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Moggi esalta De Rossi: “Scelta giusta dei Friedkin. L’addio di Mou una liberazione per la Roma”

Luciano Moggi, ex dg della Juventus, ha commentato così l’avvicendamento tra Mourinho e De Rossi sulla panchina della Roma: “La squadra è stata liberata dall’idea di Mourinho, che era più per se stesso che per la squadra. L’ho sentito andare contro giocatori e società, è un prendere o lasciare, fa parte anche dell’uomo esaltare e valorizzare il personaggio – le parole dell’ex dirigente della Juve a ‘Radio Radio’ -. De Rossi è un uomo semplice, si è adeguato all’ambiente e ha lasciato libertà ai giocatori, soprattutto rimettendoli nei loro ruoli. Vedo una squadra più libera, meno legato alle idee dell’allenatore, che però partecipa alle partite. Non fa dichiarazioni eclatanti, sta con la squadra e lo si sente quando parla. È diverso da Mourinho, che magari aveva più presa sul pubblico, guai a chi lo toccava. La società ha avuto il coraggio di capire che era meglio cambiare, altrimenti non si sarebbe più visto il gioco del calcio con lui”.

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Moggi contro Mou: “Va severamente punito”

“Se Mourinho non verrà severamente punito per le sue esternazioni, tutti si sentiranno in diritto di condizionare qualsiasi partita ancor prima di scendere in campo”. Così Luciano Moggi in un articolo scritto sul quotidiano l’Avvenire, in merito alle dichiarazioni del tecnico giallorosso e al caso FIGC aperto con tanto di indagine della Procura che potrebbe portare ad una nuova squalifica dell’allenatore della Roma.

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Antonio Cassano: “Le corse pazze con Totti e i 4 no a Moggi. Roma-Juve da godere”

Antonio Cassano, ex attaccante della Roma, ha parlato ai microfoni de la Repubblica. Ecco le sue dichiarazioni in merito a Roma-Juventus:

Sono passati 19 anni da Roma-Juventus 4-0 del 2004, la più bella partita della sua vita?
“Una delle più belle partite della vita mia. Il problema è che quelle cose le facevo una volta ogni sei anni. Mi affascinava confrontarmi con le grandi, Mi dicevo: ora vi faccio vedere chi è il più forte. Dacourt, nello spogliatoio, diceva: grandi partite, grandi giocatori. Invece mi rompevo le palle a giocare con squadre meno forti. lo giocavo Roma-Juve come in strada. Volevo lasciare la gente a bocca aperta: quella è la goduria”.

Quante volte ha rifiutato la Juventus?
“Quattro, La prima il 2001: avevo appuntamento con Moggi ad Avellino, ma volevo giocare con Totti, mi affascinava Roma, la città. Non mi ha mai affascinato la Juve, nemmeno per un secondo: non c’entrava nulla con la mia idea di calcio. Li sarei durato tre giorni: il primo giorno mi acquistavano, il secondo presentazione, il terzo mi cacciavano via. Buffon mi diceva: sei un cretino, da noi potevi vincere il Pallone d’oro, lo gli rispondevo: Gigi, io non timbro il cartellino, io all’allenamento devo divertirmi”.

Lei è spesso critico con la Juve.
“La Juve ha fatto un’ottima partita nel derby. Ma scordatevi che faccia possesso palla o domini la partita. La Juve con Allegri è un anno e mezzo che fa schifo, è rimasto a dieci anni fa. E ha la rosa più forte del campionato. Vale anche per l’Inter, e lo dico da interista: sono le squadre più forti. Inzaghi è giovane ma ho l’impressione che l’Inter sia più grande di lui. È a 18 punti dal Napoli, che ha la forza delle idee. L’unico che mi sorprende è Lucianone Spalletti: siamo al calcio 2.0? Lui è al 3.0: abbina il gioco diretto di Klopp e il possesso di Guardiola”.

Eppure a Rome voi due aveste un rapporto tormentato.
“Per colpa mia. Dopo l’allenamento alla Roma i più giovani portavano via le porte. Lui arrivò e ci disse: da oggi, le porte le toglie tutta la squadra. Metteva regole. Il volume della musica? Io lo tenevo alto, lui veniva e lo abbassava. Non guardava in faccia nessuno, Cassano, Totti o Montella: dopo tre giorni in cui mi sono comportato male mi ha tolto la fascia di vice capitano e mi ha messo fuori rosa, giustamente. Dopo che mi sono comportato bene, ma dovevo andare al Real, mi ha detto: tu potresti giocare con me. In 5 partite tra campionato e coppa feci 3 gol e 2 assist. Ancora oggi ci sentiamo: con lui puoi parlare di calcio, di vini, di cibo. A Roma lo hanno disintegrato, lui come Luis Enrique. Forse si saranno pentiti…”

È amico di Spalletti e Totti: può farli riappacificare lei?
“Ma che gli dico, “Avete fatto casino, stringetevi la mano”? Però sarei contento se facessero due chiacchiere. Luciano guardava al bene della squadra. Se a Totti chiedi “giocheresti?”, lui ti dice di si anche oggi. Qualcuno se ne è approfittato per metterli contro”.

C’è una “cassanata” che non è mai stata raccontata?
“Franco Sensi mi chiamava una volta a settimana nella sua stanza, lui in giacca e cravatta, io andavo da lui in mutande e lo abbracciavo pure. Poi, le corse in Ferrari con Totti. Facevamo via di Trigoria a manetta, a chi arrivava primo al centro sportivo: chi si metteva davanti non faceva passare l’altro. Sa le volte che abbiamo rischiato di fare la frittata? All’Eur facevamo Il circuito, dal Palaeur all’obelisco e ritorno, tre quattro giri alle 5 di mattina. Ieri ho fatto da Genova a Brescia, ci ho messo 4 ore. I figli cambiano tutto”.

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Moggi a ruota libera: “La Juve non ruba ma è stata derubata come nel 2001” e poi consegna una chiavetta su Calciopoli ad Agnelli

Luciano Moggi torna protagonista. In qualità di azionista della Juventus, l’ex dg bianconero, è intervenuto nel corso dell’ultimo cda presieduto dal dimissionario presidente Andrea Agnelli. Ecco le sue parole:

«Questo applauso mi commuove. In tanti si domandano perché ho chiesto di venire e di parlare. Mi sento di dire alcune cose, sono venuto per tre motivi. Sono venuto per capire la situazione del nostro bilancio, perché non tengo molto conto di ciò che leggo. Poi per ringraziare Agnelli, nove scudetti non si vincono con facilità. Sono quelle cose che difficilmente si riescono a capire, ma chi è dentro sa quanto sia difficile. In una società che non si è mai difesa o non ha saputo difendersi, per questo è diventato un giocattolo nelle mani di tanti, soprattutto dei media. È un epiteto dato alla Juventus “Vince perché ruba”, ma non è vero perché ha sempre vinto sul campo e non ha mai rubato niente a nessuno. Forse hanno rubato qualcosa a noi, come nel diluvio di Perugia. Ce l’hanno rubato l’anno dopo (stagione 2000/2001, ndr), quando la Roma vinse il campionato e il presidente del CONI cambiò le regole in corsa facendo giocare Nakata a Torino che decise la partita facendo un gol. Vi dico poi per i passaporti visto che sento qualche parola: si canta fratelli d’Italia, poi il team manager della Nazionale è quello che ha falsificato il passaporto di Recoba. L’Italia è questa. So come ha lavorato Agnelli, è una cosa difficile da spiegare. Io sono uno che è abituato a vivere e non ad esistere, ancora combatto per Calciopoli. Siamo stati indicati colpevoli di cose che hanno fatto gli altri. Andrea qui ho un cofanetto con una chiave (una chiavetta USB, ndr), qui c’è tutta Calciopoli. Qui sentirai Carraro (ex presidente FIGC, ndr) dire che Fiorentina e Lazio non possono retrocedere, che dice non aiutate la Juve prima della partita contro il Milan».

Poi, ha aggiunto: «Se è vero che è stato riaperto il caso plusvalenze è altrettanto vero che dovrebbe essere riparto calciopoli. È una ferita che non si rimargina né per noi né per la Juve. Le intercettazioni le potete sentire voi direttamente. Poi non mi è piaciuto il discorso sportivo di Arrivabene, le squadre si fanno con concetto. In questo momento la Juve non ha un centrocampo, bisogna partire da qui non dagli attaccanti».