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APPROFONDIMENTI

Roma, tra bilancio e mercato: quanto pesa qualificarsi alla Champions

CHAMPIONS ROMA ANALISI – Negli ultimi anni è stata sempre più evidente la differenza economica in termini di premi, revenue e incassi tra la Champions League e le altre competizioni europee. A maggior ragione per un club come la Roma che non disputa la massima competizione internazionale da cinque stagioni, che rischiano di essere sei se non centrerà il quarto posto – ora distante nuovamente 5 punti.

Con il nuovo format della Super Champions League che scatterà dalla prossima stagione, aumenteranno anche i ricavi UEFA ma cambieranno i criteri di distribuzione, che porterebbero nelle casse giallorosse più di 50 milioni solo a fronte della qualificazione (da quarta o da quinta, sperando valga anche questo piazzamento).

Nello specifico la Roma se dovesse finalmente tornare a sentire la tanto agognata musichetta della Champions, incasserebbe 50,27 milioni così suddivisi: 9,27 per il ranking storico/decennale; 22,1 milioni per quota diritti tv nazionale e rankin UEFA dell’ultimo quinquennio; infine 18,62 come bonus secco per la partecipazione.

Questo dato non tiene conto dei premi relativi ad eventuali vittorie-pareggi e incasso botteghino.

(Francesco Oddo Casano)

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NEWS

Roma-Sassuolo, anche Manolas e Damiano dei Maneskin all’Olimpico – VIDEO

Diversi vip ed ex calciatori presenti come sempre per le gare casalinghe della Roma. In occasione della sfida dei giallorossi contro il Sassuolo presenti Kostas Manolas – attuale centrale della Salernitana – e Damiano dei Maneskin che ha postato sul profilo ufficiale del club il suo saluto.

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Interviste

Mourinho: “Dybala out. Ieri riunione dura con i giocatori, qualcuno deve dare di più. Mai umiliati nei derby”

CONFERENZA STAMPA – Le parole di Mourinho in conferenza stampa:

Inizia Mourinho: “Sono qui da due anni e cinque mesi e in questo periodo sono l’unica persona in questo palazzo che non ha perso neanche un minuto di una sessione d’allenamento. Per me non ci sono malattie, buon umore etc, in due anni e mezzo non ho sbagliato niente, neanche due settimane fa che ero l’unico a lavoro perchè erano tutti malati. Due mesi fa ho chiesto un giorno di stop per una situazione personale che non devo spiegare, ho spiegato alla proprietà e al direttore Pinto che il giorno giusto fosse dopo la partita in una settimana che si giocava mercoledì e domenica. Sono stato fuori Roma 14 ore, mi sembra ridicolo stare qui a giustificarmi, ma non accetto in nessun modo che la mia dignità, professionalità e il cuore per questo lavoro mio e verso il club, venga criticata. Non ho mai perso una partita in 23 anni, non sono mai stato malato e un allenamento di recupero per la gente che ha giocato, con 6 soli calciatori in campo che non hanno giocato, con l’assenza dell’allenatore permessa dalla società e dal direttore, mi sembra drammatico che io lo giustifichi”

Come si riparte?
“Facile, la partita è finita, abbiamo perso, abbiamo fatto tante cose bene nonostante le nostre limitazioni, altre cose non bene e le abbiamo analizzate ieri. Abbiamo parlato, abbiamo analizzato sempre con la voglia di migliorare dentro i nostri limiti. Si riparte, io dal mio punto di vista come riparto da 23 anni. Partita giocata, finita, analizzata e ora si pensa alla prossima. Non c’è altra storia”

Milan in difficoltà ma con grandi valori tecnici?
“Affrontiamo una squadra che ha vinto lo Scudetto due anni fa e gioca per vincere il titolo. Sembra che la distanza attuale tra loro e Inter-Juventus non sia facile da colmare, ma è quella squadra lì, che ha perso qualche giocatore importante per infortunio nella zona difensiva, ma a centrocampo e in attacco sono tutti i titolari, dietro non avranno due-tre giocatori ma ne ha presi già due per cercare di trovare la soluzione, come Terracciano e Gabbia. E’ una squadra che vuole sicuramente vincere dopo la sconfitta di Coppa, per loro era sicuramente un target soprattutto se non possono vincere lo Scudetto. Tutti conoscono le nostre difficoltà, magari non qualche commentatore o qualche giornalista, ma noi andremo là. Ho parlato con i giocatori dal punto di vista dell’analisi, del gioco, non gioco, non ho nessun tipo di problema, mi confronto con i miei calciatori, non c’è niente che qualche persona possa o vorrebbe dire ai miei giocatori che non ho detto. Per me è una cosa molto chiara la differenza tra le difficoltà e utilizzare le difficoltà che sono vere come un modo per giustificare chi non dà di più. Risparmio a voi i nomi, è una cosa interna, so perfettamente che alla fine nel calcio la responsabilità dei risultati globali sia dell’allenatore, ma nel rapporto che ho con i giocatori non risparmio niente. Ieri riunione dura, specialmente per qualcuno, perchè dal punto di vista collettivo sono stato chiaro, la squadra difensivamente è stata perfetta, non ha avuto problemi, prende un gol in quel modo che inizia con una rimessa laterale nostra, che non siamo neanche capaci di battere, trasformandola in un calcio d’angolo contro. Dopo arriva un rigore di un bambino di 18 anni con 55 minuti di Serie A, che continuo a dire – spero si sia capita la mia espressione – non ho mai detto che non fosse rigore, ma un rigore di tempi moderni, laddove l’arbitraggio oggi in termini di protezione del gioco è inferiore rispetto a 10 anni fa. Non ho risparmiato nulla a nessuno nella riunione. Poi nell’allenamento c’erano solo 6 giocatori, è difficile lavorare in campo e migliorare le cose così. Il messaggio è rimasto lì, c’è gente che individualmente deve dare di più”

Dopo Budapest aveva chiesto il supporto di un dirigente che l’affiancasse in queste situazioni delicate. Vista la rabbia dei tifosi dopo il derby, perchè nessuno della società ha parlato? Cosa si sente di dire ai tifosi?
“Sono anche io la società, non sono un componente alto del club, ma la rappresento quando parlo, mentre sono qui mi considero società, con parole che immagino la gente voglia sentire là fuori. Voglio essere sempre leale corretto nel mio confronto con la società, è il mio dovere e il mio modo di essere. In questo momento qui le mie parole penso siano oggettive: non so quanti derby ho giocato 150-200, sono sempre state partite speciali, vincendo, pareggiando e perdendo, con un modo diverso di viverla. Ho sempre capito che per un tifoso del Chelsea giocare contro l’Arsenal è diverso dal City, così l’Inter contro la Juve rispetto alla Roma e qui ho capito ovviamente quello che significa il derby. Il derby che abbiamo vinto è pesante, perchè ci sono vittorie e sconfitte, ma anche umiliazioni, il derby vinto con 3-0 dopo 20 minuti potevano essere 4-5 i gol è stata un’umiliazione per loro. Quelli che abbiamo perso solo per un dettaglio, un errore nostro o arbitrale, ma sempre con la dignità di chi dà tutto. Siamo sempre usciti con la testa alta, dando tutto. Abbiamo perso in 10 contro 11 per 60 minuti dando tutti, anche in questa partita qui dove a mio giudizio qualcuno doveva obbligatoriamente dare di più, abbiamo finito la gara con due grandissime opportunità di pareggiare. L’orgoglio di essere romanisti, di lavorare per i romanisti è presente qui dentro, però è là dentro del campo che noi dobbiamo far vedere alla gente questo atteggiamento extra che va contro tutti. Capisco perfettamente che la gente non è contenta per qualche situazione che per me è fuori dal contesto ma che alla fine non è, perchè non è uno sport individuale ma collettivo. L’atteggiamento di A o B incide anche sugli altri. Di chi è questa responsabilità? Mia, individuale dei giocatori, della situazione in cui siamo dove non posso dire ad uno che non gioca più per far giocare un altro, perchè siamo pochi. Sono tanti i fattori, è difficile uscire da questa analisi. Qui dentro quando parlo penso che rimanga qui dentro, qualche volta esce qualcosa e non è vera, a volte sì, ma io qui dentro non risparmio nessuno e tante volte parlo anche di me stesso, perchè per chiedere ai giocatori un’autovalutazione, mi devo mettere anche io nella posizione similare, in modo tale che anche loro possano fare autocritica. Ieri ho detto ai giocatori una cosa oggettiva: ti ricordi quella partita là? Potevo fare meglio, anche i miei collaboratori. Ho identificato una partita in cui non ero contento con me stesso, quando vedo partite in cui siamo messi bene in campo, in cui credo che il mio lavoro sia stato fatto al 100%, dopo mi sento tradito per l’errore individuale che punisce la mia squadra. Noi abbiamo avuto due periodi difficili quest’anno: il primo ad inizio anno con un punto su 9 presi, con tanti infortunati e tanti giocatori indisponibili. In questo momento abbiamo 4 punti di differenza dalla Champions perdendone 8 su 9 nelle prime tre. Il secondo periodo durissimo è stato questo con tanti scontri diretti e un gruppo ridotto di calciatori. Le critiche a tutti noi sono giuste, ma dimenticare le difficoltà del nostro momento è una cosa pazzesca. Basta vedere la partita vinta contro la Cremonese, la linea difensiva di oggi, con Mancini che non si allena da un mese, Kristensen che non è un centrale, Llorente si infortuna poi non gioca il derby, domani è in dubbio, gioca un bambino titolare. Se la gente ignora questo non è giusto e qui devo difendere il nostro gruppo, incluso chi non sta ad un livello di performance accettabile, perchè in generale è un gruppo di gente seria, che soffre, che lavora duro. Abbiamo perso un derby, abbiamo un campionato da giocare, a 4 punti da un target che se non fossimo noi sarebbe impossibile per chiunque, perchè il vero potenziale delle prime quattro non è paragonabile a noi. Siamo noi, la Roma, una tifoseria incredibile che non ho mai visto nella mia vita, un allenatore che qualcuno pensa si chiami Josè Mourinho Potter non Felix, ma stiamo lottando ancora per qualcosa che è ancora molto difficile. La partita col Milan saremo là a metterci la faccia, mi dispiace che sarò in tribuna e non in panchina, in un habitat dove non sono il benvenuto ma darò tutto e andremo lì con tutto quello che abbiamo, con la certezza che i ragazzi daranno tutto”

Dybala?
“Penso non ci sarà”

Ha detto che senza Dybala ha sentito che nella testa della squadra qualcosa era cambiato. Come è possibile risolvere il problema di una Roma senza l’argentino, che mediamente salta la metà delle partite stagionali?
“Trovare la soluzione per giocare senza Dybala per noi è diverso di quello che Guardiola può fare con Alvarez al posto di Halaand. Per Pochettino se non gioca Sterling, c’è Mudryk. Per Klopp senza Jota c’è Nunez o Diaz. Ripeto mi rivolgo solo a chi non capisce. La Roma vive una situazione di Financial Fair Play per cui ha delle grandi limitazioni e questo si vede in campo, si vede durante la stagione con le difficoltà quando subentrano dei problemi, non c’è come nasconderle, dal momento che la Roma ha fatto uno sforzo economico per avere Smalling ora non ce l’ha e non può averne un altro. Stesso discorso per Sanches che non c’è mai e non possiamo averne due perchè i paletti del Ffp non ti permettono di avere un altro giocatore nella stessa posizione dello stesso valore. Dybala è un giocatore veramente speciale che ha giocato in una squadra con altri giocatori speciali come lui, qualche volta entrava, giocava, stava in panchina. Qui per le sue caratteristiche non abbiamo un sostituto. Partita contro la Fiorentina dopo 20 minuti sembrava da 3-0, finito lui abbiamo perso connessioni. Non lo fa Belotti, El Shaarawy, Joao Costa che domani sarà convocato, che magari domani gioca ma non ha la qualità pe fare quel lavoro lì. La Roma senza Dybala è diversa, ma se qualcuno non vuole capire non posso dire di più”

Ha parlato di delusione nei confronti di alcuni singoli, ci saranno scelte importanti domani? O è impossibile farlo?
“La squadra domani non sarà la stessa, Paulo non gioca titolare e già non è uguale. Farò qualche cambio, sicuramente sì, ma qui non esiste l’intenzione di punire nessuno o mettere attenzioni su determinati singoli, ma costruire un puzzle sul piano fisico, mentale e tattico che ci possa permettere di competere lì. La squadra più tattica di solito è la squadra con meno qualità tecnica, perchè al contrario quando hai tanta qualità, lavori meno tatticamente e ti focalizzi su come portare efficacia a quella qualità individuale. Noi siamo una squadra che si focalizza molto sul piano tattico, con principi su cui lavoriamo molto in campo, siamo pochissimi oggi, eravamo pochi ora senza Paulo e Azmoun altri due in meno. Sono qui con voi perchè non parlerò dopo la partita, prossima settimana non c’è partita e non sarò qui con voi e sono qui a rispondere a delle domande per dare risposte ai tifosi. Se c’è da dare delle risposte sono io che devo farlo a livello regolamentare”

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Rassegna stampa

Roma e Mou ancora insieme? Ipotesi di rinnovo biennale

Il contratto di Mou è in scadenza a giugno e il suo futuro a Roma non è ancora stato definito.

Proprio per tale ragione, visto che la Roma – dopo mesi di silenzio – fa filtrare che il rinnovo (biennale) dello Special One non è impossibile, è ovvio che il feeling debba essere mantenuto anche nell’immediato futuro. Perché la famiglia Friedkin valuta tutto in base a un solo mantra: i risultati. Il primo della lista è ben noto: la qualificazione alla prossima Champions League. Adesso che il quarto posto – sia pure in condominio con il Napoli – è agganciato, alla Roma occorre non perdere terreno. La prova del nove arriva subito. Anzi, la prova dei sei, perché nel giro di un mese i giallorossi devono affrontare sei squadre di alta classifica, cominciando domenica con la Fiorentina, per poi passare attraverso le forche caudine rappresentate da Bologna, Napoli, Juventus, Atalanta e Milan.

Passando alle coppe, quella casalinga è da onorare. Se nella scorsa stagione ci fu l’harakiri interno contro la Cremonese, adesso il destino ripropone per gli ottavi di finale la stessa sfida sullo stesso palcoscenico: l’Olimpico. Il 3 gennaio sarà vietato sbagliare, così come (ancora di più) sarà vietato farlo nell’eventuale sfida dei quarti contro la Lazio. Il derby, infatti, è sempre quel tipo di partita che può cambiare mutare gli equilibri umorali di una stagione, senza contare che il bilancio dello Special One nella Capitale è fortemente deficitario: un successo, un pareggio e ben tre sconfitte.

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Rassegna stampa

Panchina lunga e 7 punti in più: è un’altra Roma

Ci sono squadre in Italia e in Europa che possono permettersi nei momenti più complicati e stancanti della stagione di adottare un pesante turnover tra campionato e coppa. Ci sono allenatori che possono vantare una panchina di livello e qualità, alla pari della formazione titolare. Poi c’è chi deve fare di necessità una virtù e trovare le giuste contromosse alla fatica utilizzando le riserve come una vera e propria arma attraverso le sostituzioni.

Il metodo Моц, potrebbe essere rinominato. Durante il suo triennio in giallorosso il tecnico è riuscito a sfruttare le sue riserve per cambiare più e più volte le partite, specialmente nei minuti finali. Non potendo adottare spesso un turnover profondo per via dei tanti infortuni e le assenze di alternative valide, José ha sfruttato quel gruppetto di giocatori per farli rendere al meglio una volta entrati. […]

Come scrive il Corriere dello Sport, sette punti sono arrivati grazie a chi ha sfruttato la sua chance a gara in corso, altri ne sono arrivati grazie a coloro che hanno contribuito a consolidare il risultato. Tanti punti raccolti per una Roma che via via si sta abituando sempre di più a non mollare la partita fino alla fine, consapevole di poter avere sempre un’occasione da gol anche al novantesimo e di poter contare anche sull’aiuto del la panchina. Chiaramente quando è ricca di elementi importanti (come contro l’Udinese) e non solo di ragazzi della Primavera.

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APPROFONDIMENTI

Roma, tre vittorie nel girone europeo: è record! Di Bove la rete più veloce

La Roma ha vinto questa sera contro lo Slavia Praga la terza gara consecutiva in un girone europeo. Non era mai accaduto ai giallorossi nella storia del club capitolino.

Quella di Edoardo Bove dopo 50 secondi è invece la rete più veloce nella storia europea della Roma.

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Rassegna stampa

Mou, la notte in bianco a Trigoria e il confronto con il gruppo. I Friedkin gli rinnovano la fiducia

Di ritorno da Genova, Mourinho è rimasto a Trigoria per rivedersi la partita per intero. Nella giornata di ieri il tecnico si è a lungo confrontato con la squadra in sala video, analizzando gli errori e la fase di possesso palla. La gara era stata preparata in un altro modo e quello che l’allenatore avrebbe voluto vedere si è verificato solamente in un paio di occasioni.

I toni? Sono stati quelli utilizzati in queste situazioni quando la delusione per quanto accaduto e la voglia di rivalsa si trasformano in un mix dal quale ripartire. Come scrive il Messaggero, poi spazio alla seduta pomeridiana. La presenza dei Friedkin a Trigoria conferma il momento delicato che sta vivendo la squadra. La società è molto delusa poiché la squadra deve arrivare in Champions, ma la posizione è chiara: si va avanti con Mourinho.

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NEWS

As Roma, nuova partnership commerciale con Q8

AS Roma è lieta di annunciare la partnership con Q8 che diventerà Proud Partner del Club.

Grazie alla collaborazione con Q8, si aggiunge un ulteriore tassello all’impegno dell’AS Roma nell’ambito della sostenibilità, attraverso lo sviluppo e l’utilizzo di biocarburanti e la creazione di valore sociale tramite un programma di iniziative congiunte.

Q8 rifornirà i bus della squadra con l’innovativo biocarburante Q8 HVO+, in grado di ridurre notevolmente il volume di CO2, abbattendo nell’intero ciclo di vita del 90% le emissioni rispetto all’utilizzo di un carburante tradizionale.

AS Roma e Q8 – nell’ambito della partnership – realizzeranno un programma di iniziative a beneficio del territorio, con particolare attenzione all’ambiente e alla comunità, oltre ad attività di promozione e di engagement rivolte ai tifosi giallorossi.

“Siamo felici di unire le nostre forze a quelle di Q8, un leader nel suo settore con il quale il Club condivide l’ambiziosa visione di fornire priorità e visibilità all’innovazione in ambito sostenibilità. L’AS Roma – spiega Michael WandellChief Commercial & Brand Officer dei giallorossi – ha una lunga storia di attività sociali e ambientali a beneficio del territorio e così, in linea con la nostra strategia, questa partnership rafforza i nostri sforzi di sostenibilità e di decarbonizzazione per preservare la nostra incredibile comunità per le generazioni future”.   

 “Siamo fieri di essere a fianco della magica Roma e dei suoi tifosi per sostenerli in questo percorso sulla strada della mobilità sostenibile, grazie al Q8 HVO+ che garantisce un minor impatto ambientale ed è il frutto della continua innovazione che da sempre ci contraddistingue nel settore energetico.” dichiara Fabio Curtacci Global Cards Fleet and Marketing Director, e prosegue: “Grazie alla convinzione che condividiamo con la AS Roma sul ruolo delle imprese nella comunità, siamo orgogliosi di aver pianificato congiuntamente anche iniziative di valore sociale per il supporto del territorio in cui operiamo”.

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Calciomercato

Zapata frena, in casa Roma prende piede la suggestione Lukaku

I due gol di Belotti alla Salernitana non cambiano le strategie della Roma. Un centravanti (almeno) doveva arrivare e un centravanti (almeno) arriverà. Il favorito rimane Zapata. Anzi, ieri per qualche ora, si pensava che l’arrivo del colombiano fosse addirittura questione di ore. Ci vorrà invece ancora qualche giorno.

Un po’ perché se è vero che a Trigoria hanno accettato come la valutazione del colombiano sia di 10 milioni, improbabile che un affare salti per una differenza di vedute tra una formula 5+5, 6+4 o 7+3. La novità è che oltre a limare questi aspetti, qualche pensiero sul trasferimento ora ce l’ha anche Zapata. Inizialmente il colombiano non accettava che il riscatto fosse subordinato al 50% delle presenze. Adesso che il problema è stato dribblato, Duvan ha deciso di prendere tempo.

Che dipenda da un lungo colloquio avuto ieri con Gasperini che non è mai stato convinto della sua partenza, ancor di più dopo il ko di Touré (e la maglia da titolare con il Sassuolo è la conferma) o semplici riflessioni da padre di famiglia (nel caso accettasse il trasferimento, la famiglia rimarrà a Bergamo: la moglie si occupa di una linea di prodotti cosmetici e fa la spola con Milano, i bambini sono stati già iscritti a scuola e rimarrebbero comunque con la mamma) poco cambia. Quello che doveva essere un sì, per adesso è un nì.

Come scrive il Messaggero, il paradosso della vicenda è che questa frenata arriva nel momento in cui l’Atalanta era entrata nell’ordine di idee di cederlo. Nel programma di ringiovanimento dell’intero pacchetto offensivo (sono arrivati Scamacca, 24 anni, Touré, 21, De Ketelaere, 22 anni, che si aggiungono a Lookman, 25 anni) alleggerire il monte-ingaggi e separarsi da un centravanti che ha già compiuto 32 anni e nelle ultime due stagioni ha palesato diversi problemi fisici, ricavandoci 10 milioni, poteva valere la pena. Ma poi ci si è messo di mezzo il ko di Touré, i dubbi di Gasperini e le perplessità di Duvan.

Morale? L’impressione è che bisognerà attendere ancora qualche giorno. Il piano B della Roma ad oggi si chiama Willian José, 31enne brasiliano del Betis Siviglia che non fa impazzire Mourinho. A meno che non prenda piede la suggestione Lukaku. Passano i giorni e il belga rimane bloccato al Chelsea. Il trasferimento alla Juventus si è complicato e l’attaccante di andare in Arabia non ci pensa. Potrebbe diventare (ma servirebbe che il Chelsea partecipasse all’ingaggio) un all-in dell’ultimo minuto.

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Esclusive

Esclusiva Retesport, Petruzzi: “Mazzone era un secondo padre. Allenatore e persona unica” – AUDIO

“Sono addolorato e affranto per la scomparsa di mister Mazzone, per me è stato un allenatore, un maestro ma soprattutto un secondo padre”. Così Fabio Petruzzi, ai microfoni di Retesport, sul suo rapporto con l’allenatore romano morto nelle scorse ore.

Mi ha fatto crescere dandomi fiducia nella Roma, mi ha portato con sé a Brescia e poi a Bologna. Era uno che se doveva rimproverarti lo faceva aspramente, ma con chiunque parli che ha avuto il piacere e l’onore di lavorare con lui, conserva ricordi splendidi di mister Mazzone“.

Mi ricordo che in occasione della famigerata corsa sotto la curva degli atalantini, dopo la partita avendo ormai un rapporto di confidenza assoluta con lui, mi confessò che da una parte aveva sbagliato ma allo stesso tempo ammise che aver ricevuto insulti nei confronti della madre gli fece perdere lucidità, perchè aveva patito molto per la morte della mamma. Lui era così, genuino, intenso, onesto, lui aveva due gemelli: da lunedì e venerdì il fratello buono, gentile, disponibile, dal sabato cambiava totalmente, era intrattabile, voleva concentrazione massima da parte di tutti“.