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Terremoto Juve: Agnelli e il cda lasciano il club. La Procura Federale potrebbe riaprire il fascicolo sportivo. Ecco cosa rischiano i bianconeri

FOCUS RS (di Francesco Oddo Casano) – Un vero e proprio terremoto che ha scosso il mondo del calcio italiano e che ha avuto un inevitabile riverbero anche sulla stampa internazionale. Ieri sera, durante Uruguay-Portogallo – gara vinta dai lusitani 2-0 – le prime indiscrezioni poi consacrate dal comunicato ufficiale emesso dalla Juventus. Al termine di un cda straordinario, Andrea Agnelli e tutti i componenti del consiglio d’amministrazione hanno rassegnato le dimissioni. Un addio che per alcuni era nell’aria già da diverse settimane, a seguito dei nuovi sviluppi dell’inchiesta della Procura di Torino e della Consob sulle presunte falsificazioni degli ultimi bilanci bianconeri.

Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli proprietaria del club, ha indicato il nome del nuovo presidente al posto di Andrea Agnelli: “In riferimento alle delibere assunte ieri dal Consiglio di Amministrazione di Juventus S.p.A e in vista all’Assemblea degli Azionisti convocata per il giorno 18 Gennaio 2023, Exor comunica l’intenzione di indicare Gianluca Ferrero alla carica di Presidente della Società”. Arrivabene traghetterà la società verso un nuovo cda che sarà nominato nelle prossime settimane.

Addio tormentato e i tifosi bianconeri esultano

Il presidente Agnelli lascia dunque dopo 4576 giorni, 19 titoli – l’era più vincente della storia bianconera – ma anche alcuni anni, gli ultimi, di enormi ombre e errori di natura sportiva. Dall’addio di Allegri, alla cacciata di Sarri (ultimo tecnico a vincere lo Scudetto) al nuovo doppio ribaltone in panchina con l’esperimento Pirlo e il ritorno del tecnico livornese. Il famigerato ‘caso Suarez‘, con il tentativo di far ottenere al fotofinish della finestra di mercato estivo del 2020 il passaporto comunitario all’attaccante uruguayano, finito poi suo malgrado nella nota inchiesta di Perugia sulle frodi documentali; la torbida vicenda della Superlega sospinta con forza da Agnelli con il rischio della totale esclusione dalle coppe europee e infine la vicenda plusvalenze (che ha coinvolto in origine anche altri club come Inter, Genoa, Napoli etc) e che la giustizia sportiva aveva depennato – forse troppo in fretta – assolvendo tutti i club e tutti i dirigenti, non avendo strumenti per giudicare le eventuali irregolarità sui cartellini gonfiati.

Le contestazioni della Procura

L’inchiesta Prisma della Procura di Torino è però andata avanti lavorando su due filoni specifici. Il pool di magistrati che da un anno guida l’indagine è composto dai sostituti procuratori Ciro Santoriello, Mario Bendoni e dal procuratore aggiunto Marco Gianolio, che nel 2006 aveva indagato la Juventus per una delle ipotesi di reato contestate: il falso in bilancio. L’intento della Procura è stato quello di ricostruire i flussi finanziari dal 2018 al 2021 con un focus specifico sulle plusvalenze e la “manovra stipendi”. Secondo gli inquirenti emerge una notevole differenza tra i risultati che sarebbero dovuti essere contabilizzati e quelli messi a bilancio al 30 giugno degli anni 2019, 2020 e 2021.

Gli inquirenti ipotizzano i reati di: false comunicazioni sociali (art. 2622 cc), ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638 cc), manipolazione del mercato (art. 185 D.Lgs 58/1998) e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art.2 D.Lgs 74/2000). Tra il 2019 e il 2021 gli azionisti della Juventus hanno riversato nelle casse bianconere 700 milioni. Una doppia ricapitalizzazione da record: nessun club italiano ha beneficiato di un apporto di “equity” così elevato al tempo della pandemia.

Sul tema stipendi fa fede il comunicato emesso dal club in piena pandemia (contestato oggi dalla Procura anche a seguito del ritrovamento della c.d. carta Ronaldo e delle dichiarazioni ascoltate da alcuni tesserati) nel quale i bianconeri annunciarono che fose stato trovato un accordo con i calciatori e lo staff tecnico della prima squadra: “L’intesa prevede la riduzione dei compensi per un importo pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Nelle prossime settimane saranno perfezionati gli accordi individuali con i tesserati, come richiesto dalle normative vigenti. Gli effetti economici e finanziari derivanti dall’intesa raggiunta sono positivi per circa euro 90 milioni sull’esercizio 2019/2020”. 

Secondo gli inquirenti da questo comunicato si evinceva che non sarebbero state pagate 4 mensilità per un totale di 90 milioni di euro, mentre in realtà i calciatori avrebbero rinunciato soltanto a una mensilità. Per questo i Pm ipotizzano a carico di Agnelli, Nedved, Paratici, dell’avvocato Gabasio e Re (ex responsabile area finanza) il reato di manipolazione del mercato per avere diffuso “notizie false ponendo in essere operazioni simulate o altri artifizi concretamente idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari”.

6.2.2021 Juventus vs Roma (Serie A) Sport; Calcio; Nella foto: Ronaldo Chiesa (Foto Gino Mancini)

Cosa rischiano i bianconeri a livello sportivo?

La Procura federale della Figc ha chiesto gli atti ai pm torinesi, sul caso plusvalenze legate alla Juventus. Gli atti sono arrivati in procura, a quanto si apprende, due giorni fa, e sono attualmente al vaglio per valutare se ci sono gli estremi per far revocare la sentenza sportiva sulle plusvalenze, per cui la Juve è stata assolta anche in appello, e nel caso per l’apertura di un nuovo fascicolo.

Per quel che concerne la questione stipendi bisogna andare a vedere cosa dice l‘articolo 31 comma 3: “La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica”. E non solo, a rischiare sono anche i calciatori  con una “squalifica di durata non inferiore a un mese”.

Poi c’è l’illecito amministrativo ovvero  l’alterazione o la falsificazione materiale o ideologica, anche parziale, dei documenti richiesti dagli organi di giustizia sportiva, dalla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche che è normata dal comma 1 sempre dell’articolo 31. “Costituisce illecito amministrativo la mancata produzione, l’alterazione o la falsificazione materiale o ideologica, anche parziale, dei documenti richiesti dagli organi di giustizia sportiva, dalla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche (COVISOC) e dagli altri organi di controllo della Federazione nonché dagli organismi competenti in relazione al rilascio delle licenze UEFA e FIGC, ovvero il fornire informazioni mendaci, reticenti o parziali. Costituiscono altresì illecito amministrativo i comportamenti comunque diretti a eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica nonché la mancata esecuzione delle decisioni degli organi federali competenti in materia. Salva l’applicazione delle più gravi sanzioni previste dalle norme in materia di licenze UEFA o da altre norme speciali, nonché delle più gravi sanzioni che possono essere irrogate per gli altri fatti previsti dal presente articolo, la società che commette i fatti di cui al presente comma è punibile con la sanzione dell’ammenda con diffida”.

 Qui gli scenari sono diversi. Se la falsificazione dei propri documenti ha consentito di ottenere l’iscrizione al campionato le sanzioni vanno dalla “penalizzazione di uno o più punti in classifica” alla “retrocessione all’ultimo posto in classifica del campionato di competenza e dunque il passaggio alla categoria inferiore”, fino all’esclusione dal campionato con assegnazione da parte del Consiglio federale ad uno dei campionati di categoria inferiore. Se la variazione in bilancio, invece, non fosse stata determinante per l’iscrizione al campionato, le sanzioni (comma 1) si limiterebbero a una multa salata e all’inibizione dei dirigenti coinvolti, dunque senza punti di penalizzazione.

Prima di Natale, secondo le indiscrezioni di questa mattina, sono attesi i rinvii a giudizio. Il processo penale dovrebbe invece iniziare in Primavera: le dimissioni di ieri, da questo punto di vista, sono anche un messaggio chiaro nei confronti della Consob e della Procura di Torino. Non resta che attendere per capire se questa vicenda avrà un riflesso concreto anche sull’attuale stagione sportiva.