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Taylor ‘disgrazia’ d’Europa: clamoroso errore in Leverkusen-Qarabag – VIDEO

Un errore dopo l’altro, un disastro dopo l’altro, ma nessuno lo ferma.

Continua ad imperversare sui campi di tutta Europa lo spauracchio Taylor: dagli strafalcioni nella finale di Budapest, ai costanti – a volte – clamorosi errori in Premier che gli hanno provocato forti critiche anche da allenatori del calibro di Guardiola e Klopp, fino alla serata di ieri.

Designato da Rosetti per la sfida di ritorno tra Leverkusen e Qarabag, il fischietto britannico dopo revisione al VAR espelle un calciatore degli azeri per un presunto fallo da ultimo uomo palesemente inesistente.

Rabbia sui social dei tifosi del Qarabag che hanno subissato di insulti lui e l’UEFA per la serata di Leverkusen, che ha visto i padroni di casa recuperare in extremis grazie alla doppietta di Schick.

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Interviste

Mou: “Il 2023 della Roma sarebbe stato storico senza la serata infelice di un arbitro”

A margine della sfida contro la Juventus, Josè Mourinho incalzato dai cronisti in sala stampa a fare un bilancio del 2023 giallorosso, ha risposto in maniera laconica: “In condizioni normali sarebbe stato un anno ultrastorico per la Roma, con due coppe europee vinte in due anni, la Supercoppa e la Champions da giocare. Non so se il migliore in assoluto, ma sicuramente un anno da ricordare per sempre. Diciamo che il dio del calcio non ha voluto, preferisco dire così, anche se non è certo stato il dio del calcio a condizionare la nostra annata ma una serata molto infelice di un gruppo di arbitri di top livello. La Roma ha fatto una cosa straordinaria nel 2023. E meritava di vincere quella finale europea di Budapest”.

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Taylor, nuovo disastro in Champions

Giampaolo Calvarese, ex arbitro, ha analizzato così la prestazione negativa dell’arbitro Taylor (che diresse e male la finale di Budapest) impegnato ieri nella sfida di Champions tra Porto e Barcellona. Ecco le sue parole sul Corriere dello Sport:

Matchday numero due di Champions abbastanza complesso per la squadra arbitrale di Rosetti, il tonfo più grande arriva da Taylor in Porto-Barcellona. Il fishcietto inglese, che l’anno scorso aveva diretto (male) la finale di Europa League Roma-Siviglia a Budapest, torna nei gironi e commette diversi errori: sembra aver completamente smarrito la serenità nelle decisioni.

Non ammonisce Carmo per il bruttissimo fallo su Lewandowski, mentre mostra solo un cartellino giallo a Cardoso per un intervento davvero al limite. Infine dà un rigore al Barcellona senza vedere: a) il precedente fallo di mano di Galeno; b) il tocco di Cancelo arriva fuori area. La sua espressione a dir poco contrariata quando va all’OFR la dice tutta sulla sua prestazione.”

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L’UEFA non fermerà Taylor: l’inglese invitato a Istanbul. Mou rischia 4 turni di stop

UEFA TAYLOR – Mourinho rischia di saltare più delle due giornate minime di squalifica dopo gli insulti all’arbitro Taylor. Come riferisce la Gazzetta dello Sport all’UEFA non sono contenti dell’atteggiamento della Roma in panchina, ritenendolo frutto di una strategia precisa.

Sono cominciate le indagini della disciplinare di Nyon e un dato è risultato agli occhi di tutti: 15 espulsioni dei componenti della panchina (2 per Mourinho) solo in questa stagione. Troppe secondo i vertici dell’UEFA che non considerano negativo l’arbitraggio di Taylor nella finale di Europa League.

Il Presidente Ceferin non ha nessuna intenzione di sospendere il fischietto inglese che è stato anche invitato, insieme alla sua famiglia, a Istanbul per la finalissima di Champions. Sui i rigori l’UEFA ritiene che le scelte di Taylor siano state corrette. Sul caso del fallo di mano di Fernando, come sottolineato da diversi ex arbitri, il braccio è in linea con il corpo quindi non punibile. Errata la scelta di non espellere Lamela.

Un dato è certo: l’UEFA non gradisce l’atteggiamento della panchina giallorossa, le cui esasperazioni non saranno più tollerate. Intanto Mou rischia quattro turni di stop.

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Taylor, caccia all’uomo: “Ecco il suo indirizzo e il numero di telefono”

L’indirizzo di casa, il numero di telefono e gli striscioni in città. Il tutto dopo l’aggressione subita all’ aeroporto di Budapes t. Non si placa la rabbia dei tifosi della Roma nei confronti dell’abitro inglese Anthony Taylor. Protagonista di un arbitraggio discutibile nella finale di Europa League e unico responsabile – secondo i romanisti – della sconfitta. Una direzione di gara che non è piaciuta neanche al designatore Uefa Rosetti che fermerà il fischietto britannico per lungo tempo.

Come scrive la Repubblica, Taylor non arbitrerà in Europa per un po’, men che meno la Roma . Palliativo che non restituirà la Coppa ai giallorossi. Da qui gli sfoghi social dei suoi tifosi. Da giorni circolano sulle chat di Whatsapp e Telegram il numero di telefono e l’indirizzo di casa dell’arbitro inglese. Una vendetta che non si è fatta attendere e ha costretto Taylor a cambiare numero (inattivo da venerdi). E la polizia britannica a sorvegliare la sua abitazione nei dintorni di Manchester, preoccupata per eventuali azioni dimostrative o ritorsioni. (…)

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Rassegna stampa

Danno ragione alla Roma: ora Taylor rischia uno stop

La ferita è aperta e – sportivamente – sanguina. In città non si parla d’altro che dei “torti subiti” nella finale di Europa League, eppure qualcuno già intravede lieto fine di questa triste storia. Anche se la “ferita” impiegherà un bel po’ a rimarginarsi, le polemiche del dopo Budapest stanno unendo ulteriormente l’ambiente; al punto che il cerchio in cui s’è stretta la squadra nella nottataccia ungherese, ascoltando in religioso silenzio l’arringa motivazionale di Mourinho, sta diventando una sorta di testuggine degna della miglior strategia militare romana. La Roma è sempre più compatta, dentro e fuori Trigoria.

Nel frattempo, la Uefa sta continuando la sua indagine sul post partita infuocato della Puskas Arena, analizzando (col supporto dei video circolati sul web) le dure proteste dello Special One nei confronti di Taylor. José rischia una squalifica pesante, ma anche l’arbitro può essere fermato dai suoi vertici: la direzione non è piaciuta al designatore Rosetti e il fischietto internazionale potrebbe restare lontano a lungo da serate così prestigiose. E mentre il Papu Gomez, a Sportitalia, ha detto che “l’arbitro è stato bravo” e che “forse erano i giocatori della Roma a chiedere un po’ troppo”, la rabbia dei fan giallorossi è finita anche sui muri della città: “Taylor, Roma non perdona”. La tensione, purtroppo, è ancora a livelli alti di guardia, al punto che degli agenti britannici starebbero sorvegliando l’abitazione dell’arbitro (il suo indirizzo è circolato su diversi gruppi), preoccupati da azioni dimostrative o ritorsioni.

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I tifosi incontrano l’arbitro Taylor e lo insultano – VIDEO

Attimi di tensione e di paura ieri all’aeroporto di Budapest per Anthony Taylor, l’arbitro inglese della finale di mercoledì sera, intercettato e pesantemente insultato dai tifosi giallorossi prima dell’imbarco. “Vergognati”, “maledetto”, “testa di c…o”, alcuni dei tanti epiteti rivoltigli dalla gente ancora inferocita per l’esito del match contro il Siviglia e per la serata non troppo felice dell’arbitro.

Come scrive la Gazzetta dello Sport, Taylor era seduto tranquillamente al tavolino di un bar con la famiglia, quando i tifosi romanisti lo hanno riconosciuto e hanno iniziato a riversargli addosso la rabbia per le sue (contestatissime) decisioni. Taylor, subito scortato dalla polizia, si è dovuto così rifugiare negli uffici aeroportuali, con la figlia (in lacrime) visibilmente scossa e un principio di rissa tra un uomo che lo accompagnava e un tifoso della Roma (colpito con un pugno). Alla fine mentre l’arbitro si riparava in una zona tranquilla sono volate anche sedie e acqua.

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Mou indeciso

Quella di ieri sera sarebbe potuta essere la sua sesta coppa europea su sei finali disputate. José Mourinho ci è arrivato a un soffio: “Sono orgoglioso e tristissimo. Devo lottare per questi ragazzi e potrei rimanere qui. Siamo stanchi e orgogliosi, l’arbitro sembrava spagnolo”, dirà il tecnico nel postpartita. Ieri non si è mai seduto, ha litigato spesso anche con i componenti della sua panchina, ha parlato con il IV Uomo e alla fine ha perso la pazienza anche lui quando l’arbitro aveva assegnato un rigore (poi tolto) per un fallo inesistente di Ibanez e non ha fischiato il penalty in favore dei giallorossi dopo il tocco di mano di Fernando.

Come scrive la Gazzetta dello Sport, a fine partita si è chiuso in se stesso, pensando anche al suo futuro dopo due anni in giallorosso. Domenica contro lo Spezia non ci sarà e dopo quel match dovrà decidere cosa fare. Del futuro di Mourinho aveva parlato Pinto prima della partita: “C’è ancora molto da fare per questo club. Sappiamo che il calcio a volte presenta delle sorprese e che non si può mai garantire al 100% quello che succederà in futuro. Ma da parte mia l’intenzione è di proseguire a lavorare insieme a lui”. L’impressione è che sia difficile che succeda perché anche il gm ha il contratto in scadenza nel 2024. I tifosi sperano di vedere lo Special One ancora in panchina in vista della prossima stagione. Se succederà, lo sapremo nei prossimi giorni.

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Una 24 ore di tifo e cori poi la mezzanotte più buia e quei maledetti rigori

Ammainate le bandiere, rinfrescate le gole seccate dai cori, rifate gli zaini, ripescate le auto nei parcheggi dove le avete posteggiate e lasciate che i taxi scaldino i motori. Poi sarà di nuovo casa, di nuovo Roma. Ma con un carico di tristezza in più. La data è destinata a rimanere scolpita nella coscienza condivisa di un intero popolo: 31 maggio. O forse primo giugno. Giornate della nuova maledizione giallorossa, piovuta ai rigori pochi secondi dopo la mezzanotte. Un appuntamento segnato da un esodo e un controesodo di dimensioni ciclopiche. Migliaia di auto, van da 7 o 8 persone. Treni, notti in cuccetta.

Come scrive la Repubblica, aerei di linea in ritardo mostruoso sul tabellino di marcia e charter che hanno risucchiato i migliori slot aeroportuali sul mercato e i risparmi di un’intera curva. […] I coraggiosi sono quelli che si sono affidati al fato. O meglio, alla solidarietà giallorossa: senza avere esattamente in mente come tornare a casa, si sono accordati per lunghissimi passaggi a casa con chi hanno conosciuto sul posto. Magari con un tifoso appena conosciuto nella fan zone di piazza degli Eroi, lì dove a sorpresa nel pomeriggio si è fatta vedere anche la nuova direttrice generale della Roma, Lina Souloukou, per qualche selfie.

Poi la processione verso lo stadio. Colorata dai fumogeni e dagli striscioni (“Semo tutti er padre de Marta”) si è conclusa in un imbuto giallorosso a ridosso dello stadio. Un momento per chiudere gli ultimi patti per il ritorno in patria, poi tutti dentro. In una curva che ieri recitava così: “Figli della Lupa”. Figli, ieri sera, della cattiva luna di José Mário dos Santos Mourinho Félix.

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Il piatto non piange. Una coppa, la finale, gli investimenti. La gestione Friedkin resta un successo

La vita, a volte, può assomigliare anche ad una favola, anche se per il lieto fine spesso capiti che svanisca sul più bello, come è successo ieri col Siviglia. Ma la storia non si dimentica. Così è bene ricordare come nel 2019 Dan Friedkin, magnate nato in California ma con ormai fiere radici a Houston, in Texas, abbia deciso acquistare la Roma, forte di un patrimonio personale pari a 5,5 miliardi di dollari, che lo rendono il 14° uomo più ricco degli Stati Uniti e il 466° più facoltoso nel mondo.

Da quel giorno d’estate, però, neppure il più ottimista fra i tifosi avrebbe pensato che la nuova Roma, dopo meno di tre anni di gestione, giocasse due finali europee. La Conference è stata vinta, l’Europa League invece no. Con tutti gli effetti collaterali che, a livello economico, tutto ciò porterà. La nuova proprietà della Roma, infatti, ha inaugurato un nuovo modo di portare avanti quello che è – e resta – un business.

Eppure, come scrive la Gazzetta dello Sport, se consideriamo anche i 199 milioni spesi per l’acquisto del club, i Friedkin hanno investito circa 750 milioni (grazie a diverse ricapitalizzazioni) per la Roma che – a differenza dei loro veri business (automobili, cinema, hotel di lusso, che fatturano circa 10,5 miliardi di dollari e impiegano circa 6000 dipendenti) – produce più disavanzi che utili. Ciò nonostante sul mercato in due stagioni sono stati spesi circa 92 milioni (più bonus) – come potete leggere nelle pagine specifiche – con il fiore all’occhiello rappresentato da Abraham, insieme a Schick il giocatore più costoso della storia del club (40 milioni).

Proprio per questo la mancata qualificazione in Champions costringerà la proprietà a nuovi sacrifici, anche perché solo l’ultima giornata di campionato stabilirà quale sarà la Coppa europea che la Roma dovrà disputare. I Friedkin hanno dimostrato che si può venire anche da lontano per diventare sia romanisti che vincitori. E se poi lo si fa coltivando l’arte del silenzio, in questi tempi di frastuono eccessivo, alla fine può diventare una lezione di vita. E pazienza se non tutte le favole hanno un lieto fine.