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ESCLUSIVA – Possanzini, vice allenatore Shakhtar: “Ci hanno svegliato le bombe, ora non possiamo lasciare l’Ucraina” – AUDIO

Sono ore di attesa per i giocatori e lo staff tecnico dello Shakhtar Donetsk di De Zerbi, tra cui otto persone italiane cui il vice Davide Possanzini. Il campionato è sospeso, lo Shakhtar ha da tempo il proprio quartier generale a Kiev dove lo staff è in questo momento blindato in un hotel aspettando istruzioni dall’ambasciata italiana. 

In esclusiva ai microfoni di Retesport 104.2 il vice allenatore Davide Possanzini ha raccontato i momenti che stanno vivendo in Ucraina: “Siamo bloccati a Kiev. Questa notte eravamo nei nostri appartamenti, poi intorno alle 4-5 di mattina abbiamo sentito le esplosioni. Ci siamo subito messi in macchina perché la società ci ha detto di andare in un albergo dove solitamente svolgiamo i ritiri pre partita e adesso siamo in contatto costante con l’ambasciata. Siamo al sicuro, stiamo bene ma ci vuole pazienza. Ci aspettavamo questa situazione ma non di queste dimensioni. Avevamo già prenotato per questo pomeriggio i voli per tornare in Italia ma non ce l’abbiamo fatta, e in Ucraina adesso è chiuso lo spazio aereo. Aspettiamo comunicazioni per cercare di prendere la decisione giusta senza correre rischi”. 

La situazione in questo momento?
“Vita tranquilla, adesso qualche ha anche scelto di andare a lavorare. La nostra idea era di prendere la macchina e di arrivare al confine ma sono piÙ di 700 chilometri e non ce l’avremmo fatta con un solo pieno. Ci sono 50km di coda per uscire da Kiev, era impossibile”. 

L’ambasciata italiana vi aveva sollecitati ad anticipare il ritorno, voi fino a qualche giorno fa eravate in Turchia. 
“Abbiamo scelto di tornare per senso di dovere e responsabilità verso coloro con cui avevamo preso accordi a inizio della stagione. Nei giorni scorsi ci avevano garantito che non sarebbe successo nulla e invece la situazione è precipitata in quello che sappiamo. Un po’ di responsabilità ce l’avevamo ma per rispettare gli accordi che avevamo intrapreso in passato. La situazione è precipitata nel giro di sei ore, noi volevamo partire nel pomeriggio 3-4 voli e invece è successo tutto prima della partenza. Adesso possiamo solo aspettare”. 

I calciatori come stanno vivendo la situazione?
“E’ difficile per noi che siamo persone più mature, figuriamoci per loro. Ci sono giovani anche di 18 anni… Ma abbiamo anche giocatori ucraini e per loro è ancora più difficile. Questo conflitto c’è da molto tempo, solo che se ne parla da poco. I brasiliani sono un po’ come noi, stanno aspettando informazioni dalla loro ambasciata. L’importante è che per ora non ci sia nulla di preoccupante”. 

Come sta lo staff e il mister De Zerbi?
“Roberto sta bene, è con noi in albergo naturalmente. Abbiamo preso le valutazioni tutti insieme, e adesso abbiamo bisogno dell’ambasciata per capire cosa fare. Non possiamo prendere iniziativa per uscire dal Paese”. 

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