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Interviste

Mourinho: “Dybala out. Ieri riunione dura con i giocatori, qualcuno deve dare di più. Mai umiliati nei derby”

CONFERENZA STAMPA – Le parole di Mourinho in conferenza stampa:

Inizia Mourinho: “Sono qui da due anni e cinque mesi e in questo periodo sono l’unica persona in questo palazzo che non ha perso neanche un minuto di una sessione d’allenamento. Per me non ci sono malattie, buon umore etc, in due anni e mezzo non ho sbagliato niente, neanche due settimane fa che ero l’unico a lavoro perchè erano tutti malati. Due mesi fa ho chiesto un giorno di stop per una situazione personale che non devo spiegare, ho spiegato alla proprietà e al direttore Pinto che il giorno giusto fosse dopo la partita in una settimana che si giocava mercoledì e domenica. Sono stato fuori Roma 14 ore, mi sembra ridicolo stare qui a giustificarmi, ma non accetto in nessun modo che la mia dignità, professionalità e il cuore per questo lavoro mio e verso il club, venga criticata. Non ho mai perso una partita in 23 anni, non sono mai stato malato e un allenamento di recupero per la gente che ha giocato, con 6 soli calciatori in campo che non hanno giocato, con l’assenza dell’allenatore permessa dalla società e dal direttore, mi sembra drammatico che io lo giustifichi”

Come si riparte?
“Facile, la partita è finita, abbiamo perso, abbiamo fatto tante cose bene nonostante le nostre limitazioni, altre cose non bene e le abbiamo analizzate ieri. Abbiamo parlato, abbiamo analizzato sempre con la voglia di migliorare dentro i nostri limiti. Si riparte, io dal mio punto di vista come riparto da 23 anni. Partita giocata, finita, analizzata e ora si pensa alla prossima. Non c’è altra storia”

Milan in difficoltà ma con grandi valori tecnici?
“Affrontiamo una squadra che ha vinto lo Scudetto due anni fa e gioca per vincere il titolo. Sembra che la distanza attuale tra loro e Inter-Juventus non sia facile da colmare, ma è quella squadra lì, che ha perso qualche giocatore importante per infortunio nella zona difensiva, ma a centrocampo e in attacco sono tutti i titolari, dietro non avranno due-tre giocatori ma ne ha presi già due per cercare di trovare la soluzione, come Terracciano e Gabbia. E’ una squadra che vuole sicuramente vincere dopo la sconfitta di Coppa, per loro era sicuramente un target soprattutto se non possono vincere lo Scudetto. Tutti conoscono le nostre difficoltà, magari non qualche commentatore o qualche giornalista, ma noi andremo là. Ho parlato con i giocatori dal punto di vista dell’analisi, del gioco, non gioco, non ho nessun tipo di problema, mi confronto con i miei calciatori, non c’è niente che qualche persona possa o vorrebbe dire ai miei giocatori che non ho detto. Per me è una cosa molto chiara la differenza tra le difficoltà e utilizzare le difficoltà che sono vere come un modo per giustificare chi non dà di più. Risparmio a voi i nomi, è una cosa interna, so perfettamente che alla fine nel calcio la responsabilità dei risultati globali sia dell’allenatore, ma nel rapporto che ho con i giocatori non risparmio niente. Ieri riunione dura, specialmente per qualcuno, perchè dal punto di vista collettivo sono stato chiaro, la squadra difensivamente è stata perfetta, non ha avuto problemi, prende un gol in quel modo che inizia con una rimessa laterale nostra, che non siamo neanche capaci di battere, trasformandola in un calcio d’angolo contro. Dopo arriva un rigore di un bambino di 18 anni con 55 minuti di Serie A, che continuo a dire – spero si sia capita la mia espressione – non ho mai detto che non fosse rigore, ma un rigore di tempi moderni, laddove l’arbitraggio oggi in termini di protezione del gioco è inferiore rispetto a 10 anni fa. Non ho risparmiato nulla a nessuno nella riunione. Poi nell’allenamento c’erano solo 6 giocatori, è difficile lavorare in campo e migliorare le cose così. Il messaggio è rimasto lì, c’è gente che individualmente deve dare di più”

Dopo Budapest aveva chiesto il supporto di un dirigente che l’affiancasse in queste situazioni delicate. Vista la rabbia dei tifosi dopo il derby, perchè nessuno della società ha parlato? Cosa si sente di dire ai tifosi?
“Sono anche io la società, non sono un componente alto del club, ma la rappresento quando parlo, mentre sono qui mi considero società, con parole che immagino la gente voglia sentire là fuori. Voglio essere sempre leale corretto nel mio confronto con la società, è il mio dovere e il mio modo di essere. In questo momento qui le mie parole penso siano oggettive: non so quanti derby ho giocato 150-200, sono sempre state partite speciali, vincendo, pareggiando e perdendo, con un modo diverso di viverla. Ho sempre capito che per un tifoso del Chelsea giocare contro l’Arsenal è diverso dal City, così l’Inter contro la Juve rispetto alla Roma e qui ho capito ovviamente quello che significa il derby. Il derby che abbiamo vinto è pesante, perchè ci sono vittorie e sconfitte, ma anche umiliazioni, il derby vinto con 3-0 dopo 20 minuti potevano essere 4-5 i gol è stata un’umiliazione per loro. Quelli che abbiamo perso solo per un dettaglio, un errore nostro o arbitrale, ma sempre con la dignità di chi dà tutto. Siamo sempre usciti con la testa alta, dando tutto. Abbiamo perso in 10 contro 11 per 60 minuti dando tutti, anche in questa partita qui dove a mio giudizio qualcuno doveva obbligatoriamente dare di più, abbiamo finito la gara con due grandissime opportunità di pareggiare. L’orgoglio di essere romanisti, di lavorare per i romanisti è presente qui dentro, però è là dentro del campo che noi dobbiamo far vedere alla gente questo atteggiamento extra che va contro tutti. Capisco perfettamente che la gente non è contenta per qualche situazione che per me è fuori dal contesto ma che alla fine non è, perchè non è uno sport individuale ma collettivo. L’atteggiamento di A o B incide anche sugli altri. Di chi è questa responsabilità? Mia, individuale dei giocatori, della situazione in cui siamo dove non posso dire ad uno che non gioca più per far giocare un altro, perchè siamo pochi. Sono tanti i fattori, è difficile uscire da questa analisi. Qui dentro quando parlo penso che rimanga qui dentro, qualche volta esce qualcosa e non è vera, a volte sì, ma io qui dentro non risparmio nessuno e tante volte parlo anche di me stesso, perchè per chiedere ai giocatori un’autovalutazione, mi devo mettere anche io nella posizione similare, in modo tale che anche loro possano fare autocritica. Ieri ho detto ai giocatori una cosa oggettiva: ti ricordi quella partita là? Potevo fare meglio, anche i miei collaboratori. Ho identificato una partita in cui non ero contento con me stesso, quando vedo partite in cui siamo messi bene in campo, in cui credo che il mio lavoro sia stato fatto al 100%, dopo mi sento tradito per l’errore individuale che punisce la mia squadra. Noi abbiamo avuto due periodi difficili quest’anno: il primo ad inizio anno con un punto su 9 presi, con tanti infortunati e tanti giocatori indisponibili. In questo momento abbiamo 4 punti di differenza dalla Champions perdendone 8 su 9 nelle prime tre. Il secondo periodo durissimo è stato questo con tanti scontri diretti e un gruppo ridotto di calciatori. Le critiche a tutti noi sono giuste, ma dimenticare le difficoltà del nostro momento è una cosa pazzesca. Basta vedere la partita vinta contro la Cremonese, la linea difensiva di oggi, con Mancini che non si allena da un mese, Kristensen che non è un centrale, Llorente si infortuna poi non gioca il derby, domani è in dubbio, gioca un bambino titolare. Se la gente ignora questo non è giusto e qui devo difendere il nostro gruppo, incluso chi non sta ad un livello di performance accettabile, perchè in generale è un gruppo di gente seria, che soffre, che lavora duro. Abbiamo perso un derby, abbiamo un campionato da giocare, a 4 punti da un target che se non fossimo noi sarebbe impossibile per chiunque, perchè il vero potenziale delle prime quattro non è paragonabile a noi. Siamo noi, la Roma, una tifoseria incredibile che non ho mai visto nella mia vita, un allenatore che qualcuno pensa si chiami Josè Mourinho Potter non Felix, ma stiamo lottando ancora per qualcosa che è ancora molto difficile. La partita col Milan saremo là a metterci la faccia, mi dispiace che sarò in tribuna e non in panchina, in un habitat dove non sono il benvenuto ma darò tutto e andremo lì con tutto quello che abbiamo, con la certezza che i ragazzi daranno tutto”

Dybala?
“Penso non ci sarà”

Ha detto che senza Dybala ha sentito che nella testa della squadra qualcosa era cambiato. Come è possibile risolvere il problema di una Roma senza l’argentino, che mediamente salta la metà delle partite stagionali?
“Trovare la soluzione per giocare senza Dybala per noi è diverso di quello che Guardiola può fare con Alvarez al posto di Halaand. Per Pochettino se non gioca Sterling, c’è Mudryk. Per Klopp senza Jota c’è Nunez o Diaz. Ripeto mi rivolgo solo a chi non capisce. La Roma vive una situazione di Financial Fair Play per cui ha delle grandi limitazioni e questo si vede in campo, si vede durante la stagione con le difficoltà quando subentrano dei problemi, non c’è come nasconderle, dal momento che la Roma ha fatto uno sforzo economico per avere Smalling ora non ce l’ha e non può averne un altro. Stesso discorso per Sanches che non c’è mai e non possiamo averne due perchè i paletti del Ffp non ti permettono di avere un altro giocatore nella stessa posizione dello stesso valore. Dybala è un giocatore veramente speciale che ha giocato in una squadra con altri giocatori speciali come lui, qualche volta entrava, giocava, stava in panchina. Qui per le sue caratteristiche non abbiamo un sostituto. Partita contro la Fiorentina dopo 20 minuti sembrava da 3-0, finito lui abbiamo perso connessioni. Non lo fa Belotti, El Shaarawy, Joao Costa che domani sarà convocato, che magari domani gioca ma non ha la qualità pe fare quel lavoro lì. La Roma senza Dybala è diversa, ma se qualcuno non vuole capire non posso dire di più”

Ha parlato di delusione nei confronti di alcuni singoli, ci saranno scelte importanti domani? O è impossibile farlo?
“La squadra domani non sarà la stessa, Paulo non gioca titolare e già non è uguale. Farò qualche cambio, sicuramente sì, ma qui non esiste l’intenzione di punire nessuno o mettere attenzioni su determinati singoli, ma costruire un puzzle sul piano fisico, mentale e tattico che ci possa permettere di competere lì. La squadra più tattica di solito è la squadra con meno qualità tecnica, perchè al contrario quando hai tanta qualità, lavori meno tatticamente e ti focalizzi su come portare efficacia a quella qualità individuale. Noi siamo una squadra che si focalizza molto sul piano tattico, con principi su cui lavoriamo molto in campo, siamo pochissimi oggi, eravamo pochi ora senza Paulo e Azmoun altri due in meno. Sono qui con voi perchè non parlerò dopo la partita, prossima settimana non c’è partita e non sarò qui con voi e sono qui a rispondere a delle domande per dare risposte ai tifosi. Se c’è da dare delle risposte sono io che devo farlo a livello regolamentare”

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