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Esclusiva RS -Stramaccioni: “Mentalità, empatia e giocatori nel loro ruolo: impatto profondo di De Rossi, ora la Roma se la gioca con tutti”

Andrea Stramaccioni, ex tecnico delle giovanili della Roma tra le altre e attuale commentatore sportivo di DAZN, è intervenuto ai microfoni di Retesport. Ecco le sue dichiarazioni:

Cosa è cambiato da Mourinho a De Rossi nella Roma?
“Sono due modi diversi di approcciare lo spogliatoio e di allenare, non ce n’è uno migliore o peggiore, sarebbe sbagliato dirlo. Mourinho ha un suo modo unico di allenare, Daniele ovviamente mi ha stupito. Ho un grande rapporto di amicizia con lui, ma nessuno poteva immaginare che avesse un impatto così profondo nella Roma, è entrato nelle teste dei giocatori, mentalmente, tatticamente sta facendo un lavoro sorprendente. I tanti giocatori che lo abbracciano, da Dybala a Pellegrini, da Lukaku ad altri, sono un segnale: queste cose nel calcio non si comprano, in poche settimane è riuscito ad impostare un rapporto sul piano dell’empatia incredibile. E’ il termometro di qualcosa che non si allena, ma nasce dal rapporto umano. C’è un atteggiamento diverso di De Rossi rispetto a Mourinho, poi chiaramente i risultati importanti aiutano ma anche quando la Roma non ha giocato grandissime partite come a Firenze, De Rossi c’ha sempre messo la faccia. Mi piace che spieghi sempre da dove nascono certe idee tattiche poi Daniele ora è a casa sua, è a Trigoria, allena alcuni calciatori di cui è stato compagno, leader ma anche allenatore da assistente in Nazionale. Mi capita di vedere delle immagini che arrivano da Trigoria, che raccontano di un rapporto molto diretto, molto genuino tra De Rossi e i ragazzi. La sensazione che dà la sua Roma è che oggi se la può giocare con chiunque a viso aperto, prima l’impostazione era diversa, magari si andava in campo difficili come San Siro e si pensava prima a difendere per ripartire”

Lukaku che momento sta attraversando?
“Forse Romelu è l’unico tassello ancora da sviluppare con questo sistema di gioco. Certe volte ci siamo chiesti perchè Lukaku abbia reso meno in alcune squadre in Premier rispetto a ciò che ha mostrato in Italia. Nel 4-3-3, per il centravanti è un sistema di gioco particolare, che lo costringe forse a tratti un po’ a snaturarsi, perchè deve lavorare molto per gli altri, spalle alla porta, ed è una cosa che lui non ama mentre nell’Inter di Conte e nella prima Roma giocava con un’altra punta vicina, con Lautaro che spesso lavorava per lui, aggredendo la profondità e prendendosi i suoi spazi. Adesso deve cambiare e adattarsi, quando ha giocato così al Chelsea ha fatto fatica. Si sta applicando molto, sicuramente l’evoluzione della posizione di Dybala lo aiuta, meno Paulo gioca esterno e più lo aiuta”

In quali particolari De Rossi ha inciso di più?
“Tante piccole cose, ma ce ne sono due in particolare: la prima è che non hai molto tempo per allenare, per addestrare, giocando poi ogni tre giorni, è stato bravissimo a rimettere tutti i calciatori nel loro contenitore ideale, nel ruolo giusto. Penso a Paredes regista, play in un centrocampo a tre, Pellegrini mezzala tecnica, libera di spaziare e andarsi a prendere la posizione giusta, ma anche El Shaarawy che faceva bene quasi sempre solo quando subentrava, piuttosto che Spinazzola che rimesso a fare il terzino con un uomo davanti a cui sovrapporsi, sta tornando ai livelli dell’Europeo. Il secondo elemento l’ho capito da una battuta che mi fece tra Verona e Salernitana in una nostra chiacchierata: parlando della Salernitana e di alcune difficoltà che all’epoca quella squadra poteva opporre ai giallorossi. Alla fine di questa bella conversazione mi ha detto “Oh poi noi siamo la Roma, dobbiamo andare lì e vincere”. Ecco la mentalità, la voglia di risentirsi forti. Questo è un aspetto fondamentale”.

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Tommaso Turci (DAZN): “L’affinità col gruppo la prima arma di De Rossi. Con Mou si percepiva una certa freddezza ultimamente”

Tommaso Turci, bordocampista di DAZN, è intervenuto ai microfoni di Retesport per raccontare le prime sensazioni del De Rossi allenatore nel raffronto anche con la lunga era Mourinho.

“L’aspetto preminente è l’affinità con il gruppo. De Rossi ha avuto a mio giudizio la capacità immediata di entrare subito in confidenza con tutti i suoi calciatori, coinvolgendo tutti. E’ stato sorprendente, condivido il paragone fatto da Spalletti con Mazzone, in alcuni aspetti lo ricorda molto. Lo staff? Giacomazzi e gli altri non escono mai dall’area tecnica, si alzano, parlano con De Rossi ma è sempre De Rossi in prima fila. Il rapporto con Giacomazzi, a mia sensazione, c’è un rapporto diretto, studia molto durante la gara, parla poco ma dice sempre cose giuste. Prima di iniziare la partita De Rossi, forse anche per scaramanzia, va ad abbracciare tutti i componenti del suo staff”

Nel paragone con Mourinho quali sono le principali differenze?
“Sono assolutamente agli antipodi, nell’approccio alla comunicazione, in campo, è difficile trovare un punto di contatto. Mi sembra che oggi la Roma creda tanto in De Rossi come la prima Roma credesse totalmente nel verbo di Mou. Ecco su questo aspetto c’è un’assonanza. Tra fine dicembre e inizio gennaio, la sensazione è che qualcosa si fosse rotto tra Mourinho e la squadra

Si percepiva anche dal campo una differenza nei rapporti tra squadra e Mourinho rispetto all’anno scorso?
“Avendo seguito quasi sempre la Rom dal campo, ho notato una brillantezza mentale diversa della prima Roma di Mourinho rispetto all’ultimo periodo, quasi come se le energie mentali si fossero pian piano spente. Meno comunicazione in campo, meno aiuto tra compagni, a volte non è solo colpa dell’allenatore. Credo che i risultati favoriscano tanto la crescita mentale di una squadra”

La differenza nel rapporto con gli arbitri rispetto all’era Mourinho? “E’ un dato evidente, penso che non ci sia stato uno staff tecnico più complicato da gestire De Rossi non le manda a dire, brontola con il quarto uomo ma lo fa sempre.

C’è un calciatore a cui si rivolge maggiormente De Rossi?
“In questa prima fase sicuramente El Shaarawy è uno di quelli più seguiti, forse per alcuni movimenti da fare, poi parla tantissimo con Paredes, con il quale c’è un rapporto d’amicizia ed è soprattutto il metronomo della squadra, che detta i tempi della squadra. Ma ripeto De Rossi veramente si rivolge a tutti. Non parla con tutti in italiano, con alcuni come Celik ad esempio parla in inglese per dare indicazioni anche basiche”

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Esclusiva, Di Biagio a Retesport: “De Rossi merita il rinnovo. Pellegrini? Può diventare un top in Europa. De Zerbi innovatore”

Intervenuto ai microfoni di Retesport, Gigi Di Biagio ex calciatore della Roma ed ex ct azzurro, ha commentato così il momento dei giallorossi e l’avvento di De Rossi sulla panchina del club capitolino:

Sorpreso da De Rossi?
“Onestamente no, ha preso la Roma al nono posto e l’ha portata ad una posizione migliore, sulla carta era semplice fare risultati migliori, ma in questa maniera è stato sicuramente bravissimo ad imporsi, con una serie di risultati importanti, mostrando grande intelligenza, ma non avevo dubbi conoscendolo”

De Zerbi?
“A Roberto bisognerebbe conoscerlo per capire come vive il calcio, lo vive 24 ore al giorno, ha portato idee diverse, lo ha fatto in diverse piazze, gli auguro di confermare il suo modo di allenare anche in grandi club. Migliora i giocatori, li valorizza, poi però l’ideale è valorizzare la rosa ma vincere. E’ sicuramente un innovatore”

Qual è la sua innovazione?
“Impone il suo gioco contro qualsiasi squadra, a prescindere dall’avversario, con giocatori di qualsiasi categoria, ha sempre imposto il suo modo di vedere il calcio e di praticarlo. Poi ad altissimi livelli la cosa che conta di più è la vittoria di un titolo”

Paredes ha i tempi per fare il play di un 4-3-3?
“Gioca in genere poco in verticale, più sul corto e meno sul lungo, adesso però ha ritrovato le misure perchè rispetto a quando c’era Mourinho, non ha compagni a 40 metri ma i compagni vicini e quindi distanze ridotte, si corre meglio e anche lui riesce a giostrare meglio il centrocampo”

De Zerbi vs De Rossi, da chi ti aspetti l’intuizione?
“Difficile capire come giocherà la Roma stasera, dipende dall’utilizzo o meno di Smalling. Credo che i concetti non cambino, perchè anche partendo 4-3-3 diventa un 4-4-2 spurio perchè Dybala sta giocando sempre più vicino a Lukaku, con un centrocampista che si allarga a destra. In assoluto vedo una Roma meglio fisicamente, stanno lavorando in maniera più intensa in allenamento e si vede anche in campo. Mi viene da ridere quando sento dire alla gente “

Conosci e apprezzi da sempre Pellegrini, tornato in grande forma? Ha ancora margini di miglioramento?
“Prima dell’addio di Mourinho la Roma vince con gol di Pellegrini contro il Napoli, ha conquistato il rigore col Milan, ma sono stupidaggini quelle che sento, quando si dice che prima non giocava con Mourinho per fattori extra campo. E’ un ragazzo straordinario, ha le potenzialità per diventare un top player a livello europeo. Quest’anno non ha fatto bene ad inizio anno e per questo è giusto bacchettarlo, ma certe contestazioni non le capisco. Penso abbia margini di miglioramento in termini di cattiveria, può imporsi ancora di più come leadership come capitano e deve farlo, glielo dico spesso.

Giusto rinnovare De Rossi?
“La risposta è abbastanza scontata, il giorno dopo che è stato nominato dalla Roma io dissi che lui non si sentiva il traghettatore della Roma, ma l’allenatore. Non avrei dubbi e gli rinnoverei il contratto. Poi le valutazioni finali sono della società e vanno sempre ponderate con calma”.

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Esclusiva RS – Boniek: ”La Roma adesso gioca a calcio mentre prima non lo faceva. De Rossi scelta intelligente”

Zibi Boniek è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Retesport. Di seguito le sue parole.

La partita di ieri è stata emozionante: tanti spunti e cose da apprezzare. Zalewski ha tirato un rigore straordinario che dimostra che il ragazzo ha testa e personalità. Non stava attraversando un buon momento, infatti, nei giorni scorsi gli ho mandato un messaggio in cui gli ho fatto capire come non mi piacesse il suo atteggiamento quando ad esempio rimane a terra dopo aver ricevuto un colpo.

Prosegue Boniek. Ieri è stata la vittoria della Roma come squadra, società mentre prima vinceva solo Mourinho e nelle sconfitte la colpa era solo dei calciatori. La corsa di Svilar verso la Curva Sud è sincera ed emozionante: ieri mi sono innamorato di lui. De Rossi ha avuto il coraggio di farlo diventare il portiere titolare. La Roma adesso gioca a calcio mentre prima non lo faceva.

Azmoun? Persona per bene, anche ieri l’ho visto partecipe dopo i rigori malgrado non abbia giocato.

Arbitraggio? Ha danneggiato entrambe le squadre ha preso molte decisioni errate, si è perso nella partita, però, non è stato decisivo. Adesso non si parla più degli arbitri. Fossi stato in dirigenza avrei parlato con Rosetti per fargli capire che il direttore di gara non ha fatto una buona prestazione. Il contatto su El Shaarawy mi sembrava rigore.

De Rossi? Per diventare un allenatore importante devi allenare squadre forti. Già quando giocava a calcio avevo capito che aveva tutte le caratteristiche per fare il tecnico: la società ha fatto una scelta intelligente. Adesso vedo serenità e questo mi piace. Sono felice che ora non c’è più il merito di una singola persona.

Pellegrini? Calciatore diverso rispetto a quello che abbiamo visto sino a 2 mesi fa.

Brighton? Sarà una sfida molto interessante è una squadra che gioca bene a calcio.

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Esclusiva RS – Tempestilli: ”Tornerei alla Roma ma qualcuno dovrebbe andarsene”

Antonio Tempestilli, ex calciatore e dirigente della Roma, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Retesport. Di seguito le sue parole.

”Non mi ha sorpreso l’arrivo di De Rossi dopo l’esonero di Mourinho. Daniele, infatti, era l’unica soluzione per accontentare la piazza e difficilmente un altro allenatore avrebbe sposato un progetto a breve termine”.

Prosegue Tempestilli. ”De Rossi ha delle caratteristiche importanti per fare l’allenatore poi sarà il tempo a dire se ce la farà o meno. Daniele, comunque, ha le carte in regola per fare bene”.

Ds? ”Credo sia importante accelerare i tempi per trovare le persone giuste da inserire nel club perché il mercato, programmando, si inizia a fare adesso in vista della prossima stagione. C’è bisogno di una figura che possa sostenere De Rossi nel suo cammino a Roma”.

Torneresti a Roma? ”Sì, però, ci sono persone che se dovessi entrare a Trigoria non potrebbero rimanere: è più probabile che non torni io”.

Baldanzi? ”La Roma ha fatto un’ottima operazione. La prerogativa della società sembra quella di puntare sui giovani per cui è un acquisto azzeccato: era difficile trovare di meglio”.

Inter? ”Domani la Roma farà una grande partita non credo che la squadra sia scarsa: può arrivare tra le prime quattro. De Rossi sembra aver recuperato tutti i calciatori e, in queste condizioni, i giallorossi sono una formazione che se la possono giocare con chiunque”.

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Esclusiva RS, Buscè (ex all. Primavera Empoli): ”Baldanzi è un predestinato: tra qualche anno lo vedo al City di Guardiola”

Antonio Buscè, ex allenatore della Primavera dell’Empoli (2019-2023), è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Retesport. Tommaso Baldanzi, che piace molto alla Roma, con l’attuale tecnico della Vibonese ha disputato 59 partite arricchite da 26 gol e 16 assist. Di seguito le sue parole.

Baldanzi è stato uno dei tanti talenti che ho allenato all’Empoli, si vedeva che era un predestinato. È un ragazzo umile che sin da subito ha dimostrato di saper giocare ad alti livelli. Allenandolo per diversi anni, ho cercato di trasmettergli quello che ho imparato da calciatore e ho lavorato molto sul piano mentale. Tommaso, infatti, è troppo umile per le qualità che ha: ecco perché a volte è stato discontinuo”.

Ruolo? ”Baldanzi è un numero 10. Quando l’ho allenato fisicamente era piccolino, tant’è che mi hanno consigliato di schierarlo in un altro ruolo, ma saltava sempre l’uomo e con il primo controllo e il modo di orientare il pallone riusciva a esaltare la collaborazione con gli attaccanti. Tommaso è perfetto per giocare in un 4-3-1-2. Quando c’è un altro trequartista che occupa il suo spazio può trovare delle difficoltà. Sa dove ricevere il pallone e cercare lo spazio giusto per incidere”.

Prosegue Antonio Buscè: Baldanzi è pronto per fare il salto in un grande club. Tra qualche anno me lo immagino al servizio di Guardiola al Manchester City”.

Baldanzi-Dybala? ”Sono diversi, Baldanzi ha un controllo orientato unico e nel dribbling secco ha qualcosa in più rispetto alla Joya. Dybala fa giocate straordinarie ma con meno intensità”.

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Graziani a RS: ”De Rossi deve continuare con la difesa 4. La Roma può ancora regalare delle soddisfazioni”

Ciccio Graziani è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Retesport e ha commentato la vittoria della Roma contro il Verona. Di seguito le sue parole.

Sono contento per De Rossi, buona la prima: mi ha convinto la scelta tattica con la difesa a 4 e Bove insieme a Pellegrini a centrocampo. Sono cambiate un po’ di cose, ho visto uno dei migliori primi tempi della stagione della Roma: fraseggio di prima, tanti movimenti e inserimenti.

La nota negativa, però, è il calo mentale e fisico che c’è stato nella ripresa: se Djuric avesse segnato il rigore, la partita si sarebbe complicata. Nella fase finale ho visto una Roma che non riusciva più a tenere il pallone eppure la squadra avrebbe le qualità per far correre a vuoto gli avversari

Rui Patricio?Ha commesso un errore sul gol”.

Dybala?Non mi è piaciuto, può fare molto di più. Deve avere la libertà di giocare e posizionarsi dove vuole lui. El Shaarawy, Pellegrini e Bove, invece, mi sono piaciuti molto. La Roma è una squadra che ci può regalare ancora delle soddisfazioni. De Rossi ha fatto bene a difendere il risultato nella fase finale della partita tornando al 3-5-2 con tanta densità davanti la porta”.

Graziani ha chiuso con un pensiero in vista della prossima partita di Serie A. ”Contro la Salernitana il tecnico giallorosso deve proseguire a giocare con la difesa a 4: anche con Zalewski o Kristensen al posto di Spinazzola”.

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Esclusiva Retesport – Boniek: ”L’esonero di Mourinho è coraggioso ma intelligente. Cambio che mette i calciatori con le spalle al muro”

Boniek, vicepresidente Uefa, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Retesport. Di seguito le sue dichiarazioni.

”L’esonero di Mourinho è una scelta coraggiosa, impopolare ma intelligente. Da fuori ho capito che da un mese il tecnico portoghese avrebbe terminato il rapporto con la Roma a giugno, per cui, consapevoli di questo, si può anche pensare di anticipare gli eventi: la Roma non stava giocando bene, c’erano tanti problemi, molti calciatori non erano felici con il numero degli stessi in aumento e la proprietà non era soddisfatta di vari comportamenti. Ci fosse stato un altro allenatore come Di Francesco tutti avrebbero considerato la scelta di esonerarlo giusta. Questo cambio mette con le spalle al muro i giocatori.

Prosegue Boniek: A giugno il futuro tecnico si sarebbe dovuto confrontare con il fantasma di Mourinho mentre ora con quello di De Rossi, anche se gli auguro di fare bene e rimanere a Roma. La situazione è diversa.

Daniele potrebbe portare sinergie divergenti e un entusiasmo maggiore nello spogliatoio. Smalling avrebbe potuto scrivere determinate cose prima dell’esonero di Mourinho. Per i giocatori non sarà facile giocare con il Verona poiché l’accoglienza non sarà delle migliori. De Rossi è un allenatore giovane ma l’esperienza a volte è un alibi per alcuni allenatori, non mi riferisco a Mourinho, anche Italiano e Motta non hanno esperienza ma hanno un altro passo e voglia di fare. In Italia possono vincere poche squadre e questo non significa che nelle altre ci siano allenatori poco bravi. La Roma è 9° ma non credo che l’organico sia peggiore di Fiorentina, Bologna e Atalanta, forse la società ha fatto questa valutazione. I giallorossi hanno una rosa che può arrivare dal quarto al settimo posto. Mourinho va, comunque, ringraziato per quello che ha fatto”.

Boniek sulla possibilità di arrivare a Dublino: ”Non so quante possibilità possa avere la Roma di arrivare in finale di Europa League ma sicuramente passare il turno contro il Feyenoord non sarà facile. I giallorossi hanno bisogno di tornare in Champions e potrebbero farlo anche mediante la competizione europea. I calciatori dovranno dare di più: la Roma non era la famiglia del Mulino Bianco”.

Il vicepresidente Uefa conclude con un pensiero sulla posizione di Lina Souloukou: ”Sarebbe un errore mandarla via. Se non condivideva la scelta di Mourinho non ha senso allontanarla perché non tutti devono dire per forza ‘sì signore”’.

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Esclusiva Retesport – AIC, Calcagno: ”Soddisfatto dell’abolizione del Decreto Crescita. L’Under 23 è una soluzione che porta benefici”

Umberto Calcagno, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Retesport. Di seguito le sue parole.

Il calcio italiano è obbligato a voltare pagina? Da oggi i calciatori italiani partiranno da una condizione di parità rispetto agli stranieri. Dal 2019 sino al 1° gennaio 2024 coloro che provenivano dall’estero hanno beneficiato di uno sconto fiscale del 50% dell’Irpef e questo ha creato diverse storture facendo diminuire il minutaggio ai nostri giovani. Credo sia una questione di sistema: siamo riusciti a riportare i calciatori italiani sullo stesso livello competitivo.

Prosegue Calcagno: ”Bisogna tutelare il calcio nazionale: Serie B e Serie C hanno una missione per la valorizzazione dei vivai e raccolgono anche loro il lavoro effettuato dal movimento dilettantistico. Credo che l’abolizione del Decreto Crescita porterà ad avere più sbocchi: l’Italia Under 21 e 17 sono ricche di talento ma i ragazzi trovano una barriera quando arrivano ad una determinata età. Le seconde squadre come ha fatto la Juventus aiutano a superare questo momento.

Perché solo Juventus e Atalanta hanno creduto nell’Under 23? Perché è un progetto tecnico sportivo importante che non è di poco conto dal punto di vista economico. Ci sono anche altre squadre che ci stanno pensando: anche all’estero hanno portato benefici alle rispettive squadre nazionali.

Conclude il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori. Il Decreto Crescita era un provvedimento che creava discriminazione nei confronti dei calciatori italiani. Il vero gap è creato dalla differenza di fatturati e non da una norma che creava un beneficio a discapito dei calciatori nostrani”.

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Esclusiva Retesport – Boniek: ”Superlega? Non cambia nulla. La Roma deve giocare un calcio migliore”

Zibi Boniek, vicepresidente esecutivo della UEFA, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Retesport. Di seguito le parole dell’ex calciatore della Roma nel corso di ‘1927’.

Cosa ne pensi della sentenza UE sulla UEFA? In fondo non è cambiato niente anche in passato si potevano fare competizioni alternative, ma senza usufruire dei componenti e delle strutture della UEFA. I soldi provenienti dall’Arabia potrebbero creare squilibrio. Parecchi club hanno risposto e hanno preso le distanze dalla Superlega. Bisogna tenere conto anche del parere dei tifosi. Qualcosa potrà cambiare ma non sarà un futuro immediato. La Superlega è un progetto per guadagnare più soldi, ci sono tante società con debiti che incasserebbero ben volentieri milioni di euro. È una follia pensare che il posizionamento in campionato non conti più nulla.

Le gare in chiaro? Sono cose che si dicono. Al momento c’è solo una sentenza che autorizza a fare altre competizioni. La UEFA è una macchina organizzativa impressionante poi se ci sono 2 club che vogliono fare una Superlega bisogna capire chi aderirà.

Mourinho? Non ho mai detto che dovrebbe andare via. Quando si parla di continuare insieme senza raggiungere gli obiettivi fissati dalla proprietà diventa complicato per la stessa prolungare il contratto.

Conclude Boniek: Non è vero che la Roma non ha vinto l’Europa League per colpa dell’arbitro. Vorrei che i giallorossi giocassero un calcio migliore. Per la permanenza del tecnico portoghese credo che i Friedkin vogliano vedere i risultati. La Roma ha vinto la Conference da favorita, in questa stagione in Europa League sarebbe dovuta passare per prima, invece, è costretta a fare i play off.