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Xhaka sfida Paredes: Roma-Bayer si decide anche in regia

FOCUS RS (di Francesco Oddo Casano) – Granit Xhaka per un breve ma rovente periodo della sua vita si è sentito romanista. Josè Mourinho lo aveva indicato come primissimo nome della lista per sistemare a sua immagine e somiglianza il centrocampo della Roma. L’ex tecnico giallorossa sapeva che il capitano della Svizzera fosse in rotta ormai da tempo con i Gunners.

Arteta gli aveva anche sfilato la fascia da capitano e l’aria di addio si respirava da tempo. Xhaka alla fine è rimasto all’Arsenal rinnovando il contratto e l’estate scorsa è sbarcato a Leverkusen, tornando in Bundesliga e vincendo da protagonista assoluto il titolo in Germania.

Lo svizzero nell’idea di Mou doveva essere l’equilibratore della Roma, un ruolo nel quale poi si è specializzato Cristante e che lo scorso anno per larghi tratti della stagione è stato interpretato da Matic, prima dello strappo con la Roma.

Oggi in cabina di regia c’è Leandro Paredes, apprezzatissimo da Mou, amato da De Rossi, non solo per i trascorsi insieme nello spogliatoio e per la comune passione per il Boca Juniors.

Roma-Bayer sarà dunque la sfida anche tra questi due registi: da una parte Xhaka, dall’altra Paredes. Due calciatori diversi per caratteristiche ma speculari per il peso specifico che hanno nel dettare tempi e ritmi di gioco.

Lo svizzero e l’argentino hanno disputato di fatto lo stesso numero di partite con minutaggio similare: 44 presenze Leo, con 3468 minuti e 3 gol all’attivo; 43 presenze l’ex Arsenal, con 3625 minuti e 2 gol realizzati.

Il dato interessante riguarda il numero di passaggi: Xhaka è primatista in Germania con oltre 3 mila passaggi effettuati. E’ l’autentico geometra del centrocampo di Xabi Alonso, l’uomo che sa quando accorciare, sa quando addormentare il gioco, sa quando accelerare.

L’importanza di Paredes nella Roma attuale, dopo la svolta in panchina e la ricerca di un calcio più fraseggiato, è divenuta apicale e si è notata – nella sua assenza – a Napoli. “Non abbiamo un centrocampo costruito con molti palleggiatori e senza Leo si nota la differenza nella serenità e nella capacità di uscita palla al piede”. De Rossi non ha nascosto il peso specifico dell’argentino lì davanti alla difesa.

I numeri di Paredes confermano la sua centralità assoluta: tra Serie A e Europa League, ha effettuato 2305 passaggi, di cui oltre 1700 in campionato, il dato più alto della sua carriera. E’ il calciatore nella Roma che ne ha effettuati di più e quello che ne ha tentati di più in avanti. Sono di più infatti i passaggi a distanza media che quelli brevi (788 vs 696) e anche su quelli lunghi (202) ha raddoppiato se non addirittura triplicato la sua media rispetto a tutte le precedenti stagioni. Questi numeri sconfessano la diceria che si un giocatore che rallenta il gioco passando il pallone a tre metri in orizzontale. Curioso vedere anche la copertura in metri: oltre 31 mila metri coperti con i suoi passaggi.

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Xhaka conferma: “Sono stato ad un passo dalla Roma ma poi…”

“C’era qualcosa con la Roma. Sono stato molto vicino poi non si è fatta nulla perché Mikel Arteta e il direttore tecnico non hanno voluto che andassi via. Senza l’allenatore non sarei più in questo club. Mi ha aiutato quando ero a terra, mi ha preso da parte e mi ha dato una mano anche con i tifosi”. Così Granit Xhaka, capitano dell’Arsenal, ai microfoni di ESPN. Il centrocampista svizzero ha confermato la lunga trattativa, poi sfumata, con la Roma andata in scena un anno fa di questi tempi.

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Xhaka, la Roma ci riprova

L’addio di Diawara per tornare forte su Xhaka. Sarebbe questo uno dei motivi del viaggio milanese di Tiago Pinto. Come riferisce calciomercato.com infatti il nome del centrocampista in forza all’Arsenal potrebbe tornare d’attualità in questi ultimi giorni di mercato. Xhaka ormai vive quasi da sopportato nell’Arsenal, che oltretutto potrebbe prendere Arthur dalla Juventus. Il general manager della Roma si sarebbe rifatto sotto con la speranza di arrivare a Xhaka con la formula del prestito con diritto di riscatto. Sul taccuino di Pinto anche i nomi di Xeka, Banega e Grillitsch, ma in ogni caso servirà la partenza di Diawara.

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‘Xhaka a giugno’, il piano di Mou per completare il centrocampo

José Mourinho è molto contento dell’acquisto di Sérgio Oliveira e ora sogna un ultimo tassello per il suo centrocampo. Il nome è sempre quello di Granit Xhaka, centrocampista svizzero dell’Arsenal.

Secondo quanto riferisce Sky Sport, nella testa di Mourinho, il centrocampo ideale della Roma sarebbe formato da: Xhaka in regia, con Oliveira e Pellegrini ai suoi lati come mezzali. Per questo, secondo l’emittente satellitare, la Roma tornerà sul giocatore nelle prossima estate.

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Xhaka: “Resto all’Arsenal per altri due anni e mezzo”

Granit Xhaka è stato la scorsa estate un reale obiettivo di mercato della Roma, che per varie motivazioni, non è però riuscita a chiudere l’affare. Il centrocampista elvetico ha poi rinnovato il suo contratto con i Gunners e oggi è tornato a parlare del suo futuro. Recentemente è stato accostato nuovamente alla Roma ma anche ad un clamoroso ritorno al Gladbach.

Xhaka in merito ha risposto così: “Ho appena rinnovato il mio contratto con l’Arsenal e rimarrò qui per altri due anni e mezzo, poi ne avrò 32. E se Max Eberl è pronto a riprendermi a 32 anni, anche la mia porta sarà aperta”.

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Roma ‘regina’ del mercato italiano: investiti quasi 100 milioni. Il colpo è Abraham, il neo è Xhaka. La via ora è Mou

FOCUS RS – Alle 20.00 è suonato il gong definitivo della finestra di mercato estiva. L’ultimo giro di lancette su un lunghissimo periodo condizionato dai tragici effetti della pandemia sui conti dei club, cristallizzato per diverse settimane dagli Europei e dalla Copa America e in assoluto impreziosito sicuramente, per quanto concerne il mercato italiano, dal ritorno in panchina di grandi manager ma compensato però in negativo anche dall’addio di diversi calciatori importanti. Uno su tutti, Cristiano Ronaldo, che ha lasciato la Juventus per fare ritorno a Manchester, sponda United ovviamente.

“UNA ROMA DEGNA DI MOU” – Il club giallorosso si è mosso con intelligenza e raziocinio, con Tiago Pinto chiamato a condurre la prima vera campagna acquisti della sua avventura romanista. Una gestione complicatissima perché strettamente legata a due parametri, apparentemente in contrasto fra loro: sostenibilità e effetto Mou. Lo Special One è stato indubbiamente l’autentico capolavoro dei Friedkin. L’annuncio dello scorso 4 maggio e lo sbarco nella capitale ad inizio luglio hanno riportato la Roma al centro del mondo mediatico pallonaro. Uno tsunami che ha travolto anche l’ambiente interno di Trigoria, una rivoluzione – appena iniziata – che ha prodotto uno scossone inevitabile anche sui desiderata del mercato. L’arrivo di Mourinho non ha però coinciso con l’immediato ingaggio di quei top player tanto agognati dalla piazza. Tra presunte telefonate e abboccamenti più o meno reali, i vari Sergio Ramos, Donnarumma e Icardi, non sono mai stati realmente dei target della società giallorossa, chiamata a ricostruire un progetto sportivo dopo aver ereditato delle vere e proprie macerie, soprattutto finanziarie.

QUATTRO COLPI E UNO SFUMATO – In origine la lista era così composta: un portiere, un difensore centrale, un centrocampista e una punta. Di fatto la spina dorsale della squadra. Ma si sa, le vie del mercato sono infinite, così come purtroppo anche quella degli infortuni e della sfortuna della Roma. Tiago Pinto si è rimboccato le maniche e – nel consuntivo finale – si può affermare che sia riuscito a portare a termine delle operazioni che indubbiamente hanno rinforzato una squadra, che aveva ed ha tuttora delle basi potenzialmente importanti. Rui Patricio (11,5 milioni di euro) è il nome di esperienza voluto da Mou, per blindare la porta giallorossa. Vina (13 milioni) l’impellente necessità sorta dopo l’infortunio di Spinazzola – elemento che oggettivamente ha complicato l’estate romanista rispetto ad un’uscita di cassa non preventivata – mentre Shomurodov (17,5 milioni) ha rappresentato l’occasione giusta per rinforzare il reparto offensivo, dotandolo di un calciatore diverso per caratteristiche dagli altri centravanti. Poi l’addio di Dzeko ha nuovamente spostato il focus verso l’obbligo categorico di dare una grande risposta alla piazza. Tammy Abraham è il colpo dei Friedkin, di Tiago Pinto e di Mourinho, della Roma tutta. Il nome che ha messo d’accordo a 360 gradi, dentro Trigoria e poi fuori, visto l’impatto travolgente dell’inglese sull’emisfero giallorosso. 40 milioni al Chelsea e una trattativa lampo portata a termine nel giro di otto giorni dal dirigente portoghese. E’ mancato il centrocampista, con l’obiettivo Xhaka sfumato per le resistenze dell’Arsenal sul prezzo del cartellino dello svizzero, sommato alla difficoltà sorte in seguito nel liberarsi di calciatori che lo Special One non riteneva poi così tanto Special (es. Diawara). In mezzo una quarantina di calciatori piazzati, tra svincoli, rescissioni e prestiti con o senza opzione di riscatto. Il diktat imposto dai Friedkin a Pinto era chiaro: ridurre i costi di gestione, saliti sopra una soglia insostenibile per un club che non disputa la massima competizione europea da tre anni.

OBIETTIVI E ATTESEPrendere tanto per prendere non è nella filosofia della nuova proprietà americana, che nei fatti – più che a parole – ha acquistato finora solo a titolo definitivo, per patrimonializzare la società e puntare su calciatori realmente funzionali al progetto. Ora il portoghese sarà chiamato a valorizzare quei giovani rimasti in rosa, su cui la società vuole puntare per la ricostruzione. La Conference League sarà un banco di prova e di crescita importante per ragazzi come Bove, Zalewski, Darboe ma anche lo stesso Reynolds, riscattato a giugno al pari di Ibanez. La Roma ha investito, seppur con modalità di pagamento agevoli come tutti gli altri club del mondo, quasi 100 milioni di euro più di tutti in Italia, 7° club in Europa dietro a cinque inglesi (Arsenal, Chelsea, Aston Villa, United e City) e una tedesca (Lipsia), nonostante non giochi la Champions e la proprietà sia costretta ogni mese a nuove iniezioni di capitale per le esigenze di ‘working capital’.

La via tracciata è quella di Josè Mourinho: ‘lavoro, orgoglio, squadra, tempo‘ le parole chiave da scandire ogni giorno e far risuonare nelle menti e nei cuori di tutti i calciatori. Chiuso il capitolo mercato, dopo la sosta si ritorna in campo e ci sarà il primo tour de force da affrontare, con un bel poker di vittorie nel taschino e la voglia di stupire. Poi a gennaio si vedrà.

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Xhaka, Cenolli (l’intermediario italiano): “Granit dispiaciuto di non aver raggiunto Mourinho”

Marco Cenolli – intermediario di Granit Xhaka nella trattativa tra Roma e Arsenal – ha parlato ai microfoni di calciomercato.it: “Granit dispiaciuto per non aver raggiunto Mourinho. Arsenal e Roma parlavano quasi tutti i giorni, ma non sono riuscite a trovare un accordo“.

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Roma, dopo Abraham servono le cessioni per arrivare ad un mediano

La Roma continua a cercare un centrocampista da regalare a Mourinho. Dopo l’addio all’affare Xhaka, che era stato indicato proprio dallo Special One ad inizio mercato, Tiago Pinto vuole accontentare l’allenatore con un giocatore che abbia le caratteristiche richieste dal tecnico lusitano.

Prima però dovrà piazzare alcuni esuberi (Florenzi diretto al Milan il primo in ordine di tempo in procinto di uscire) e soprattutto Diawara, che vorrebbe restare in Italia nonostante la proposta allettante del Wolverhampton. Da verificare anche la situazione di Nzonzi, che ha un’offerta dal Qatar che ancora non ha portato però ad un accordo con la società giallorossa sulla rescissione.

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Roma, Zakaria o Koopmeiners per il centrocampo

Xhaka è davvero sfumato o no? Forse se lo chiede anche Tiago Pinto, per cercare di capire se le dichiarazioni di due giorni fa di Arteta siano strumentali o meno, volte a mettere pressione alla Roma per far alzare l’offerta (15 milioni più bonus, contro i 25 chiesti dall’Arsenal). Sta di fatto che il g.m. sta cercando soluzioni alternative per quel centrocampista che serve come il pane nello scacchiere di Mourinho. Oltre a Koopmeiners e Delaney, ieri ha preso quota anche il nome di Denis Zakaria, gigante svizzero del Borussia Moenchengladbach, che di fatto è proprio la riserva di Xhaka in nazionale. Zakaria ha una valutazione alta, circa 30 milioni, ma anche il contratto in scadenza tra meno di un anno.

Come scrive la Gazzetta dello Sport (A.Pugliese), desta viva, nel frattempo, la pista che porta a Koopmeiners, anche se Pinto non si fa sentire da un po’ con il suo agente. In Algarve, dove la Roma è in ritiro, stanno cercando di capire che valutazione finale dà l’Az Alkmaar al suo capitano. A conti fatti, con 18 milioni l’operazione si può chiudere e la Roma prenderebbe un giocatore importante, oltre che un buon tiratore sui calci da fermo. Nel frattempo lo stesso Koopmeiners si è espresso così: “Pensavo che sarebbe andato tutto più liscio, nella mia testa ci sono molte cose. Questa situazione dà stress, ci penso ogni giorno. Se non cambierò squadra prima dell’inizio della stagione dovrò solo pensare a giocare bene. La gente pensa che io abbia già detto addio al club, ma un addio arriva solo con le firme. E poi l’Az non è un club che voglio lasciare a tutti i costi“.

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Rassegna stampa

Stop Xhaka, lo svizzero resta all’Arsenal e Pinto torna su Koopmeiners

 Circa due mesi senza riuscire a chiudere la trattativa. Tanto è passato dal giorno in cui la Roma ha messo gli occhi su Xhaka per accontentare Mourinho. Tra 17 giorni ci sarà la prima partita ufficiale e questo impone ai giallorossi di dare un’accelerata per il centrocampo. Per questo Pinto ha ripreso i contatti con l’entourage di Koopmeiners che era già nei radar ad inizio calciomercato prima di virare sullo svizzero. 

Come scrive la Gazzetta dello Sport (A.Pugliese), l’Arsenal ha sempre chiesto 25 milioni di euro contro i 15 offerti dalla Roma. Ieri, invece, si è andati anche oltre visto che Xhaka ha giocato l’amichevole contro il Chelsea segnando un gol. “Resterà con noi, è un elemento chiave della nostra squadra“, ha detto Arteta. Koopmeiners costa circa 20 milioni, ma rispetto a Xhaka ha un’età che permetterebbe di ammortizzare meglio l’eventuale investimento. Ecco perchè la Roma lo preferisce anche a Delaney. Altra idea di Pinto è Douglas Luiz che però costa 30-35 milioni.