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Grazie José, lettera d’addio a cuore aperto. Ora tutti con De Rossi

(Nicolas Terriaca) – Caro José, sono passati 3 giorni da quel comunicato che mi ha svuotato in un istante:‘L’AS Roma annuncia che José Mourinho e i suoi collaboratori tecnici lasceranno il Club con effetto immediato”. Sarà uno scherzo. E, invece, no è tutto vero. Disorientamento totale, improvvisamente la colonna portante sulla quale si poggiavano dubbi, incertezze e sogni è stata sradicata via. Crollo emotivo istantaneo. Lo stesso che hai avuto l’ultima volta che sei uscito da Trigoria, perché sin dal 4 maggio 2021, siamo uniti da un cordone ombelicale. Entrambi ci siamo nutriti delle rispettive emozioni: amore, gioia, felicità, speranza, rabbia, ansia, delusione e paura. Milioni di cuori in un corpo solo: il tuo.

Quasi tutti i romanisti ti hanno consegnato le chiavi per entrare dentro di loro e farti capire di cosa avevano bisogno: sognare insieme tornando protagonisti. E tu ci sei riuscito. Ecco perché ti ringrazierò per sempre. Un viaggio Special con tante difficoltà. Il percorso che ci ha portato, il 25 maggio 2022, ad alzare la Conference League a Tirana non verrà mai dimenticato. Siamo tornati a scrivere la storia. Un traguardo costruito sulla cicatrice della sconfitta in casa del Bodo Glimt (6-1). Partita dopo partita guardavamo la nostra ferita e aggiungevamo un punto per rimarginarla. Sino al triplice fischio di Kovacs: ”La Roma vince la prima edizione della Conference League”.

Sì stavolta siamo proprio noi, il Feyenoord (1-0) è stato abbattuto. Gli indomabili sognatori che davanti a tutta Europa festeggiano e alzano al cielo i vessilli di Roma come nei tempi migliori. Milioni di corpi distanti uniti dalla stessa gioia e dalle medesime emozioni. Il nostro cordone ombelicale si alimenta di lacrime di felicità: noi piangiamo e tu mister fai lo stesso davanti alle telecamere delle tv internazionali.

25.5.2022 Conference League Finale : Roma vs Feyenoord Nella foto: Mourinho in trionfo (Foto Gino Mancini)

Il sogno prosegue. Helsinki, Siviglia, Razgrad, Salisburgo, San Sebastian, Rotterdam e Leverkusen. Un viaggio lunghissimo in cui più volte abbiamo rischiato di sbandare ma siamo riusciti comunque a intraprendere la strada giusta. Abbiamo sofferto, ci siamo abbracciati, abbiamo urlato di gioia sino a terminare la voce. Ma cosa ci interessa quella tornerà, invece, momenti così non possiamo saperlo, per cui, godiamoceli appieno. Sogniamo.

ROME, ITALY – APRIL 20: Paulo Dybala of AS Roma celebrates after scored the second goal for his team during the UEFA Europa League quarterfinal second leg match between AS Roma and Feyenoord at Stadio Olimpico on April 20, 2023 in Rome, Italy. (Photo by Fabio Rossi/AS Roma via Getty Images)

Eccoci siamo arrivati all’ultima tappa: Budapest. Alle 21:35, Dybala scaraventa il pallone in rete: Siviglia-Roma 0-1. Un boato così rumoroso che abbiamo rischiato di svegliarci: esplode la Puskas Arena con tutti i romanisti che hanno macinato chilometri per essere lì, saltano in aria migliaia di persone allo stadio Olimpico e sbottano di gioia tutti coloro che sono davanti alla televisione. Abbiamo toccato il cielo. Siamo ancora noi, quei sognatori indomabili. Mister in quel momento ho pianto e ho abbracciato chiunque mi stesse accanto. Sono riuscito a volare senza le ali.

Tutto questo rumore, però, ha avvicinato il momento del nostro risveglio. Dopo più di mezz’ora il Siviglia pareggia: 1-1, autogol di Mancini. Calma non è successo nulla fa parte dei tanti ostacoli che abbiamo superato. Minuto 81: cross di Matic e fallo di mano di Fernando in area. Eccola la nostra occasione. Ci siamo guardati convinti che da lì a breve l’arbitro fischiasse il calcio di rigore. E invece no. Perché durante tutta la partita Anthony Taylor ha deciso di svegliarci. Ci scuote più volte sino all’errore di Ibanez e al gol di Montiel. E lì abbiamo aperto gli occhi. Un direttore di gara si è sostituito al dio del calcio e ha deciso di spezzare i nostri sogni.

E noi, come bambini che vengono svegliati improvvisamente mentre viaggiano con l’immaginazione, iniziamo a piangere. Perché non è giusto. E tu mister sei stato l’unico a rappresentarci, a difenderci a far capire al mondo intero che Taylor è stata ”una fottuta disgrazia”. Grazie José, ti sei immedesimato in noi e, consapevole della nostra fragilità, hai messo il tuo scudo a proteggerci. Purtroppo però siamo stati svegliati da quel sogno straordinario ed è stato praticamente impossibile recuperare quel filo. Da bambini, ma anche da adulti, ci abbiamo provato tante volte ma, richiusi gli occhi, c’è solo tanto buio. Il sogno non prosegue. E purtroppo è stato così anche in questa occasione. Ma nonostante tutto ti ringrazierò per sempre. ”Gli occhi inebriati di giallorosso, l’anima pervasa dal romanismo. José Mourinho romanista a vita!”.

Stamane abbiamo chiuso nuovamente gli occhi. Si ricomincia a sognare. Daniele De Rossi sostiene la sua prima conferenza stampa da tecnico della Roma. È arrivato quel momento che aspettavamo dal 26 maggio 2019: DDR è tornato da noi e non avrà più il rimpianto di aver donato una sola carriera alla Roma. Adesso, infatti, ne ha messa a disposizione un’altra per i romanisti. A Daniele non serve consegnare il nostro cuore perché lui è uno di noi e proviamo le stesse emozioni. Sa di cosa abbiamo bisogno. Ora, però, dato il momento difficile, siamo noi che dobbiamo mettere lo scudo, quello che ci mise Mourinho dopo Budapest, e proteggere De Rossi. Daniele, infatti, è in una posizione fragile. Difendiamolo e sogniamo insieme a lui senza precluderci nulla.

Forza Roma.

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