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CHAMPIONS LEAGUE

Liverpool, Wijnaldum: “Con la Roma sarà una gara difficile, ma in Champions più si va avanti e più si acquista fiducia, siamo pronti”

Prosegue il giro di dichiarazioni in questa vigilia di Roma-Liverpool, semifinale di ritorno di questa Champions League. Ecco le parole in conferenza stampa, presso lo stadio Olimpico, di Georginio Wijnaldum, centrocampista della squadra di Jurgen Klopp:

Quanto siete concentrati per questa gara, come è stato l’avvicinamento?
Ci siamo preparati come sempre, abbiamo fatto le stesse cose, la stessa routine, hotel, allenamento, i soliti orari e pasti. Non abbiamo fatto niente di speciale rispetto al solito. Dopo la partita che abbiamo pareggiato e dopo i due gol presi nel finale contro la Roma eravamo un po’ delusi, ma tutti avremmo sottoscritto per un 5-2 prima della partita. I primi 20 minuti e gli ultimi 15 sono stati un po’ difficili, ma abbiamo fatto una buona partita.

Il 5-2 è un vantaggio ampio… 
Siamo qui per parlare della partita tra Liverpool e Roma e non di altre questioni.

Siete con un piede e mezzo in finale, c’è ansia? 
No, assolutamente, in finale si va con due piedi o non si va. La Roma è una buona squadra, lo ha dimostrato. Dobbiamo essere attenti, ci saranno due squadre che giocheranno a viso aperto con molta fiducia.

Visto quanto successo prima della partita d’andata vuoi fare un appello?
Sì, sosteneteci e cantate il più possibile. E’ fantastico avere tifosi al nostro seguito, che ci seguono qui a Roma.

Ci puoi dire come la squadra ha reagito alla notizia del ferimento di Sean Cox? 
Non sapevamo cosa fosse successo prima della partita, l’abbiamo scoperto il giorno dopo. Eravamo tutti molto tristi, eravamo distrutti, a pezzi. Dovrebbe essere una festa in campo, non ti aspetti che qualcuno rischi la vita. Quello che è successo è deplorevole.

È uno stimolo per domani? 
Non credo che bisogna aspettarsi cose del genere per avere una motivazione in più. La Champions League è sufficiente come stimolo. Significa moltissimo per noi essere vicini alla finale, dalla prima partita sogni di andare avanti e sogni serate e momenti come quello di domani.

Vi siete sentiti con Strootman? 
Ho parlato con Kevin dopo la gara di andata, abbiamo parlato della partita, ma dopo la partita non l’ho più sentito.

L’effetto Olimpico vi fa paura? 
Sì, siamo consapevoli di questo, questo non significa che abbiamo paura o timori particolari. Abbiamo già affrontato grandi squadre che erano in svantaggio. Domani entrambe le squadre avranno fiducia, non abbiamo timore, siamo consapevoli del valore della Roma.

Potresti spiegarci quale è stato il segreto del Liverpool in Champions? 
È difficile da spiegare, la Champions League è una competizione a parte, non credo che abbiamo fatto qualcosa di straordinario o diverso dal solito, abbiamo fatto le partite che volevamo, non sempre ci siamo riusciti in Premier. Per fortuna in Champions tutto è filato liscio. Più si va avanti e più si acquista fiducia, questo ha fatto la differenza. Turno dopo turno.

Salah vi ha dato dei consigli su come affrontare questi avversari?
No, ci ha detto che sarà difficile. Ci ha detto di avere fiducia e di essere sicuri dei nostri mezzi, ci ha detto che sarà difficile perchè il pubblico della Roma è molto caldo. La rimonta col Barcellona è un monito.

In passato sei stato accostato alla Roma, c'è qualcosa di vero?
Si è vero c'era stato qualche contatto ma alla fine la cosa non si è concretizzata. Ho scelto il Liverpool e sono contento così.

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Allenamenti

Trigoria. Individuale per Strootman, giallorossi in campo con una maglia dedicata a Sean Cox (FOTO e VIDEO)

Vigilia di Roma-Liverpool, giorno di rifinitura per la squadra giallorossa. Dopo le parole di Eusebio Di Francesco e Radja Nainggolan in conferenza stampa, la squadra si è ritrovata nel centro sportivo Fulvio Bernardini per l'allenamento quotidiano, spinta da una discreta folla ai cancelli di Trigoria. Da sottolineare come i giallorossi abbiano fatto il loro ingresso sul terreno del centro sportivo indossando una maglia che recitava "Forza Sean", in sostegno a Sean Cox, il tifoso dei reds rimasto vittima degli scontri fra tifoserie all'andata ad Anfield. Allenamento individuale per Strootman che difficilmente sarà in campo domani. L’obiettivo è quello di portarlo almeno in panchina. La squadra ha iniziato la seduta alle 16.15 in sala video prima del riscaldamento in palestra e del lavoro atletico e tattico. Presenti il direttore generale Mauro Baldissoni e  il direttore sportivo Monchi a bordocampo.

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CHAMPIONS LEAGUE

Nainggolan: “Ad Anfield non siamo stati concentrati per 90′. Il gol in Champions? Magari domani”

Radja Nainggolan, centrocampista della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alal vigilia della partita contro il Liverpool. Queste le sue parole:

Cosa non ha funzionato all’andata? E come arginarli? 
Dovete chiederlo al mister. Quello che non è andato all’andata si è visto. Loro hanno fatto la differenza in attacco e hanno giocatori importanti. Non siamo stati concentrati per 90′ e in queste gare ti fanno male nel momento in cui non stai sul pezzo. Dobbiamo restare concentrati per 95 minuti, dare il massimo e cercare di ribaltare il risultato.

A vita a Roma? 
Adesso viviamo questa partita. È stato un percorso bellissimo fino ad ora, speriamo che continui. Io ci credo. Non è il momento di parlare del futuro, dobbiamo raggiungere degli obiettivi e siamo concentrati su quello. Ma parliamo ora della partita, non del mercato.

Come pensate di affrontare il Liverpool? 
Sappiamo che sarà complicata, ma era difficile anche con il Barcellona e ce l’abbiamo fatta, quindi dobbiamo credere in ciò che facciamo. Sarà più difficile del Barça perché fisicamente il Liverpool è più forte, e per noi la sola cosa che possiamo provare è fare 3 gol e concedere il meno possibile a loro.

Con il Liverpool c’è stata differenza come non c’era stata all’andata di Barcellona? 
Loro sono stati più continui e noi no. A Barcellona siamo stati continui e il risultato è stato bugiardo, in Inghilterra no. Abbiamo fatto 2 gol che ci permettono di giocarcela, ma non possiamo rifare gli stessi errori.

Più assist e meno gol dello scorso anno. E poi 25 partite in Champions e nessun gol. Come mai? 
Io non vivo per il gol, a me interessa il risultato. Se ho aumentato gli assist ho fatto contento qualcun altro. Rispetto all’anno scorso è cambiata la filosofia di gioco, ma io sono contento. Magari in Champions mi sbloccherò domani.

Sei l’unico che all’andata è riuscito a mantenere il controllo mentre alcuni tuoi compagni hanno perso un po’ il filo. Cos’è che può succedere? 
Non so, la semifinale, l’emozione… non lo so. Eravamo partiti bene, poi prendi 2 gol prima dell’intervallo, quindi forse questo. Poi magari un giocatore è più forte mentalmente di un altro, ma dopo questa partita siamo più forti e consapevoli. Dobbiamo migliorare tante cose e fare meglio per 95 minuti.

In Italia tutti si sono emozionati per la vostra impresa con il Barcellona. Vi fa piacere e vi dà emozione questa cosa? Sembrava giocasse la Nazionale… 
Quando una squadra fa un risultato del genere non conta chi gioca, nessuno si aspettava di fare il 3-0 e si guarda il risultato con occhi diversi. E’ una cosa difficile, ma se succedesse un’altra volta arriveranno tutti i complimenti.

Rimarrà a vita a Roma, visti i risultati? 
Io sono rimasto qui non perché sapevo che sarei arrivato in semifinale di Champions, ma perché so che vincere qui avrebbe un sapore diverso. Non scelgo la strada più facile, ma se sto bene in un posto non lo voglio lasciare subito. Sono fatto così.

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CHAMPIONS LEAGUE

Di Francesco: “Saremo combattivi e andremo oltre l’ostacolo”

Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della partita contro il Liverpool: 

Differenze tra domani e la gara con il Barcellona? 
Affrontiamo una squadra totalmente diversa tatticamente, anche di mentalità. Meno portata al palleggio ma che va in verticale maggiormente. Dal punto di vista tattico cambia moltissimo, dal punto di vista motivazionale niente. Noi abbiamo il desiderio di fare questa rimonta, di mettere in campo tutto quello che abbiamo e cercare di fare qualcosa di grande.

La forza di questa squadra è stata la difesa in Champions. Si riparte dalla difesa? Formazione scontata?
Per me non è nulla scontato, farò delle valutazioni oggi sulla formazione anche se mancheranno dei giocatori e quindi avrò meno pedine per questa gara, purtroppo. Però sarà una partita importante da approcciare sia in fase difensiva che offensiva. Non possiamo pensare solo di difenderci bene se poi attacchiamo male. Bisogna fare 3 gol e dobbiamo unire le tre cose. Partiamo da una grande attenzione difensiva, dall’attenzione e dalla capacità di dare meno profondità agli avversari. E’ un discorso più giornalistico, poco sensato dal punto di vista tattico e dinamico: se devi fare 3 gol non puoi stare sotto la tua traversa, per questo il rischio di concedere contropiedi agli avversari c’è, e noi dobbiamo metterlo in conto sapendo che dobbiamo fare tre gol.

A Di Francesco: Strootman?
Difficilmente sarà della partita.

Immagino avrà visto il doppio confronto in Champions tra Liverpool e City. Anche voi dovrete correre dei rischi… 
Sì, ovviamente sì. Li ho presi anche all’andata. Il City aveva fatto benissimo all’inizio, ha rischiato più volte di fare il gol, ma il Liverpool è pericolosissimo, quando concedi qualcosina ti fa male. Noi dobbiamo essere bravi a concedere il meno possibile per credere nella rimonta. Voglio chiarire qui una cosa a livello generale, perché sento sempre dire “ci credo, non ci credo…”: noi giocheremo, lo dico sia per gi italiani che per gli inglesi, una semifinale di Champions League davanti a 70 mila persone, pensate saremo arrendevoli? No. Vi dovete aspettare una squadra combattiva, io voglio vedere una squadra che in campo dà tutto ciò che ha. Poi la partita può finire in qualsiasi modo, non mi interessa. Ciò che voglio vedere è l’entusiasmo ed il desiderio di andare oltre l’ostacolo, ed è quello che faremo domani.

Sarà assente il secondo di Klopp. Sarà un beneficio per voi? 
Per pareggiarla anche io ho cacciato il mio vice (ride, ndr). Sono cose interne, non mi riguarda. Non posso pensare a preparare una partita in base al fatto che non ci sarà il vice di Klopp. In campo ci sarà una squadra forte, determinata, una società che ha investito tantissimo per fare bene in campionato ed in Champions. Davanti abbiamo una squadra che ha una storia in Europa, e non farà la differenza la mancanza di un componente dello staff. Sono problematiche interne, non nostre.

Come si batte il Liverpool?
Io farei un copia e incolla della partita con il Barcellona, sia a livello fisico che mentale. Ma la parte atletica contro il Liverpool è fondamentale. Poi conterà l’entusiasmo per trascinare ancora di più il nostro pubblico.

I tifosi della Roma sono fantastici, ma spesso ci sono problemi…
“Cattivi” ci sono in tutte le tifoserie. Ho già detto che sono molto vicino a Sean Cox e sono contro ogni forma di violenza, come tutto il nostro ambiente. A Roma ci sono tifosi per bene, per una piccola parte dei tifosi – che anche in Inghilterra credo ci siano – non possono rovinare uno sport così bello. Faccio un appello: domani venire allo stadio dovrà essere una gioia.

Come sta vivendo dal punto di vista emotivo questa vigilia? Primo anno e semifinale di Champions…
Ci siamo accorti che abbiamo fatto una grande cosa, menomale. Io non mi accontento mai, la nostra ambizione è andare a Kiev Non succederà, ma dobbiamo crederci. Preparo la partita come tutte le altre, ma io sono insieme al grupp, ciò che trasmetto entra nela testa dei calciatori: alcune cose le ho trasmesse e sono contento ma manca ancora qualcosina Oggi farò di più e li convincerò che possiamo fare qualcosa di grande.

Ci possiamo aspettare sorprese tattiche? Magari su Salah…
Non possiamo cambiare tutta la squadra per un giocatore. Ho sentito parlare di difesa a tre e a cinque quando si difende: io dico che l’attenzione di sapere che lui è bravo ad andare in verticale e la capacità di leggere alcune situazioni. Non possiamo mettere tre uomini su di lui.

All’andata Klopp gli ha fatto i complimenti perché si è giocato la partita. Al primo anno ci possono stare queste serata per non snaturarti? 
Ci possono stare. E’ un bel traguardo per chi fa la Champions per il primo anno, ma non cambia la mia natura. Abbiamo preparato bene la partita, ma durante la gara siamo andati un po’ nel pallone, non tutte le ciambelle escono con il buco. Siamo stati in balia per il Liverpool per 25 minuti, e non può succedere.

Klopp è famoso per il gegenpressing, cosa che vi ha messo in difficoltà. Forse è mancata un po’ di qualità: come si può ovviare a questo problema? 
E’ inevitabile che se vuoi giocare per fare gol. L’importante è essere preventivi, ma se giochiamo come a Liverpool andremo in difficoltà. Bisogna sbagliare molto meno. Bisogna mantenere la filosofia sbagliando molto meno.

L’effetto Olimpico è decisivo in Champions? 
Si, concediamo pochissimo agli avversari. Abbiamo sofferto di più con l’Atletico, poi abbiamo sofferto sempre meno. Ripetersi non è mai facile, ma con questo pubblico e con questa passione c’è la voglia di fare un altro miracolo per fare quel qualcosa in più che ci è mancato all’andata.

La finale del 1984 e il ritorno di Salah sono stati motivi per motivare la squadra? 
E’ passato troppo tempo dal quella finale per farlo capire ai giocatori. Parliamo di un altro calcio, un’altra epoca. Oggi i giocatori non si possono legare al 1984 per preparare questa gara. E’ una semifinale di Champions: dobbiamo credere e far crescere il grande senso di appartenenza per chi lavora nella Roma, ma questo esula dal 1984.

Come arriva Dzeko a questa partita?
I giocatori devono sentirsi responsabili. Ancora di più lui, che è uno dei più rappresentativi di questa squadra. Spero faccia il Salah dell’andata che possa determinare la partita, perché uno con le sue qualità deve farlo. Così come Radja che ha detto che domani segnerà almeno un gol (ride, ndr).

 

 

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Dzeko, il signore di Champions insegue un’altra notte d’amore

IL MESSAGGERO (A.Angeloni) – Ci siamo, eccola. Un’altra fatica, le gambe sempre più imballate, mentre la testa viaggia verso un sogno, Kiev. Ma tutto è finito ad Anfield, o forse no. Perché tutto doveva essere finito a Barcellona, mentre poi, sappiamo tutti… Quella sera può essere un’altra sera, come allora, come si insegue un magia. Edin Dzeko c’è, un po’ stanco ma c’è. E’ il portatore sano di gol, con quella faccia un po’ così, con quelle leve elastiche, che vanno dove dice la palla, sempre, con estrema eleganza. Ma stavolta serve impeto, oltre a quei gol, sette fino a ora in Champions League, mica pochi. Suo il timbro nelle ultime partite che hanno fatto la storia della Roma: uno allo Shakhtar, uno al Barcellona al Camp Nou e uno all’Olimpico, più uno al Liverpool ad Anfield (gli altri tre nella fase a gironi, due al Chelsea, uno al Qarabag). Proprio quello in Inghilterra ricorda tanto quello segnato a Barcellona. Una rete apparente- mente insignificante, quella della bandiera in entrambi i casi. Ma qui, la bandiera, non la vuole alzare nessuno. «Chi non ci crede stia a casa», il motto a Trigoria. Edin a casa? Ce lo vedete? Ma chi, ma cosa. Stanco, un po’ provato, ma via sù, bomber faccia l’ultimo sforzo. E poi quel che sarà sarà. Magari segna una rete che apre i cuori e le speranze come con il Barça, magari ti aiuta a segnare il rad- doppio, come con il Barça (rigore procurato, rete di De Rossi). Poi, tutti all’assalto della banda Klopp, che tanto ha fatto male alla Roma ad Anfield, davanti alla Kop. Ma qui c’è la Sud e la Kop sei tu. Di Francesco lo ha sempre fatto giocare, sempre sempre, ecco perché è un po’ stanco. Il turnover lo ha riguardato nei casi estremi, vedi Ferrara. Col Chievo in campo da subito, lui due gol, per gradire. Due sinistri magici per un 4-1 che tanto sarebbe benedetto con il Liverpool. Ma no, Edin, basta un tre a zero. Mica facile, poi contro quel missile terra aria di Salah, che lui ha avuto come compagno e (anche) grazie al quale ha vissuto la sua migliore stagione a Roma. Migliore almeno in termini numerici, 39 reti in stagione. Ma questo Edin ci piace di più di quello, anche se segna meno: fino a ora 23 gol e non arriverà mai a 39, questo pare evidente. Ma chi se ne importa.

IL PASSATO – Ci piace perché Edin ora è più della Roma, perché s’è impuntato per restare quando il vento lo stava portando a Londra. Lui in quel freddo gennaio si era incupito e qualche partita l’ha pure steccata. Poi no, ha ritrovato il sorriso a mercato chiuso. Con la Roma in volo in Champions, dallo Shakhtar in poi. Ma non ci pensiamo più, quel pericolo è scampato. Contro il Liverpool ci sarà, non c’è vento che tenga. Certo, se fosse tornato in Premier avrebbe incontrato lo stesso il Liverpool, ma vuoi mettere farlo con la maglia della Roma e in Champions? Mettiamo pure. Non c’è match, Edin lo sa. E come si dice in questi casi, non vede l’ora. Kiev è un sogno che per ora si è allontanato, ma la partita contro il Barcellona ha detto che certi desideri si possono riacchiappare per i capelli, che nulla è finito se prima non finisce davvero. Dzeko ne ha vissute tante, ha 32 anni e la forza gli verrà proprio da questo: quando mi ricapiterà? Chissà, forse l’anno prossimo, forse mai. Il momento è adesso, non c’è nulla da rimandare, basta un gol, uno, per ricominciare; uno, per dimenticare Anfield. Uno, ne basta uno subito. Poi si rifanno i conti. Il signore del gol c’è, la gente aspetta. Chissà.

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Incasso storico coi Reds: 5 milioni. E Schick: “Mi rado se vinciamo”

LA REPUBBLICA (F.Ferrazza) – Un hashtag, #coloriamolacittà, per avvolgere i giocatori nel tragitto che li porterà da Trigoria all’Olimpico, per motivarli oltre ogni logica razionale. L’appello è partito dalla Curva Sud, da quel comunicato diramato sabato scorso, dopo la gara col Chievo, chiedendo ai tifosi di tutti i settori dello stadio di portare sciarpe o bandiere, non risparmiando la voce per sostenere la Roma domani sera, durante il match di ritorno contro il Liverpool. Da lì, come un’onda, l’iniziativa ha contagiato la società, partendo da Monchi, passando per Totti, fino a Baldissoni, coinvolgendo tutti i dipendenti del club, attraverso i profili social personali. Mettere una bandiera, un vessillo o una sciarpa, alla finestra o sui balconi per colorare, appunto, la città. Tutto finalizzato a creare una spinta motivazionale ai giocatori, strategia che segue l’idea di riempire di frasi “caricanti” spogliatoio e corridoi dello stadio Olimpico.

«Ci sarà un’atmosfera splendida – ammette Schick al match program del club – ancora più di quella respirata contro il Barcellona. Dovremo riuscire ad andare in campo senza paura, con grande cattiveria e coraggio. Cosa sarei disposto a fare per la finale? Tagliarmi i capelli cortissimi» . Non un sacrificio clamoroso, o forse sì, certamente i giocatori parlano tanto dei fioretti che sono disposti a fare, delle promesse più estreme da mantenere nel caso l’impresa dovesse riuscirgli ancora una volta. C’è chi, come Schick, promette di tagliarsi i capelli, altri di rinunciare al piatto preferito, cercando di ingannare un’attesa che sembra infinita, per far passare il prima possibile le ore che separano dalla partita di domani sera. Andrea Bocelli, tifosi interista alla trasmissione Tiki Taka, ha detto: «Se la Roma replica il miracolo fatto con il Barcellona posso promettere di tuffarmi in piscina a mezzanotte dopo la partita, oppure mi metto a cantare Grazie Roma».

L’allenatore intanto pensa alla strategia per la sfida ai Reds di Klopp. Di Francesco dovrebbe riproporre il tridente con Schick,Dzeko ed El Shaarawy. «Stiamo prendendo confidenza a giocare insieme – ammette l’attaccante ceco – con il passare del tempo la sintonia cresce e questa è una fortuna, per me e per la Roma».

L’Olimpico, in versione “ tutto esaurito”, farà registrare alle casse di Trigoria il nuovo record storico d’incasso, visto che si sono raggiunti i 5milioni di euro. Un pienone di quelli che verranno ricordati, del quale farà parte Pallotta, che sta trascorrendo un paio di giorni in Toscana, prima di rientrare proprio per la partita.

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Per Roma-Liverpool 5 zone a rischio scontri: piazze e ponti presidiati

IL MESSAGGERO (M.Evangelisti) – Roma-Liverpool, appello alla calma. Lo hanno lanciato, congiunto, i sindaci delle due città (la Raggi ha invitato il collega di Liverpool, Anderson, a Roma per la partita). Appello anche di Francesco Totti: «Il mondo ci guarda, dovremo dimostrare una volta ancora di saper trasmettere i nostri valori: quelli dello sport, dell'accoglienza e del rispetto degli avversari». Mille agenti in campo, cinque le zone con maggiori criticità: Campo de' Fiori e largo Corrado Ricci, perché nei pub e ristoranti, secondo le indicazioni della questura, dovrebbe confluire la maggioranza dei tifosi ospiti; Villa Borghese, perché è qui che dalle 15 di domani si riuniranno i supporter dei Reds che vogliono raggiungere lo stadio con i bus pubblici; ponte Duca d'Aosta e piazza Mancini, perché sono aree solitamente frequentate dai romanisti prima della partita e per questo le autorità inglesi hanno suggerito ai tifosi del Liverpool di non frequentare queste aree; stazione Termini e aeroporti, perché qui inevitabilmente passeranno i tifosi, mentre in un hotel in zona via Cavour saranno distribuiti i ticket agli inglesi.

Il grosso dei tifosi del Liverpool è pacifico, il capo della polizia locale ha ricordato che nelle precedenti trasferte all'estero per la Champions non hanno mai causato problemi, ma ieri la Questura ha confermato che vi sono almeno 30-40 elementi pericolosi; il gravissimo ferimento di un tifoso dei Reds all'andata – Sean Cox, 53 anni, ancora in ospedale ma in queste ore i medici stanno tentando di farlo risvegliare dal coma indotto – rischia comunque di alimentare la tensione; c'è il timore che nelle pieghe della stragrande maggioranza di tifosi romanisti tranquilli, vi siano frange estreme del tifo organizzato che come già avvenne in passato tentino blitz o agguati nei pub dove si riuniscono i tifosi del Liverpool che, secondo tradizione inglese, passeggeranno in città indossando la casacca o la sciarpa della squadra. Polizia e carabinieri saranno molto presenti in città, ma non possono essere ovunque. Per questo i gestori dei pub e dei ristoranti di largo Corrado Ricci e Campo de' Fiori (le zone consigliate ai tifosi inglesi dalla questura di Roma con un volantino in inglese) hanno chiesto di schierare i reparti mobili in difesa dei locali in caso di disordini. Da domani sera non si potrà bere alcol per strada, ma comunque si potrà consumare all'interno dei locali. Quali sono le fasi più a rischio? In primis questa sera e tutta la giornata di domani, quando i tifosi del Liverpool in giro nel centro di Roma saranno già numerosi, berranno nei locali, soprattutto nella zona di Campo de' Fiori. Altro passaggio delicato è quello dell'arrivo allo stadio: ai tifosi dei Reds è stato chiesto di concentrarsi, a partire dalle 15, in piazza delle Canestre, da dove partiranno bus pubblici diretti all'interno dello stadio.

PERCORSI – Spiegano dalla questura: «Per chi arriverà allo stadio autonomamente, ai tifosi inglesi è stata riservata la direttrice nord, ovvero da piazzale Ponte Milvio, mentre i supporters di casa useranno la classica direttrice lungotevere della Vittoria, piazzale Clodio e ponte Duca d'Aosta». Ieri su Twitter circolavano tra gli inglesi messaggi che consigliavano di diffidare dei pullman, perché potrebbero essere oggetto di agguati e anche di non rispondere in inglese a chi vicino all'Olimpico farà delle domande, perché sarebbe un modo per identificarli. Un'ultima fase complicata è quella del deflusso, perché la Questura dovrà gestire contemporaneamente 5.000 tifosi ospiti che dovranno raggiungere hotel, aeroporti e stazioni.

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In città già 2mila supporter dei Reds: «Ricordate di non bere in strada»

IL MESSAGGERO (M.Evangelisti) – Ma qual è lo scenario che ci attende in vista di Roma-Liverpool? Ieri pomeriggio chi passava dal Colosseo poteva vedere i primi tifosi del Liverpool che si scattavano la foto con le bandiere della loro squadra e poi le inviavano su Twitter. Oggi, a un giorno dalla partita di Champions con la Roma, dovrebbero partire dall'aeroporto John Lennon, ma anche da altri scali britannici, almeno 2.000 supporters dei Reds; i restanti, per raggiungere il totale dei 5.000 previsti, sono attesi per domattina, quando ad esempio a Fiumicino atterreranno a raffica quattro voli charter e di linea di Enter Air, Jet2 e Blue Air. Altri arriveranno a Ciampino, ma anche in vari aeroporti italiani come Pisa, Perugia, Milano, Bergamo, Napoli e Firenze. Bisogna essere chiari: non sono hooligans, sono tifosi normali, anche molte famiglie, ma secondo la questura 30-40 elementi a rischio potrebbero arrivare. Saranno marcati a uomo dalla Digos, anche grazie alla collaborazione della polizia di Liverpool che ha mandato a Roma cinque agenti. Ha spiegato l'ambasciatrice britannica in Italia, Jill Morris: «Italia e Regno Unito hanno in comune una forte tradizione calcistica e speriamo che questa sia occasione per tifare insieme e celebrare i valori dello sport che uniscono i sostenitori delle due squadre».

ALCOL – Ieri pomeriggio si è riunito il tavolo tecnico presieduto dal questore Guido Marino: sono stati ricordati i divieti alla vendita di bottiglie di vetro, ma dalle 19 di oggi fino al 3 maggio ci sarà uno stop totale al consumo di alcolici per strada in centro (è consentito nei locali). Ecco, anche su questo il Foreign Office, in una nota rilanciata anche dal sito del Liverpool, ha invitato i tifosi a non violare l'ordinanza anti alcol: «Bar, ristoranti e negozi non posso vendere alcolici da portare via, rischiate l'arresto». In sintesi: nelle zone centrali (la ztl) e in quella dello stadio non devono esserci bottiglie di vetro per strada e chi vuole bere, può farlo solo nei locali. «Ma in questi casi va fatta un'opera meticolosa di contrasto dei venditori abusivi di alcolici che spuntano negli angoli della strada in queste occasioni» dicono i gestori dei pub e dei bar. Il piano di sicurezza: bonifiche della zona attorno allo stadio per evitare che qualcuno nasconda armi da usare successivamente; scambio di informazioni con i poliziotti inglesi; percorsi per raggiungere l'Olimpico; presidio costante delle zone dei monumenti e di quelle dei locali notturni. Se da una parte si tenta comunque di abbassare il livello della tensione sia a Roma sia a Liverpool, ieri un tabloid inglese ha parlato di minacce di tifosi giallorossi sui social («se venite a Roma vi facciamo a pezzi») che avrebbero convinto qualche tifoso del Liverpool a rinunciare alla trasferta. Ma non sembra uno scenario credibile. Intanto, Filippo Lombardi e Daniele Sciuscio, i due romanisti arrestati a Liverpool, sono ancora in carcere (in due strutture differenti): non hanno accettato di parlare con il console italiano, in attesa del processo per disordini violenti fissato per il 24 maggio.

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Alisson: «Salah vale Messi. Ma all’Olimpico questa Roma può fare la storia»

Sul quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport ha parlato in esclusiva il portiere brasiliano della Roma, Alisson Becker, della sfida in programma domani sera all'Olimpico, semifinale di ritorno di Champions contro il Liverpool. Da Roma a Salah, passando per il futuro e il Mondiale con il Brasile in Russia, questo uno stralcio delle sue parole:

La storia è adesso, e si chiama Liverpool. Domanda semplice: come si ferma Salah?

«È dura. Ha doti innate e ora ha una fiducia in se stesso incredibile, ma possiamo fermarlo giocando di squadra. Il Liverpool, d’altronde, ha qualità collettiva. Sono cattivi, furbi, veloci. Pensate a Firmino. È fenomenale. Non dà punti di riferimento e questo dà molto fastidio agli av- versari. Perciò occorrerà un la- voro di squadra e non solo di di- fesa».

(…)

Che sensazioni ha provato quando era sotto 5-0?

«Una delle peggiori della mia carriera. Avevo addosso un senso d’impotenza. Sono stato male due giorni. Per fortuna il calcio ti dà subito una chance e col Chievo è andata bene».

(…)

Perché quel crollo a Liverpool?

«C’è stato buon inizio, ma dopo il primo gol siamo calati mentalmente e fisicamente. Non siamo riusciti più a fermarli. Può essere che il sistema di gioco abbia con- tato, che un altro schema poteva dare una mano alla squadra, però quello che determina tutto è l’atteggiamento. In campo dobbiamo correre e stare attenti. Per fortuna abbiamo segnato due reti, così siamo ancora vivi».

Che percentuale dà alla Roma di arrivare in finale?

«Noi conosciamo la nostra vera forza, sappiamo che c’è il pubblico come dodicesimo giocatore, che in casa non abbiamo subito mai gol in Europa, che abbiamo battuto 3-0 il Chelsea e il Barcellona. E tutto questo ci dà fiducia. Abbiamo il 50% di possibilità di passare il turno».

Purtroppo, dopo i misfatti dell’andata, si giocherà in un clima militarizzato.

«Certa gente fa associare alla violenza il nome della Roma, ma anche il nostro. Ci mette tutti dentro questo bruttissimo episodio. Ha ragione Di Francesco: condanniamo queste azioni. Speriamo che la partita sia solo una festa».

(…)

Escludendo i romanisti, quali so-no in questo campionato i migliori nel ruolo di attaccante, difensore e portiere?

«Direi Icardi, Miranda e poi c’è il mio idolo, Buffon, ma visto che non ha giocato tanto, scelgo Handanovic».

Tutti interisti: le devo chiedere la differenza che ha trovato tra Di Francesco e Spalletti.

«Spalletti è bravissimo, però gli manca un po’ di gestione positi­va nello spogliatoio. Per positiva intendo una gestione che faccia crescere la squadra. Guidare uno spogliatoio è difficile, ma a lui quella dote manca, mentre Di Francesco, che è cresciuto du­rante la stagione, invece ce l’ha».

(…)

Dal Real Madrid allo stesso Liver- pool, il suo nome è associato ai top club, ma adesso si dice che la Roma, grazie agli introiti arrivati dalla Champions, non abbia più bisogno di venderla. Ci sono al- meno il 50% di possibilità che lei resti alla Roma?

«Non so quello che succederà. Logico che l’interesse mi faccia piacere. Dico che non è solo una questione di avere bisogno. So il mio valore – non in soldi ma co­ me calciatore –, so quello che porto alla squadra, ma penso so­ lo al presente. Quello che succe­ derà dopo, lo lasciamo per dopo. Io sono qui, e per fare bene le co­ se devo concentrarmi su questo. Anche quando ero all’Internacional, avevo trattative con la Roma, ma pensavo solo a fare bene. Ho giocato sei mesi col contratto già firmato con i giallo­rossi, eppure ho vinto lo stesso».

(…)

Il Mondiale è alle porte: il Brasile di chi deve avere timore?

«Se vogliamo vincere occorre essere pronti a tutto. Ci siamo preparati benissimo. La qualità sappiamo di averla, ma i primi favoriti sono i tedeschi. La Spagna, poi, è sempre forte, e l’Argentina quando arriva il mo­ mento decisivo cresce. Mi di­ spiace che non ci sia l’Italia, ma per noi significa avere un av­ versario pericoloso in meno».

(…)

Se va a Kiev, che cosa è disposto a fare? Un tatuaggio, una notte alla Nainggolan?

«No, niente di tutto questo. Ho già un discorso con Dio. Un so­ gno grandissimo da realizzare. Non lo sa nessuno. Diciamo so­ lo che si tratta di beneficenza, ma la Parola spiega che non bisogna parlarne perché, se tu lo fai, la tua ricompensa sarà quel­la».

(Gasport)

 

 

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Rassegna stampa

Di Francesco sale sul palco per il bis: ecco come può arrivare fino a Kiev

IL MESSAGGERO (U. TRANI) – Poche parole, ma inequivocabili: «Chi non ci crede, resti pure a casa». Di Francesco, già a caldo dopo il pesante e rumoroso ko di Alfield, si è pubblicamente rivolto ai suoi giocatori. Il messaggio non è nuovo. Lo usò anche dopo la sconfitta al Camp Nou del 4 aprile. Lo slogan sta accompagnando da martedì scorso la Roma verso la semifinale di ritorno contro il Liverpool. E l'allenatore lo ripeterà ancora, domani sera, ai 18 calciatori giallorossi entreranno con lui nella pancia dello stadio. «Crediamoci», urlerà Eusebio. E indicherà la strada che porta a Kiev, per la finale del 26 maggio. Adesso c'è solo da seguirlo: la Nuova Impresa è possibile. Vale la pena provarci. Il vento dell'Olimpico già soffia forte.

REGOLA DEL 3 – La Roma, dopo aver perso 5 a 2 la gara d'andata, deve vincere almeno 3 a 0. E' il punteggio esatto che l'ha già qualificata contro il Barcellona. I giallorossi, insomma, non devo guardare a quanto accaduto in passato, ai precedenti più o meno positivi, avendo già dimostrato in quest'annata esaltante di sapere come si fa a rovesciare il pronostico e insieme il risultato. In campionato, per la verità, proprio la sterilità offensiva non ha permesso a Di Francesco di giocarsi lo scudetto con Allegri e Sarri. In Champions, invece, le sue punte hanno sempre fatto centro quando la squadra ne ha avuto bisogno. E' successo nella prima fase e soprattutto, nel nuovo anno, dagli ottavi in poi. Già in 3 delle 11 partite di questa edizione Eusebio ha festeggiato 3 reti dei suoi giocatori. Il 1° match con il tris è quello che ha poi caratterizzato il percorso in Europa: il 3 a 3 di Stamford Bridge contro il Chelsea, nella notte della svolta. E, sempre ad ottobre e contro i Blues di Conte, il 3 a 0 all'Olimpico per prendersi il 1° posto nel gruppo C e al tempo stesso per avvertire le big del nostro continente. L'ultimo 3 a 0 è quello indimenticabile: nel ritorno dei quarti per mandare a casa Messi. La differenza tra la partita contro il Liverpool e quella contro il Barça è nel risultato dell'andata: la manita di Anfield, anche se è la sconfitta più larga dal 24 novembre del 2015 (6 a 1 in Spagna contro il Barcellona e con Garcia in panchina), è meno definitiva del 4 a 1 al Camp Nou. Perché stavolta la promozione si conquista anche vincendo 4 a 1, punteggio che il 10 aprile avrebbe invece portato soltanto ai supplementari.

PORTA CHIUSA – «Ricordiamoci che Alisson non ha mai preso gol nelle gare di Championsall'Olimpico». Monchi lo disse lasciando la Spagna, subito dopo il ko contro il Barcellona. Il ds, proprio partendo dall'imbattibilità casalinga del portiere, ha spinto il gruppo e motivato l'ambiente. Adesso, dopo la fantastica remuntada del 10 aprile, bisogna riconoscergli di aver toccato il tasto giusto. Alisson, per la verità, non ha poi dovuto fare nemmeno una parata nella seconda partita contro il Barça, certificando così la preziosa cinquina. La striscia iniziò a settembre contro l'Atletico Madrid (0-0) nella serata in cui il portiere fu il migliore in campo e proseguì nelle altre 2 gare della fase a gironi contro il Chelsea (3-0) e contro il Qarabag (1-0). Fondamentali anche i clean sheet del 2018 contro lo Shakhtar (1-0) e appunto contro il Barça (3-0). E' evidente che mercoledì sera non basterà alla Roma confermare il suo trend nelle partite interne. Ma ripetersi per il 6° e comunque ultimo match in casa di questa edizione potrebbe incidere sul verdetto finale.

IMPRONTA EUROPEA – Più che i numeri, però, conteranno i protagonisti. La Roma, fuori e presto dalla corsa scudetto, sembra più a suo agio in Champions che in campionato. Di Francesco gli ha cucito addosso, cambiando spesso il sistema di gioco, lo spirito moderno ed europeo che, con il pressing e l'aggressività, ha esaltato gli interpreti del suo gruppo che, pur non essendo perfetto, è arrivato fino alla semifinale. Cioè tra i migliori 4 club d'Europa, pur con una rosa sicuramente inferiore a quelle di chi è già fuori dalla competizione come il City, lo United, il Psg, il Chelsea, la Juventus e ovviamente il Barça. I senatori, con Dzeko in prima fila, e anche i meno esperti hanno fatto la differenza in questa Coppa. A guidarli il debuttante Eusebio che è l'unico tra i 4 allenatori delle semifinali a non aver giocato la finale. Mai dire mai, però. Almeno fino alla notte in cui batteranno forte più di 60 mila cuori giallorossi.