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Trigoria, fughe e silenzi. La giornata della Roma si conclude senza decisioni

La giornata della Roma si avvia alla conclusione dopo la vergognosa eliminazione in Coppa Italia. All'interno del Centro Sportivo Fulvio Bernardini è andato in scena un l'allenamento della squadra, ancora agli ordini di Eusebio Di Francesco, che ha lasciato il quartier generale giallorosso intorno alle 15.00 senza proferire parola. 

Stesso discorso anche per i giocatori che prima di lui hanno abbandonato alla spicciolata Trigoria: sguardi bassi, celati da occhiali da sole e nessuna voglia di fermarsi a parlare con i pochi tifosi assiepati fuori le mura delle segrete stanze romaniste. Unica eccezione Patrik Schick, che ha chiesto scusa a un tifoso che gli si era avvicinato per chiedere spiegazioni in modo del tutto civile a pacifico. 

Nessuna decisione è ancora stata presa ufficialmente e l'impressione è che Roma-Milan potrebbe essere l'epilogo amarissimo della parabola di Di Francesco come allenatore della Roma, ormai sostenuto solo da Monchi. Il direttore sportivo sa di essere responsabile di questo disastro e lo ha più volte ribadito anche dopo la gara di Firenze, ma l'impressione è che tardare ulteriormente il cambio in panchina possa solo sfavorire la già disperata rincorsa della Roma al quarto posto.  

E i tifosi? Costretti alla più snervante delle attese per capire che ne sarà della Roma. L'immobilismo delle ultime ore cristallizza ancor di più l'onta di un'eliminazione storica, l'ennesima figuraccia autografata da una società incapace di progettare un futuro normale e stabilire una programmazione sportiva seria, ma soprattuto rea di aver dilapidato il patrimonio emotivo arrivato inaspettatamente (e casualmente a questo punto) con la strepitosa avventura nella scorsa Champions League. 

Giorgio De Angelis