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Friedkin, quasi 1 miliardo nella Roma: perdite dimezzate e ricavi in aumento

Ancora un rosso a tre cifre, ma il miglioramento dei conti della Roma è evidente. I vertici del club giallorosso hanno approvato il bilancio chiuso lo scorso 30 giugno (riferito alla stagione calcistica 2022-2023) con una perdita pari a 102,7 milioni di euro. Una sfalciata netta al risultato negativo dell’annata precedente, dove la perdita consolidata era stata di 219,3 milioni (si veniva da un -204 e un -185,3). A far felici i Friedkin – che possiedono il 100% del club dopo l’uscita dalla Borsa e lo hanno trasformato in una Srl – sono entrambe le voci principali, quella dei ricavi, in netto aumento, e quella dei costi, dove è stato effettuato un importante taglio.

Come scrive il Tempo, in particolare i primi sono stati pari a 277,1 milioni, per una crescita di 70,3 milioni. Giù di 50 milioni le spese, ammontate nel corso dei dodici mesi in questione a 349 milioni. In particolare ad essere aumentati sono i ricavi dovuti a biglietteria, abbonamenti, tour (quello in Giappone è stato un successo) e amichevoli. Tutte queste voci fanno registrare un saldo positivo di 23,7 milioni rispetto alla stagione 2021/22, in particolare grazie all’affetto dei tifosi – l’Olimpico è sempre sold out – alla disputa di due partite casalinghe in più e ai ricavi dell’Europa League rispetto a quelli della Conference (+12 milioni).

Inoltre i proventi commerciali sono saliti di 10 milioni con il grande effetto Dybala a portare i ricavi dalle vendite nei negozi da 4,5 a 6 milioni. In generale crescono i dati di merchandising, royalties e sponsorizzazioni, nonostante la sanguinosa rottura con Digitalbits. E nell’attuale bilancio, che chiuderà nel giugno 2024, ci sarà un’ulteriore crescita grazie all’intesa con Riyadh Season (accordo biennale da 25 milioni complessivi).

C’è poi da sottolineare l’effetto del lungo elenco di plusvalenze realizzate per cercare di rientrare nei paletti del Fair Play Finanziario dell’Uefa: la gestione dei calciatori è positiva per 41 milioni, con le plusvalenze – i vari Zaniolo, Kluivert, Volpato ecc. – pari a 54 milioni totali. Anche al capitolo costi ci sono miglioramenti: quello complessivo del personale scende di 10 milioni, mentre gli ammortamenti dei calciatori sono più bassi di 22 milioni.

Cresce invece l’indebitamento finanziario consolidato al 30 giugno 2023, che da 323 schizza a 448 milioni. Ma questa cifra preoccupa soltanto chi non vuole andare ad approfondirla. L’indebitamento lordo versi terzi nel bilancio approvato ammonta infatti a 180 milioni, mentre ben 318 milioni sono debiti verso i Friedkin (prima erano solo 85 milioni di debito verso l’azionista), che nel corso dei mesi hanno sempre provveduto a staccare assegni per la Roma, con continui finanziamenti soci.

In totale nella stagione ci sono stati 232,5 milioni di versamenti da parte dei texani (25 a luglio, 106 da agosto a Capodanno 2022 e poi altri 101,5 fino a giugno 2023), compresi circa 92 milioni utilizzati per estinguere il bond precedente, con un nuovo bond da 175 milioni collocato ad un tasso del 6,04% annuo, con scadenza nell’ottobre 2027. L’ammontare totale delle spese sostenuto da Dan e Ryan Friedkin, compreso l’assegno staccato per l’acquisto da Pallotta, si avvicina con prepotenza al miliardo complessivo ed è ora pari a 929,6 milioni. Una cifra che salirà ancora, visto che ci sono ancora poco più di 12 mesi per completare l’aumento di capitale da 520 milioni, con 395 milioni di finanziamenti già convertiti in capitale e messi a riserva. E così sarà anche per il resto dei 125 milioni mancanti. Il lavoro da fare per arrivare all’equilibrio dei conti è ancora lungo, ma i Friedkin sono determinati a proseguire nel percorso di risanamento del “gigante addormentato”, anche puntando sul futuro stadio a Pietralata, di cui si attende la consegna del progetto definitivo al Comune di Roma.

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Pellegrini non graffia: dal 2011/12 la Roma non segna così poco

I muscoli del capitano rischiano di non bastare. L’impatto di Lorenzo Pellegrini sul rendimento Roma , nonostante una presenza in campo quasi fissa, non è più quello dell’anno scorso. (…) E sono proprio i gol segnati la nota dolente della stagione del ventiseienne: in Serie A non è ancora riuscito a segnare su azione. Un calo di rendimento che rischia di ridimensionare la capacità del trequartista di incidere sui risultati della squadra dove, durante il primo anno con Mourinho in panchina, si era calato nei panni di secondo uomo più decisivo (secondo solo ad Abraham).

Come scrive la Gazzetta dello Sport, una crisi generale che non coinvolge soltanto il calciatore più rappresentativo della Roma, ma riguarda il reparto offensivo e non solo. I gol totalizzati dagli uomini dello Special One sono appena 31, con una media di 1,3 reti a partita. Numeri che, se paragonati a quelli delle dirette concorrenti per il quarto posto, rischiano di complicare l’obiettivo qualificazione in Champions . Per risalire ad un rendimento così povero bisogna tornare indietro addirittura di 11 anni, all’alba dell’era americana con Luis Enrique in panchina e Thomas Di Benedetto come presidente. Dopo 24 giornate infatti, la squadra allenata dall’asturiano aveva realizzato le stesse reti della Roma 2.0 targata José Mourinho.

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Con la Juve torna la spina dorsale: Smalling, Matic ed Abraham dal via

Oggi Mourinho tornerà a lavorare a Trigoria in vista della sfida alla Juventus. La giornata di ieri è stata piena, con il ritorno da Lisbona (dove ha passato il mercoledì di riposo), l’allenamento pomeridiano e l’audizione in Procura.

Come scrive la Gazzetta dello Sport, da oggi, però, testa solo alla Juventus, con il tecnico che recupererà dal via la sua spina dorsale: Smalling in difesa, Matic a centrocampo ed Abraham in attacco. L’assenza di Smalling con la Cremonese si è sentita eccome, senza di lui la difesa balla e perde certezze. Basti pensare che da quando c’è Mourinho l’inglese ha saltato 15 partita, con la Roma che ha portato a casa 8 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte. Ma, soprattutto, ha tenuto la porta inviolata solo in 4 occasioni, subendo 22 reti nelle altre 11.

Matic dovrebbe fare coppia con Cristante, in attesa che Wijnaldum recuperi ancora più intensità. Abraham, invece, giostrerà al centro dell’attacco, coadiuvato da Dybala e Pellegrini.

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Mou, il cammino è da Champions: +6 sulla scorsa stagione ma i 44 punti non sono un ‘unicum’ negli ultimi 5 anni

FOCUS RS (di Francesco Oddo Casano) – Da adesso, forse, inizia un nuovo campionato, o almeno la fase finale di un torneo che può ancora rivelare grandi sorprese. La Roma centra il successo contro il Verona salendo a quota 44 punti in classifica. Una vittoria sofferta ma fortemente voluta da tutto il gruppo che, al triplice fischio di Sozza, si è ritrovata in un abbraccio collettivo, condito da un discorso motivazionale dello Special One, che non ha lasciato nulla al caso anche nel dopopartita, tra critiche ad una parte della tifoseria, ai media e anche un mea culpa nella coda finale delle sue dichiarazioni.

I numeri consacrano la bontà fin qui del cammino della sua seconda Roma: rispetto alla scorsa stagione i giallorossi infatti hanno 6 punti in più e dopo il Napoli (+13 rispetto ad un anno fa) sono la squadra che ha fatto meglio tra le big, al pari della Lazio. Male ad esempio Inter e Milan, rispettivamente -6 e -5, così come l’Atalanta -2. La Juve fa +5 ma il rendimento dei bianconeri al momento è cristallizzato, causa processi sportivi.

Oltre ai punti va analizzata anche la posizione in classifica e la distanza dalle altre in chiave lotta Champions. La squadra giallorossa infatti l’anno scorso di questi tempi aveva 11 punti di ritardo sulla terza (oggi è terza a pari merito col Milan), 5 sulla quarta. I miglioramenti in prospettiva sono evidenti a tal punto da considerare, calendario alla mano, fondamentali gli scontri diretti casalinghi che la Roma avrà contro Milan e Inter.

C’è da sottolineare anche che questo punteggio alla 23° giornata non è una novità negli ultimi 5 anni: due stagioni fa con Fonseca in panchina e nel 2017-18 con Di Francesco la Roma aveva infatti gli stessi punti (44) in classifica. Le due annate però sono terminate in maniera totalmente opposta. Nella seconda stagione di Fonseca infatti ci fu un crollo quasi senza precedenti nelle ultime 15 gare di campionato con appena 16 punti raccolti e il settimo posto – che valse la qualificazione in Conference poi vinta l’anno dopo – conquistato all’ultima giornata contro lo Spezia. Con il tecnico pescarese invece la Roma mantenne un gran ritmo, chiudendo terza con 77 punti e strappando la qualificazione in Champions.

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Giallorossi da riMounta: otto gol nei minuti finali

Poco spettacolare, magari anche brutta. Ma maledettamente tosta da buttare giù. È una Roma da riMounta quella che si gode il punto d’oro col Milan dimostrando ancora una volta di non mollare fino al fischio finale. In questa stagione sono 8 i gol segnati dai giallorossi negli ultimi 10 minuti. Dalla rete di Volpato a Verona passando per Matic col Toro e Abraham a San Siro sono 4 i punti in più ottenuti sul filo di lana, salgono a 10 se si considerano le rimonte ottenute pure con Lecce, Juve e Inter. Proprio sul campo delle big la Roma ha dato il meglio ottenendo una imbattibilità che da queste parti non si vedeva dalla stagione 1992-1993. Nonostante le critiche quindi la Roma di Mou resta in piena corsa Champions (considerata anche la possibile penalizzazione della Juve). E dopo aver ritrovato Abraham, ora aspetta che Dybala torni in forma e che Wijnaldum torni in gruppo (appuntamento a fine mese).

Come scrive Leggo, meno aspettative su Zaniolo, per il quale la Roma ha interrotto i discorsi legati al rinnovo aspettando prima risposte dal campo. In stand by anche il futuro di Mourinho che ha rifiutato il Brasile dopo il Portogallo. Il tecnico ha declinato la corte di Ronaldo e della Seleçao ma vuole precise garanzie sul futuro tecnico della squadra. Chi non ha dubbi è il tifo dell’Olimpico: giovedì col Genoa ci saranno altri 60 mila tifosi. Un record nella storia del club negli ottavi di Coppa Italia. Mou farà un turn over moderato e dovrebbe concedere un turno di riposo a Dybala in vista della Fiorentina (altro sold out). Intanto Villar saluta pure la Samp e passa in prestito per 6 mesi al Getafe, con riscatto vincolato a presenze, mentre il Betis corteggia Vina e il Torino chiede un nuovo incontro per Shomurodov. Solo in caso di cessioni si potrà operare sul mercato in entrata

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Roma ‘da cardiopalma’: nel 2022 solo 4 vittorie in Serie A con più di un gol di scarto, nessuna big ha fatto peggio

FOCUS RS (di Nicolas Terriaca) – ‘‘La gente che è entrata non era gente per ‘uccidere’ ma per gestire, come Matic, Wjinaldum. Non siamo il Manchester City o il Liverpool, per non parlare di squadre italiane che anche lo fanno, che possiamo far entrare qualcuno per uccidere il match‘. Al termine di Salernitana-Roma, Josè Mourinho spiegò così il motivo per cui la sua squadra non era riuscita a chiudere la partita. Dopo 60 giorni, nonostante l’arrivo di Belotti, la situazione è immutata, infatti, i giallorossi sono una delle 4 squadre (Spezia, Torino, Bologna) che non hanno ottenuto neanche un gol dai calciatori che sono subentrati dalla panchina.

La Roma è la squadra che crea più expected goals (22 gol attesi) del campionato ma è anche quella che concretizza meno rispetto a quanto produce (-10 reti), per cui, difficilmente riesce ad ‘uccidere’ le partite. L’assenza di Dybala non faciliterà la situazione ma, se gli attaccanti torneranno a vedere la porta, qualcosa potrà cambiare e i tifosi romanisti potranno vivere le partite senza il cuore alla gola fino all’ultimo minuto.

Napoli e Lazio ammazza partite: i numeri

Nel 2022, in Serie A, la Roma ha vinto 14 volte e solo in 4 occasioni con un margine superiore alla singola rete (Empoli-Roma 2-4, Roma-Lazio 3-0, Torino-Roma 0-3 e Roma-Monza 3-0). Le altre big del campionato, nonostante creino meno rispetto ai giallorossi, segnano di più e riescono a chiudere le partite. In questa particolare classifica, Napoli e Lazio sono in testa con 11 vittorie in Serie A nel 2022 con più di un gol di scarto, seguono Milan a 10, Inter a 9 Atalanta e Juventus a 7. La tendenza rimane invariata nel campionato in corso, infatti, i giallorossi hanno vinto con un margine superiore alla singola rete solo in un’occasione (Roma-Monza 3-0), mentre i biancocelesti allenati da Sarri lo hanno fatto 5 volte, il Napoli e il Milan (4), seguono Atalanta e Juventus (3), chiudono inter (2) e Roma (1).

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Roma, l’alibi delle ‘fatiche di Conference’ non regge: conquistati meno punti giocando una volta a settimana

FOCUS RETESPORT NUMERI ROMA (di Francesco Oddo Casano) – “Dopo la Conference facciamo più fatica“. Una tesi ribadita ieri sera da Mourinho e Pellegrini, analizzando le difficoltà di affrontare come in quest’ultima occasione due trasferte tra campionato e coppa nel giro di 72 ore o poco più. La Roma ieri è apparsa evidentemente più stanca del solito in campo, ma la resa in termini di risultati dopo il giovedì europeo non è poi così disastroso, anzi.

Otto risultati utili consecutivi per la Roma

In questa stagione infatti i giallorossi nei sette turni di campionato dopo le fatiche europee hanno totalizzato 5 vittorie (contro Fiorentina, Salernitana, Empoli, Torino e Spezia), 2 pareggi (contro Napoli e Udinese) e 2 sole sconfitte nelle due trasferte di Venezia e Verona. Dunque 17 punti in 9 partite, quasi 2 punti di media a partita. Proiettati sulle 38 sfide, la Roma conquisterebbe circa 72 punti, una media quasi da Champions League.

13.3.2022 Udinese vs Roma (Serie A) Sport; Calcio; Nella foto: Cristante (Foto Gino Mancini)

A Pellegrini e co. manca continuità per ambire al 4° posto

Nelle altre 20 sfide di Serie A, giocate dai giallorossi a distanza di sicurezza dagli impegni in Conference League, la squadra di Mourinho ha conquistato 31 punti, per una media di 1,55 punti a partita. Un rendimento che cala vistosamente nel periodo compreso tra metà dicembre e inizio marzo, quando la Roma ha potuto preparare una partita a settimana, sfruttando anche il fatto di aver saltato i play-off di Conference League. 11 gare (con due impegni di Coppa Italia contro Lecce e Inter, distanziati però di 21 giorni l’uno dall’altro) in cui i giallorossi hanno conquistato appena 19 punti sui 33 potenzialmente disponibili, per una media di 1,72

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Roma, 31 tiri, 4 legni e 4.36 xG contro lo Spezia. I giallorossi non segnano però su azione da 413 minuti

La Roma non sbaglia l’approccio, gioca, lotta, domina in lungo e in largo lo Spezia, ma al 92′, quando Pellegrini va a battere forse l’ultimo, disperato, calcio d’angolo, il risultato è ancora inchiodato sullo 0-0.

La squadra giallorossa ha occupato militarmente la metà campo dei liguri, ancor più ad inizio ripresa, dopo l’espulsione di Amien. Ma come accaduto soprattutto nella prima parte di questa stagione, riesce a divorarsi l’impensabile. A parte i 4 legni colpiti, i giallorossi sbagliano almeno 5 palle gol nitide, con una produzione offensiva forse record in stagione: 31 tiri complessivi, di cui 10 nello specchio e 4.36 gol attesi.

E’ del 65% il possesso palla al termine della sfide, con 7 occasioni da gol nitide sprecate. C’è però un dato inquietante: la Roma non segna su azione dal gol di Zaniolo ad Empoli, dunque da 413 minuti. Poi due reti su rigore e tre sugli sviluppi di corner. Una scarsa cattiveria sotto porta, come detto già intravista nel corso della stagione, su cui Mou dovrà riflettere in vista del finale di stagione e non solo.

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Roma, ‘la ricerca dell’equilibrio’: primatista in A per tiri e occasioni create, ma anche per parate

FOCUS RS9 punti in classifica dopo 4 giornate. L’incipit di campionato di Mourinho resta uno dei migliori dell’ultima decade giallorosso. Questo il punto di partenza per analizzare ciò che già funziona discretamente bene e ciò che invece va migliorato. Le statistiche spesso sono una summa di numeri freddi, che vanno interpretati e resi dinamici. La Roma – solo ripercorrendo mentalmente le gare sin qui disputate – è una squadra che crea e segna tanto, complice le qualità individuali delle tante frecce nella faretra dello Special One, ma anche grazie all’atteggiamento della squadra. Aggressività, recupero palla, costruzione e improvvise verticalizzazioni, con tanti calciatori a riempire l’area di rigore. Non è un caso che abbiano segnato già quasi tutti gli attaccanti a disposizione di Mou (tranne Mayoral e Perez), oltre alle c.d. mezzali. E i numeri – riferibili alle statistiche ufficiali della Lega di Serie A – confermano il trend positivo: giallorossi primi in campionato per tiri (63, di cui oltre un terzo nello specchio), seconda per reti segnata dietro l’Inter, seconda nella classifica degli assist (10), sul podio per il numero di occasioni create e sfortunatamente anche prima nello score dei legni colpiti (3).

A dispetto dei numeri offensivi, c’è però anche una fase difensiva oggettivamente da registrare. A parte la sfida contro la Salernitana, la Roma ha sempre subito reti (1 contro la Fiorentina, 1 contro il Sassuolo e 3 col Verona). Non un numero di gol clamoroso, ma a livello complessivo tralasciando la sfida di Salerno (4 tiri totali ma 0 nello specchio), nelle altre partite la retroguardia giallorossa ha concesso 34 tiri totali, 21 nello specchio.

Fortunatamente in porta quest’anno c’è Rui Patricio, autore finora di ottime prestazioni. La Roma è prima in A per parate (16). Non tutti gli interventi del portoghese sono stati da tre punti, ma a memoria nelle tre sfide analizzate, compresa quella di ieri, sono almeno sei le parate decisive. Il dato del possesso palla conferma inoltre quanto campo e controllo lascino i giallorossi agli avversari in alcune frazioni di gara: Roma addirittura ottava in campionato con 26 minuti di media.

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Roma, l’opera ‘titanica’ di Tiago Pinto: i conti respirano con un risparmio di circa 40 milioni dal 1 luglio ad oggi

FOCUS RS – Un mercato di reazione ma anche di qualità. A Mourinho è mancato il rinforzo a centrocampo, ma non si può di certo affermare che i Friedkin, nella loro prima estate romanista, non abbiano investito. Roma ‘regina’ in Italia per investimenti (97,5 milioni di euro), settima in Europa dietro big club del calibro di United, City e Chelsea.

E’ mancata la ciliegina sulla torta, quel centrocampista prima individuato in Xhaka, poi sfumato, poi rincorso sul mercato ma gli esuberi, le contingenze economiche e le spese non preventivate (Vina su tutti causa infortunio di Spinazzola) hanno ridotto le possibilità di spesa del club.

COSTI E BENEFICI – Ma diamo uno sguardo ai conti. La Roma lo scorso anno tra ammortamenti (91 milioni circa) e ingaggi lordi (104 milioni, extra staff e altri dipendenti, solo calciatori della prima squadra) costava quasi 200 milioni di euro. L’operazione di taglio richiesta da Dan Friedkin a Tiago Pinto si è scontrata inevitabilmente con l’impossibilità di molti club di effettuare operazioni in entrata e anche con le scelte o i rifiuti di alcuni calciatori.

Il Gm giallorosso è riuscito a piazzare o svincolare 14 calciatori di prima squadra (più una trentina di giovani tra Primavera ed ex settore giovanile di rientro dai prestiti), per un risparmio complessivo di oltre 60 milioni di euro per quanto concerne gli ingaggi lordi ma una quota molto bassa di ammortamenti (16 milioni). Questo secondo dato riflette la necessità di cedere diversi calciatori solo in prestito, senza la certezza che vengano riscattati (Es. Kluivert al Nizza, Olsen allo Sheffield, piuttosto che Coric e Bianda). Per questi giocatori la Roma continuerà a pagare le rispettive cifre di ammortamento finché – sperano a Trigoria – non saranno riscattati dai club che li hanno ingaggiati.

Ci sono poi dei casi specifici da analizzare: con l’addio di Dzeko – su cui la Roma vanta un bonus a rendimento che l’Inter verserà nei prossimi mesi – la società ha ottenuto un risparmio record pari a 16,3 milioni di euro. Soldi che di fatto sono stati dirottati sul primo anno di Abraham che costerà – tra ammortamento e ingaggio lordo – circa 14,5 milioni a stagione. Altra situazione particolare è quella di Pastore: la Roma ha concesso all’argentino una buonuscita di circa 4 milioni lordi, risparmiando così quasi due annualità complete di ingaggi lordi (pari a 12 milioni circa) oltre a più di 10 milioni di ammortamento, ma è stata generata anche una minusvalenza importante che compenserà questo dato. Ottima invece la partenza di Pedro che ha generato quasi 9 milioni di risparmio complessivi, essendo arrivato a costo zero oltre a un bonus che, come nel caso di Dzeko, sarà quantificabile solo al termine di questa stagione.

Olsen, Florenzi, Kluivert e Pau Lopez sono stati ceduti in prestito con opzione di riscatto al verificarsi di determinate condizioni sportive. Se la Roma li cederà tutti a titolo definitivo, gioverà di un risparmio netto pari a 26 milioni di euro (oltre all’incasso dei singoli cartellini).

EMERGENZA AL 1 LUGLIO 2021 – Un piccolo passo indietro. All’inizio della campagna acquisti, Tiago Pinto ha ottenuto da subito un risparmio dagli addii a costo zero di Bruno Peres, Juan Jesus e Mirante: 15 milioni circa di taglio, ma la situazione era realmente gravosa: 213 milioni di costo complessivo della rosa – escludendo sempre i giovani e i calciatori della Primavera rientrati dai prestiti – tra ammortamenti e ingaggi lordi. Questo è un dato che deve far riflettere per capire alla fine in due mesi ciò che Tiago Pinto è riuscito ad ottenere.

GLI ACQUISTI Abraham, Shomurodov, Rui Patricio e Vina sono stati acquistati con modalità di pagamento vantaggiose e le rate scatteranno quasi tutte dalla prossima stagione. Ma non bisogna mai confondere i flussi di cassa (cioè i soldi che vengono effettivamente pagati e le relative annualità) con i costi a bilancio. La Roma contabilizzerà subito i suddetti acquisti, che complessivamente peseranno sui conti societari per 32 milioni di euro, cifra attutita dai benifici del Decreto Crescita sugli ingaggi.

IL NUOVO ANNO – Non è facile quantificare il risparmio effettivo che la società ha prodotto dopo la marea di operazioni realizzate. Da Trigoria filtra una cifra intorno ai 40 milioni, ma dai calcoli – non del tutto certi perchè bisognerà attendere il bilancio che sarà depositato e pubblicato nelle prossime settimane – le cifre sembrano leggermente inferiori almeno per quanto concerne il numero di calciatori (principali) presi ad esame. Gli ammortamenti sono più o meno in linea con un anno fa (91 vs 95 milioni) ma da questa cifra la società spera di ottenere entro quest’anno un ulteriore diminuzione per via dei possibili riscatti dei calciatori girati in prestito con opzione. Gli ingaggi si sono sensibilmente ridotti: 104 milioni nel 2020-21, 128 milioni al 1 luglio 2021, ora il dato si attesta intorno agli 86 milioni. All’interno di quest’ultima cifra vanno ricompresi – purtroppo – anche i 12 milioni lordi che la Roma sarà costretta a versare nelle tasche di Fazio, Nzonzi e Santon, rimasti a Trigoria dopo gli innumerevoli rifiuti alle proposte di addio prospettate dalla dirigenza. Non è ancora noto quanto la Roma pagherà a Florenzi e Olsen, visto che negli accordi di cessione in prestito, è prevista una partecipazione parziale ai relativi ingaggi.

SUNTO:

Stagione 20-21
AMMORTAMENTI 91 milioni
Ingaggi LORDI 104 milioni
Costo a bilancio 195 milioni

CESSIONI – Risparmio
Ammortamenti 16 milioni
Ingaggi 56 miloni
Costo a Bilancio 72 milioni*
*Non calcolati giovani Primavera ed ex Primavera.

1 luglio 2021
AMMORTAMENTI 84,9 milioni
INGAG LORDI 128,3 milioni
COSTO A BILANCIO 213,3 milioni

Stagione 21-22 DEF
AMMORTAMENTI 95,8 milioni
Stip Lordi 86,3 Milioni
Costo Bilancio 182,1 milioni

** Dati da verificare con pubblicazione prossimo bilancio As Roma