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Interviste

De Rossi: “Obiettivo Champions. Non sarà difficile per i tifosi amare Mou ma anche me. Restare? Me la giocherò alla morte”

CONFERENZA STAMPA – Le parole di Daniele De Rossi in conferenza alla vigilia di Roma-Verona:

Un doppio coinvolgimento, emotivo forte lo immaginiamo e tecnico-tattico sul campo. Che tipo di lavoro hai impostato? Che Roma hai visto? Che Roma vorresti?
“Sorrido, non per la domanda, vedo facce a cui sono affezionato e non pensavo di trovare. Quando c’è il cambio di allenatore, che sia grande o mediocre, i giocatori vanno a tremila all’ora, è normale. I primi allenamenti ti danno risposte normali, poi bisogna vedere a lungo termine, comunque sono stati incredibili, stanno assorbendo i tre-quattro concetti iniziali che vogliamo dare, per evitare di infondere confusione nel gruppo”

Ha sentito Totti? 
“Ci siamo sentiti, mi ha mandato un messaggio di in bocca al lupo, mi ha dimostrato la sua felicità, il suo stupore, che era anche il mio inizialmente. Ci siamo sentiti due volte, passeremo presto del tempo insieme, dopo il suo impegno in Cina, ci fa sempre piacere vederci”

Quando si subentra vuol dire che c’è un problema, vorrei chiederle quale è il problema principale da risolvere? Sarebbe contento alla fine stagione se…?”
“Sarei contento se fossimo tra le prime quattro della classifica, penso sia un obiettivo da puntare, non facile da raggiungere, ma assolutamente possibile. Quando cambi allenatore i problemi ci sono sempre, ci sono passato anche io un anno fa. Ci sono dei problemi da analizzare, ma alla fine devo partire da zero, dallo zero a zero, in tre-quattro giorni non si fa in tempo ad analizzare tutto. Sono fortunato perchè per motivi di tifo ho visto le partite della Roma, è la squadra che conosco di più al mondo, così abbiamo accorciato il periodo di studio”

Un paio di anni fa dicevi che prima di tornare alla Roma avresti dovuto fare un percorso. E’ il momento giusto per tornare?
“Era il momento giusto per rifiutare la Roma secondo te? Non si può rifiutare la Roma, è successo alla Juve con Pirlo, ci sono uomini che rifiutano, altri si buttano dentro. Ovviamente non è solo voler tornare a mettersi la felpa, non è una scelta nostalgica. Uno fa anche un’analisi veloce dei valori di questa squadra, avrei rifiutato solo se avessi pensato che la squadra fosse stata mediocre. Non vado a fare brutte figure. Penso che la Roma sia una squadra forte e per un mio sviluppo di carriera è importante. Dove lo vedremo tra qualche mese”

Per cosa le piacerebbe che fosse ricordato il calcio espresso dalla Roma di De Rossi?
“Il mio calcio è una frase che mi fa venire i brividi, l’ho sentita dire anche da tecnici che ammiro e persone a cui voglio bene. Il calcio non è mio, tuo, è di tutti. Allora Guardiola dovrebbe parlare di calcio quasi da solo, così come pochi altri. Non penso di essere al loro livello, ma penso che gli allenatori bravi, che non hanno inventato niente che li riconosci da come giocano le loro squadre, quasi ad occhi chiusi. Se la nostra squadra sarà organizzata, farà risultati e si riconoscerà questi valori mi farebbe contento. Venir ricordato perchè la tua squadra fa bene e vince mi basta e mi avanza”

Non ci sono condizioni nel tuo contratto oltre giugno 24′, ma c’è un bonus per il piazzamento della Champions. Si è parlato anche di traguardo Europa League? Per l’eventuale permanenza cosa ti hanno detto?
“I presidenti Friedkin sono stati chiarissimi sulla durata del contratto e sul tenore della mia permanenza qui. Io ho risposto ok, mettete voi la cifra, avrei firmato in bianco o quasi, ho chiesto un bonus per la Champions, ma anche un gesto dovuto per la mia carriera qui. Non ci sono condizioni, rinnovi automatici, ho detto loro che volevo giocarmi le mie carte, ho chiesto solo di trattarmi da allenatore, non da bandiera, o da immagine che faccia il giro di campo con Romolo. Loro sono d’accordo. Sanno dal primo secondo che mi hanno chiamato che io me la giocherò fino alla morte per rimanerci qui e penso che loro siano soddisfatti di questo, un allenatore che si gioca le sue carte senza pensare a quello che è stato da calciatore, penso sia apprezzato come atteggiamento, per me sarebbe un sogno”

Giocherà a 4 o a 3? Un’idea di base c’è?
“Nasco e mi innamoro di questo lavoro con Spalletti e successivamente con Luis Enrique. Per me questo tipo di allenatori che portano tanti giocatori in fase offensiva e che difendono a quattro sono la base del mio innamoramento per questo lavoro. Questa squadra è stata costruita a tre, gioca da tanti anni così, abbiamo provato diverse cose, stiamo lavorando su concetti anche di rotazione, che magari portano a difendere in un modo e attaccare in un altro. Non tolgo l’ipotesi che possa cambiare in corso di partita e in corso di stagione, magari dipenderà anche dall’avversario e dalle strategie di gara”

In questi giorni fuori da Trigoria c’è un clima particolare, un clima di malumore verso i giocatori e la società. C’è chi dice che lei è stato preso come effetto calmante. E’ destabilizzante o uno stimolo in più?
“Non ho bisogno di stimoli in più, non mi destabilizza per niente, non sono stupido. Quando sento parlare di effetto calmante è brutto, un po’ moscio per definire una scelta. Quando un dirigente decide di cambiare un allenatore così vincente e amato deve prendere in considerazione vari fattori. Non dico che io sia la scelta giusta, ma è normale che si valuti in base alle disponibilità allenatori meno riconosciuti che avrebbero portato effetti più devastanti. Penso che i sold-out, questo affetto gigante abbia portato punti alla Roma. Penso che non sia difficile per i nostri tifosi amare sia chi c’era come Mourinho, sia me. Dire calmante è brutto, è una scelta ponderata in base a fattori di leadership, ambientali etc. Sarà giusta? La scopriremo tra qualche tempo, io ho sfruttato l’occasione per diventare l’allenatore che voglio diventare”

Si aspettava di arrivare adesso alla Roma? Appena entrato nello spogliatoio si è sentito allenatore della Roma?
“Uno non si aspetta che mandino via l’allenatore più titolato della storia e che prendano te. Però ero consapevole, non mi hanno forzato, non mi hanno puntato una pistola alla tempia. Me lo aspettavo di tornare, in maniera più graduale ma è piena la storia di allenatori subentrati ad interim e poi sono rimasti. L’ultimo è stato Palladino che non era stato scelto a lungo termine e si sta dimostrando tra i migliori emergenti. Io mi sento allenatore della Roma, più in campo che nello spogliatoio, perchè non si toglie quel rapporto di confidenza con gran parte dello spogliatoio, ci può essere rispetto senza fingere, non fingo di voler bene a Pellegrini, Cristante etc. Una persona mi ha consigliato di non venire con la mia macchina, ma che devo fare finta che sono povero. Io mi sono sentito allenatore in campo, li guardo e loro mi ascoltano, gradiscono quello che dico poi saranno i punti la cosa più importante. Io non ho mai finto con nessuno”

Roma ha fatto stufare Mourinho? Vi siete sentiti?
“Ho mandato un messaggio a Mourinho non di circostanza, lui è stato uno dei primi a mandarmi un messaggio quando firmai con la SPAL, era un gesto dovuto. Non lo so se si è stufato, non mi permetto di dirlo, ma con tutto il rispetto non mi interessa molto. Devo pensare a quello che devo fare, a quello che devo cambiare e ti assicuro che in questi giorni ho dovuto parlare anche di altro oltre che di campo, tra firme, foto, burocrazia varia. Non vedo l’ora che questa situazione si normalizzi”

Quali sono stati i problemi principali della Roma? Chi l’ha stupita di più?
“Qualche problema è stato visibile guardando le partite, non è vero che la Roma abbia sempre giocato male, a volte ha fatto molto bene come con l’Atalanta e il Napoli, a volte male. La Roma non è stata allenata male, il problema è stato l’alternanza di rendimento in campo. Delle idee le ho, non le vengo a dire qui in conferenza ovviamente. Quando vedi dal vivo questi calciatori rimani impressionato, ne ho visti tanti nella mia carriera, da fuori è un conto, poi vedi toccare la palla a Dybala, Pellegrini etc. rimani ancor di più sorpreso. Sono rimasto stupito da Pisilli, che non conoscevo direttamente, vederlo dal vivo mi ha impressionato”

Cosa non dovete sottovalutare del Verona?
“Mille cose, il Verona che è una squadra solida, allenata da Baroni che stimo tanto come allenatore e uomo, che ha mantenuto la barra dritta nonostante la tempesta esterna tra mercato e voci societarie. Ammiro molto la sua eleganza, è una squadra solita, grande fisicità, gioco abbastanza definito e che sanno fare bene. L’emozione dell’esordio non deve fare brutti scherzi, ma sono tranquillo, soprattutto ai ragazzi, ci sarà un po’ di malumore, spero di no, servirà calma in campo e fuori”

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