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Interviste

Lotito rincara la dose: “La gara di Udine non doveva essere sospesa con un codice giallo accertato”

“Ribadisco, non ho attaccato la Roma sul caso Ndicka, ho insegnato solo la norma a chi me lo ha chiesto. Il presidente Casini è stato ultra modo garantista perché aveva il potere di prendere la decisione in autonomia e invece l’ha rimessa al Consiglio che ha detto di attenersi allo statuto”, così il Presidente Lotito sulla questione del rinvio di Udinese-Roma dopo una battuta riferita da La Stampa a margine di un evento politico.

La partita con l’Udinese non doveva essere sospesa con un codice giallo accertato, non è mai successo nella storia del calcio. La gara poteva essere ripresa la sera stessa, o quella successiva dopo le verifiche, c’erano 18 minuti da giocare. A me è successo ai tempi della Salernitana. La storia dell’Atalanta è diversa, la sfida era stata rinviata. La sospensione dice che la partita dev’essere disputata inderogabilmente entro 15 giorni, sul rinvio si può stabilire qualunque data per il recupero” ha concluso Lotito.

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APPROFONDIMENTI

DDR, un gigante in un calcio piccolo

(di Francesco Oddo Casano) – Non serve strillare o inventare teatrini mediatici per far valere la forza della ragione e delle idee. Daniele De Rossi oggi ha dimostrato ancora una volta la sua grandezza. Da ex campione in campo e grande uomo fuori, ha parlato in sala stampa mettendo qua e là i puntini sulle ‘i’ senza mai tracimare.

Ha mostrato classe, eleganza e coraggio, tirando una serie di ‘delicate sassate’ dialettiche a chi ha avuto l’ardore di mettere in discussione la bontà del gesto – condiviso da tutti in campo, anche dall’Udinese e dall’arbitro Pairetto – di sospendere la gara contro i friulani.

“Se bisogna sottolineare oltremodo il gesto fatto a Udine vuol dire che siamo finiti come società”, aveva detto qualche giorno fa DDR e oggi è stato costretto a tornare su un tema di cui non si dovrebbe neanche discutere. In un mondo normale dovrebbe essere così. L’umanità e la salvaguardia della salute delle persone dovrebbe andare oltre lo spettacolo, così anche il senso d’appartenenza ad una comunità, ad un gruppo, ad una famiglia. E la Roma fortunatamente è una famiglia, lo mostra costantemente in campo e fuori, rendendo orgogliosa un’intera tifoseria.

Ma tornando al merito della questione. Non solo la Roma è stata danneggiata dalla miopia (o dai giochi di potere…) del ‘palazzo’ calcistico nazionale e sarà l’unica formazione europea a non poter disporre di 5 giorni pieni per preparare la sfida d’andata delle semifinali di coppa, ma ha dovuto anche ascoltare la bieca reprimenda di Lotito e dei vertici della Lega, ai quali con eleganza, De Rossi ha mandato messaggi chiari e inoppugnabili.

“Mi dispiace che il presidente Casini non abbia ascoltato le nostre richieste, che secondo me erano legittime e sacrosante, mi dispiace che il capo delle competizioni, un uomo di calcio che è stato nell’Inter per tanti anni, non ci abbia aiutati e capiti, perché è un uomo di calcio, stava dentro al campo, faceva le coppe europee, sa benissimo quanto un giorno in più o in meno sia determinante per una squadra, detto ciò punto“. Esatto. Perchè De Rossi non cavalca mai la cultura dell’alibi e non inizierà a farlo ora. Quando ha parlato di episodi arbitrali ha rigirato la questione chiedendo lumi in merito al concetto di interpretazione e discrezionalità, nonostante l’entrata in vigore del VAR. Quando oggi ha toccato la questione ‘politica’ che dovrebbe attenere ad un dirigente (e ci si augura che prima o poi la Roma si doti di una figura in grado di poter tutelare l’allenatore su questi temi soprattutto nella comunicazione) non si è nascosto, anzi. Ha tirato fuori nomi e cognomi, sbertucciandoli, senza insultare.

E la frase più ficcante non l’ha espressa tanto su Lotito (“abbiamo un bel rapporto, ha sbagliato. So che ha detto quelle frasi ad un buffet…) ma sui vertici del nostro calcio (comunque espressione politica del presidente biancoceleste): “Se certe considerazioni sul presunto vantaggio che avremmo tratto dalla sospensione le fanno sui social, ci perdo tempo 30 secondi ma se lo facciamo anche noi all’interno del calcio, e purtroppo ripeto nelle chiacchiere fatte con Butti, Casini, è uscita questa cosa, come se il fatto che lui non fosse morto era una nostra colpa, un nostro errore, quando come se non bastasse l’esser stati spaventati che fosse successo qualcosa a un nostro amico, giocatore, compagno, a un calciatore di qualsiasi squadra, è un peccato”. A tutto questo fanno da sfondo i silenzi assordanti di Gravina – Presidente FIGC – e del ministro dello Sport Abodi, che su altre tematiche invece hanno mostrato enorme celerità e loquacità (ad es. l’esultanza di Mancini con una bandiera goliardica al termine di un derby).

Colpiti e affondati. Senza possibilità di replica, senza credibilità alcuna qualsiasi affermazione questi signori faranno. De Rossi si è mostrato ancora una volta moralmente e dialetticamente ineccepibile, un gigante in un mondo melmoso e torbido come quello del calcio italiano.

 
 
 
 
 
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Calciomercato

La Lazio punta Zaniolo: primi contatti tra Lotito e l’entourage

La Lazio punta Nicolò Zaniolo. Claudio Lotito vuole l’ex giallorosso, che a fine anno tornerà al Galatasaray dopo l’esperienza all’Aston Villa. Il numero uno del club ha individuato in Zaniolo il profilo ideale per rinforzare la Lazio in vista della prossima stagione.

Come riferisce tuttomercatoweb, Nicolò Zaniolo è un potenziale obiettivo della Lazio. Ci sono stati dei contatti. È una situazione da monitorare, con tutte le eventuali difficoltà del caso in virtù dei trascorsi importanti alla Roma, può diventare nel tempo una pista concreta. Lotito scende in campo e ci prova. Anche se alla finestra ci sono – attenti alle evoluzioni – Milan, Fiorentina e Napoli.

Zaniolo in passato da calciatore della Roma è stato vittima di diversi cori di scherno, insulti alla madre e striscioni della tifoseria laziale. Un passaggio ai biancocelesti sarebbe difficile da gestire a livello ambientale.

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Rassegna stampa

Scontro tra Roma e Lazio: Friedkin infuriati con Lotito

Le dichiarazioni di Claudio Lotito sulla gestione Friedkin non sono state ben accolte a Trigoria. Lunedì, il presidente della Lazio, in occasione del congresso romano di Forza Italia, aveva sollevato dubbi sulla stabilità finanziaria della Roma, affermando: “Dovevano essere già falliti. Mica non mettono i soldi. Che fanno? Non trasformano i soldi in capitale.” Queste osservazioni hanno generato tensioni, suscitando reazioni poco serene da parte della dirigenza giallorossa.

Nella giornata successiva, si è verificato un acceso confronto tra le due parti, con la richiesta da parte della Roma di emettere un comunicato ufficiale che prendesse le distanze dalle dichiarazioni del senatore Lotito.

Tuttavia, questa richiesta è stata respinta da Formello. Dall’altra parte, la Lazio sostiene che le parole del presidente Lotito non abbiano basi solide per essere considerate, considerando anche il contesto nel quale sono state pronunciate. Lo scrive il Tempo.

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Interviste

Lotito, altro veleno sulla Roma: “Dovevano essere già falliti”

LOTITO ROMA – L’occasione è stata offerta durante il congresso romano di Forza Italia, partito di cui il presidente della Lazio è senatore. La presenza al suo fianco di Maurizio Gasparri, noto esponente dello stesso partito e dichiarato sostenitore della Roma, ha reso l’ambiente propizio per esprimere le sue opinioni.

Dopo aver elogiato la scelta dei Friedkin di nominare Daniele De Rossi come allenatore (“una decisione intelligente, nonostante il suo particolare modo di fare…”), Lotito è stato netto riguardo alla situazione economica della squadra giallorossa: “Dovevano essere già falliti”.

Lotito ha poi aggiunto un commento sulla gestione finanziaria dei Friedkin: “Non è che non investono nella società. Il problema è che non trasformano quegli investimenti in capitale”. A questo punto, il senatore Gasparri ha avanzato un’ipotesi: “Secondo me, stanno vendendo, almeno così si dice”, ma Lotito non ha voluto approfondire.

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NEWS

Lotito tuona: “Niente decreto crescita? E’ un danno per il calcio. La Roma senza Mou e Lukaku è morta”

Il Decreto Crescita sarà abolito e il calcio italiano dunque non potrà più usufruire della parziale defiscalizzazione dei contratti di giocatori e allenatori che provengono dall’estero. Una norma che indubbiamente negli ultimi anni ha permesso al calcio italiano di attrarre nel nostro paese personaggi importanti, su tutti Josè Mourinho.

Il presidente Lotito, senatore della Repubblica, ha tentato fino a domenica sera con un exploit finale di inserire i calciatori e le società sportiva nel nuovo Decreto Crescita, un tentativo vano però.

Questo il commento dello stesso Lotito ai microfoni de La Stampa: «L’emendamento in questione lo ha fatto Galliani, non era manco mio. Per il resto, io sono abituato, come faceva Andreotti, a portare l’impermeabile estate e inverno: a me scivola tutto».

«Qualcuno ha cominciato a speculare “no perché il calcio, il settore giovanile…”: una stronzata. Giorgetti? Lasciamo perdere… Tu mica importi il ragazzino che prende 50 euro, importi i campioni. Quindi vai anche a mortificare la competitività del calcio italiano. Se tu oggi hai possibilità di avere Lukaku… gioca con la Roma, no? Lukaku cor cavolo che lo pijavi! Hai capito qual è il problema? Mourinho non lo pijavi! Perché Mourinho si avvale di questa norma. Hai capito? Così crei un danno alle società: senza Mourinho e Lukaku la Roma è morta».

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NEWS

Expo 2030, dopo la polemica anti-Roma è flop anche per la Lazio. Lotito: “Il logo non è mai arrivato”

Tanto rumore per nulla. Dopo settimane di furenti polemiche, con interviste e parole al vetriolo di alcuni ex esponenti politici, il logo di Expo 2030 non apparirà sulle maglie della Roma, ma nemmeno su quelle biancocelesti.

La società giallorossa era stata accusata, neanche troppo velatamente, di aver favorito l’Arabia Saudita e Riyad con l’accordo stipulato con i sauditi qualche settimana fa rispetto alla candidatura di Roma per Expo 2030. Una polemica che poteva incrinare anche i rapporti con la giunta capitolina con sguardo sul progetto del nuovo stadio a Pietralata.

Al di là dell’iniziale fastidio avvertito da alcuni esponenti del Comune, poi sopito con dichiarazioni chiare (come quelle espresse in diretta a Retesport dall’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia), la dinamica si era spostata sul fronte opposto, quello biancoceleste.

Questa mattina il quotidiano La Repubblica ha ricostruito la vicenda, sottolineando che anche la Lazio non indosserà il logo ‘Roma Expo 2030’.

La disponibilità sembrava totale: “La Lazio metterà in atto ogni iniziativa possibile per sostenere la candidatura di Roma per Expo 2030″, firmato Claudio Lotito il 6 ottobre scorso. Il comunicato della società biancoceleste giunse in Campidoglio come un segnale di speranza in mezzo all’oscurità provocata dalla decisione della AS Roma di inserire lo sponsor “Riyad Season” sulla propria maglia.

Tuttavia, dopo le dichiarazioni, è seguito il silenzio. “Nessuno mi ha inviato il logo di Roma Expo 2030”, afferma Lotito ora, rivolgendo il suo attacco al Comitato promotore: “Li ho chiamati quattro volte, nessuno mi ha risposto. Mica posso mettere un marchio senza l’autorizzazione”. Così, per un mese, la maglia della Lazio è rimasta senza sponsor, anche nel derby della scorsa domenica, un’occasione perfetta per promuovere la candidatura della Capitale in contrasto con quella araba. Lotito sottolinea un mese di opportunità perdute per associare il nome di Roma a una delle due squadre della Capitale, mancando l’occasione di esportare la candidatura anche in ambito Champions League.

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Roma, sondaggio con Auronzo per la sede del prossimo ritiro e Lotito…

La prossima estate, la Roma potrebbe optare per un ritiro in montagna, puntando su Auronzo, località storicamente frequentata per anni dalla Lazio. Secondo quanto riportato dal Messaggero, alcuni rappresentanti della Roma hanno esplorato la possibilità di utilizzare Auronzo come sede per il ritiro estivo, tuttavia, Lotito, presidente della Lazio, sembra avere una sorta di diritto di prelazione su questa location.

Nell’aprile dell’anno scorso, la Media Sport Event di Gianni Lacchè ha sottoscritto un accordo-mandato con il Comune del Cadore, conferendo alla Lazio la priorità fino a marzo per firmare un contratto biennale (2024-2025) del valore di 500 mila euro all’anno.

Nonostante il contratto sia sul tavolo da mesi, Lotito sembra essere in attesa della conferma da parte di Sarri prima di ratificare l’accordo.

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Interviste

De Laurentis: ”Diritti tv a cinque anni solo per far stare Lotito in equilibrio di bilancio. È una follia”

De Laurentis ha attaccato Lotito durante il convegno “Le nuove prospettive sulla riforma dello sport”. Come riporta l’ANSA il presidente del Napoli ha accusato il numero uno della Lazio in merito alla questione diritti tv. Di seguito le sue parole.

“Il concetto è che pensare di poter fare ad arte per Lotito un’aggiudicazione dei diritti tv a cinque anni che a lui servono per stare in equilibrio di bilancio è una follia. Quando oggi tutto cambia di mese in mese. Poi quando abbiamo i nemici in casa, con l’AgCom che ritarda l’approvazione di una legge diventa difficile non fare retro pensieri”

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Interviste

Lotito: “I romanisti sono caciaroni, ma quando perdono spariscono”

Claudio Lotito, presidente della Lazio, ha parlato a pochi giorni dal derby, ai microfoni di Radio Serie A: “Il Derby? Vivo le partite con un’apparente serenità, il mio tumulto è interiore, lo so controllare. Il derby per noi è un campionato nel campionato. È un appuntamento importante e spero che la squadra trovi la compattezza e la forza di esprimersi al 100% per dare grandi soddisfazioni ai tifosi che meritano un comportamento all’insegna del sacrificio, della determinazione e del risultato. E’ un campionato nel campionato, il suo risultato condiziona l’andamento successivo”. Lotito ha poi aggiunto: “L’anno scorso due grandi risultati che hanno creato un trasporto da parte della tifoseria verso la squadra molto importante. Quello a cui sono più legato? Finale di Coppa Italia del 26 maggio 2013. Un evento particolarissimo, in città si vive e si soffre. L’altra fazione è più portata a enfatizzare, è più caciarona, ma se non raggiunge l’obiettivo si nasconde e sparisce. I laziali invece sembra, sottolineo sembra, che preferiscano soffrire in silenzio”.