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La Roma in Procura il 25 ottobre: focus sulle plusvalenze

Ricostruire le fasi del mercato della Roma 2017-2021 attraverso i documenti archiviati nei computer della società giallorossa. Un compito che la Procura svolgerà (anche) attraverso accertamenti tecnici irripetibili sul materiale informatico acquisito lo scorso aprile o messo a disposizione da alcuni dei nove indagati. Tra cui figurano l’ex presidente James Pallotta e gli attuali proprietari Ryan e Dan Friedkin.

Le accuse contestate: false comunicazioni sociali delle società quotate ed emissioni di fatture per operazioni inesistenti.

I pm Sabina Calabretta e Rita Ceraso hanno iscritto l’intero management riconducibile alle due proprietà. Quindi compaiono anche Guido Fienga, Mauro Baldissoni, Pietro Berardi e Giorgio Francia che si sono occupati dell’area contabile.

Il principale scambio sotto esame è quello tra Roma e Juventus nel 2019 con il passaggio in giallorosso di Spinazzola e la cessione di Luca Pellegrini. Come riporta il Corriere della Sera, nel mirino degli inquirenti c’è anche la cessione al Sassuolo, nel 2017, dell’allora promessa Davide Frattesi, con Riccardo Marchizza, per portare a Roma Gregoire Defrel. La Procura vuole analizzare anche la cessione di Marco Tumminello all’Atalanta, nel 2018, per ammortizzare l’acquisto di Bryan Cristante dalla squadra bergamasca. Infine gli inquirenti ritengono necessario approfondire l’acquisto di Marash Kumbulla dal Verona.

Il 25 ottobre la Roma comparirà in Procura. Tutti, però, invieranno legali per assistere a questa sorta di incidente probatorio. E a Trigoria, come sottolinea anche la Gazzetta dello Sport, si dicono assolutamente tranquilli sulla vicenda.

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La Procura chiede gli atti: indagine lampo su Lotito. Più lunghi i tempi sulle operazioni dei Friedkin

Perquisizioni, analisi su pc, chat e cellulari. E responsabilità ancora tutte da accertare. Le indagini della Procura dopo il terremoto plusvalenze su Roma, Lazio e Salernitana proseguono su binari e con velocità diverse. Il lavoro della Procura di Tivoli su biancocelesti e granata sarebbe in una fase avanzata rispetto a quello della Procura di Roma sui giallorossi che potrebbe andare per le lunghe e che riguarda soprattutto le operazioni della gestione Pallotta («Sono sempre state chiare», ha detto ieri l’ex presidente). La prima, infatti, sarebbe partita prima della chiusura dell’indagine Prisma della Procura di Torino mentre quella della Roma è “figlia” di del caos plusvalenze Juve , tanto da contenere l’operazione Spinazzola-Pellegrini analizzata ampiamente anche dai pm piemontesi. Un segnale in questo senso arriva anche dai reati contestati: emissioni di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazioni fraudolente con uso di fatture per operazioni insistenti e false comunicazioni sociali per la Lazio ; false comunicazioni sociali e dichiarazioni fraudolente mediante falsa fatturazione per la Roma che però avrebbe presentato la fattibilità di tutte le operazioni a Consob e Covisoc nel momento dell’uscita dalla Borsa.

Come scrive Leggo, ora la prassi vuole che il procuratore Giuseppe Chiné (foto in alto) chieda i documenti dell’inchiesta, ma solo a indagine terminate. Cosa rischiano i due club romani? Al momento i sospetti non trovano riscontri effettivi e tutto potrebbe chiudersi con un’archiviazione per “insufficienza di prove” a meno che non emergano intercettazioni come nel caso Juve . Se si arrivasse a un processo e ci fossero elementi per chiedere una condanna, rischierebbero da una semplice “ammenda con diffida” alla penalizzazione in caso venisse tirata in ballo la “mancata lealtà”. Da escludere l’estromissione del campionato. Il procuratore Chiné ha deciso intanto di “congelare” il fronte delle cosiddette partnership sospette evidenziate dalle carte dell’indagine “Prisma” di Torino. Il motivo è lampante: inutile procedere con l’istruttoria con il rischio che in sede penale si possa arrivare addirittura a un’archiviazione. Tempi medio-lunghi e fiato sospeso per le due tifoserie che ieri si sono divise tra chi pensa sia un modo per distogliere l’attenzione dal caso Juve e chi rimprovera i club. A tremare però adesso è anche il resto della serie A.

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Indagine Roma, si cercano su chat e pc sequestrati dialoghi tra i dirigenti giallorossi

Analisi dei cellulari, pc, supporti digitali, server e documentazione extracontabile. E’ il lavoro che attende la Guardia di Finanza nell’ambito delle indagini delle procure di Roma e Tivoli su eventuali irregolarità legate alla compravendita di 18 calciatori di Roma, Lazio e Salernitana. Gli investigatori ieri hanno effettuato una serie di perquisizioni con l’acquisizione di materiale anche nelle sedi dei tre club di serie A.

Come riferisce l’ANSA, per quanto riguarda il procedimento arrivato a piazzale Clodio dai colleghi di Torino si concentra, in base a quanto si apprende, in particolare sul periodo di gestione di James Pallotta.

L’obiettivo punta è verificare l’esistenza di eventuali comunicazioni tra i dirigenti giallorossi in merito ad una serie di operazioni di mercato avvenute nelle stagioni 2017/18, 2018/19, 2019/20 e 2020/21. Agli atti dell’indagine capitolina sono già presenti le intercettazioni dei dialoghi intercorsi tra i dirigenti della Juventus relativi alle cessioni dei calciatori Luca Pellegrini e Leonardo Spinazzola avvenute a ridosso del 30 giugno del 2019 prima della chiusura dei bilanci.

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Plusvalenze Roma e ipotesi di reato: indagati Pallotta, Friedkin e sei dirigenti

PLUSVALENZE ROMA IPOTESI DI REATO – Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma sono stati indagati il presidente e il vicepresidente della Roma Dan e Ryan Friedkin, l’ex proprietario James Pallotta e sette tra dirigenti ed ex dirigenti giallorossi: il Ceo Pietro Berardi, gli ex amministratori delegati Umberto Gandini e Guido Fienga, l’ex vice presidente esecutivo ed ex direttore esecutivo Mauro Baldissoni, l’ex responsabile dell’area finanza, amministrazione e controllo del club Francesco Malknecht e l’ex Financial controller Giorgio Francia.

Tutti, escluso Berardi, sono indagati per false comunicazioni sociali in concorso. Questa una parte del testo del decreto di perquisizione e dell’avviso di garanzia: “Al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico consapevolmente esponevano fatti materiali non rispondenti al vero, ovvero omettevano fatti materiali rilevanti la cui comunicazione è imposta dalla legge sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale la stessa appartiene, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore. I dirigenti iscrivevano nell’attivo dello stato patrimoniale, alla voce ‘diritti pluriennali prestazioni sportive dei calciatori’, nei ricavi operativi, alla voce ‘ricavi da gestione dei diritti pluriennali prestazioni calciatori’, nonché dei costi operativi del conto economico, alle voci ‘spese per il personale e oneri da gestione dei diritti pluriennali prestazioni calciatori’, importi maturati nell’ambito di operazioni… connotate da valori notevolmente maggiorati o comunque non conformi rispetto a quello di mercato”.

Berardi, Gandini, Fienga e Baldissoni, sono invece indagati per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. I magistrati scrivono: “Al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni (in tutto o in parte) inesistenti” indicavano “in una delle dichiarazioni (anche integrative)” relative alle imposte, “elementi passivi fittizi relativi alle operazioni” di compravendita dei calciatori.

La Roma, infine, è indagata base al decreto legislativo 231/2001, quello sulla responsabilità amministrativa delle società, “non avendo predisposto, prima della commissione dei predetti reati, modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire fatti di reato della stesse specie di quelli verificatisi, rendendone in tal modo possibile la realizzazione da parte degli indagati a vantaggio della società As Roma Spa'”.

RILEGGI QUI IL COMUNICATO DELLA ROMA

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Plusvalenze Roma, le 11 operazioni sotto inchiesta

PLUSVALENZE ROMA – Nella giornata di ieri la sede della Roma è stata oggetto di perquisizioni e sequestri probatori da parte della Guardia di Finanza, nell’ambito di un’indagine della Procura di Roma sui bilanci del club e nello specifico su alcune operazioni di mercato effettuate tra il 2017 e il 2021.

Le operazioni prese in esame sono le seguenti: le cessioni di Riccardo Marchizza e Davide Frattesi al Sassuolo, quella di Marco Tumminello all’Atalanta e quella di Luca Pellegrini alla Juventus, a braccetto con l’acquisto di Leonardo Spinazzola sempre dai bianconeri.

Sotto indagine anche l’ingaggio di Bryan Cristante dalla Dea (5 milioni di prestito con obbligo di riscatto, la stessa cifra in origine spesa dall’Atalanta per Tumminello) e quello di Gregoire Defrel di nuovo dai neroverdi, oltre alla maxi operazione con il Verona, che vide Mert Cetin, Matteo Cancellieri e Aboudramane Diaby finire in Veneto, mentre Marash Kumbulla fece il percorso inverso arrivando nella capitale.

Quest’ultimo scambio con relative plusvalenze tra Roma e Verona coinvolge, loro malgrado, i Friedkin ed è il motivo per cui sono anche loro indagati della Procura. La trattativa condotta e chiusa da Guido Fienga nell’agosto del 2020, nei giorni del closing e del passaggio societario da Pallotta ai texani, è stata realizzata in prestito con obbligo di riscatto e quindi contabilizzata nel bilancio successivo, il primo dell’era Friedkin.

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Zyech e la Roma, un altro tentativo andato a vuoto. ‘Il matrimonio non s’ha da fare’

FOCUS RS (di Francesco Oddo Casano) – Amsterdam, Londra, ora Parigi. Sullo sfondo, una cartolina del Colosseo e del centro di Roma, luoghi che Hakim Ziyech sperava di visitare magari nei prossimi giorni, in compagnia della sua famiglia, ma non in vacanza. Il marocchino, protagonista assoluto agli ultimi Mondiali in Qatar, ha sfiorato la maglia giallorossa, nuovamente, senza però ricevere l’ok per la fatidica firma sui contratti.

MONCHI, TOTTI, PASTORE E IL PRIMO STOP – Estate 2018. L’allora ds giallorosso Monchi pensa ad Hakim Ziyech, per regalare a Di Francesco un esterno di piede mancino, in grado di impreziosire la trequarti offensiva e raccogliere finalmente l’eredità di Salah, ceduto l’anno prima al Liverpool. La società incontra a giugno l’agente del calciatore e strappa un accordo sulla parola, poi inizia a lavorare con l’Ajax per arrivare alla fumata bianca. Anche Totti chiama – tramite Benatia – il ragazzo per spiegargli il progetto tecnico. La piazza giallorossa in quel momento era molto ambita, complice la finale di Champions League sfiorata qualche mese prima. La volontà del ragazzo c’è e la Roma arriva ad un passo dal chiudere la trattativa. Una ventina di milioni agli olandesi, in poche rate come da richiesta. Il calciatore prepara le valigie ma viene improvvisamente stoppato. Ai giallorossi viene infatti offerto Javier Pastore e Monchi cambia idea convincendo anche Di Francesco della bontà dell’operazione. ‘Meglio il rilancio del Flaco che a Parigi non trova più spazio e non il marocchino‘. Ruoli diversi, ma estro simile. Pallotta non autorizza l’affare con gli olandesi, nella Roma qualcuno storce il naso: è Francesco Totti, che suggerisce ai dirigenti di puntare sull’attaccante dell’Ajax e non sull’argentino. Consiglio che si perse nel vuoto, come lo stesso capitano romanista racconta in occasione della sua conferenza d’addio nel giugno 2019: “Mi hanno chiesto un parere su un giocatore e pensavo che non potesse far bene alla Roma, visti i tanti infortuni e il gioco di Di Francesco (Pastore, ndr). Alcuni dirigenti mi hanno detto che ero sempre contro di loro, ma io ho risposto sinceramente. Non chiedetemi il nome, ma io avrei fatto un’altra scelta. Chi è? Non lo dico. Ma è bravo. Gioca nell’Ajax (Ziyech)”. La storia dell’argentino a Roma si rivela un disastro e il marocchino, chiusa la finestra estiva, conferma sconsolato: “Avevo un accordo con la Roma, ma alla fine l’affare non è stato concluso. È un peccato, mi sarebbe piaciuto andare, ma non è stato possibile”.

IL GRAN RIFIUTO DI ZANIOLO E ORA PARIGI – Il 1 luglio del 2020 l‘Ajax cede al Chelsea il cartellino di Ziyech per 40 milioni di euro, mentre nella capitale Pastore somma settimane su settimane di stop in infermeria. E’ stato indubbiamente uno degli ultimi colpi dell’era Abramovich. L’attaccante marocchino gioca 98 partite con i Blues, realizzando 14 gol e 11 assist. Vive momenti di grande coinvolgimento a fasi di scarso impiego, ma gioca al top del calcio internazionale, arrivando col Chelsea sul tetto d’Europa e del Mondo. Gli ingenti investimenti della nuova proprietà americana, il cambio di allenatore in panchina, spostano sensibilmente gli equilibri della rosa. Ziyech finisce sul mercato, già a gennaio e la Roma torna su di lui. Questa volta la società (e Mourinho) sono tutti d’accordo ma il nuovo tentativo giallorosso va a vuoto per il rifiuto di Zaniolo di volare in Premier, sponda Bournemouth. Hakim incassa e rilancia, perchè in queste ore si trova a Parigi in attesa dell’accordo tra Chelsea e PSG. A questo punto è probabile che spedisca lui a Trigoria una cartolina della Tour Eiffel, perchè il matrimonio non s’ha da fare.

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Samp in vendita: spunta un’ipotesi da ‘sogno’ con Vialli, Pallotta e Baldini

Il suo nome, accostato alla Sampdoria, circola da tempo, ma ora, con certe voci che si fanno sempre più forti, appare più che mai d’attualità. Stiamo parlando di James Pallotta, l’ex proprietario americano della Roma. Come scrive la Repubblica (L. Mangini e S. Zaino), dietro al fondo anglo americano, con base a Londra, già in data room e con due diligence in fase avanzata, tanto che sarebbe vicino a presentare un’offerta per l’acquisto della Sampdoria, ci sarebbe l’imprenditore che vive fra Boston e Miami come figura di riferimento. Le prime indicazioni dell’interessamento di Pallotta risalgono a giugno, ma il diretto interessato allora aveva immediatamente (anche se timidamente) smentito, facendosi forte di una possibile scalata al Palermo, poi finito con la stessa proprietà araba nella galassia del Manchester City.

Si dice che la figura chiave di questa operazione possa essere Franco Baldini, padre di Mattia, attuale direttore sportivo “in pectore” del club blucerchiato, promosso a figura di riferimento di Stankovic, con trasferimento di Osti e Faggiano solo sulle operazioni di mercato. Franco Baldini è dirigente molto ascoltato da Pallotta, una sorta di consigliere personale.

Il feeling con il miliardario americano è molto elevato: tanto per capirsi, quando i due erano a Roma, ad un certo punto Baldini ebbe problemi con l’icona Totti. Di più: Baldini ha anche ottimi rapporti con la famiglia Garrone. Fu sondato, anni fa, come possibile responsabile dell’area tecnica della Sampdoria ed era presente, come rappresentante della Roma, ma anche a titolo personale, ai funerali di Riccardo Garrone. Certamente non avrebbe particolari difficoltà nell’ottenere aiuto da Edoardo Garrone nell’operazione, come facilitatore, ma verrebbe da dire proprio come sponsor. Non è finita. Le indiscrezioni, che chiamano in causa Pallotta e Baldini, e nella fotografia, magari sullo sfondo, sognano che pure Garrone possa avere un ruolo, coinvolgono un altro pezzo forte. Si tratta di Gianluca Vialli, che non ha mai nascosto di desiderare la presidenza blucerchiata.

Pallotta, Baldini, Vialli. Ce n’è abbastanza per far girare la testa. Bisogna però fare in fretta. La situazione delle casse blucerchiate è delicata, un intervento esterno è necessario, l’assemblea del 14 dicembre è uno spartiacque. Si attende un’offerta, il fondo anglo-americano pare decisamente avvantaggiato rispetto all’altro soggetto americano in data room e al fondo Merlyn Partners, quello che ha acquistato il Lille e che è stato accostato alla Samp. Va detto che tutto questo interesse ha un po’ tranquillizzato l’atmosfera a Corte Lambruschini. Ora si respira fiducia sul futuro del club.

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Pallotta: “Con me una Roma da vertice. La Juve ha fatto dei ‘giochini’ sul mercato“

James Pallotta ha parlato sulle frequenze della radio statunitense Sirius. Di seguito le parole dell’ex presidente della Roma.

“Abbiamo fatto delle cose interessanti a Roma, altre di cui sono meno contento. Mi piacerebbe che, quello che abbiamo costruito come club, venisse portato avanti per fare bene. Ovviamente vorrei vedere la squadra andare bene, sembra che ci sia ancora del lavoro da fare in campo e anche altri aspetti da sistemare, quindi non sono contento di vederli all’8° posto in classifica ma spero che lo capiscano”. 

Sente che il suo lavoro non sia stato apprezzato?

Molti dimenticano che dal 2012 al 2020, per nove anni, nessun’altra squadra a parte la Juventus ha vinto il campionato. Nove anni consecutivi in cui il club più ricco d’Italia – dotato di un proprio stadio – ha dominato. Nonostante tutto questo, siamo arrivati secondi per tre volte e terzi in altre due stagioni, oltre a raggiungere la semifinale di Champions League. Questo è probabilmente un andamento migliore rispetto qualsiasi altra rivale che abbiamo sfidato in Italia al di fuori della Juventus. Guardo alla squadra che avevamo messo insieme e, francamente, penso che se non fosse stato per il Fair Play Finanziario che ci ha costretto a dover vendere dei giocatori, quella Roma sarebbe al primo posto oggi. Nel corso degli anni abbiamo avuto Salah, Alisson, Nainggolan, Dzeko, Pjanic, Strootman, Paredes, Emerson Palmieri, Manolas, Benatia, Marquinhos. Walter Sabatini ha fatto un lavoro incredibile nello scovare talenti prima degli altri e sfortunatamente il modo in cui funziona il mondo del calcio – vendere per rispettare il Fair Play Finanziario o i giocatori che vogliono andarsene – è semplicemente la dura realtà della vita quando non sei uno dei club più ricchi al mondo.

Quindi il Fair Play Finanziario aiuta i club più ricchi a rimanere i più forti?

Non ci sono dubbi. Le grandi squadre sono riuscite a farla franca con ogni genere di cose. I proprietari possono ottenere tutto. Quando noi generavamo circa 200milioni di euro di ricavi, Real Madrid o Barcellona o altri club che volevano i nostri giocatori, avevano 800 o 900 milioni di entrate. Quindi è davvero difficile competere con loro senza fare trading di calciatori. In un certo senso, abbiamo costruito un modello come quello che sta usando l’Atalanta oggi e che tutti lodano. Prendevamo giocatori, migliorando la squadra, poi li vendevamo per bilanciare i conti, sapendo che persone come Sabatini e altri potevano trovare nuovi calciatori per mantenere la squadra competitiva. Solo così abbiamo potuto fare quello che abbiamo fatto – qualificandoci sempre per la Champions League finché non ho fatto una caz… prendendo Monchi.

Adesso è la Juve che è peggiorata o gli altri club stanno facendo meglio?

Entrambe le cose. Pensavo che la Juventus fosse la squadra più forte degli ultimi nove anni, ma ora, quando guardi alle indagini in corso, inizio a metterlo in dubbio. Avevano il loro stadio e più del doppio dei nostri ricavi, ogni volta che avevamo un buon giocatore in rosa dovevamo preoccuparci se sarebbe arrivata la Juve a prenderselo. Lo hanno fatto con il Napoli, il Milan, lo hanno fatto con noi con Pjanic, e lo hanno appena fatto con la Fiorentina. Ma poi vedi le indagini in corso (sulle plusvalenze, ndr), non sappiamo cosa ne verrà fuori, ma sembra chiaro che la Juventus potrebbe aver fatto qualche “giochino” con il calciomercato. Altre squadre stanno andando meglio e il campionato è cresciuto, ma in generale penso che la Juventus non abbia più la stessa squadra di una volta.

Perché è stato così difficile lavorare a Roma?

Quando abbiamo acquistato la società, siamo stati i primi investitori stranieri nel calcio italiano. Il campionato era un disastro. Gli accordi televisivi a livello internazionale sembravano uno scherzo. C’era molta violenza e razzismo negli stadi. Sapevamo dai sondaggi che le famiglie non si sentivano al sicuro andando a vedere le partite, le presenze erano in calo. La Serie A si sentiva la migliore al mondo ma era diventata la terza o quarta Lega nel frattempo. Gli stadi erano vecchi allora, ora lo sono ancora di più. Il campionato italiano era probabilmente indietro di 20 anni rispetto alla Premier League. Rispetto a quello che abbiamo venduto, il club da noi acquistato nel 2011 era molto diverso. Non mi interessa cosa dicano i precedenti proprietari o altri, abbiamo ereditato una società che aveva debiti enormi, ricavi bassi ed era in bancarotta. So che mi prenderò altra mer.. dicendolo, ma abbiamo negoziato l’acquisto della Roma con Unicredit e se sto trattando con una banca, allora significa che la banca possiede quella squadra. Sono fatti.

Ora diversi investitori americani sono arrivati in Italia. Tornerà anche lei?

Può essere, potrei tornare.

Sarebbe più facile adesso?

È possibile. Eravamo soli in Serie A ed è stato davvero difficile, c’erano diverse fazioni e ognuna andava in una direzione diversa. È interessante quello che sta succedendo ora. Noi stiamo mettendo insieme un consistente fondo sportivo per fare cose interessanti nello sport e siamo proprio all’inizio del processo, ma penso che ci siano ancora alcune opportunità interessanti in Italia, situazioni particolari di cui non voglio parlare in questo momento, ma vedremo. È curioso che ci siano tutti questi americani che comprano squadre e io non ho parlato con nessuno di loro prima che acquistassero quei club.

Steve Pagliuca, che ha preso l’Atalanta, è suo amico?

Certo, facevamo parte dei primi tre azionisti dei Boston Celtics e lui ha comprato le mie quote quando le ho vendute. Perché non mi ha chiamato? Chiedete a lui, ma gli auguro il meglio lì. Ho un amico che ha comprato il Genoa ed è successo lo stesso. Ora guardo cosa sta accadendo, spero che non retrocedano in Serie B ma è difficile che si salvino.

Gli americani aiuteranno a valorizzare il brand della Serie A?

Fino a quando non arriverà qualcuno forte a gestire la Lega, non lo so. Ci sono alcuni proprietari che hanno punti di vista molto provinciali, amano avere il potere – sappiamo tutti chi sono – e gli piace lavorare con i piccoli club. Per certi versi è fantastico vedere arrivare tutti questi americani in Italia, ma per altri aspetti, sembra che ognuno pensi di sapere meglio di chiunque altro come gestire una squadra. Non si rendono conto di quanto sia complicato il calcio in Europa rispetto agli sport statunitensi.

Pronto a una nuova avventura nel calcio?

Ci sto lavorando.

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Pallotta: “Cessioni? La colpa era del Fair Play Finanziario”

James Pallotta è tornato a parlare della Roma su Twitter. Rispondendo ad alcuni messaggi dei tifosi, l’ex presidente giallorosso ha confermato i motivi delle cessioni eccellenti degli scorsi anni: “Spalletti o Di Francesco? Sono entrambi professionisti“, spiega Pallotta, a cui poi viene chiesto il miglior 11 della sua gestione. “Questa è difficile – spiega -, c’erano tanti giocatori che mi piacevano. E sicuramente qualcuno adesso mi romperà le p***e chiedendomi perché c***o li ho venduti. Tutti per il Fair Play Finanziario, fatta eccezione per Salah, che aveva qualcosa da dimostrare in Premier dopo che qualcuno aveva detto che non avrebbe potuto giocarci“.

Qualcuno gli fa notare che squadre come Napoli e Lazio non vendessero come la RomaPallotta: “Non mi pare che loro abbiano avuto i nostri stessi risultati“.

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Pallotta: “Le cose non vanno? Diranno che è colpa mia”. Poi una frecciatina ai Friedkin: “Stanno sempre in silenzio…”

James Pallotta torna a parlare della Roma. Lo fa al portale notizie.com, che ha raccolto alcune dichiarazioni dell’ex numero uno giallorosso. Le cose non vanno bene, ma diranno che sarà sempre colpa mia, è così no?”, una delle prime veloci battute. Poi un pensiero sulla nuova proprietà, che secondo l’ex presidente giallorosso dovrebbe parlare di più: “I Friedkin sono sempre in silenzioNon va bene, bisogna parlare, non si fa così”.