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Interviste

Totti: “Roma da quarto posto, spero che Mou resti”

Francesco Totti, ospite della prima puntata della BOBO TV su Radio Serie A (RDS), ha parlato così del momento della Roma:

Vincendo con la Lazio andavi quarto. Gli attaccanti della Roma non hanno tirato in porta, solo Karsdorp nei primi 5 minuti. La Roma è attrezzata per giocare meglio ed è strutturata per arrivare nelle prime quattro, dopo tantissimi anni è il momento di tornare in Champions – le parole dell’ex capitano giallorosso – Gennaio? Acquisti mirati e importanti, giocatori da grandi club, se si amalgamassero tutti si potrebbe arrivare tra le prime 4. Qualcosa in corsa bisogna cambiare, ma da quello che so io si farà fatica a comprare a gennaio. Devi conoscere la squadra, ci vuole tempo ed è finito l’anno”.

L’ex 10 poi ha parlato anche di Mourinho: “Uno dei più grandi al mondo, statisticamente insieme ad Ancelotti è quello che ha vinto più titoli, chapeau. In due anni ha fatto due finali vincendo la Conference, ma nella storia della Roma in Europa non avevi mai fatto due finali consecutive, in 25 anni che ci sono stato io mai. Solo per questo Mourinho va elogiato, si sa Roma che ambiente è, io da tifoso lo ringrazierò a vita. Poi se quest’anno si arriva in Champions… secondo me i grandi allenatori devono stare in grandi squadre e Mourinho deve stare nella Roma. Se rimane sono contento, se va via spero ne venga un altro all’altezza”.

“All’inizio è un po’ così, poi quando scendono dalla Champions diventa un’altra competizione – ha aggiunto parlando dell’Europa League -. Il campo è sempre diverso da quello che sembra prima della partita. Mi prenderanno per matto ma preferisco fare 10 finali e perderle tutte piuttosto che non farle mai, le emozioni le può capire solo chi ha giocato a calcio. Intanto arrivaci, poi se la perdo tanto di cappello”.

“Mourinho sono due anni che fa fare quasi 70 mila persone, anche in amichevole. Quando c’è lui è sold out, ci sarà un motivo no? Dybala è il fulcro della squadra, quello che fa la giocata. Insieme alla forza di Lukaku esce fuori un binomio top che tutti vorrebbero in Serie A – ha continuato – Dybala-Lukaku per me è la coppia perfetta e speriamo ce lo facciano vedere prima possibile. Per Dybala dipende dai problemi fisici, Lukaku invece la butta dentro”.

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Spalletti e Totti al telefono: “Presto ci vedremo”. Ecco il siparietto

Rosario Fiorello, nella prima punta di VivaRai2 è riuscito a mettere in contatto, in diretta al telefono, Luciano Spalletti e Francesco Totti. Dopo le parole al miele della scorsa settimana che i due si sono scambiati a mezzo stampa, ecco il contenuto della breve conversazione di questa mattina:

Fiorello: “Pronto Luciano? Qui con noi abbiamo Francesco Totti, ce l’hai presente?”
Spalletti: “Totti ce l’ho presentissimo, era un falso nueve e anche un 10”.
Totti: “Ciao mister, come stai?”
Spalletti: “Sto abbastanza bene, ora che ti sento anche meglio”.
Totti: “Ora verrà a Roma e penso ci rivedremo”.
Spalletti: “Sarebbe bello se venisse insieme a me a trovare questi amici in comune al Bambin Gesù. Mi sembrerebbe brutto andare solo io e lui soltanto, meglio donare quel momento lì a tanti bambini, con le emozioni che abbiamo condiviso con la Roma”.

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Rassegna stampa

Totti e Spalletti: “Ricominciamo”. Futuro in Nazionale per Francesco?

Dopo un libro, una serie tv, mille botta e risposta, una mezza tregua, siamo arrivati alla fine del percorso: pace. Francesco Totti abbraccia – per ora solo idealmente – Luciano Spalletti, che ricambia – altrettanto idealmente -, con invito a un incontro.

I due oggi preferiscono ricordare più i vecchi tempi belli, che gli ultimi piuttosto burrascosi, pieni di veleni e rancori. Francesco, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha detto del suo ex allenatore: “Se lo incontrassi lo saluterei con affetto, c’è un profondo legame tra noi, vorrei riabbracciarlo».

Lucio ha letto, gradito e risposto. “C’è stato un periodo in cui non sono stato capace di fargli capire che io non ho mai smesso di abbracciarlo, che l’avrei sempre voluto con me. Prima della prossima partita all’Olimpico andrò a trovare alcuni amici che abbiamo in comune al Bambino Gesù, potrebbe essere una bella occasione per fargli visita insieme”.

Come scrive il Messaggero, sono passati quasi sette anni dalla lite del 2016 e poi ce ne sono state altre, pesanti. Ora è il momento di ritrovarsi, di chiarirsi. Soprattutto, di dimenticare gli errori, commessi da entrambi. Il 13 la Nazionale si ritroverà a Coverciano per preparare le partite con Macedonia e Ucraina, la prima si giocherà a Roma e Spalletti ha ufficialmente invitato Totti a raggiungerlo al Bambino Gesù, dove è in programma, il 16, una visita nel reparto oncologico. Francesco ci sarà.

E non è escluso, che possa essere invitato anche a fare un giro a Coverciano, proprio prima della sfida con la Macedonia all’Olimpico e la partenza per Leverkusen, in attesa che magari torni, con un ruolo nel settore tecnico o come ambasciatore, all’interno della Figc. Con Gravina se n’è già parlato.

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Interviste

Totti: “Vorrei tornare alla Roma con Mourinho. Spalletti? Grande legame tra noi”

Francesco Totti ha parlato ai microfoni de il Corriere della Sera. Una lunga intervista nel corso della quale ha riparlato del passato in giallorosso ma anche del suo futuro.

Ecco un estratto delle sue parole che vanno a lambire anche personaggi importanti come Mourinho e Spalletti:

Oggi vedi un numero dieci nel calcio mondiale?

«No, non esiste più. Si è estinto, quel ruolo. E infatti non trovo una squadra che mi entusiasmi. Ma ti ricordi il Real Madrid, il Barcellona, il Liverpool, l’Inter del triplete…».

Quali sono le doti che deve avere?

«Tecnica, ovviamente. Ma soprattutto la velocità di testa. Se tu capisci le cose prima degli altri, se vedi i movimenti dei compagni di squadra, se tocchi la palla una volta meno del necessario, tu hai già fatto il tuo, da numero dieci. Direi che questa è la caratteristica: vedere prima e fare prima. Io ero fortunato perché avevo Perrotta, Delvecchio, Di Francesco che sapevano e capivano come giocavo io e, a loro volta, sapevano dove avrei messo la palla. Lo sapevano prima, anche loro. Se uno ha talento, cioè anticipa il normale, tutta la squadra gira più veloce».

Chi era il più forte che hai incontrato?

«Per me, sentimentalmente, era Giannini. Mi piaceva perché era il capitano della Roma, era il mio type=’text/javascript’ idolo, giocava davanti alla difesa e sapeva guidare tutta la squadra. Volevo diventare come lui, da bambino. Tra quelli con cui ho giocato direi Zidane. Era completo, aveva tutto. Tutti forti, ma ognuno diverso. Prendi me e Del Piero. Uguali e opposti. Lui più veloce nel dribbling, calciava a giro. Io mettevo le palle di prima, senza pensarci, d’istinto. Ognuno aveva la sua dote che lo ha reso, anche nella memoria dei tifosi, unico. Unico perché irripetibile»

Con quali allenatori ti sei trovato meglio?

«Per primo Mazzone, che ricordo con grande affetto. Poi Zeman e il primo Spalletti. Lo devo dire. È la verità».

Spalletti. Ha dimostrato, di nuovo, di essere un grande allenatore. Vuoi dire qualcosa che chiuda la polemica tra voi?

«Se lo incontrassi lo saluterei con affetto, mi farebbe piacere. Credo che tra noi ci sia un profondo legame. Anche perché quello che abbiamo passato insieme, quando arrivò da Udine, è per me, nella mia vita, qualcosa di irripetibile. Sia in campo che nel quotidiano. Io uscivo una o due volte a settimana con lui a cena. Luciano era una persona piacevole, divertente, sincera. Nella fase finale il nostro rapporto è stato condizionato dall’esterno, specie dai dirigenti o consulenti della società, e non ci siamo più capiti. Anche io ho fatto degli errori, ci mancherebbe. Credo che tutti e due, se tornassimo indietro, non entreremmo più in conflitto»

Del calcio cosa ti manca?

«Tutto. Il ritiro, lo spogliatoio, la maglietta, la sala massaggi. Cavolate? No, erano la mia vita. Mi manca il bar e il caffè con i compagni di squadra, il viaggio in pullman da Trigoria allo stadio. Mi manca la routine che ha fatto la mia vita per decenni. Quando è finita le giornate si sono svuotate. Dopo mi sono sentito solo. Ma ci sta. Finiva una cosa che mi piaceva, che era la mia vita. Io però non pensavo che mi facesse così male smettere quella vita programmata, quella passione che nella mia mente avrei potuto continuare a vivere. Non ho accettato il distacco dal calcio».

E il modo in cui la Roma ti ha trattato?

«Io ho passato trent’anni nella Roma. Ho portato rispetto a tutti, rinunciato ad altri ingaggi senza farlo pesare. Ho detto no al Real e altri perché volevo quella maglia, solo quella maglia giallorossa che è stampata dentro di me. Il modo in cui è finita la mia storia con La Roma, sì, mi è dispiaciuto. La verità è che quando nel calcio non servi più non c’è più rispetto. Se Maldini, Del Piero, Baggio, io siamo fuori dal calcio significherà qualcosa, no?»

Mourinho ha detto che ti avrebbe voluto nella Roma. Ti piacerebbe?

«Certo che, con un ruolo definito, mi piacerebbe, per le ragioni che ho detto prima. E mi piacerebbe con Mourinho, è il numero uno, lo stimo molto. Mi dispiace non essere stato allenato da lui, nella mia carriera. Ma non voglio tornarci su. Non voglio chiedere. Alla Roma sanno che se hanno bisogno di me, per cose serie, mi fa piacere dare una mano. Altrimenti, amici come prima»

Cosa è stata per te la maglietta giallorossa?

«Tutto. Passione, amore, paura, divertimento, emozione. Era il mio sogno da bambino. La mia vita è stata fortunata. Devo solo onorarla e ringraziarla. Ci ho messo del mio. Ma non sempre basta».

Se tu incontrassi te stesso bambino, c’è un errore che gli diresti di non fare?

«No, gli errori servono. Ti fanno crescere, ti aiutano a non farli più. Io mi rimprovero lo sputo a Poulsen che, nonostante le immagini televisive, per me non è successo. Non posso immaginare di avere sputato a una persona, è la cosa più assurda e più lontana dal mio modo di intendere il calcio e la vita».

Ti ricordi una gigantesca litigata nello spogliatoio?

«Una volta un litigio tra Panucci e Spalletti. Due tipi che prendono fuoco facilmente. Cominciano a discutere nel campo, poi appena finita la partita tutti a correre per evitare che si menino. Si sono affrontati nello spogliatoio e per separarli si è messo in mezzo Bruno Conti, che è piccolo piccolo. A Bruno, nel trambusto, è andata di traverso una crostatina che stava mangiando. Manca poco muore».

Cosa speri per il tuo futuro?

«Il mio sogno è di realizzare un altro sogno. Prima ne avevo uno, e sono riuscito a trasformarlo in realtà. Vorrei averne un altro, lo sto cercando. Ora vorrei solo vivere la vita con più serenità e tranquillità, dopo tutti i problemi che ci sono stati».

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Interviste

Candela: “Una follia che Totti non stia nella Roma”

E’ una follia che Francesco non faccia parte della Roma. Le sue maglie sono ancora oggi le più vendute, è uno conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. E’ la storia di questo club, forse è uno scomodo, magari fa ombra a qualcuno, non saprei. Uno come lui ci deve stare, magari insieme”. Così Vincent Candela in una lunga intervista a Il Messaggero.

Lo storico terzino sinistro della Roma ha parlato della Roma, del suo amico Totti e ha raccontando diversi aneddoti. Queste le sue parole: “Mi sarebbe piaciuto avere un ruolo a Trigoria, tra calciatori e dirigenza, occuparmi delle dinamiche del gruppo. Ho sempre chiesto, fin dai tempi di Baldini, poi ne ho parlato con Montella, con Di Francesco, sarei andato anche gratis. Forse non sono in grado, forse mi sono posto male. Un po’ mi è dispiaciuto“.

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Corona, nuove accuse: “Zalewski scommette da anni, non mi querelerà”.

Ospite a Rai3 nella trasmissione Avanti Popolo, Fabrizio Corona ha parlato così del caso scommesse:

Il caso scommesse?
“Le società sapevano tutto, così come i procuratori di Fagioli e Zaniolo sapevano. E nessuno ha detto niente. L’agente di Zaniolo ha dato i soldi a lui per recuperare i debiti. Un vero uomo monetizza sul suo assistito o calciatore, non aspetta che va via in un’altra squadra per fare la morale. Gli strappa il contratto e gli dice di farsi curare. Ora il calcio è solo questione di soldi, il calcio vero non esiste più. Sono coinvolti il 30%-40% dei giocatori. Se l’inchiesta si può allargare? Dipende dalla voglia di indagare della Procura di Torino. Finisce la Serie A? Finisce la Nazionale?”.

La fonte?
“Questa persona aveva le prove oggettive di quello che diceva. Esiste una chiavetta, chiamiamola ‘Prova A’, che gli inquirenti non hanno”.

Zaniolo?
“Non ce l’ho con Zaniolo. Tonali e Fagioli si autodenunciano, lui no. Ma perché? Credono di essere al di sopra della legge, non immaginano che ci siano prove: ma se tu dai i soldi a un altro che scommette per te, con i tuoi soldi, non sei esente”.

Poi viene mandato in onda un video in cui la presunta fonte spiega il coinvolgimento di Zaniolo nella vicenda.
“Mio nipote giocava nell’Inter, poi ha smesso. Ha vissuto anche l’anno della Champions senza mai giocare. Zaniolo era nelle giovanili dell’Inter, poi è passato alla Roma e lui gli fa da procuratore. Hanno iniziato a giocare e gli mandava i soldi con la carta di credito. Su cosa scommettevano? Decideva Nicolò. Mio nipote ha fatto il banco clandestino a Roma. Mio nipote scommetteva per Zaniolo, con i suoi soldi, scommetteva su partite di calcio italiane. A un certo punto era sotto di oltre 200 mila euro, gli ho detto: ‘Vai a dirlo a Nicolò’. La mamma di Zaniolo si è messa di mezzo e gli ha detto di lasciare stare Nicolò. Mio nipote è poi stato picchiato, chi è stato non lo so ma ci sono due denunce in questura del padre. Ho ascoltato un audio in cui parlano questi 4 giocatori di quello che hanno scommesso in quei due giorni. Poi c’è Zaniolo, mio nipote e quest’ultimo dice ‘Non rischiate'”.

Totti?
“È agli atti, roba di un anno fa. Totti scommetteva tramite un amico, ma con i suoi soldi, ma l’inchiesta è finita lì perché era Totti. È stato detto che li ha prestati a un amico in difficoltà”.

Zalewski?
“Faccio una premessa, io voglio fermarmi prima in questa vicenda e non voglio andare oltre altrimenti mi metto sempre nei guai, perché mi voglio godere la vita, la fidanzata. Questa vicenda è legata a un’altra vicenda, perché poi nella mia vita è tutto scritto… Zalewski è fidanzato da due anni con una ragazzina che io mi sono cresciuto da quando aveva uno o due anni. La mamma di questa ragazza è una delle mie più care amiche, molto famosa a Roma, amica di una persona che mi ha fatto il più grande male della mia vita, con cui ero in buoni rapporti. Io conosco persone di questo giro che sono legate a un altro giro, ovvero il nucleo centrale. Zalewski gioca da anni. La querela non mi arriverà mai, scommetto tutto quello che volete. Ho le prove che lui gioca, scommette sempre, sempre, sempre. Lui è fotografato perennemente con questo gruppo di persone di cui non voglio fare il nome, perché non voglio entrare in quest’altra fase. Lui è il migliore amico di El Shaarawy, amicissimo di Zaniolo, amicissimo di tutto quel gruppo lì e scommette sempre. E non è una mia ricostruzione”.

Le informazioni dell’informatore su Zalewski?
“È successa una cosa. Mi telefona questo signore, di cui ho pubblicato l’audio. Mi dice ‘Ti do un altro nome, Zalewski’, ma io lo sapevo. In un audio che ho messo su Telegram e che io ho censurato mi dice delle cose che si collegano all’inchiesta che ho fatto e che quadrano nei nomi e nelle cose che io ho censurato, perché non ci voglio entrare. Quando ho pubblicato l’audio, l’informatore mi ha chiamato e mi ha pregato più volte, ma io sono andato per la mia strada. Poi lui ha chiamato tutte le redazioni, anche Cruciani, e ha trovato questo che fa un podcast che lo ha intervistato, senza sapere chi fosse o senza conoscere l’inchiesta. Ha negato tutto, ma ci sono le prove oggettive”.

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Ligabue e l’amore per Totti: “E’ una bandiera”

Nel nuovo album di Ligabue è presente un riferimento a Francesco Totti e alla città di Roma. Un messaggio di stima e ammirazione che il noto cantautore ha voluto sottolineare, seppur di fede interista, anche in un’intervista ai microfoni de la Gazzetta dello Sport: Ha avvertito Totti dell’omaggio musicale? Non ancora, ma mi ha già ringraziato dicendo che se giocasse mi dedicherebbe un gol. Mi ha detto mia moglie che quando arrivò a un mio concerto ci fu il panico. Amo le bandiere e lui lo è stato. Quel brano parte da due persone che si ritrovano in una trattoria Romana e le prime cose che vedi sono le foto di Totti. E’ realistico“.

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Friedkin, ascoltate Mourinho: “Totti non è mai uscito da qui ma io faccio solo l’allenatore”

Ne è uscito da grande comunicatore quale è, buttando la palla in tribuna e lasciando l’eventuale decisione in mano alla proprietà: “Io non sono nessuno per dire a Totti di tornare alla Roma – spiega Mourinho in conferenza stampa -. Sono solo l’allenatore e ho rispetto per la gerarchia che c’è dentro la società. Parlo con Totti di banalità. Mourinho ha fatto? Mourinho ha chiesto? Falso. Totti è nella Roma, non è mai uscito da qui e mai lo farà”.

Come scrive la Repubblica, il tecnico ha poi rivelato parte della formazione che scenderà oggi in campo contro l’Empoli: “Smalling e Pellegrini out, ok Mancini. Lukaku e Dybala partiranno dal 1′. Non sarei sorpreso se Romelu giocasse 90 minuti, mentre per Paulo sarà difficile fare tutta la partita”. Più cautela per Aouar e Sanches, che partiranno dalla panchina.

“Non abbiamo quantità di altissimo livello, ma moltissima qualità – continua lo Special One -. Obiettivi? Non mi piace dire arriveremo primo o quarti, ma siamo consapevoli del potenziale e dei problemi che abbiamo. Adesso però ci servono dei punti”.

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Mou vuole Totti ma Trigoria tace sull’ex capitano

Oggi Mourinho tornerà a parlare alle 14.30 e toccherà diversi temi tra cui probabilmente anche l’argomento Francesco Totti. Giovedì l’ex capitano giallorosso ha ammesso i contatti continui con lo Special One per averlo accanto a lui come dirigente. Da Trigoria tutto tace, almeno per adesso. Non è previsto l’ingresso di nuove figure dirigenziali, nonostante lo stesso Totti abbia, oltre Mou, una grande influenza dentro le mura di Trigoria. Venticinque anni di vita per colui che ha fatto la storia della Roma non possono non pesare.

Ma la parte sportiva ha una sua declinazione ben precisa da tre anni: con Lina Souloukou Ceo, Tiago Pinto gm e Mourinho allenatore. Aggiunte in corso d’opera sembrano difficili, ma il 2024 è dietro l’angolo. E non solo perché quasi annunciato dall’ex capitano con quel “magari già ci sarò” in pieno stile Totti. Ma perché sia Mou che la direzione sportiva hanno un contratto in scadenza a giugno prossimo. E nell’anno dell’ ”all-in” giallorosso tutto ancora può succedere.

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Totti alimenta i sogni romanisti: “L’anno prossimo? Potrei esserci”

Mourinho fa il pieno dopo settimane di spia rossa accesa mentre Totti strizza l’occhio per un ritorno non più impossibile. Iniziamo da qui. Ieri lo storico capitano, presente agli Italian Padel Awards al Foro Italico, ha confermato le voci di un contatto con lo Special One: “Mou mi vuole? Penso di sì oppure avete scritto una c. Lui ha detto una cosa, aspettiamo e vediamo che succede”. Il tecnico (al quale ieri i tifosi hanno dedicato uno striscione) chiede da tempo un dirigente forte anche mediaticamente e avrebbe contattato proprio Francesco che non direbbe no al ritorno. La palla passa ai Friedkin.

Come scrive Leggo, intanto a far ritorno in campo sono ben 5 titolari per Mou: Renato Sanches, Lukaku, Dybala, Aouar e Zalewski. Tutti recuperati e pronti per la sfida all’Empoli di domenica sera all’Olimpico. Ancora in dubbio, invece, Pellegrini. L’attesa più grande ovviamente è per la coppia dei sogni con Dybala che promette: «Ho visto inizi peggiori, e ci siamo rialzati».

Totti ha parlato anche di loro: «Ci aspettiamo grandi cose, devono portare la Roma in Champions. La doppietta col Belgio di Lukaku? Conta quello che fa con la Roma. Rimpianto per Frattesi? È un buon giocatore». Intanto è pronto a prendersi il centrocampo Renato Sanches che aveva impressionato nella mezz’ora finale contro la Salernitana prima dello stop muscolare. Il portoghese ieri ha finalmente sorriso in campo ma andrà gestito bene in vista del mini tour de force che attende la Roma tra campionato ed Europa League fino alla prossima sosta.