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Serie A, è caos biglietti dopo la riduzione della capienza degli stadi. Roma a lavoro su vari scenari ma in primis tutelerà gli abbonati

FOCUS RETESPORT – Ieri sera il Consiglio dei Ministri, nell’ambito delle varie restrizioni atte a contrastare la diffusione della nuova variante Omicron del Covid, ha disposto la riduzione della capienza degli stadi dal 75% al 50%. Questa previsione – che deve essere ancora ratificata nel decreto legge che sarà emanato nelle prossime ore, ha spinto la Roma a bloccare la vendita dei biglietti per le prossime partite.

La capienza dell’Olimpico tornerà dunque a circa 32 mila spettatori e per la sfida contro i bianconeri erano già stati venduti circa 45 mila biglietti. Questo sopravanzo ovviamente dovrà esser gestito, così come la disposizione degli abbonati, poiché nel decreto è prevista anche la specifica della disposizione del pubblico a scacchiera.

Smentita da fonti interne alla Lega di Serie A, la possibilità che sia la Lega stessa ad anticipare al 6 gennaio le nuove restrizioni governative. Le istituzioni calcistiche si atterranno al dispositivo del decreto che dovrebbe essere emanato già in serata.

Il caos di queste ore però è anche relativo all’effettiva data di entrata in vigore delle nuove disposizioni, che in termini generali per quanto riguarda la quarantena o l’applicazione del Super Green Passa, sarà il 10 gennaio. Prima di questa data, come noto, il 6 e il 9 si disputeranno due turni di campionato. 

Per questo la Roma è in attesa della pubblicazione del decreto e le linee guida da parte dei vari dipartimenti. Anche in base a quello che verrà scritto, esistono scenari in cui la società potrà muoversi in maniera più rapida o altri che richiederanno più tempo. Di certo la società, pur lavorando su varie opzioni, tutelerà in primis gli abbonati.

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La Camera dice sì: Stadio Olimpico verso l’intitolazione a Paolo Rossi

La Camera dei deputati, con 387 voti favorevoli, apre la strada all’intitolazione dello Stadio Olimpico a Paolo Rossi. Lo rende noto il deputato Pierantonio Zanettin (Fi), primo firmatario della proposta. Sono arrivate anche le parole di Federica Cappelletti, la moglie dell’attaccante della Nazionale: “Sono commossa, è una notizia che mi rende feliceRingrazio l’onorevole Zanettin e anche la sottosegretaria Valentina Vezzali l’impegno profuso, spero davvero che inizi un percorso che alla fine porti all’intitolazione a Paolo dello stadio di Roma. In particolare mi fa piacere che anche la politica si stia muovendo, dopo che l’ha fatto il mondo dello sport e il calcio in particolare. Paolo è un eroe nazionale, che è stato capace di unire 40 anni fa tutta la nazione e lo sta facendo ancora adesso che non c’è più, con tanti tifosi e appassionati con lo ricordano con affetto. Al calcio, italiano e mondiale, Paolo ha dato molto, quindi si tratta di un riconoscimento meritato“.

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Serie A, arriva il Covid: positivi Osimhen e due giocatori dell’Atalanta

La SSC Napoli Spa comunica che il giocatore Victor James Osimhen è risultato positivo, asintomatico, al Covid-19 durante l’esecuzione del tampone prima del viaggio in Italia, dove domani era prevista una visita di controllo del Prof. Tartaro. Di conseguenza, le autorità locali hanno disposto l’isolamento del giocatore e il check-up sarà riprogrammato dopo la negativizzazione e il suo rientro in comunità.

Atalanta B.C. comunica che due tesserati del gruppo squadra sono risultati positivi al Covid-19. La Società ha attivato tutte le procedure previste dal protocollo in vigore e informato le Autorità per le procedure correlate”.

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Roma, comunicato sulla capienza Olimpico: sospesa la vendita biglietti per la Juventus

L’AS Roma informa che, in attesa di ulteriori delucidazioni e conferme circa la capienza degli stadi ridotta al 50%, la vendita dei biglietti delle gare contro Juventus, Cagliari e Lecce è sospesa.

Nei prossimi giorni verranno date ulteriori informazioni circa le modalità d’accesso alle prossime partite.

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Maitland-Niles alla stretta finale. Kamara, servono dodici milioni

La Roma accelera per chiudere l’affare Maitland-Niles: trovato l’accordo con il giocatore, manca quello con l’Arsenal, scrive Il Messaggero. Intanto, l’esterno si è risultato negativo al Covid ed è tornato ad allenarsi con i Gunners in attesa del trasferimento a Trigoria. Le due società devono ancora sciogliere i nodi legati alla formula: i giallorossi vorrebbero strappare un prestito a 750 mila euro con diritto di riscatto a 10 milioni, gli inglesi vorrebbero l’obbligo. L’obiettivo del dg Tiago Pinto è di chiudere la trattativa entro il 6 gennaio, così da avere il calciatore pronto per la ripresa del campionato contro il Milan. Con l’acquisto Maitland-Niles, la Roma non avrà più a disposizione slot per calciatori extracomunitari. Abbandonata, dunque, la pista che porterebbe Loftus- Cheek per il centrocampo. Un reparto in cui Mourinho ha chiesto rinforzi già nella sessione estiva di mercato, all’epoca il nome scelto era quello di Xhaka, adesso si lavora per Kamara: il centrocampista francese di origini senegalesi è in forze al Marsiglia, il cartellino è fissato a 18 milioni anche se il contratto scadrà a giugno 2022. Una trattativa difficile da chiudere, anche se la Roma potrebbe abbassare il prezzo del riscatto di Under e Pau Lopez girati in prestito ai francesi la scorsa estate. Non solo acquisti, ma anche cessioni che hanno l’obiettivo di far fare esperienza ai più giovani e diminuire il monte ingaggi piazzando gli esuberi.

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Zaniolo, un 2022 di sogni

L’anno che verrà ha il volto di Zaniolo. Il 2022 è ormai alle porte e deve rappresentare il definitivo trampolino di lancio di Nicolò, come riporta Il MessaggeroRoma, Nazionale, Mondiali e rinnovo: l’ordine lo deciderà il corso degli eventi. Quello che conta, però, è la trasformazione del talento in leader. Un po’ quello che è accaduto a Pellegrini con l’arrivo di Mourinho. Ora è il turno di Zaniolo. Che finalmente è riuscito a mettersi alle spalle l’inevitabile timore fisico e psicologico dovuto al doppio e tremendo infortunio che gli ha tolto un anno e mezzo di calcio giocato. C’è voluto un po’ di tempo, qualche inevitabile spavento (su tutti quello di Torino contro la Juventus), anche delle incomprensioni (leggi Venezia), che adesso però rappresentano soltanto lontani ricordi. Lo sa lui, ne è consapevole José, hanno iniziato a capirlo anche gli avversari (e gli arbitri). La gara di Bergamo ne è l’emblema. Gol, assist, accelerazioni, calci presi e dati: l’eccezione che ora deve trasformarsi in regola. Perché prendere per mano la Roma e provare a condurla in Champions gli aprirà inevitabilmente le porte della Nazionale. Proprio nell’anno più importante, quello che ha come obiettivo i Mondiali in Qatar. Un rapporto strano, mai decollato con l’azzurro, che vede tuttavia il ct Mancini – nel momento di difficoltà e con gli spareggi alle porte – aspettarlo a braccia aperte. Anche nel nuovo ruolo disegnato per lui dallo Special One: “Zaniolo seconda punta? Sì, mi piace“.

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Roma senti Rudi: “Kamara regista ideale e sangue freddo. Sì, va preso”

Raccontano che Boubacar Kamara sia nato con il Marsiglia ben fisso in testa. “Pensa all’Olympique anche quando dorme“, disse una volta uno dei suoi primi allenatori, parlando di quel ragazzo che prima si era avvicinato ai biancoazzurri da tifoso – quando era ancora un bambino–e poi ci si è tuffato dentro da calciatore.

C’è però un allenatore, scrive La Gazzetta dello Sport, che gli ha cambiato profondamente il destino, credendo in lui e lanciandolo nel grande calcio prima e poi plasmandolo nel ruolo che ricopre oggi, quello di mediano difensivo. Quell’allenatore è Rudi Garcia, che a Roma ha lasciato ricordi dorati e che ci aiuta a capire qualcosa di più del talento francese che piace da matti proprio ai giallorossi (oltre che alla Juventus e a qualche altro club europeo).

Mourinho, del resto, vorrebbe Kamara già adesso, a gennaio, per rinforzare il suo centrocampo e coprire quella falla rimasta aperta fin dalla scorsa estate. Garcia, invece, lo prese dalla squadra B e lo fece esordire in Coppa di Lega il 13dicembre 2016 (a 17 anni appena compiuti),per poi lanciarlo definitivamente nel settembre del 2017, quando giocò in Europa League contro il Konyaspor, diventando così il giocatore più giovane della storia del Marsiglia a giocare in una partita europea.

Garcia, che ricordi ha di Kamara?

Buoni, molto buoni. È un bravo ragazzo e un calciatore importante, uno di quelli a cui sono rimasto molto affezionato.

Lei lo fece esordire in prima squadra, giusto?

Sì, è vero, lo lanciai io, lui e Maxime Lopez, che adesso è al Sassuolo. Venivano entrambi dal vivaio. E con Kamara mi prodigai tanto anche per fargli avere il primo contratto da professionista, proprio mentre gli avevano messo gli occhi addosso tanti grandi club europei.

Con lei giocava difensore o centrocampista?

Bouba nasce difensore, ma io lo vedevo meglio da centrocampista, perché ha qualità tecnica, è bravo nel gioco “lungo” ed è uno che ha anche un discreto sangue freddo, sa sempre ragionare in mezzo al campo e prendere la decisione migliore. Da difensore, invece, mi sembra che gli manchi qualche centimetro e anche un po’ di velocità per giocare a due.Atre, invece, con dei difensori strutturati bene dal punto di vista fisico lo può anche fare.

A centrocampo con lei funzionava?

A Marsiglia venni criticato per quella scelta. E invece dopo lo hanno fatto giocare sempre lì.

Mourinho gli ha messo gli occhi addosso per la sua Roma. Pensa che possa essere funzionale alla squadra giallorossa?

Kamara è un giocatore di grande prospettiva. È bravo nel contrastare gli avversari, perché è anche forte nei duelli. Sa recuperare tanti palloni e vede bene il gioco, anche come primo “rilanciatore”. Insomma, per me è un regista perfetto .

Difetti ne ha?

È uno che può essere utile anche in area nei calci piazzati, nonostante l’altezza, perché ha i tempi d’inserimento. Deve migliorare nel rapporto con i gol.

E come può essere che un giocatore così, tra l’altro tifoso del Marsiglia, vada in scadenza di contratto tra soli sei mesi.

Penso faccia parte di una strategia ben precisa. Del resto, come detto prima anche il contratto precedente non è stato affatto facile da chiudere. Io però nel ragazzo ci ho creduto subito, si vedeva che poteva diventare un calciatore importante.

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Per Mourinho Villar non difende: Inter e Valencia provano l’assalto

C’è stato un momento, nella Roma, che sembrava quasi non si potesse più giocare a calcio senza Gonzalo Villar. È successo a metà della scorsa stagione, quando con Fonseca il centrocampista spagnolo sembrava aver trovato il suo habitat naturale.

Ed invece quell’incantesimo si è spezzato prestoVillar ha visto regredire le sue prestazioni e anche la sua considerazione all’interno delle squadra giallorossa. Fino a quest’anno, quando con Mourinho è praticamente sparito dai radar.

Troppo poco incline al calcio che piace all’allenatore portoghese, scrive La Gazzetta dello Sport, troppo poco portato al contrasto, alla cura della fase difensiva, alla lotta ed al duello in mezzo al campo. Lì, in quella zona nevralgica, Mourinho predilige tutt’altro tipo di giocatore. Tanto che la Roma aveva già provato a darlo via – invano – nel corso della scorsa estate. Villar invece è voluto restare e ha finito con raccogliere le briciole.

Che poi vuol dire appena 6 presenze, tutte in Conference League e senza mai finire neanche una partita (tra l’altro, partendo titolare solo in due occasioni, nella vittoria casalinga con il Cska Sofia e nel disastro di Bodo).

In campionato, invece, Gonzalo non ha accumulato neanche un minuto, mai chiamato in causa. Ecco perché andrà via, se non a gennaio sicuramente a giugno. “Ho rispettato e sudato questa maglia in ogni allenamento e partita sin dal primo giorno. L’anno scorso ho vissuto momenti incredibili che non dimentico. E ora sto ricevendo tanti insulti per aver giocato male il primo tempo di una partita dopo che tanto tempo che non giocavo. Fin quando sarò qui mi impegnerò per trovare più opportunità e per dimostrare che giocatore sono”, il suo sfogo dopo Bodo. Il rapporto è oramai reciso anche con la piazza, Inter e Valencia sono alla finestra.

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Maitland-Niles ha detto sì

Maitland-Niles ha detto sì alla Roma. Ieri Tiago Pinto ha convinto l’inglese e il suo entourage ad accettare l’offerta giallorossa – in Italia il ventiquattrenne percepirebbe poco più di due milioni – per un trasferimento che a Trigoria vorrebbero concretizzare il prima possibile.

L’accordo con il giocatore, scrive il Tempo, mette il general manager romanista in una posizione vantaggiosa nella trattativa con l’Arsenal, ma la fumata bianca ancora non è scontata. I Gunners infatti non sono interessati ad un prestito con diritto di riscatto e spingono per inserire l’obbligo ad una cifra più alta rispetto ai 10 milioni messi sul piatto dalla Roma per l’eventuale riscatto a giugno.

Aver raggiunto un’intesa con Maitland-Niles potrebbe fare la differenza per ammorbidire le pretese dei londinesi e convincerli ad andare incontro ai giallorossi ma, come insegna la trattativa Xhaka, con l’Arsenal non c’è mai nulla da dare per scontato.

Intanto, in attesa di conoscere il suo futuro, il giocatore è tornato ad allenarsi con la squadra dopo essere guarito dal Covid. L’obiettivo di Pinto è riuscire a chiudere l’operazione entro pochi giorni, per potersi dedicare a Kamara – primo obiettivo per rinforzare il centrocampo – ma soprattutto alle operazioni in uscita.

Il portoghese ha ormai raggiunto l’intesa con il Cagliari per il prestito secco di Riccardo Calafiori fino a giugno, ma prima di lasciar partire il terzino vuole essere certo di aver chiuso l’operazione Maitland-Niles.

Da parte dei sardi c’era stato un sondaggio anche per Darboe – il giocatore è seguito anche dall’Anderlecht – ma Pinto ha chiuso a questa ipotesi e per il momento l’intenzione della Roma sembra quella di non lasciar partire il centrocampista.

Si muove qualcosa anche sul fronte SantonGalatasaray e Paok Salonicco sono interessate al difensore che, dopo aver trascorso sei mesi fuori rosa, sembra essersi convinto a cambiare squadra. In caso di offerte concerete al giocatore la Roma farà il possibile per agevolare la sua partenza.

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Giro di tamponi dopo le vacanze: Mou è in ansia

Fiato sospeso a Trigoria in vista della ripresa dell’attività della prima squadra. Oggi la Roma si ritroverà al Fulvio Bernardini dopo aver staccato la spina per una settimana: prima di riprendere gli allenamenti giocatori e staff tecnico verranno sottoposti ad un tampone molecolare che sta tenendo in ansia José Mourinho.

In caso di brutte sorprese infatti lo Special One si troverebbe nuovamente a fare i conti con una rosa non al completo a pochi giorni dai big match contro Milan e Juventus (6 e 9 gennaio). Un timore più che giustificato considerato l’aumento dei contagi registrato nell’ultima settimana e i tanti calciatori che hanno scelto di trascorrere il periodo natalizio lontano dalla Capitale.

Oltre a Mourinho, scrive il Tempo, sono tredici i giocatori che hanno optato per un viaggio all’estero. Una volta conosciuto l’esito dei tamponi la squadra inizierà a preparare la sfida di giovedì prossimo a San Siro.

C’è attesa per il ritorno in gruppo di Lorenzo Pellegrini: anche durante le vacanze il capitano ha continuato a lavorare con un fisioterapista che lo ha seguito anche a Dubai e l’obiettivo è quello di vederlo in campo alla ripresa del campionato.

Da verificare anche le condizioni di Tammy Abraham. L’inglese era stato costretto ad uscire ad inizio ripresa nell’ultima gara giocata la Sampdoria a causa di una contusione alla caviglia destra.Mourinho si era detto ottimista riguardo al tipo di infortunio e oggi il giocatore verrà valutato dallo staff sanitario giallorosso. Bisognerà attendere ancora qualche settimana invece per il rientro di Spinazzola, che a gennaio verrà visitato dal dottor Lempainen.