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Roma, l’esito dell’audizione in Procura Federale: il club ha ribadito di esser vittima di un attacco diffamatorio

ANSA – L’incontro con la procura della Figc per il sexgate che ha colpito Trigoria é durato circa un’ora e nell’audizione di Lorenzo Vitali, accompagnato dal legale del club romanista, Antonio Conte, la società giallorossa ha ribadito la sua posizione. Il club si ritiene vittima di un attacco esterno volto a destabilizzare la società.

La Roma ha poi confermato al procuratore Chinè la correttezza del suo operato in questa vicenda specificando come stia investigando per scoprire chi ci sia dietro quelli che il club ritiene degli attacchi. Per questo la Roma si sta avvalendo anche di un importante studio penale per perseguire eventuali condotte scorrette. Dalla Roma filtra poi fiducia nell’operato della giustizia sportiva e ordinaria.

L’incontro andato in scena stamane in procura federale in merito alla vicenda della dipendente della Roma licenziata per il video ‘intimo’ si è svolto in un clima di cordialità. A quanto trapela da ambienti del club giallorosso “emerge chiaro che la società è vittima di un atto esterno diffamatorio volto a destabilizzare il club, l’operato è stato corretto e legittimo”. La società giallorossa “farà tutto il possibile per fare luce sulla vicenda. Abbiamo fiducia nella procura federale e collaboriamo con tutti gli organi competenti. Per noi non sono emersi finora elementi di accusa nei confronti di calciatori delle giovanili della Roma”.

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Roma contro, il sì del Napoli. La Figc minaccia esclusioni

La sentenza della Corte di giustizia europea ha provocato uno tsunami. In Italia la prima squadra a esporsi contro la Superlega è stata la Roma. Il club giallorosso ha ribadito “la propria posizione in rispetto dei valori e del futuro del calcio europeo. Il club non appoggia in nessun modo alcun progetto di cosiddetta Superlega che rappresenterebbe un inaccettabile attacco all’importanza dei campionati nazionali e alle fondamenta del calcio europeo”.

Come scrive il Messaggero, chi aderirà, dovrà vedersela con la Figc. Da via Allegri hanno ribadito il no alla Superlega: “Riconoscendosi pienamente negli organismi sovraordinati dell’Uefa e della Fifa, la Figc ribadisce la sua convinta azione a tutela dei campionati nazionali per la difesa del più ampio e generale principio del merito sportivo e del rispetto dei calendari internazionali”.

Invece, Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, è stato tra i primi a esporsi a favore di un ragionamento condiviso e ora sarebbe pronto “a partecipare a un dialogo con altre grandi squadre europee per costruire insieme il progetto”

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FIGC, ufficiale la squalifica di Fagioli: i dettagli

La Procura Federale ha raggiunto un accordo (ex art. 126 CGS) con il calciatore Nicolò Fagioli a seguito del quale lo stesso verrà sanzionato con una squalifica di 12 mesi, 5 dei quali commutati in prescrizioni alternative, e una ammenda di 12.500 euro, per la violazione dell’art.24 del CGS che vieta la possibilità di effettuare scommesse su eventi calcistici organizzati da FIGC, UEFA e FIFA.

Riguardo le prescrizioni alternative, Fagioli dovrà partecipare ad un piano terapeutico della durata minima di 6 mesi e ad un ciclo di almeno 10 incontri pubblici, da svolgersi nell’arco di 5 mesi, presso Associazioni sportive dilettantistiche, Centri federali territoriali, Centri per il recupero dalla dipendenza dal gioco d’azzardo, e comunque secondo le indicazioni e il programma proposti dalla FIGC.

La Procura Federale vigilerà sul rispetto di quanto indicato e, in caso di violazioni, adotterà i provvedimenti di propria competenza, ai sensi del CGS, con risoluzione dell’accordo e prosecuzione del procedimento disciplinare dinanzi agli Organi giudicanti di giustizia sportiva.

COMUNICATO

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Caso Scommesse, tra patteggiamenti e rischi di illecito sportivo: l’analisi

Sono ore delicate per il calcio italiano, travolto da un nuovo possibile scandalo, nuovamente legato al torbido mondo delle scommesse. Dopo il caso Fagioli, che avrebbe ammesso già in procura Federale di aver scommesso sul calcio, appare molto delicata anche la posizione di Sandro Tonali.

Come riferiscono diversi quotidiani questa mattina, l’ex centrocampista del Milan, raggiunto a Coverciano alcuni giorni fa dall’avviso di garanzia e costretto a lasciare il ritiro, sarebbe in procinto di patteggiare dinanzi alla giustizia sportiva. Sandro Tonali ha deciso: si autodenuncerà alla Procura federale, ammetterà delle responsabilità e quindi è probabile che confessi di aver puntato su partite di calcio. La strategia difensiva è chiara: provare a ridurre la sua sanzione. Ciò significherebbe, di fatto, ammettere non solo di aver praticato gioco d’azzardo su piattaforme illegali, ma di averle utilizzate anche scommettendo sul calcio.

Al di là dei profili penali, l’aspetto sportivo della vicenda merita un ulteriore approfondimento. Come specifica il quotidiano la Repubblica, sullo sfondo della vicenda, iniziano a materializzarsi anche rischi più seri: l’illecito sportivo. 

Basterebbe ad esempio aver puntato su una propria ammonizione, e poi essere stato effettivamente ammonito, per essere accusato. Una accusa che espone un calciatore al rischio di una squalifica non inferiore ai quattro anni. In questo sommerso di scommesse e calciatori, un ruolo centrale è quello degli agenti delle piattaforme illegali. Soggetti che operano come allibratori e che ai grandi scommettitori applicano tariffe vantaggiose tagliando del 30 per cento le loro perdite. Tutto si svolge su conti virtuali, spesso ricaricati da remoto e poi saldati in contanti.

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Plusvalenze Roma e Lazio, l’eventuale sentenza sportiva non arriverà prima dell’estate

Il caso plusvalenze è esploso anche nella capitale, sia in casa Roma che in quella Lazio e certamente non farà dormire sonni tranquilli ai dirigenti delle due società.

Sul piano sportivo, nonostante non siano due fascicoli da 14mila pagine come nel caso della Juventus, è difficile ipotizzare che si possa arrivare a una sentenza prima dell’inizio della prossima stagione. Dalle prime indiscrezioni sembra inoltre che il filone biancoceleste d’indagine sia partito temporalmente prima rispetto a quello giallorosso.

Altro elemento che può creare delle lungaggini è l’immunità da parlamentare di Lotito. La Guardia di Finanza ha sequestrato tutti i dispositivi elettronici appartenenti ai dirigenti indagati tranne che a lui, mossa per la quale serve una votazione in Parlamento per avere l’autorizzazione a procedere. E Lotito nel filone laziale è elemento chiave poichè proprietario del club biancoceleste e della Salernitana all’epoca dei fatti contestati.

La Giustizia Sportiva interverrà eventualmente solo nella prossima stagione sulle plusvalenze di Roma e Lazio

Un’altra differenza con il caso Juventus sono le cifre, sì importanti visto che parliamo di milioni di euro, ma non al livello di quelle dei bianconeri. Per esempio le operazioni della Roma messe sotto indagine arrivano a un totale di 42,5 milioni di euro per giocatori, vedasi Cristante, Frattesi o Spinazzola.

Insomma, le indagini sono solo all’inizio e se per i giallorossi si intrecciano con la parabola Juventus, già analizzata dalla procura di Torino, vedasi l’intercettazione fra Cherubini e Bertola che parlano dell’affare Spinazzola-Luca Pellegrini, il filone Lazio-Salernitana è tutto da costruire e a giocare un ruolo fondamentale saranno i dati raccolti dall’analisi di telefoni e computer sequestrati dalla Guardia di Finanza, ricordando che mancano quelli di proprietà di Lotito.

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Processo Juve, l’Avv. Stagliano a RS: “Il capitolo plusvalenze è il meno grave, mi aspetto la conferma del -15. Ecco cos’altro rischia la Juventus”

PROCESSO JUVENTUS PLUSVALENZE E SANZIONI – Inizia oggi, con l’udienza preliminare, il processo penale della Juventus relativo all’inchiesta Prisma.

Sullo sfondo resta la complessa situazione sportiva con giudizi pendenti sulla questione plusvalenze e la prossima valutazione sulla c.d. manovra stipendi. Per fare chiarezza su ciò che potrà accadere nelle prossime ore e entro l’estate, Retesport ha intervistato l’avvocato Mario Stagliano: “Il capitolo plusvalenze è quello meno grave rispetto alle altre contestazioni (penali e sportive) che vanno ad incidere in maniera più pesante sui comportamenti della Juventus, ammesso che si arrivi a riscontrare delle responsabilità. La Juventus – al pari di altri club – era stata già giudicata un anno fa sul tema plusvalenze, ma gli organi di giustizia sportiva prosciolsero tutti i deferiti, non solo i dirigenti bianconeri, perchè non c’erano dati oggettivi o algoritmi per valutare la regolarità delle plusvalenze. Successivamente sono subentrati elementi nuovi, dall’inchiesta Prisma, e la procura Federale ha chiesto ed ottenuto la revisione del precedente procedimento. La Corte d’Appello ha ritenuto che ci fossero gli estremi per pronunciarsi sulla revisione, ha valutato sufficienti le intercettazioni e i documenti acquisti per condannare la dirigenza bianconera e sanzionare la società con 15 punti di penalizzazione. Il documento ottenuto dai bianconeri attraverso il ricorso al TAR in realtà non inciderà sull’eventuale improcedibilità e quindi l’annullamento dell’intero ultimo procedimento, come qualcuno sperava“.

Il 19 Aprile il Collegio di Garanzia si pronuncerà sul -15. Cosa accadrà?
“Il Collegio di Garanzia del CONI si pronuncerà sul ricorso bianconero avverso la penalizzazione in classifica. Il Collegio è una sorta di Cassazione dello sport e potrà pronunciarsi dicendo: ipotesi A) il ricorso bianconero è inammissibile perchè non ci sono violazioni in termine di diritto e quindi confermare la sentrenza della Corte d’Appello; ipotesi B) la nullità e quindi la revisione completa dell’ultimo pronunciamento; ipotesi C) rinviare il procedimento alla Corte d’Appello per parziali vizi delle motivazioni della sentenza precedente. E’ impossibile che ci sia un pronunciamento nel merito, cioè una riduzione dei punti di penalizzazione per intenderci. Come finirà? Premesso che il mio pronostico vale meno di zero, c’è stata una levata di scudi mediatica e politica importante, se non ci fosse stata penso che il Collegio di Garanzia avrebbe certamente confermato la sentenza della Corte d’Appello. Se parla il Ministro dello Sport, se parla l’ad della Lega calcio e tutti vanno nella stessa direzione, penso che un minimo di influenza possa averla. Ovviamente chi deve giudicare è al di sopra di qualsiasi sospetto e deciderà esclusivamente in termini di diritto, per questo alla fine mi aspetto che possa essere confermata la sentenza del -15″

Oggi parte anche l’udienza preliminare del procedimento penale, della c.d. Inchiesta Prisma. Di che cosa si parla?
“Dopo due anni quasi di indagine, la procura di Torino ha richiesto il rinvio a giudizio di Agnelli e del gruppo dirigenziale, per una serie di violazioni che in termini esplicativi e basici, si sostanziano nella presunta falsificazione dei bilanci al fine di superare determinati ostacoli che le avrebbero impedito di fare un determinato mercato, mantenendo alti i costi di gestione e addirittura, potenzialmente, di iscriversi agli ultimi campionati. Se fosse dimostrata la responsabilità nell’ambito del procedimento sportivo su questi fatti, le conseguenze sarebbero molto più gravi rispetto alla questione plusvalenze. I bilanci contestati sono del triennio 2018-2021. Il GUP, rispetto ad alcuni anni fa, dopo la riforma Cartabia, non è più un semplice passa carte, per cui rinviava a giudizio anche solo per il semplice sospetto di colpevolezza. Oggi al contrario deve valutare se effettivamente gli indagati possono essere condannati. Nell’udienza odierna verranno sollevate una serie di questioni tecniche, tra cui soprattutto la competenza territoriale. Anche qui rispetto al 31 dicembre scorso, il GUP nel dubbio potrebbe chiedere immediatamente alla Cassazione quale sia l’organo competente a livello territoriale. In precedenza si andava avanti con il rischio nel corso del processo che ci potesse essere una revisione della sede territoriale”

Cosa rischia la Juventus realmente?
“Partendo dal presupposto che nessuno può essere giudicato colpevole fino a che non si arrivi ad una sentenza definitiva, sia sportiva che penale. Qualora tali responsabilità dovessero essere riscontrate e confermate nelle sentenze, rischia dalla retrocessione, all’esclusione dal campionato di Serie A e la conseguente iscrizione d’ufficio al campionato di Serie C. Ipotesi quest’ultima che non si è mai verificata nella storia”

Le altre squadre coinvolte, in teoria, nel sistema delle plusvalenze con la Juventus, perchè non sono state condannate? Cosa può accadere?
“Inizialmente sono rimasto sorpreso del mancato coinvolgimento delle altre società, ma leggendo le motivazioni della sentenza della Corte d’Appello ho compreso la logica: la Juventus è stata condannata per aver elevato a sistema l’utilizzo delle plusvalenze per sistemare i bilanci e quindi violando anche i principi di giustizia sportiva. Non essendo al momento dimostrato, per quanto riguarda le altre società, che ci fosse una continuità e un’organizzazione sistematica ma magari solo episodi sporadici e singole operazioni, la Corte d’Appello non aveva elementi per condannare le altre società. Ma attenzione perchè stanno partendo indagini, correlate alle carte di Torino, da parte di altre procure in giro per l’Italia e quindi la questione può essere riaperta”.

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APPROFONDIMENTI

‘Manovra stipendi’, Dybala non è a rischio squalifica: ecco perchè

FOCUS RS – Nelle ultime ore si è sparsa la voce della possibile squalifica di Dybala, che al pari degli altri calciatori bianconeri e di Sarri, avrebbe aderito alla c.d. manovra stipendi, sotto la luce dei riflettori della Procura di Torino e degli organi federali come secondo filone d’inchiesta sul caso Juventus dopo quello legato alle plusvalenze.

LA VICENDA – Quando il campionato si è fermato a causa della prima pesantissima ondata Covid, la Juventus ha raggiunto l’intesa coi suoi tesserati sugli stipendi, pubblicata attraverso un comunicato ufficiale – come una rinuncia a quattro mensilità, con un risparmio contabilizzato di 90 milioni. Nei fatti la rinuncia è stata a una mensilità, con delle scritture private (anche per chi avrebbe lasciato il club) per riconoscere nelle stagioni successive gli altri tre stipendi, risparmiando dunque effettivamente solo 31 milioni e spalmando su altre annualità i restanti 59: da qui il nome di “manovre stipendi”, racchiudendo operazioni di tipo diverso articolate su due stagioni, il 2019-20 e il 2010-21. La Juventus, in quanto club quotato in Borsa, a livello penale avrebbe commesso un illecito perchè di fatto non avrebbe comunicato al mercato delle variazioni legate ai propri costi reali in maniera corretta. Ma sul piano sportivo cosa succede?

LE REGOLE FEDERALI – A livello sportivo, l’uso di “scritture private non depositate”, secondo l’ipotesi accusatoria della Procura Federale sarebbe in conflitto con l’articolo 31 del Codice di Giustizia che regola le “Violazioni in materia gestionale ed economica”. Secondo il comma 3 la società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica”.

Oltre al club, anche i tesserati rischiano delle sanzioni. Sempre l’articolo 31 al comma 8 infatti allarga il perimetro delle responsabilità: “i tesserati che pattuiscono con la società o percepiscono comunque dalla stessa compensi, premi o indennità in violazione delle norme federali sono soggetti alla sanzione della squalifica di durata non inferiore a un mese”.

Entro 20 giorni dovrebbe arrivare la decisione della Procura Federale in merito a questo filone, parallelo rispetto al caso plusvalenze. Nel novero dei tesserati bianconeri all’epoca dei fatti, come noto, c’era anche Paulo Dybala, che secondo quanto riferito questa mattina da Paolo Ziliani (giornalista de il Fatto Quotidiano) rischia almeno un mese di squalifica. E arriviamo alla situazione dell’argentino.

LA SITUAZIONE DYBALA – A margine del rischio sanzionatorio nei confronti della Juventus, secondo quanto raccolto dalla redazione di Retesport, il club bianconero avrebbe depositato in FIGC il documento relativo al nuovo accordo con Paulo Dybala (sottoscritto in piena pandemia) e il calciatore avrebbe quindi percepito quanto dovuto e non soldi extra legati alle presunte scritture private. Per questo motivo, puramente formale, il calciatore non rischia alcuna squalifica. La questione ovviamente è molto intricata, con procedimenti sportivi e penali che si intersecano, ma l’argentino ad oggi non è a rischio stop.

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Gravina: “A Torino nessun errore di Var e arbitro. Diamoci tutti una calmata”

“L’immagine che è stata fatta vedere dopo (quella di Candreva che teneva in gioco Bonucci, ndr) non era stata messa a disposizione – le parole riportate da Sportmediaset -. Esiste una produzione di immagini che non è dell’Aia, né degli arbitri, né del Var. Questa produzione ha messo a disposizione alcune immagini che sono state visionate e gli arbitri hanno visto quello che purtroppo poi si è rivelato un errore. Non hanno sbagliato né gli arbitri né il Var. Se un episodio così dopo sei giornate di campionato deve far urlare allo scandalo… Diamoci tutti una calmata, torniamo nei nostri ranghi”. Così Gabriele Gravina, presidente della FIGC, sul clamoroso episodio arbitrale di domenica sera a Torino tra Juventus e Salernitana.

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Caos festeggiamenti Italia, botta e risposta al veleno tra il Prefetto di Roma e il Presidente FIGC Gravina

Infuria la polemica sui festeggiamenti della nazionale italiana il giorno dopo la vittoria di Euro2020. Nel pomeriggio di lunedì la squadra è stata ricevuta dal presidente della Repubblica Mattarella e dal Premier Draghi, per due incontri istituzionali a cui è seguita una sfilata sul pullman scoperto per le vie del centro di Roma che ha portato migliaia di tifosi azzurri e cittadini romani a riversarsi tra Via del Corso, Piazza Venezia fino alla zona di Prati dove risiedeva la squadra in ritiro.

Questa mattina il Prefetto di Roma – Matteo Piantedosi – è intervenuto ai microfoni del Corriere della Sera accusando la FIGC di non aver rispettato i patti presi alla vigilia, cioè il divieto a qualsiasi festeggiamento che creasse assembramenti

«Avevamo negato il permesso a festeggiare la vittoria dell’Italia agli Europei sull’autobus scoperto, ma i patti non sono stati rispettati». Il prefetto di Roma Matteo Piantedosi non nasconde l’amarezza per quanto accaduto lunedì scorso e «per le possibili conseguenze che potrebbero verificarsi nelle prossime settimane, nonostante il grandissimo lavoro svolto».

Non si doveva festeggiare?
«Certamente si. Ma con modalità diverse».

Come?
«Venerdì scorso abbiamo convocato un comitato per l’ordine e la sicurezza. Io avevo concordato la linea con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e con il capo della polizia Lamberto Giannini. La riunione era proprio per decidere che cosa fare e per questo abbiamo coinvolto direttamente anche la Figc».

Quali erano le intese?
«La Figc chiedeva di consentire agli atleti della Nazionale di fare un giro per Roma su un autobus scoperto, ma è stato spiegato chiaramente che non era possibile. Abbiamo detto che non potevamo autorizzarli».

Perché?
«Dovevamo gestire il passaggio dal Quirinale a palazzo Chigi cercando di conciliarlo con le esigenze di sicurezza legate alla pandemia e dunque evitare in ogni modo assembramenti».

C’erano alternative?
«Lunedì mattina la Figc ha riproposto diverse soluzioni ultima delle quali quella di utilizzare una pedana da montare in piazza del Popolo, in pieno centro a Roma, dove far salire i giocatori che in questo modo potevano festeggiare con i tifosi».

L’avete autorizzato?
«Sì, abbiamo ritenuto che potesse essere una mediazione praticabile perché ci consentiva di tenere sotto controllo la folla in un unico luogo, verificando anche che le persone indossassero le mascherine come prevede il decreto in vigore quando ci sono gli assembramenti».

E invece?
«Nel primo pomeriggio di lunedì abbiamo avuto altri contatti diretti con lo staff della Figc che ha rinnovato la richiesta di poter utilizzare l’autobus scoperto. Abbiamo spiegato a tutti che le valutazioni non erano cambiate».

Però la pedana non era stata montata.
«Abbiamo pensato che avrebbero fatto fermare i giocatori davanti a palazzo Chigi dopo l’incontro con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Ci avevano assicurato che il trasferimento sarebbe avvenuto con un autobus coperto. Invece poco dopo l’uscita dal Quirinale si è aggregato un autobus scoperto con la livrea e le scritte dedicate ai campioni d’Europa».

Lei ha parlato con lo staff del presidente Gravina?
«Certo e hanno sostenuto che c’era comunque già molta folla per le strade ed era forte intenzione dei calciatori di proseguire i festeggiamenti con l’effettuazione di un giro su un autobus scoperto».

Non potevate fermarlo?
«C’erano migliaia di persone in attesa del giro in autobus, vietarlo avrebbe potuto creare problemi di ordine pubblico».

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Non si è fatta attendere la risposta del presidente FIGC Gabriele Gravina che ha parlato attraverso un comunicato emesso sul sito ufficiale della Federazione.

“Non è nostra intenzione alimentare ulteriori polemiche, perché non vogliamo trasformare un momento di gioia nazionale in un argomento di divisione. Abbiamo sempre lavorato per l’unità e continueremo a farlo, sottolineando però come la Federazione sia sempre stata responsabile, ma soprattutto rispettosa delle istituzioni e dei tifosi italiani”.

In merito alla completa ricostruzione dei fatti, la FIGC precisa quanto segue:

1) Interpretando il sentimento popolare, nei giorni che hanno preceduto la finale di Wembley la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha chiesto l’autorizzazione, sempre negata, per i festeggiamenti di un eventuale successo europeo, individuando diverse location (tra cui Piazza del Popolo) dove si potesse svolgere con numeri contingentati e nel rispetto di tutte le prescrizioni del momento una cerimonia in tutta sicurezza;

2) Senza alternative percorribili, la FIGC ha organizzato il ritorno della squadra a Firenze presso il Centro Tecnico di Coverciano per l’immediato scioglimento della delegazione. Il rientro su Roma è stato previsto solo dopo aver ricevuto i graditi inviti da parte del Capo dello Stato e del Presidente del Consiglio dei Ministri;

3) Dopo la cerimonia al Quirinale, su richiesta della squadra, che ha visto in pochi minuti aumentare la folla nel percorso fino a Palazzo Chigi, è stata reiterata l’istanza per poter utilizzare il bus scoperto, preparato preventivamente per ogni evenienza, al fine di condividere l’immensa felicità per un successo sportivo di questa portata con le migliaia di persone già ammassate per le strade;

4) Nel tragitto per arrivare a Piazza Colonna, il bus coperto che trasportava la squadra è stato ripetutamente rallentato, poi bloccato e letteralmente travolto dall’affetto della gente ormai numerosissima, che comunque già non indossava strumenti di protezione individuale (cosiddette ‘mascherine’);

5) All’arrivo davanti Palazzo Chigi, ritenuto che la situazione non fosse più gestibile in quanto il bus coperto non aveva dissuaso i tifosi dal cingere in tutti i modi la delegazione italiana, reiteravamo ancora la richiesta, a questo punto condivisa dalle istituzioni, per un breve tragitto con il bus scoperto, anche nell’ottica di tutela dell’incolumità dei calciatori e per non deludere le migliaia di persone che si erano già riversate nel centro della Capitale nelle ore precedenti a questo incontro.

Per come sono stati gestiti quei momenti concitati di grande partecipazione popolare, la FIGC ringrazia i rappresentanti delle Forza dell’Ordine, che hanno accompagnato la Nazionale con grande spirito di servizio ed encomiabile professionalità.”

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