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Mou detta le condizioni: vuole giocatori e un uomo forte al suo fianco

Nella vita ci sono i matrimoni d’amore e quelli d’interesse. Se però si è degli Special One, qualche volta si riesce anche a combinare i due aspetti in maniera vincente. È quello che sta tentando di fare José Mourinho, dopo che la finale di Europa League persa col Siviglia lo ha condannato a una stagione da “zero tituli”. (…) Le parole pronunciate sul prato e nel ventre dello stadio di Budapest e la notte insonne e furiosa trascorsa coi suoi fedelissimi racchiudono, infatti, tutte le possibili sfumature del suo pensiero, comprese le tentazioni sotto traccia del Psg (in cui il d.s. Campos lavora per portarlo) e dal Real Madrid (in cui comanda il presidente Florentino Perez, al quale è legato). Ecco, dal momento che i canti delle sirene non possono essere esplicitati perché ancora troppo timidi, è per questo che l’opzione Roma resta la più forte, anche alla luce di un contratto da 8 milioni di euro fino al 2024. (…) “La squadra merita di più e io merito di più”.

Come scrive la Gazzetta, che cosa vuole Mourinho? Una rosa più strutturata con 22-24 giocatori di pari valore e, come ha specificato, qualcuno che combatta alcune battaglie – prima fra tutte quelle arbitrali – senza farlo esporre. Ma le proteste arbitrali sono quanto di più lontano c’è dallo spirito dello sport Usa, così come è un mantra il fatto che i bilanci debbano essere sani. E per ora la Roma ancora non sa se giocherà l’Europa League o la Conference. Poi c’è anche l’aspetto dei tempi. È da gennaio che il portoghese chiede un incontro con i Friedkin, ma finora la richiesta non è stata esaudita. Logico che, se si dovesse arrivare a una separazione, non si può perdere tempo perché il club avrebbe bisogno di scegliere un sostituto, ma la palla adesso è nel campo dei Friedkin che ritengono che un contratto in essere abbia valore.

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Mourinho-Ryan Friedkin, rapida stretta di mano dopo la finale. Dan via dallo stadio al termine del match

Prima il discorso alla squadra in campo (“Resto qui per voi”), poi le lacrime tra un’intervista e la conferenza stampa, fino alla maglietta regalata a un bambino e al ritorno in aereo a Roma. È stato questo il post partita di José Mourinho, alla prima finale di una grande competizione europea persa nella sua storia da allenatore.

Come riporta ilcorrieredellosport.it, lo Special One ha cercato innanzitutto di tirare su il morale dei calciatori, ribadendo loro: “Siamo noi, siamo solo noi”.

Al termine del match, il portoghese ha anche incontrato il vice presidente della Roma, Ryan Friedkin, con cui ha scambiato una rapida stretta di mano, mentre il presidente Dan è andato via come è solito fare.

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Helsinki-Roma 1-2, i voti dei giornali: torna l’asse Pellegrini-Abraham

La Roma vince ad Helsinki grazie alle reti di Abraham ed El Shaarawy. Finalmente gli attaccanti dunque, dopo un lungo digiuno complessivo nelle ultime partite. Ecco le valutazioni dei giornali sulla prestazione giallorossa:

LA GAZZETTA DELLO SPORT (A. PUGLIESE)

Rui Patricio 6,5; Mancini 5,5, Smalling 6,5, Vina 6; Zalewski 6, Camara 6, Cristante 6,5, El Shaarawy 6,5; Volpato 5,5, Pellegrini 6,5; Abraham 7. Subentrati: Faticanti SV, Shomurodov SV, Bove SV, Kumbulla SV, Spinazzola SV. Allenatore: Mourinho 6,5.

IL MESSAGGERO (A.ANGELONI)

Rui Patricio 6; Mancini 5, Smalling 6,5, Vina 6; Zalewski 6, Camara 6, Cristante 6,5, El Shaarawy 6,5; Volpato 6, Pellegrini 6,5; Abraham 7. Subentrati: Faticanti 6, Shomurodov 6, Bove 6, Kumbulla SV, Spinazzola SV. Allenatore: Mourinho 6,5.

IL TEMPO (F.BIAFORA)

Rui Patricio 5,5; Mancini 5,5, Smalling 6, Vina 6; Zalewski 5,5, Camara 5,5, Cristante 6,5, El Shaarawy 6; Volpato 6, Pellegrini 6,5; Abraham 7. Subentrati: Faticanti 6, Shomurodov 5,5, Bove 6, Kumbulla SV, Spinazzola SV. Allenatore: Mourinho 6.

CORRIERE DELLO SPORT (R.MAIDA)

Rui Patricio 6; Mancini 5, Smalling 6, Vina 6; Zalewski 6, Camara 6, Cristante 6,5, El Shaarawy 6,5; Volpato 5,5, Pellegrini 7; Abraham 7. Subentrati: Faticanti SV, Shomurodov SV, Bove SV, Kumbulla SV, Spinazzola SV. Allenatore: Mourinho 6.

CORRIERE DELLA SERA (G.PIACENTINI)

Rui Patricio 6; Mancini 5, Smalling 6, Vina 6; Zalewski 6, Camara 6, Cristante 6,5, El Shaarawy 6,5; Volpato 6, Pellegrini 6,5; Abraham 7. Subentrati: Faticanti SV, Shomurodov SV, Bove SV, Kumbulla SV, Spinazzola SV. Allenatore: Mourinho 6.

LA REPUBBLICA

Rui Patricio 6; Mancini 5, Smalling 6, Vina 6; Zalewski 6, Camara 6, Cristante 6, El Shaarawy 6,5; Volpato 5,5, Pellegrini 7; Abraham 6,5. Subentrati: Faticanti SV, Shomurodov SV, Bove SV, Kumbulla SV, Spinazzola SV. Allenatore: Mourinho 6.

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Rassegna stampa

La Roma ritrova Abraham. Helsinki al tappeto, ora si deve battere il Ludogorets

La Roma vincendo 1-2 si guadagna la finale virtuale contro il Ludogorets in cui bisognerà vincere per andare avanti in Europa League. […] Il tanto temuto terreno sintetico stavolta non frena le idee di Mourinho.

Come scrive la Gazzetta dello Sport, la rete di Abraham arriva soltanto alla fine della prima frazione. Nella ripresa la Roma parte forte per chiudere i giochi, ma dopo pochi istanti arriva il pareggio. Il gol è uno shock anche se poco dopo arriva il nuovo vantaggio con El Shaarawy. Si tratterebbe di gestire, ma la Roma si abbassa e si salva grazie all’intervento del VAR.

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Ansia Dybala ma gli esami potrebbero slittare a domani

Il versamento c’è e si tratta solo di aspettare per capire l’entità della lesione. Paulo Dybala aspetta il responso dei nuovi esami strumentali alla coscia sinistra. A causa del versamento al retto femorale della coscia che ha subito la lesione, come fa sapere gazzetta.it, l’ecografia effettuata ieri a Trigoria dall’argentino non ha consentito di vedere praticamente nulla. La nuova risonanza potrebbe quindi anche slittare a domani.

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Roma a caccia del riscatto. Mou: “Siamo più bravi, sarà semifinale”

Sarà la sua notte. Una di quelle in cui si è tuffato tante volte, ma che vuole continuare a vivere per arrivare ancora una volta fino in fondo, scrive La Gazzetta dello Sport. José Mourinho è convinto che l’epilogo sarà dolce e ieri non ha fatto nulla per nasconderlo: “Giocheremo una partita di calcio: che vinca il più bravo, dove sono convinto che i più bravi siamo noi” ha detto in conferenza. Non conta che quest’anno la Roma abbia già incontrato tre volte il Bodo, tirandone fuori solo un pareggio e due sconfitte, conte piuttosto che questa può essere la partita chiave delle quattro. E la Roma, stavolta, non vuole proprio sbagliarla. Mourinho sa che vincere o perdere non cambierebbe la sua storia e il suo blasone internazionale, ma un successo vorrebbe dire inseguire quel poker di coppe a cui tiene da matti. Mou vuole infatti essere il primo allenatore della storia ad aver vinto tutte le coppe europee. “Vogliamo andare in semifinale, siamo preparati ed ho grande fiducia nei miei giocatori” ha detto il tecnico. E a proposito dell’aggressione subita da Nuno Santos all’andata ha commentato: “Io non penso, la Uefa pensa. Io non decido, decidono loro“. Questa sera dovrebbe affidarsi alla solita squadra, quella ormai consolidata con il 3-5-2, con Pellegrini e Mkhitaryan alle spalle di Abrahame Zaniolo ancora in panchina, pronto a subentrare. Dubbio in difesa, Mancini sembra aver recuperato dopo il grande spavento di Bodo, ma potrebbe lasciare il posto a Kumbulla.

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Zaniolo, dilemma senza fine: probabile un’altra esclusione

Zaniolo sì, Zaniolo no. È questo il dubbio che accompagnerà Mourinho fino al termine della stagione e la gara contro il Bodo Glimt non farà eccezione, scrive il Corriere della Sera. Dalla gestione del presente di Nicolò si capirà anche quello che succederà in futuro: il numero 22 non è mai uscito dal mirino della Juventus e, soprattutto ora che non è più considerato un titolare, una sua partenza non è più così improbabile. Molto dipenderà da come lo Special One riuscirà a riportarlo nel progetto. La gara con il Bodo, in un Olimpico sold out, potrebbe essere quella giusta per il suo rilancio, sia che parta dalla panchina, come è probabile visto che Mou sembra orientato aconfermare la formazione che ha vinto il derby, sia che giochi dal primo minuto. In Conference League, infatti, ha realizzato i soli due gol casalinghi in questa stagione: in campionato ha segnato a Bergamo e a Empoli, mentre in Coppa è andato a segno, in casa, nei preliminari contro il Trabzonspor e contro lo Zorya. Due gol passati quasi sotto traccia, forse perché si pensava che sarebbero stati i primi di una lunga serie, e invece sono stati gli unici nella competizione. Difficilmente Mourinho, in conferenza stampa conMkhitaryan, darà delle anticipazioni ma in ogni caso, con il rischio dei tempi supplementari dietro l’angolo, ci sarà comunque bisogno del miglior Zaniolo.

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Pellegrini: “Dobbiamo sbatterli fuori”

È l’ultimo reduce dell’indimenticabile notte contro il Barcellona. E poco importa che all’epoca il 21enne Pellegrini fosse in panchina, scrive Il Messaggero. Vivere certe emozioni ti arricchisce anche se resti a guardare. Tra l’altro soltanto per quei 90 minuti, dove tutto funzionò alla perfezione a tal punto che Di Francesco si limitò appena a due sostituzioni, tanto perfetta era la squadra quella sera. Quattro anni dopo è diverso il contesto, il ruolo, la competizione, i compagni, l’appeal dell’avversario, non l’attesa. Perché Roma-Bodo Glimt di ora in ora si sta trasformando nella partita della stagione. Sarà per quanto accaduto all’andata una settimana fa (rissa nel post-gara) o per il clamoroso tonfo di fine ottobre, senza dimenticare che la Conference League potrebbe rivelarsi una scorciatoia per regalarsi un trofeo che manca ormai dal 2008.

Quale sia il motivo, il match con i norvegesi farà registrare un altro tutto esaurito con oltre 62mila presenze all’Olimpico. E l’eccitazione in città è palpabile. Frenesia, smania e voglia di rivalsa che non può non essere avvertita anche a Trigoria.

In primis da Lorenzo. È lui il volto della Roma in questa sfida. Lui a segnare l’illusorio gol del vantaggio in Norvegia e a denunciare quanto accaduto nel post-partita tra Knutsen e Nuno Santos. Sempre lui a lasciarsi sfuggire davanti ai microfoni di Sky una frase che lascia intendere come la squadra approccerà al ritorno: “Vogliamo sbatterli fuori“.

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Perez, il riscatto dell’uomo di scorta

La Salernitana nel destino di Carles Perez: è l’unica squadra in Serie A contro cui è partito titoale e ha segnato. Vedere granata lo esalta, scrive il Messaggero, anche se Mourinho lo ha messo praticamente ai margini della rosa: “Non gioca come merita e altre volte è difficile trovare una posizione adatta a lui. Lavora sempre bene e con la bocca chiusa, con grande umiltà e professionalità” ha detto il tecnico.

In totale 799 minuti giocati che equivalgono a 22 presenze. Quelle più importanti sono state in Conference durante il girone dove è partito quasi sempre titolare, è stato lui a segnare l’unico gol nel 6-1 di Bodo e ad aprire le marcature nel 4-0 contro lo Zorya. Il gol a 9 minuti dalla fine ha dato la forza alla squadra: “Io sono qui per giocare quando lo dice Mourinho e per farlo al meglio in modo da aiutare. Abbiamo saputo reagire, era tanto che non segnavo e quando succede qui è bellissimo” ha detto lo spagnolo. Smalling, invece, ha già archiviato al vittoria e guarda alla gara di ritorno contro il Bodo: “È una vittoria che ci dà fiducia per giovedì“.

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Cuore giallorosso: la rimonta è Special. Ora la testa al Bodo

Dal Barcellona alla Salernitana, aspettando il Bodo. Storie di rimonte, di sofferenza, di gioie finali, scrive La Repubblica. Evidentemente quando la Roma scende in campo il 10 aprile non esiste copione già scritto o un esito troppo banale. A prescindere dalla portata del risultato o dell’avversario, l’Olimpico festeggia un’altra rimonta, quattro anni dopo la magica remuntada ai danni di Messi e compagni. Questa volta non c’è una semifinale di mezzo, ma una gara di campionato importante per il cammino dei giallorossi: a farne la spesa è la Salernitana di Nicola, che per 80 minuti culla il sogno di portare via tre punti ai giallorossi. Poi in quattro la Roma di Mou sistema la pratica con Carles Perez e Smalling, collezionando l’undicesimo risultato utile consecutivo. Lo Special One ha dato la sua lettura della partita: “È la vittoria della panchina, visto che eravamo stanchi. Siamo riusciti a cambiare la partita con gente fresca, dando più energia alla squadra. Abbiamo meritato anche non giocando bene, ma abbiamo voluto vincere fino alla fine”.