Categorie
NEWS

Pinto: ”De Rossi mi aveva chiesto di rimanere. Esonero Mourinho? Giorno difficile”

Tiago Pinto è tornato a parlare della Roma. L’ex General Manager giallorosso ha concesso un’intervista ai microfoni di Sky Sport in cui ha affrontato diversi temi. Di seguito un’anticipazione.

L’addio di Mourinho?
“Quello è stato un giorno molto difficile per tutti. Io sono ancora giovane, non so se i Direttori sportivi più anziani gestiscono in modo diverso. Io nel momento in cui si deve licenziare un allenatore sono morto”.

Confermerebbe De Rossi per la prossima stagione, se fosse ancora direttore della Roma?
“Non possono mettermi in quei panni, ovviamente Daniele sta facendo molto bene. È una persona spettacolare. Mi ha sorpreso la consapevolezza che lui ha di quanto costa essere allenatore”.

È vero che De Rossi le ha chiesto di restare?
“Sì, noi abbiamo sempre avuto un buon rapporto, anche prima del suo arrivo”.

Categorie
Rassegna stampa

Caccia al ds: Maurice in pole

Grazie all’intervento dei Friedkin e al margine di 12 milioni la Roma ha potuto inserire 3 calciatori in lista UEFA fra cui Tommaso Baldanzi. Come riporta il Corriere dello Sport, adesso tutte le energie si possono concentrare sul direttore sportivo, visto che da ieri Tiago Pinto è fuori. Il riserbo è massimo, ma sembra assodato che la scelta sarà straniera: Maurice del Rennes, con il contratto in scadenza a giugno, è in pole. C’è anche Jorg Schmadtke, appena uscito dal Liverpool. Il suo nome è finito tra i primi della lista di Charles Goulde della Retexo, ma non vanno scartati anche Mitchell, Vivell e l’ex Bayer Monaco Marco Neppe.

Categorie
Rassegna stampa

L’obiettivo resta Soyuncu per la difesa. Il club pensa al futuro: nuovi gol con Zefi

Calma apparente. Tiago Pinto, infatti, spera di regalare un ultimo rinforzo a Josè Mourinho. Come riporta La Gazzetta dello Sport, la chiave per sbloccare la situazione è ormai nota: cedere uno tra Renato Sanches e Spinazzola. Al momento piazzare il centrocampista preso dal Psg appare una missione tutt’altro che semplice. Il classe 97′, infatti, vorrebbe tornare in Francia o in Portogallo, un desiderio che rende vano l’interesse di alcuni club turchi.

Spinazzola, invece, è monitorato in Arabia Saudita: chissà che l’amichevole con l’Al-Shabab in programma il 24 gennaio a Riad non rappresenti un’opportunità per sbloccare la situazione. Se Pinto dovesse riuscire a piazzare uno dei due, un possibile obiettivo per la difesa sarebbe Soyuncu dell’Atletico Madrid. Nel frattempo, il club giallorosso ha ingaggiato un nuovo giovane talento: si tratta di Kevin Zefi, attaccante irlandese di 18 anni, preso a parametro zero dall’Inter con cui non ha trovato l’intesa per il rinnovo.

Categorie
NEWS

Ufficiale: la Roma e Tiago Pinto terminano consensualmente il proprio rapporto dal 3 febbraio (COMUNICATO)

Adesso è ufficiale: Tiago Pinto, dal 3 febbraio, non sarà più il direttore sportivo della Roma. Di seguito il comunicato del club giallorosso.

L’AS Roma e Tiago Pinto comunicano la decisione di terminare consensualmente il proprio rapporto con effetto a partire da sabato 3 febbraio 2024.
L’AS Roma esprime gratitudine a Tiago Pinto per l‘incrollabile dedizione e il duro lavoro svolto nel corso degli ultimi tre anni e gli augura le migliori fortune per il futuro.

“Ringraziamo Tiago per l’incessante impegno che dal primo giorno ha profuso per tutta l’area sportiva, dalla Prima Squadra maschile al Settore Giovanile, fino al Dipartimento Femminile – hanno dichiarato Dan e Ryan Friedkin -. Il suo mandato terminerà alla fine della sessione invernale del calciomercato. Il processo di individuazione del nuovo direttore sportivo è in corso e saremo lieti di poterlo annunciare nelle prossime settimane”.

Sotto la guida di Tiago Pinto come General Manager dell’area sportiva, i giallorossi hanno conquistato la Conference League nel 2022 e hanno raggiunto la finale di Europa League nel 2023.

“Dopo tre anni ritengo il mio ciclo a Roma concluso e accingendomi all’uscita desidero ringraziare tutti coloro che hanno reso speciale la mia permanenza in questo Club e in questa città: in primis la famiglia Friedkin, che mi ha concesso di vivere un’esperienza unica e di servire una Società storica, in un Paese dove il calcio è passione e tradizione”, ha dichiarato Tiago Pinto.

“Vorrei inoltre esprimere la mia gratitudine verso gli allenatori, i giocatori, i collaboratori e tutte le persone che mi hanno affiancato nella ristrutturazione dell’area sportiva – ha proseguito Tiago Pinto -. Assieme abbiamo condiviso la responsabilità e il privilegio di lavorare per un bene prezioso, che è la Roma stessa.

Intendo infine dedicare un pensiero a due realtà che per certi versi rappresentano insieme il passato, il presente e il futuro della Associazione Sportiva Roma: mi riferisco ai tifosi romanisti e al Settore Giovanile.

Le immagini dei ragazzi sospinti dal nostro pubblico mi hanno restituito il senso della famiglia giallorossa e reso fiero di averne fatto parte”.

Categorie
Calciomercato

Tiago Pinto lascia la Roma: addio dal 1 febbraio. Stamattina la comunicazione alla squadra

Tiago Pinto lascerà la Roma. Il General Manager portoghese, come riporta il Corriere dello Sport, infatti, non proseguirà la sua avventura in giallorosso e stamane lo ha comunicato anche alla squadra. L’ex Benfica risolverà in anticipo il contratto (1 febbraio) in scadenza il 30 giugno.

Categorie
Rassegna stampa

Chalobah costa poco, adesso può arrivare in prestito per 6 mesi

Dopo il no a Bonucci la Roma dovrà ingegnarsi per trovare delle alternative. Pinto ora guarda in Premier, al tedesco Kehrer (seguito da Rennes, Nizza e Monaco) e all’inglese Chalobah. Come riporta La Gazzetta dello Sport, più facile arrivare al secondo, in prestito, visto il rapporto con il Chelsea e il fatto che l’ingaggio del centrale dei Blues è di 1.5 milioni di euro, mentre quello del difensore del West Ham è di quasi 3.

Categorie
NEWS

Pinto: ”Futuro? Ne parliamo internamente. La squadra è più forte rispetto a 3 anni fa, con 150 milioni di vendite”

Tiago Pinto, in occasione del Social Footbal Summit che si sta svolgendo in stadio Olimpico, ha affrontato diverse tematiche correlate alla Roma e al suo lavoro. Di seguito le parole del General Manager giallorosso.

Non sei solo un ds ma un general manager. Un po’ di tempo fa il ds gestiva alcune dinamiche di spogliatoio mentre ora c’è una super specializzazione. Come è cambiato il tuo lavoro?
“Buonasera a tutti e grazie per l’invito. Penso che questa cosa è cambiata tanto negli ultimi anni anche in Europa. Basta guardare i 20 club di Premier League, il calcio è evoluto tanto. Se non parli le lingue è difficile fare il direttore sportivo perché il mercato è globale. Se non hai conoscenze legali non puoi chiudere la trattativa e se non sai i numeri non sai gestire il FFP. Il mercato incide per il 20-30% sul risultato. Il resto dipende dalle persone che lavorano in una squadra. Ci sono tanti dipartimenti che influiscono sul risultato finale. Tu come gm o ds devi avere le giuste skill, altrimenti è molto difficile”.

Poi ci sono giovanili e squadra femminile…
“Io mi fido molto di questa prospettiva olistica del calcio e penso che ogni singolo dettaglio può aiutare a vincere. Io seguo tutto della Roma ma non faccio tutto. La miglior decisione che ho preso nella femminile è stata ingaggiare Bavagnoli per gestire il progetto. Il settore giovanile è diverso, per me è la luce dei miei occhi. Nella mia strategia sportiva è una pietra fondamentale. Quando sono arrivato ho preso Vergine mentre ora abbiamo Gombar, De Rossi e Conti che gestiscono il quotidiano ma c’è una piramide che porta alla prima squadra. Quella area mi piace molto”.

Il settore giovanile della Roma è sempre stato florido. Stai pensando alla squadra B?
“Il settore giovanile della Roma ha sempre prodotto ottimi giocatori. Farli esordire come abbiamo fatto noi in prima squadra non è scontato. Questo è un grande lavoro che ha fatto anche José Mourinho. Bisogna avere coraggio nel metterli in campo. Sì, è vero, siamo una piazza con tanti grandi giovani ma questa vicinanza con la prima squadra è nuova. Creare ricavi con la vendita dei giocatori è stato merito anche del tecnico e del suo staff. Io vengo da una realtà dove la squadra B è fondamentale ma i miei dubbi sono oggi in Italia con i regolamenti. La prima cosa è che servono tanti soldi per fare la squadra B. Dal mio punto di vista poi c’è l’obiettivo di portare la squadra dalla C alla B. Credo che la seconda squadra possa servire anche a far giocare chi è fuori dal progetto. Io ho trovato a Roma 40 tesserati che non entravano nel gruppo di Mourinho e li abbiamo mandati in prestito. Abbiamo fatto operazioni che ci hanno aiutato ad incassare e tenere percentuali sulla futura rivendita. Nel contesto italiano non sono convinto della squadra B”.

I dati ed il Fair Play Finanziario hanno cambiato il calcio?
“Oggi comanda la parte economica ed è importante trovare il bilanciamento tra i club ed i paletti interni di Lega e Uefa. Questo sta cambiando molto. I dati? Noi ogni giorno cerchiamo di capire cosa ci possa aiutare a vincere e fare bene. Secondo me è più una cosa che può aiutarci rispetto ad essere fondamentale. Non voglio fare nomi ma anche quei club che dicono che lavorano con i dati e fanno bene prendono giocatori sbagliati come fa Tiago Pinto. Io ho lavorato anche nella Polisportiva del Benfica e i dati sono un cosa che ci aiuta ma errare è umano”.

Cosa non vedono i dati?
“Il successo o l’insuccesso del giocatore dipende da tanti fattori. I dati ti danno tante cose ma serve anche l’occhio. A me non vedrete mai parlare dei talenti scoperti come fanno altri. Il nostro lavoro è trovare il potenziale nel lavoro degli altri. Tutti sapevano chi fossero Endrick o Kvaratskhelia. Il lavoro però viene bene con una somma di fattori. Lo scouting è fondamentale come i dati. Prendere il potenziale è il 20-30% ma farlo emergere è un’altra cosa. Ci sono giocatori considerati fenomeni che però non fanno bene poi”.

Tu come gm della Roma vedi prima la tecnica o la parte economica?
“Io prima ho detto che facevo il lavoro al 50% di un Ceo e Lina (Souloukou, ndr) si è arrabbiata. Nello scouting della Roma ci sono 4 livelli per dividere gli obiettivi: il primo i campioni, il secondo quelli che potrebbero fare i titolari nella Roma, il terzo che riguarda i calciatori utili ma non più forti di quelli in rosa e il quarto quelli che non servono alla Roma. Nel nostro database abbiamo 5mila giocatori. Io penso che il 50% della lista A non la possiamo prendere. Negli ultimi 3 anni ho dovuto cercare l’equilibrio tra le richieste del tecnico e le capacità finanziarie che abbiamo. Ci sono cose che abbiamo gestito bene come Dybala o Lukaku. Il parametro economico ora è più importante”.

Bisogna prima vendere e poi comprare?
“Io sono portoghese (ride, ndr), si vende sempre prima. Considerando la rosa che abbiamo ereditato con tanti calciatori cronici di infortunio e over 30, più tanti fuori rosa, credo che fare in 3 anni più di 150 milioni di vendita è un buon risultato”.

Non ti dà fastidio che questo non venga sottolineato?
“Il tempo ci dirà come è andata la Roma. Quello dimostrerà il nostro lavoro nella Roma negli ultimi 3 anni. Non siamo fenomeni ma fare 150 milioni di vendite e portare tanti giovani in prima squadra così come Dybala, Matic, Wijnaldum e Mourinho è molto difficile. Ognuno giudica come vuole ma io avevo un grande compito: lasciare la Roma meglio di come l’ho trovata. Finanziariamente non c’è dubbio e continuando così in due anni sarà molto meglio. Penso che anche la rosa sia migliore di quella che ho trovato. Rispetto l’opinione di tutti ma non ci sono dubbi”.

La Roma ha preso Dybala e Lukaku che tutti davano in altre squadre. Possiamo dire che siete stati pronti a sfruttare le occasioni?
“Siamo stati fortunati e gli altri non li volevano (ride, ndr). Secondo me questi due esempi che hai fatto, ed aggiungo anche Mourinho, fanno capire l’ambizione della proprietà nonostante i paletti che abbiamo. Siamo stati bravi nel timing delle tre situazioni. Non voglio parlare di questo ma siamo stati molto svegli ed intelligenti nel timing. Quello che ha fatto la differenza è il lavoro di squadra con la proprietà e l’allenatore. Non voglio fare il paracu*o ma giocatori come Paulo e Romelu o Mourinho sanno che la passione che c’è a Roma non la trovano da altre parti”.

Il timing come è arrivato?
“Ho sempre paura a parlare di queste cose che sono da backstage. Nel caso di Paulo e Romelu, se avessimo lottato con i club nella parte iniziale del mercato non ce l’avremmo fatta. In tutti e due i casi abbiamo chiuso la trattativa in 5 giorni. Serve essere veloci per non farsi superare da club con una parte economica maggiore. Ho avuto anche un po’ di fortuna”.

Si parla troppo di soldi?
“Il calcio è un business importante e genera sponsor e tanti soldi. Normale che si parli di questo anche tra i tifosi. Come si vede con l’Arabia e la MLS questo può sviluppare anche un progetto sociale. Oggi però è impossibile non parlare di soldi”.

L’ingresso dell’Arabia cambia il mercato?
“A fine anni ’90 o inizio 2000 l’Italia aveva tutti i migliori giocatori del mondo e nessuno diceva che era prepotente. Ora vediamo che la Premier prende tutti quelli che vogliono e nessuno dice che sono prepotenti. La Saudi Pro League per me è una cosa normale con un mercato un po’ diverso. Nelle prossime sessioni di mercato ci sarà anche un effetto sociale tra i calciatori. Oggi il giocatore può andare lì sia per soldi sia per il fatto che molti altri giocatori forti sono già lì. Ibanez aveva anche altre offerte ma quando ha visto che Firmino, Mahrez e altri sono andati lì, ha deciso di andare in quel club”.

A te è cambiato il mercato?
“La Roma non può prendere i calciatori che vanno lì. Io se voglio competere con il Brighton faccio fatica. Prima dell’Arabia il gap tra la Premier ed altri aumentava. Ora la Saudi Pro League è un nuovo competitor. Questo è normale, il mercato funziona così”.

Oggi che c’è uno staff molto nutrito è cambiato il ruolo del ds nei confronti della prima squadra o nel supporto al tecnico?
“Con l’allenatore devi essere l’amico critico. Bisogna essere insieme quando le cose vanno male e bisogna avere la capacità di capire come vanno le cose. Una delle cose difficili, almeno per me da gestire, è la diversità di cose da fare nel quotidiano e ci sono dei giorni che arrivi alla fine e ti chiedi quanto sei stato con tecnico o con gli scout. Non è semplice, ma penso che sia un ruolo insostituibile”.

L’anno prossimo sarai ancora a Roma?
“Questa è la domanda meno importante (ride, ndr). Come sai nel pre-partita me lo chiedono sempre, ma come ha detto Mourinho ieri sono molto difensivo. Il rinnovo non è importante, ne parliamo internamente. L’importante è la Roma e come strategia stiamo facendo cose importanti per il futuro”.

Categorie
Rassegna stampa

Bove vola, ma la firma sul contratto non arriva: l’accordo non c’è

Bove e la Roma, nonostante l’intenzione comune, non hanno ancora raggiunto l’accordo per il rinnovo di contratto fino al 2028. Come riporta il Corriere dello Sport, nell’ultimo incontro tra Pinto e Diego Tavano, procuratore del centrocampista, l’intesa sembrava vicinissima. Successivamente, però, il gm ha chiesto tempo prima di accettare l’ultima richiesta dell’interlocutore.

La trattativa è partita da zero perché il classe 2002, che guadagna 250mila euro e va in scadenza nel 2025, è il calciatore meno pagato della Roma. Bove, infatti, ha ereditato il meccanismo stabilito dalla società dopo gli obbrobri gestionali precedenti (soldi sperperati tra Luca Pellegrini, Riccardi e Bouah). Essendo uscito dal settore giovanile, il numero 52 giallorosso ha ottenuto in automatico lo stipendio che spetta a tutti coloro che arrivano a giocare nella prima squadra.

Certe cifre, però, non sono più sufficienti, soprattutto dopo aver rifiutato 8 milioni dal Sassuolo a gennaio. Comprensibile che il ragazzo ambisca a un corposo aumento di stipendio. Pinto è stato chiaro: “Non ci saranno problemi”. Ma una firma vale più di mille parole.

Categorie
Interviste

Pinto: ”Bove? Il rinnovo non sarà un problema, è il futuro. Non parlo del derby”

Tiago Pinto a pochi minuti di Slavia Praga-Roma ha parlato ai microfoni di Sky Sport. Di seguito le dichiarazioni del General Manager portoghese.

Lukaku vuole giocare sempre, Dybala è voluto venire qui con i compagni. Che valore ha per la squadra?
“Come ha detto ieri Mourinho per noi la partita è sempre la prossima, c’è uno spirito di squadra importante e tutti vogliono aiutare. Noi stiamo pensando solo a questa sera, è importante vincere per qualificarci e assicurarci il primo posto. Sono venuti tutti quelli che potevano con ambizione di vincere”.

La Roma è un mix di campioni e giovani che stanno crescendo. Bove sarà il futuro della Roma’ Visto che ha il contratto in scadenza, ve lo tenete stretto?
“È un bambino d’oro come persona, come giocatore e come professionista. Anche quando giocava poco, due stagioni fa, ha sempre voluto rimanere, imparare e approfittare di ogni minuto quando lavorava con Mourinho e con la squadra. Oggi penso che sia felice di tutte le opportunità che ha e che merita, sta giocando benissimo e noi siamo molto contenti. Sul contratto è uno di quelli che mi piace: lavoriamo molto e parliamo poco, nel momento giusto tutti lo sapranno. Non sarà un problema perché è il futuro della Roma”.

Ndicka?
“È un giocatore che ha fatto più di 200 partite con l’Eintracht, il calcio italiano è diverso e ha avuto un periodo di adattamento. La cultura, la lingua e tutto è diverso. Siamo contenti di quello che ha fatto finora, in ogni partita lo abbiamo visto crescere e non possiamo dimenticare che ha 23 anni e ha un grande margine di crescita. Non lo abbiamo preso come prodotto finito, ma come giocatore con un potenziale per svilupparsi e crescere. Siamo contenti della sua evoluzione, sapendo che ha degli aspetti da migliorare”.

Si può vivere il derby senza per forza accenderlo con le dichiarazioni?
“Oggi sono solo concentrato su questa partita, quindi sto zitto e parliamo solo di questa sera”.

Categorie
Calciomercato

Calciomercato Roma, emergenza difesa: il piano di recupero per Smalling e la lista di Pinto per gennaio

La Roma nel corso della sosta si augura di recuperare Smalling e Llorente sperando che il loro contributo possa far tornare la difesa un vero bunker. Malgrado Chris non abbia ancora ricominciato ad allenarsi in gruppo, il quadro appare meno preoccupante e, nei piani di Mourinho e dei medici, c’è l’intenzione di riaverlo a disposizione per la ripresa del campionato. Per una risposta definitiva saranno decisivi i prossimi giorni.

Al momento gli unici difensori di ruolo a disposizione dello Special One sono Mancini e Ndicka. Una situazione di totale emergenza che sta costringendo Cristante a giocare da centrale riadattato. Alla luce di tali difficoltà, la Roma sfrutterà i prossimi due mesi per capire se intervenire sul mercato durante la sessione di gennaio. Come riporta Gazzetta.it, i giallorossi pensano a Solet del Salisburgo che ha il contratto in scadenza nel 2025 e gli austriaci potrebbero voler cedere prima dell’inizio dell’ultimo anno di accordo. In alternativa Pinto potrebbe tuffarsi sul mercato degli svincolati: in Germania spicca il nome Jerome Boateng, ma le sirene arabe potrebbero convincerlo presto a lasciare l’Europa. Altri profili che potrebbero fare al caso della Roma sono quelli di Phil Jones (già conosciuto da Mourinho allo United) e Shkodran Mustafi. Piste che per ora non si sono ancora tramutate in trattative.