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Totti: “Per la Roma ci sarò sempre. Mi piacerebbe fare il Direttore sportivo”

Prima a Vieri, poi a Nakata. Ha scelto gli amici di un tempo Francesco Totti per ribadire in due interviste distinte una voglia di Roma che dall’altra parte però non trova la famosa corrispondenza affettivo. “Mi piacerebbe avere un ruolo accanto alla squadra, il direttore tecnico. Siamo uomini di campo, se non lo facciamo noi… Se serve ci sono sempre, ma dall’altra parte non c’è volontà. Anche se non sono dentro, è come se ci fossi”, lo sfogo dello storico capitano che ha confermato di sentirsi spesso con Mourinho. “Di cosa parliamo? La squadra, l’ambiente. L’ambiente di Roma è bello ma particolare, passi dalle stelle alle stalle in un attimo. Abbiamo avuto la fortuna, lui soprattutto di trovare l’anno perfetto, ma nell’anno dello scudetto neanche potevi uscire da Trigoria c’erano 5000 tifosi. Io come tifoso lo ringrazierò a vita per le due finali europee”.

Come riporta Leggo, un ambiente che Totti conosce perfettamente, decisamente più dei Friedkin che però in questi mesi hanno fatto orecchie da mercante. Eppure Mou ha fatto spesso presente alla società di aver bisogno di una spalla, anche mediatica, che per forza di cose non può essere Tiago Pinto (peraltro in bilico visto il contratto in scadenza) così come quello di Mou sul quale a fine stagione sembra pronto a piombare il Newcastle. Cosa impedisce il ritorno di Francesco? Ufficialmente non c’è una risposta, ma a molti sembra pesare la figura così importante dell’ex capitano che si andrebbe a sommare a quella di Josè. Un ritorno probabile è quello di Massara nel ruolo di direttore sportivo. (…)

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Moggi a ruota libera: “La Juve non ruba ma è stata derubata come nel 2001” e poi consegna una chiavetta su Calciopoli ad Agnelli

Luciano Moggi torna protagonista. In qualità di azionista della Juventus, l’ex dg bianconero, è intervenuto nel corso dell’ultimo cda presieduto dal dimissionario presidente Andrea Agnelli. Ecco le sue parole:

«Questo applauso mi commuove. In tanti si domandano perché ho chiesto di venire e di parlare. Mi sento di dire alcune cose, sono venuto per tre motivi. Sono venuto per capire la situazione del nostro bilancio, perché non tengo molto conto di ciò che leggo. Poi per ringraziare Agnelli, nove scudetti non si vincono con facilità. Sono quelle cose che difficilmente si riescono a capire, ma chi è dentro sa quanto sia difficile. In una società che non si è mai difesa o non ha saputo difendersi, per questo è diventato un giocattolo nelle mani di tanti, soprattutto dei media. È un epiteto dato alla Juventus “Vince perché ruba”, ma non è vero perché ha sempre vinto sul campo e non ha mai rubato niente a nessuno. Forse hanno rubato qualcosa a noi, come nel diluvio di Perugia. Ce l’hanno rubato l’anno dopo (stagione 2000/2001, ndr), quando la Roma vinse il campionato e il presidente del CONI cambiò le regole in corsa facendo giocare Nakata a Torino che decise la partita facendo un gol. Vi dico poi per i passaporti visto che sento qualche parola: si canta fratelli d’Italia, poi il team manager della Nazionale è quello che ha falsificato il passaporto di Recoba. L’Italia è questa. So come ha lavorato Agnelli, è una cosa difficile da spiegare. Io sono uno che è abituato a vivere e non ad esistere, ancora combatto per Calciopoli. Siamo stati indicati colpevoli di cose che hanno fatto gli altri. Andrea qui ho un cofanetto con una chiave (una chiavetta USB, ndr), qui c’è tutta Calciopoli. Qui sentirai Carraro (ex presidente FIGC, ndr) dire che Fiorentina e Lazio non possono retrocedere, che dice non aiutate la Juve prima della partita contro il Milan».

Poi, ha aggiunto: «Se è vero che è stato riaperto il caso plusvalenze è altrettanto vero che dovrebbe essere riparto calciopoli. È una ferita che non si rimargina né per noi né per la Juve. Le intercettazioni le potete sentire voi direttamente. Poi non mi è piaciuto il discorso sportivo di Arrivabene, le squadre si fanno con concetto. In questo momento la Juve non ha un centrocampo, bisogna partire da qui non dagli attaccanti».