Categorie
APPROFONDIMENTI

Europa League e Serie A, 3 indizi fanno una prova: Roma da rivedere con Frosinone, Fiorentina e Udinese

FOCUS RS (di Nicolas Terriaca) – Tre indizi fanno una prova: nei primi tempi delle partite di campionato, che si inseriscono fra i 2 match di Europa League, la Roma soffre e fatica a essere competitiva. Atteggiamento, approcci e scelte sono da rivedere. De Rossi prima della trasferta di Udine era stato chiaro: ”L’atteggiamento al Derby non lo possiamo avere solo al Derby e solo a Milano. Quindi, se a Udine vedrò un atteggiamento meno feroce, meno attento, e meno da squadra vera, vorrà dire che avrò ancora tanta strada da fare, e i miei giocatori ancora non avranno capito qual è l’atteggiamento che serve per giocare a calcio sempre”.

La formazione giallorossa, però, nei 45 minuti iniziali contro l’Udinese non si è minimamente avvicinata alle prove convincenti viste con Lazio e Milan. Passaggi imprecisi, rimesse laterali sbagliate, errori banali e squadra insicura. Il gol di Pereyra, che ha sfruttato un’ingenuità di Huijsen, sintetizza il brutto primo tempo della Roma.

Roma, che fatica nel gestire Serie A ed Europa League: approcci sbagliati, scelte da rivedere e calciatori anonimi

Foto Fraioli

La Roma anche nella partita di ieri con l’Udinese, interrotta al 72° per un malore di Ndicka, ha sofferto l’impatto alla gara giocando un brutto primo tempo caratterizzato da molti errori. De Rossi, in vista del ritorno di Europa League con il Milan, ha cambiato 7 interpreti: out Celik, Mancini, Smalling, Spinazzola, Pellegrini, El Shaarawy e Dybala dentro Llorente, Huijsen, Ndicka, Angelino, Aouar, Zalewski e Baldanzi. In aggiunta, nella prima mezz’ora DDR ha cambiato anche l’assetto tattico tornando al 3-5-2. Variazioni che non hanno portato i risultati sperati: errori banali e ritorno al 4-3-3 per dare qualche certezza in più alla squadra.

Stesso film già visto a Frosinone e a Firenze: cambio modulo, spazio a chi gioca meno e sofferenza totale in campo. Insomma 3 indizi fanno una prova: De Rossi ancora deve trovare l’equilibrio giusto fra turnover e competitività ma soprattutto alcuni calciatori continuano a deludere. Da Aouar a Zalewski le risposte rimangono sempre le stesse: prestazioni anonime senza la capacità di incidere. Al momento, il cambio di modulo (4-2-3-1, 3-4-2-1, 3-5-2) e il turnover, attuati nelle partite di campionato inserite fra l’andata e il ritorno delle gare a eliminazione diretta di Europa League, non stanno pagando.

Tre primi tempi in cui i giallorossi hanno tenuto il pallone in maniera sterile (58%, 60%, 75%) e hanno sofferto l’inerzia della partita: 0-1 a Frosinone ma subendo 18 tiri, in svantaggio 1-0 a Firenze e a Udine. In aggiunta, troppi duelli persi ed errori individuali banali. Nella gestione del doppio impegno, Europa League-Serie A, per continuare a crescere, atteggiamento, approccio e scelte dovranno essere riviste. Tre primi tempi concessi agli avversari ormai sono una prova.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *