IL PERSONAGGIO (di Francesco Oddo Casano) – Un sorriso grande come una casa per un gol che aspettava da tanto. Una somiglianza incredibile con il noto attore romano e romanista Ricky Memphis, ma soprattutto un personaggio che sa farsi amare per la sua leggerezza e i suoi modi eleganti.
Sardar Azmoun ieri ha trovato la seconda rete in campionato, dopo quella altrettanto decisiva che permise alla Roma di pareggiare col Lecce. Reduce da un’ottima coppa d’Asia, ieri De Rossi lo ha schierato dall’inizio (‘perchè l’ho visto meglio di Aouar e ho fatto questo esperimento che meriterà altri giorni di lavoro’) per poi tenerlo in campo al posto di Lukaku. Valori diversi, ma l’iraniano è un calciatore di livello che in passato allo Zenit impressionò tanti osservatori, compreso Mourinho che nella sua prima estate romanista voleva portarlo nella capitale.
Quel Mourinho che ieri Azmoun, con grande eleganza, ha salutato e ringraziato a distanza. Così come il rispetto richiamato nell’esultanza sotto il settore del Frosinone, a mo’ di scuse per il gol e l’esultanza non corretta di Huijsen. E’ un uomo e un personaggio positivo all’interno dello spogliatoio, sempre sorridente, sempre pronto ad aiutare i compagni. Umanamente un ragazzo di spessore, vista la presa di posizione un anno e mezzo fa contro il regime di Teheran.
Che Sardar fosse un giocatore utile alla causa si era capito subito ed è improbabile che De Rossi rinunci a Lukaku dall’inizio nelle prossime partite ma ieri il tecnico giallorosso ha mandato un segnale chiaro al belga e a tutto il gruppo: bisogna alzare il livello individuale di concentrazione, attenzione, di intensità mentale oltre che tecnica. E il messaggio vale per tutti.