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Caso Argentina: festa dopo il ko con l’Uruguay. ‘Coinvolti anche Dybala e Paredes’

I media argentini scatenano una bufera sulla Seleccion al termine della sosta che ha visto gli uomini di Scaloni perdere contro l’Uruguay e poi battere al Maracanà il Brasile. Di certo adesso la nazionale argentina è discussa quanto dopo il successo contro i rivali verdeoro. Anche se i fatti risalgono a qualche giorno prima.

Gran parte, se non quasi tutti, della selezione albiceleste avrebbero partecipato dopo la sconfitta con l’Uruguay a una festa privata con modelle e influencer a cui sarebbe stato chiesto di lasciare i cellulari all’entrata per evitare di far filtrare foto o notizie della serata, naturalmente non autorizzata né da Scaloni né dai dirigenti della nazionale argentina. Secondo i media locali tra i partecipanti ci sarebbero Di Maria, Paredes e Dybala. Non Messi che, stando ai rumors della stampa argentina, non avrebbe gradito il party dopo il ko.

Come scrive il Corriere dello Sport, a Buenos Aires non si parla d’altro: c’è chi dice che sarebbe stato l’addio al celibato di Dybala (ipotesi smentita fermamente) e chi, invece, un party per salutare Di Maria che non vestirà più la maglia dell’Argentina. Anche Scaloni, sempre secondo i rumors, sarebbe infuriato “e in conflitto con diversi giocatori”. Le informazioni sarebbero state confermate dall’autista Pablo Duggan, a Radio 10, confermando le indiscrezioni sull’evento che si sarebbe svolto in una villa a Pilar. Diverse mogli dei calciatori hanno voluto replicare. Tra loro c’è Camila Galante, compagna di Leandro Paredes che a “Socios del Espectáculo” ha dichiarato: “Mi fido di mio marito. Se devo difendere Leandro lo farò. Queste ragazze cercano la fama a costo di rovinare delle famiglie”.

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Argentina, Dybala in campo 30 minuti nell’amichevole vinta contro Panama. Poi il ricordo del papà scomparso (VIDEO)

DYBALA ARGENTINA AMICHEVOLE – Paulo Dybala ha superato il lieve problema alla spalla accusato nelle scorse ore e questa notte ha giocato una mezz’ora nel 2-0 dell’Argentina contro Panama. Un’amichevole che è servita più che altro ai padroni di casa di festeggiare al Monumental la vittoria del Mondiale.

Il campione giallorosso ha parlato al termine del match ai microfoni di TycSports ricordando il papà scomparso prima di vederlo vincere il Mondiale. Parole commoventi quelle della Joya

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NEWS

Paulo Dybala tornerà a Roma il 29 dicembre. Le ultime

Paulo Dybala è pronto a riabbracciare Roma e la Roma lo attende con ansia. L’argentino, neo Campione del Mondo, infatti tornerà nella capitale il 29 dicembre, con un aereo proveniente dall’Argentina che atterrerà a Fiumicino alle 6.45.

Difficile immaginare che possa allenarsi con la squadra già il 29, magari un personalizzato nel pomeriggio, ma dal 30 sarà certamente a disposizione di Mourinho e dunque disponibile per la sfida contro il Bologna in programma il 4 gennaio.

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APPROFONDIMENTI

Messi vs Mbappè: ha trionfato Leo, l’ultimo Jedi dell’era dei numeri 10

EDITORIALE RS (di Francesco Oddo Casano)Leo Messi ha trionfato, finalmente. Leo Messi ha portato sul tetto del Mondo la sua Argentina, battendo ai rigori la Francia di Mbappè. Una delle finali più belle della storia per la maggior parte degli osservatori, ma soprattutto una gara che probabilmente ha fotografato, quasi cristallizzato, il passaggio da un’era calcistica all’altra. Nella letteratura calcistica di questi giorni e dei prossimi anni, quella tra Francia e Argentina sarà la gara che descriverà, quasi in maniera romanzesca, una sorta di ‘guerra (sportiva) dei mondi’. Si sono affrontati due fenomeni di generazioni calcistiche diverse, uno quasi al tramonto di una carriera irripetibile, l’altro poco dopo l’alba, con già una Coppa del Mondo nel palmares, centinaia di gol e la voglia di prendersi presto, lo scettro e il trono, del ‘mas grande’.

Torneremo” ha twittato con orgoglio l’asso francese, capocannoniere di Qatar 2022 e sulla carta unico calciatore in grado di battere tanti dei record della ‘Pulce’. Giocano insieme, al PSG, secondo qualcuno non si amano più di tanto, ma non è questo il tema del contendere.

Leo ha voluto scrivere la pagina più emozionante sul suo personale libro leggendario, con 7 reti, 3 assist. Numeri corredati da giocate sopraffine nonostante l’età avanzata e qualche difficoltà fisica fisiologica, palesata nei finali delle gare giocate comunque fino al triplice fischio con l’orgoglio argentino. Kylian non si è arreso, mai, dimostrando di essere un calciatore fenomenale ma anche la massima espressione del cambiamento. Perchè Messi rappresenta, all’ennesima potenza, probabilmente non solo per molti la reincarnazione di Diego, ma soprattutto la coda finale di una meravigliosa generazione di numeri 10.

Da Platini a Maradona, da Totti a Zidane, ma anche Del Piero, Rui Costa, Ronaldinho, poi Kaka e Rivaldo (solo per citarne alcuni), per arrivare ad Ozil o De Bruyne, questi ultimi già figli di un calcio sempre più verticale. Leo è stato e sarà sempre il dies nel vero senso della parola. Non solo il più forte di sempre – titoli e numeri alla mano – ma rappresentante di un ruolo che in campo pian piano sta scomparendo. Il trequartista, il regista offensivo, il fantasista, il numero dieci, chiamatelo come volete, ma per tutti i bambini sogno calcistico per decenni, sta per passare definitivamente di moda, travolto dal vento del cambiamento. Fateci caso: quali squadre importanti oggi in Europa hanno un numero 10 classico, lontanamente assimilabile alla sfilza di campioni citati prima? Tanti giocatori forti, non c’è dubbio, alcuni con caratteristiche e movimenti assimilabili al ‘dieci classico’ (ad esempio Foden nel City) ma tramutati dalle logiche tattiche e l’inevitabile spinta dell’evoluzione di questo sport, in calciatori totali: mezzali, esterni, seconde punte, pronte a pressare, rubare palla e ripartire velocemente. Tutto necessariamente in verticale. Transizioni le chiamano oggi (una volta contropiedi) poco cambia. L’analisi non è lessicale, ma puramente calcistica.

E arriviamo a Kylian Mbappè, straordinaria evoluzione di Luis Nazario da Lima Ronaldo, in parte anche di Cristiano e forse di Henry. Attaccanti diversi tra loro, ma certamente attaccanti da ripartenze fulminee, doppi passi, ‘motorini accesi’ e rapide discese dall’esterno verso la porta, dal centrocampo verso la porta, testa bassa e corsa con un solo obiettivo, fare gol. Insomma: cannonieri implacabili dentro l’area di rigore. Il calcio di Mbappè non pensa, esegue. Il calcio di Mbappè va dritto per dritto. Può scambiare palla – come nel secondo gol di ieri – ma non può perdere tempi di gioco. E’ esplosività pura. Talento, non c’è dubbio, ma è soprattutto tecnica in velocità.

Il calcio di Messi e dei numeri 10 classici è stato ed è ancora per poco tempo estro intrinseco, è metafisica, è l’impensabile che diventa reale in un tiro a giro, in un assist imbucato in un corridoio immaginato solo da chi esegue quel tipo di passaggi, è a volte sfida alle leggi della fisica con traiettorie accompagnate dagli spalti con gli ‘ohhhh’ di sorpresa, che si concedono solo alle opere d’arte. L’argentino è forse l’ultimo Jedi dell’eroica tradizione dei numeri 10, degno protagonista di una immaginifica nuova trilogia di Star Wars.

Non c’è un giudizio di valore in chi scrive, ma un’oggettiva valutazione di quale direzione il calcio stia prendendo. Può piacere o meno, ma un dato è chiaro: sarà difficile ritrovare dei numeri 10 come quelli che tra gli anni 80, gli anni 90 e i primi 2000 hanno caratterizzato le big europee e le principali nazionali al Mondo. Per questo è giusto concedere a chi ama Messi di venerarlo fino all’ultimo giorno in cui scenderà in campo da protagonista con un pallone tra i piedi. E non solo perchè è il più forte di tutti – sempre numeri alla mano – ma perchè rappresenta forse la fine di un’era, per buona pace dello sceicco del Qatar, che potrà comprare tutti i campioni e i Mondiali che vuole, ma non clonare (ancora) la fantasia e il romanticismo che ha accompagnato Messi e i suoi antenati calcistici.

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Mondiale

Messi tiene in vita l’Argentina. Dybala ancora in panchina

Non c’è spazio ancora per Paulo Dybala al Mondiale, ma l’Argentina dopo la sconfitta storica contro l’Arabia Saudita si è rialzata. Seppur con un po’ di fatica la Seleccion ha battuto 2 a 0 il Messico e conquistato così tre punti preziosi per il girone aspettando l’ultima gara con la Polonia.

Protagonista ancora una volta Leo Messi che sblocca la gara al 64′ e all’87’ arriva il gol di Enzo Fernandez che chiude la gara sul punteggio di 2 a 0. Ancora una volta Paulo Dybala resta in panchina per 90′.

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Calciomercato

Icardi-Roma, senza volontà e decreto crescita è un sogno quasi irrealizzabile

C’è un nome che scalda i cuori dei tifosi giallorossi e che riporterebbe la Roma nel novero delle favorite per il prossimo campionato: Mauro Icardi. L’argentino – a segno all’esordio in campionato – quasi certamente vivrà un’altra stagione da comprimario a Parigi, visto l’approdo nelle prossime ore di Messi, che nelle idee di Pochettino dovrebbe comporre e completare il trio delle meraviglie con Neymar e Mbappe.

‘Maurito’ dunque riflette, ma la Roma non è una sua prima scelta. Non lo fu due anni fa quando Petrachi tentò di imbastire con Ausilio uno scambio (con conguaglio) con Edin Dzeko. Difficile lo sia anche oggi, perchè al di là della presenza di Mourinho, la Roma non giocherà la Champions la prossima stagione e purtroppo, neanche, l’Europa League.

L’ostacolo maggiore poi risiede sui dettagli economici del suo ingaggio: 9,2 milioni di euro netti più bonus a stagione, che al lordo significano circa 17. Una cifra elevatissima che Pinto non potrebbe scontare neanche con i vantaggi fiscali del ‘Decreto Crescita’. Questo perchè oltre ad un accordo di natura biennale, serve che il “lavoratore” abbia maturato 48 mesi di residenza all’estero, ma Maurito si è trasferito a Parigi lo scorso 3 settembre 2019, quindi la tempistica andrebbe oltre questa finestra di mercato. Ciò in sostanza significa che oltre ad una formula vantaggiosa – prestito biennale con obbligo – la Roma dovrebbe pretendere dal Psg una partecipazione ingente al suo ingaggio.

Gli intermediari di Icardi continuano a ribadire che per la Roma sia una pista impossibile, anche perchè l’argentino vorrebbe rimanere – ad oggi – ancorato al dream team parigini, che il prossimo anno punterà a vincere il Triplete. Le vie del mercato, come si suol dire, sono infinite, ma in questo caso le strade di Icardi e la Roma non sembrano potersi incrociare.