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Abraham illude, poi torna il Milan. Mourinho: “Due punti persi, abbiamo troppi limiti”

Sono due punti persi“. Mourinho non ci gira troppo attorno. La beffa del gol al 97’ di Saelemaekers brucia, nonostante il vantaggio della Roma fosse arrivato tre minuti prima con un’invenzione di Abraham. Ma vincerla al 93’, sognare il sorpasso al Milan, allungare sulla zona Champions e poi vedere tutto questo infranto, fa male.

Come scrive la Repubblica, nonostante “abbiamo fatto una partita straordinaria per organizzazione e sacrificio. Tutti hanno dato il massimo e sono sicuro che i romanisti vanno a casa tristi per il risultato ma con un orgoglio tremendo. Solo noi possiamo fare questo. Solo noi che siamo una squadra con i suoi limiti”. Nessuna scusa, ma un’evidenza che il portoghese sottolinea appena può: “Non siamo ricchi, né abbiamo una rosa ricca. Ogni giocatore che perdiamo è un problema grande e ne abbiamo persi tanti. Fare questa gara, lottando per qualcosa che sarebbe un traguardo incredibile ovvero il quarto posto, arrivando fino ai limiti, possiamo farlo solo noi“.

L’obiettivo reale della Roma, per lo Special One, non siano i primi quattro posti: “La lotta Champions è per quelle squadre che hanno investito per lottare. A noi non ci appartiene. Siamo lì perché i ragazzi fanno un lavoro incredibile, ma questo non è il nostro target. È loro, ma noi siamo là perché siamo bravi. E anche io sono bravo. La nostra stagione è fantastica ma arriviamo alla fine con una difficoltà estrema“.

Chiamata infortuni. Un’ecatombe che continua a mietere vittime. L’ultimo Kumbulla, con la lesione al crociato anteriore del ginocchio destro: “Ha un infortunio brutto, il peggiore di tutti e al 100 per cento non lo rivedrò più in campo. Karsdorp allo stesso modo. Llorente credo abbia anche lui finito la stagione. Smalling abbiamo una speranza di averlo, vediamo se per una partita o due. Wijnaldum è quello più vicino al rientro“.

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Dieta e meditazione: è un nuovo Abraham

Abraham durante la sosta, vista la mancata convocazione per il Mondiale, ha deciso di staccare la spina, volare all’estero con la fidanzata e recuperare le energie fisiche e mentali. Tranquillità lontano dai riflettori, senza utilizzare troppo i social ma godendosi la bella vacanza. Non senza lavorare. Perché queste settimane gli sono servite anche per rimettersi in forma, per tirarsi a lucido in vista della ripresa del campionato. Nell’isola tropicale ha seguito attentamente il programma di allenamento fornito dalla Roma tra tanta corsa, cyclette e palestra.

Poi il trasferimento a Dubai, dove ha svolto un lavoro particolare per tornare a Trigoria nella migliore condizione: tappa in uno dei migliori centri di cura del paese per una dieta detox, ossia la depurazione dell’organismo dalle tossine esogene accumulate da una alimentazione non sempre corretta, dalle bevande nervine, dallo stress psicologico ma anche dall’inquinamento ambientale.

Come? Attraverso una dieta disintossicante, trattamenti di benessere fisico ma anche percorsi di stabilizzazione mentale, con la pratica di attività come lo “Yoga detox” o la meditazione. Un processo che gli è servito non solo fisicamente ma anche psicologicamente. Perché i gol servono non solo alla Roma ma anche ad Abraham.

Fonte: il Corriere dello Sport

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Tammy e Osimhen i giganti del gol

Abraham e Osimhen hanno in comune più di quanto si pensi.Il cognome del giocatore del Napoli significa “Dio è buono“, mentre ha certamente legami con la tradizione biblica l’attaccante della Roma. Senza poi contare che l’inglese ha anche contatti con la Nigeria. Il 9 napoletano in questa stagione è avanti 4 a 2. Pochi conoscendo il loro valore. Osimhen però è stato fermo per infortunio, mentre Abraham cerca ancora se stesso.

Come riporta il Messaggero, chissà se ci riuscirà domani visto che contro il Napoli ha un conto in sospeso. Lo scorso anno ha avuto tutto il tempo per guardare la porta, ma il tiro finì incredibilmente fuori a tu per tu col portiere Ospina. Anche Osimhen deve chiudere un cerchio perchè nella stessa partita è stato capace di centrare il palo a porta vuota. Entrambi hanno la concorrenza di Raspadori e Belotti che comunque è sinonimo di grande squadra.