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Stadio della Roma a Pietralata: l’analisi dello studio di fattibilità nello Speciale di Retesport (VIDEO)

SPECIALE RETESPORT (a cura di Francesco Oddo Casano) – Obiettivo centenario del club, cioè la stagione 2027. E’ questo il riferimento temporale – nelle intenzioni del club giallorosso – per l’inaugurazione del nuovo stadio a Pietralata. Un’opera che i Friedkin vorrebbero regalare alla Roma e alla città, visto che non si tratterà solamente di un impianto isolato.

I numeri dell’impianto

Dall’analisi dello studio di fattibilità consegnato dal CEO Berardi una settimana fa in Comune si evincono infatti alcuni elementi interessanti sull’idea preliminare della Roma: l’area interessata sarà pari a 160 mila mq, con la richiesta di concessione del sito per 90 anni, stesso periodo del piano economico-finanziario predisposto dai Friedkin.

La proprietà avrà un fabbisogno finanziario complessivo pari a 582,1 milioni, di cui 537,2 (Iva compresa) andranno per l’impianto propriamente detto. A parte, altri 87,6 milioni saranno investiti su oneri aggiuntivi(sicurezza, urbanizzazione, costruzione e consulenze). Il 70% dell’investimento sarà coperto da prestiti bancari, il resto in equity.

Ascolta lo speciale con l’intervento di Fernando Magliaro (de il Messaggero)

Lo stadio avrà una capienza complessiva di 55.000 posti, estendibili a 62.000 per specifici eventi (come ad esempio una finale di Champions League) Di questi, 5.500 andranno ai tifosi vip ai vari livelli. Ci sarà una ripoposizione della Curva Sud in scala di 1 a 1 per favorire gli abbonati storici mentre saranno 3.062 i posti riservati ai tifosi ospiti.

Come ritorni economici, si stima un impatto di 4 miliardi in dieci anni per Roma, il Lazio e l’Italia, di cui 1,7 miliardi per le imprese, con la creazione di 2500 nuovi posti di lavoro. Per la Roma, invece, si punta a un aumento di ricavi dal terzo anno in poi, partendo da 51,7 milioni per arrivare a 69,8 milioni il decimo anno, la maggior parte dei quali provenienti da ticketing (13-18), sponsorizzazioni (10-13,8) e vendita dei “diritti sul nome” (10,1-13,7).