però da recuperare un posto nella formazione di sabato, nonostante i nove compagni indisponibili.

La Roma ha bloccato da tempo ogni discorso sui rinnovi, compreso quello già delineato di Gianluca Mancini, e non ha alcuna intenzione di ritoccare il contratto di Veretout. Che a questo punto, con il contestuale arrivo di Sergio Oliveira a Trigoria, diventa il principale indiziato alla cessione a giugno.

A lui sono interessati il Milan e il Napoli, ai quali la Roma lo strappò nell’estate 2019, e non solo. La sua valutazione teorica è di 25 milioni anche se i recenti sviluppi possono farla calare: Tiago Pintoragiona su una possibile plusvalenza, ricordando che a suo tempo il collega Petrachi lo aveva pagato 17 milioni più bonus.