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La Saudi Aramco vuole la Roma: Friedkin chiede oltre 1 miliardo

A margine della partita amichevole da giocare a Riad, sono sempre più insistenti le voci di un rapporto ben più intenso di una semplice sponsorizzazione tra mondo arabo e Roma.

Gli sceicchi, molto attratti dall’appeal della capitale, valutano un ingresso nell’azionariato del club. Le voci in questo senso trovano conferma negli ambienti finanziari sauditi in stretto contatto con quelli americani sempre più presenti nel Golfo con banche consulenti.

A Milano qualche giorno fa erano presenti rappresentanti del fondo governativo saudita Pif e gli investitori riconducibili a Saudi Aramco (il ramo idrocarburi del governo). Non solo per il Milan, ma anche per la Roma. Il proprietario è Yasir Al-Rumayyan (55 anni di Burayda), già presidente del Newcastle United.

Come scrive Leggo, nessuna offerta ufficiale o trattativa inoltrata, ma una prima manifestazione di interesse. I Friedkin valutano il pacchetto di maggioranza del club di poco superiore al miliardo di euro considerati gli ingenti investimenti messi in atto per risanare lasciati in profondo rosso dalla precedente gestione. La presidenza americana, contestata duramente in questi giorni dai tifosi per l’esonero di Mourinho e un mercato deludente, sta valutando seriamente la vendita dell’asset ma ne parleranno (appunto) solo alle cifre che gli permetterebbe un rientro dell’investimento.

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Expo 2030, dopo la polemica anti-Roma è flop anche per la Lazio. Lotito: “Il logo non è mai arrivato”

Tanto rumore per nulla. Dopo settimane di furenti polemiche, con interviste e parole al vetriolo di alcuni ex esponenti politici, il logo di Expo 2030 non apparirà sulle maglie della Roma, ma nemmeno su quelle biancocelesti.

La società giallorossa era stata accusata, neanche troppo velatamente, di aver favorito l’Arabia Saudita e Riyad con l’accordo stipulato con i sauditi qualche settimana fa rispetto alla candidatura di Roma per Expo 2030. Una polemica che poteva incrinare anche i rapporti con la giunta capitolina con sguardo sul progetto del nuovo stadio a Pietralata.

Al di là dell’iniziale fastidio avvertito da alcuni esponenti del Comune, poi sopito con dichiarazioni chiare (come quelle espresse in diretta a Retesport dall’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia), la dinamica si era spostata sul fronte opposto, quello biancoceleste.

Questa mattina il quotidiano La Repubblica ha ricostruito la vicenda, sottolineando che anche la Lazio non indosserà il logo ‘Roma Expo 2030’.

La disponibilità sembrava totale: “La Lazio metterà in atto ogni iniziativa possibile per sostenere la candidatura di Roma per Expo 2030″, firmato Claudio Lotito il 6 ottobre scorso. Il comunicato della società biancoceleste giunse in Campidoglio come un segnale di speranza in mezzo all’oscurità provocata dalla decisione della AS Roma di inserire lo sponsor “Riyad Season” sulla propria maglia.

Tuttavia, dopo le dichiarazioni, è seguito il silenzio. “Nessuno mi ha inviato il logo di Roma Expo 2030”, afferma Lotito ora, rivolgendo il suo attacco al Comitato promotore: “Li ho chiamati quattro volte, nessuno mi ha risposto. Mica posso mettere un marchio senza l’autorizzazione”. Così, per un mese, la maglia della Lazio è rimasta senza sponsor, anche nel derby della scorsa domenica, un’occasione perfetta per promuovere la candidatura della Capitale in contrasto con quella araba. Lotito sottolinea un mese di opportunità perdute per associare il nome di Roma a una delle due squadre della Capitale, mancando l’occasione di esportare la candidatura anche in ambito Champions League.

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Roma-Servette, esordio per Riyadh Season sulle maglie – FOTO

Dopo l’annuncio ufficiale di ieri, la Roma questa sera indosserà per la prima volta la maglia ufficiale con il nuovo main sponsor. Riyadh Season infatti, marchio dell’Arabia Saudita legato al turismo, apparirà questa sera nel match di Europa League contro il Servette sulle divise ufficiali della squadra di Mourinho.

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Raggi: “Vergogna, ora i giallorossi mostrino il logo di Expo”

Continua a far discutere la scelta della Roma di apporre sulla maglia il marchio Riyadh Season. Un accordo annunciato ieri e che porteàr nelle casse giallorosse 25 milioni di euro.

Virginia Raggi, consigliera d’opposizione e presidente della commissione Expo del Campidoglio, ha rilasciato un’intervista al quotidiano e si è soffermata sulla partnership siglata dalla Roma con il brand saudita Riyadh Season. Ecco le sue dichiarazioni: “Questa storia è una vergogna. Ci sta che la Roma si faccia sponsorizzare da chi vuole, ma c’è una questione di modi e di tempi. Per mettere il nome di Riad, prima concorrente della Capitale nella rincorsa all’edizione 2030 di Expo si poteva aspettare e stringere un eventuale accordo dopo il 28 novembre”.

Perché una vergogna?
“Perché in questo momento stiamo tutti remando dalla stessa parte per portare Expo a Roma, all’Italia. Questo è il momento di stare uniti”.

Per il sindaco Roberto Gualtieri la mossa saudita mostrerebbe la paura di perdere Expo di Riad.
“Noi siamo Caput Mundi, la culla del diritto, patria della civiltà romana e custode di monumenti millenari: non possiamo avere soggezione di Riad”.

Tornando alla Roma, si tratta della stessa squadra che tratta con il Comune per realizzare il suo nuovo stadio. Ci è passata anche la sua amministrazione, facendosi male.
“Già… ma questo progetto è sbilanciato a favore del club. I terreni su cui potrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma, privato, sarebbero pubblici. E l’iter stato accelerato al massimo con un dibattito pubblico condotto in assenza di progetti e carte su cui esprimersi”.

La Roma parla di accordo tra privati.
“Oggi una delle due squadre della città ha chiuso un accordo con l’ente per il turismo di una città in competizione con Roma”.

Convocherà i rappresentati di Roma e Lazio in commissione Expo?
“Ci stiamo riflettendo. Questo è un passaggio brutto anche per i tifosi”.

Dove si può comprare tutto, dal Saudi Village alla Casina Valadier allo sponsor su una delle squadre della città concorrente.
“A proposito del Saudi Village, io mi chiedo se sarebbe stato possibile organizzare un evento per mettere in vetrina Roma a Riad. Il sindaco poteva farsi sentire. Ma parliamo della stessa persona che mentre un gruppo di tifosi devastava la macchina di una lavoratrice e la città è a pezzi, pensava bene di correre a farsi una foto con un calciatore appena giunto nella Capitale (Romelu Lukaku, ndr) davanti al Colosseo con la maglia della Roma”.

Oltre le polemiche, una proposta.
“Sarebbe bello se la Roma mettesse sulle proprie magliette il logo di Roma Expo 2030 per dare un segno di sostegno alla nostra candidatura. Potrebbe farlo anche la Lazio. Credo che tutti i romani ne sarebbero orgogliosi”.