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Veretout, stop al rinnovo: sempre più probabile la cessione a giugno

Jordan Veretout da insostituibile a prima riserva. L’excursus del centrocampista francese dalla scorsa stagione ad oggi è stato molto singolare. Con Fonseca l’ex viola aveva trovato una collazione tattica perfetta: gol, giocate decisive e un dinamismo decisivo per le sorti del gioco giallorosso.

14.2.2021 Roma vs Udinese (Serie A) Sport; Calcio; Nella foto: Esultanza (Foto Gino Mancini)

Da titolare a riserva in pochi mesi

Mourinho lo ha considerato un titolarissimo sin dall’inizio della sua esperienza nella capitale, poi progressivamente – complice l’arrivo anche di Sergio Oliveira – Veretout ha perso il posto da titolare, offrendo prestazioni spesso negative. 4 gol, di cui 3 nelle prime due giornate di questa stagione e l’ultima nel derby d’andata, poi un paio di errori dal dischetto, soprattutto quello a Torino contro la Juve hanno inciso fortemente sull’umore dell’ex viola, che nonostante gli 8 assist stagionali a giugno potrebbe finire sul mercato.

Nel girone di ritorno solo tre gare dall’inizio

Le trattative per il rinnovo di contratto sono state infatti interrotte, a novembre scorso, dopo la richiesta di circa 4 milioni di euro fatta dal suo agente. La Roma potrebbe sacrificarlo sul mercato per arrivare al regista tanto atteso da Mou. Valutazione tra i 15 e i 20 milioni di euro con Milan e Napoli in Italia, Marsiglia e Newcastle all’estero alla finestra e pronte a sferrare l’affondo.

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Fonseca: “Io tra bombe e bunker. Mia moglie piange ancora”

Quello che si sta facendo è importante, ma non è sufficiente: l’Europa e gli Stati Uniti, militarmente, stanno lasciando sola l’Ucraina scrive La Gazzetta dello Sport. Invece dobbiamo fermare il mostro. Paulo Fonseca, via video, ha lo sguardo stanco di chi ha visto un mondo sgretolarsi e ha conosciuto la paura di chi fugge e vede il mondo precipitare. Grazie al suo lavoro allo Shakhtar Donetsk e all’amore per sua moglie Kateryna, l’Ucrainaè entrata nella sua vita.

Fonseca, come si fa ad arginare la Russia, che minaccia anche l’uso di armi nucleari?

“Non sono un politico, ma ad esempio sono favorevole alla “no fly zone”. È vero che hanno l’atomica, ma stiamo lasciando diventare Putin troppo forte, perché lui sente la paura della comunità internazionale. Eppure, se non si ferma adesso, sarà più difficile farlo dopo. Il peggio deve ancora arrivare”.

In Occidente c’è chi vorrebbe che l’Ucraina si arrendesse per evitare il peggio.

“È facile dirlo da lontano. Se i russi invadessero l’Italia o il Portogallo, noi non combatteremmo? Non c’è niente di più prezioso della libertà. Tanti Paesi ora hanno paura. Georgia, Moldavia, i Baltici, la Polonia: se Putin vincerà questa guerra, sarà un guaio per tutto il mondo”.

È vero che nella parte orientale dell’Ucraina c’è un diverso stato d’animo verso i russi?

“Non è così. Il problema è che nel 2014 il mondo ha chiuso gli occhi su Donetsk e il Donbass. Io ho molti amici lì e nessuno voleva far parte della Russia. L’informazione è manipolata, i russi non sanno la verità, ma in futuro sarà il popolo a pagarne le conseguenze. Per questo penso che proprio il popolo potrebbe cambiare la situazione”.

Nei suoi anni ucraini ha conosciuto il presidente Zelensky?

“No, vedevo le sue gag da presidente senza capirle per via della lingua, ma non pensavo che lo sarebbe diventato davvero. Ora invece è un eroe, e capisco che i russi vogliano ucciderlo”.

Com’è stata la fuga da Kiev?

“Un incubo. Era il 24 febbraio e dovevo partire alle 10 per il Portogallo con la famiglia, quando alle 4.30 abbiamo sentito cadere le prime bombe. Nei bunker i bambini dormivano per terra nei sacchi a pelo. Avevamo paura. Poi la mia ambasciata ha organizzato un mini-van e in tre famiglie siamo partiti verso la Moldova. È stato un viaggio terribile. Trenta ore senza fermarsi mai, incolonnati a volte a 5 km/h. Solo quando sono arrivato al confine con la Romania ho cominciato a rilassarmi, ma si fa per dire. Mia moglie piange in continuazione”.

Prima di salutarla, se la sente di parlare di calcio?

“Certo. In questi giorni non ho visto nulla, ma spero di allenare ancora in uno dei 5 tornei top. Sono stato vicino alla Fiorentina, ma poi non si è fatto nulla. Ammetto che l’Italia mi piace”.

Ha visto che la Roma di Mourinho ha meno punti della sua a questo punto dell’annata?

“Non voglio fare paragoni. Situazioni diverse, investimenti diversi. Abraham, ad esempio, è fortissimo. Dico solo che, nonostante la pandemia e il cambio di proprietà, avevamo una nostra identità ed eravamo una delle squadre che giocavano meglio. Ma consentitemi di ringraziare i tantissimi tifosi della Roma che mi hanno scritto in quei giorni drammatici, così come lo hanno fatto tanti calciatori, i dirigenti e gli stessi Friedkin”.

Chi va al Mondiale: l’Italia o il suo Cristiano Ronaldo?

“Difficile dirlo. L’Italia e la Spagna per me sono le più forti. Gli azzurri sono più squadra e lo hanno dimostrato facendo un Europeo bellissimo, ma il Portogallo ha tante individualità”.

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Fonseca è in Portogallo: “Terribile quello che ho visto”

Paulo Fonseca è arrivato in Portogallo. L’ex tecnico giallorosso si trovava a Kiev quando la Russia ha invaso il Paese ucraino e non era riuscito a lasciare il Paese in un primo momento, insieme alla moglie ucraina: “Mi sento sollevato per me stesso e per la mia famiglia, ma allo stesso tempo sono molto triste per il popolo ucraino”, le sue parole riportate dalla radio portoghese tsf: “Avevamo in programma un viaggio in areo per le 10:00 di giovedì. Quello è stato il momento più difficile. Siamo andati nel panico e abbiamo avuto solo il tempo di prendere le nostre valigie e uscire per strada. Abbiamo comunque provato a lasciare Kiev, ma in quel momento, quando abbiamo raggiunto la strada principale, c’era così tanto traffico che non potevamo uscire. Vorrei ringraziare alcune persone che ci hanno aiutato. In primo luogo, voglio ringraziare Shakhtar Donetsk, che ci ha accolto in questi giorni. Poi, ringrazio l’ambasciata portoghese perché sono stati loro a trasportarci in Romania. Un ringraziamento speciale a una persona, il presidente della Federcalcio portoghese, che si è messo in contatto con il presidente della Federazione ucraina, ed è stato molto importante per noi per attraversare il confine”.

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VIDEO – Fonseca, bloccato a Kiev: “Ore di terrore, ma dobbiamo restare forti. Grazie per il vostro affetto”

Mister Paulo Fonseca, ex tecnico della Roma, ha affidato ai suoi social un video-messaggio per raccontare le ore di terrore che sta vivendo, con la sua famiglia, a Kiev, dopo l’invasione russa iniziata la scorsa notte: “Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno inviato messaggi di cura e sostegno alla mia famiglia e a me. Siamo a Kiev e stiamo facendo del nostro meglio per rimanere forti in questo momento molto difficile per l’Ucraina”.

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APPROFONDIMENTI

Modulo, condizione fisica e intensità: Miki che succede? Con Fonseca score da trascinatore, oggi il rendimento è anonimo

L’esperienza in giallorosso di Henrikh Mkhitaryan è stata contraddistinta da fasi ben distinte: una prima parte decisamente incolore, poi una crescita progressiva che ha spinto giustamente la società a rinnovare per il secondo anno consecutivo il contratto annuale dell’armeno, dopo una trattativa lunghissima risolta diversi giorni dopo l’annuncio ufficiale di Mourinho.

18.2.2021 Europa League : Braga vs Roma Nella foto: Mkhitaryan (Foto Gino Mancini)

Il suo approdo dall’Arsenal fu un’intuizione di Petrachi nelle ore finali del mercato estivo del 2019. La Roma cercava esperienza, qualità, un calciatore pensante che potesse supportare la fase offensiva di Fonseca con giocate diverse dall’istinto di Under, Kluivert e Zaniolo. Incipit da urlo, con un bel gol contro il Sassuolo, poi alcune problematiche fisiche e un paio di infortuni, lo hanno frenato fino a gennaio. Nel mese precedente al lockdown Miki è tornato a fare la differenza e da lì, di fatto, non si è più fermato: gol, assist e giocate decisive su cui Fonseca ha puntato anche dopo il blocco dei campionati, spostandolo in una posizione più centrale.

Nella foto: Fonseca (Foto Gino Mancini)

Da esterno sinistro nel 4-2-3-1, l’armeno è stato schierato nei due trequartisti alle spalle di Dzeko, con la Roma che passò alla difesa a 3. Questa impostazione tattica è stata mantenuta anche per la scorsa stagione e non vi è dubbio che, al netto del magro raccolto finale, tre giocatori su tutti hanno beneficiato delle scelte tattiche del lusitano: Veretout, Spinazzola e appunto Mkhitaryan, non a caso i tre calciatori che sono venuti a mancare nella fatale serata di Manchester.

Tornando al rendimento dell’armeno, i numeri confortano l’idea che la Roma avesse trovato un titolare di assoluto livello, che ai Gunners e in parte già allo United (proprio con Mourinho) sembrava aver disperso parte del suo talento: 46 presenze nella scorsa stagione, oltre 3 mila minuti disputati, con 15 reti realizzate e 13 assist.

3.10.2021 Roma vs Empoli (Serie A) Sport; Calcio; Nella foto: Mkhitaryan esulta (Foto Gino Mancini)

Questi dati e la conferma tecnica arrivata da Mou, hanno prodotto un rinnovo di contratto sacrosanto e conquistato sul campo. In questa stagione Miki – superati gli screzi di Manchester con l’allenatore – ha ripreso da dove aveva lasciato, realizzando la prima rete ufficiale in campionato contro la Fiorentina (oltre ad un assist decisivo per il primo gol stagione di Pellegrini in Turchia contro il Trabzonspor). Poi è iniziato un prolungato periodo di difficoltà sfociato in prestazioni insufficienti soprattutto nei big match: totalmente anonimo nel Derby, male a Torino, in grave difficoltà ieri contro il Napoli. Considerato un titolare inamovibile dallo Special One, Mkhitaryan parte oggi da una posizione decisamente più defilata rispetto alla scorsa annata e come riconosciuto ieri dal tecnico portoghese, gli viene richiesto un enorme sacrificio sul piano difensivo, sia in appoggio a Vina, che nel posizionamento in fase di non possesso, per schermare la costruzione iniziale delle squadre avversarie. Un contributo che genera un enorme dispendio di energie e che inevitabilmente rende meno lucido l’armeno quando si proietta nella metà campo avversaria, ma il problema sembra essere anche di intensità mentale. Ieri contro l’undici di Spalletti, Mkhitaryan è apparso l’unico calciatore della Roma non in grado di opporre alla qualità e al fraseggio partenopeo quell’impeto emotivo tipicamente Mourinhano che invece contraddistingue i suoi compagni.

Dunque i diversi compiti tattici da una parte e probabilmente una precaria condizione fisica (con l’aggravio di non poter mai rifiatare vista la scelta di Mou di puntare solo su 12-13 elementi della rosa), definiscono un Mkhitaryan in grande difficoltà. Rigenerarlo è obiettivo fondamentale per amplificare la produzione offensiva, che nelle ultime gare ufficiali è drasticamente calata. Palla a Mou…

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Fonseca saluta la Roma: “Ho dato tutto ma dopo l’addio di Petrachi sono rimasto solo. Auguro a Mou di vincere”

Paulo Fonseca ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sky Sport. Questa la versione integrale e completa:

Qual è il sentimento dominante? 

Serenità, tranquillità. Penso di aver dato sempre tutto per la Roma, credo di avere anche creato un grande rapporto con le persone che hanno lavorato con me alla Roma e per me è importante, la relazione che abbiamo creato.

Sul bilancio delle stagioni 

Il primo anno è stato molto positivo, sono arrivati tanti giocatori, un nuovo ds che poi ha lasciato il club. E qui devo essere molto onesto, Gianluca Petrachi ha fatto un grande lavoro, un grande professionista che mi ha sempre appoggiato molto e ho imparato molto da lui. Sono poi capitato nel momento più difficile, con il cambio di proprietà. Nel secondo anno fino a marzo siamo sempre stati tra i primi quattro, poi ci sono stati dei problemi difficili da gestire. Non è facile gestire tanti infortuni, in semifinale avevamo 13 giocatori fuori. Non sono scuse, ma la verità. Abbiamo visto anche cosa è successo al Bayern e al Liverpool, senza giocatori importanti.

Cos’è successo con Dzeko?

I problemi ci sono in tutte le squadre. Insieme alla società abbiamo tolto la fascia a Dzeko ma dopo come professionisti abbiamo parlato e risolto la situazione. Ora non è importante tornare a questo problema. Non l’abbiamo pagata nella stagione, non è stato un problema per la squadra.

L’avete pagata?

No, non è stato un problema.

Cosa lascia dietro di sè?

La consapevolezza che le scelte che ho fatto sono state sempre per il bene della Roma. Penso di lasciare una squadra con una identità, con un calcio positivo, offensivo, lascio una squadra con molti giovani per il futuro.

Parliamo di futuro, Fiorentina?

Abbiamo avuto contatti. Non è importante ora. La Fiorentina ha un grande allenatore.

Italia o estero?

Vediamo. Il calcio italiano mi piace molto, mi piace vivere qui, è un modo di vivere molto simile a quello portoghese. Deve essere una scelta fatta con criterio, devo pensare con calma al mio futuro. Ora so che voglio andare in vacanza con la famiglia, i miei figli, sono stati difficili questi due anni, intensi con il Covid, giocando ogni due giorni. Ora è tempo di stare con la famiglia.

Come gli hanno annunciato che non sarebbe rimasto?

Non è stato un momento specifico. Con la nuova proprietà era facile capire che poteva succedere, è stato un processo normale per me. Poi è arrivato Tiago, abbiamo parlato sempre molto in maniera diretta e frontale. È stato facile capire che questo ciclo era finito.

Si sarebbe aspettato più fiducia?

Non era una questione di fiducia. Quello che ho vissuto con l’addio di Petrachi è stato il momento più difficile. Sono rimasto solo a dirigere la squadra, senza appoggio.

Momenti difficili anche l’errore di Diawara e le sconfitte a tavolino..

Sono cose che non dipendono da me. Una squadra come la Roma non può permettersi certi errori.

È mancato un leader come De Rossi?

Non conosco bene De Rossi, so che era un grande calciatore, un grande leader. Noi abbiamo avuto grandi leader. Mancini è un grande leader, non penso sia stato un problema.

È un pregio o un difetto essere un signore?

Io sono così, sono Paulo Fonseca. Non posso far finta. Penso sia un pregio, indipendentemente dal risultato ci deve essere rispetto. Tutte le persone meritano rispetto da me. Per questo ho sempre creato un buon rapporto.

Vi siete sentiti con Mourinho?

Ci siamo scambiati un messaggio. Abbiamo avuto parole oneste.

Scelta giusta?

È un grande allenatore, gli auguro tanto successo alla Roma.

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La Roma saluta Fonseca: “Affrontate insieme difficoltà inedite”

Quella contro lo Spezia sarà l’ultima partita di Paulo Fonseca sulla panchina della Roma. Il tecnico portoghese lascerà il club giallorosso che ha già annunciato ormai un mese fa l’arrivo di José Mourinho. La Roma a poche ore dall’inizio del match in Liguria ha voluto salutare Fonseca con un post sui social: “Quella di stasera sarà l’ultima partita sotto la guida di Fonseca. Grazie Mister per questi due anni con noi. Insieme abbiamo affrontato difficoltà inedite, lontano dai nostri tifosi. In bocca al lupo per il futuro e daje Roma per la sfida di questa sera!”. 

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Roma-Lazio 2-0 (42′ Mkhitaryan, 78′ Pedro) – il Derby è giallorosso

All’Olimpico la Roma affronta la Lazio nel secondo derby stagionale, valido per la 37° giornata di Serie A. Nei giallorossi diverse defezioni, da Smalling a Veretout, da Spinazzola a Diawara. Nella Lazio invece tutti gli effettivi a disposizione di Inzaghi.

LE FORMAZIONI:

ROMA 4-2-3-1: Fuzato; Karsdorp, Mancini, Ibanez, Bruno Peres; Darboe, Cristante; Mkhitaryan, Pellegrini, El Shaarawy; Dzeko.
A disp.: Mirante, Farelli, Kumbulla, Juan Jesus, Santon, Reynolds, Pastore, Villar, Zalewski, Pedro, Mayoral.
All.: Fonseca.

LAZIO 3-5-2: Reina; Marusic, Acerbi, Radu; Lazzari, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva, Luis Alberto, Lulic; Muriqi, Immobile.
A disp.: Strakosha, Alia, Luiz Felipe, Patric, Akpa Akpro, Cataldi, Escalante, Fares, Parolo, Caicedo, Pereira
All.: S. Inzaghi.

Arbitro: Pairetto. Assistenti: Bindoni – Ranghetti. IV uomo: Di Martino. VAR: Aureliano. AVAR: Vivenzi.

RETI: 42′ Mkhitaryan, 78′ Pedro

CARTELLINI: Espulsi: Acerbi per doppia ammonizione. Ammoniti: Peres, Acerbi, Santon


88′ Dentro Mayoral al posto di Dzeko

87′ – Ancora giallorossi pericolosi con Dzeko che si gira sul mancino e calcia da fermo, pallone che sfiora il palo

81′ – Roma vicinissima al tris con Villar che riceve da Mkhitaryan, conclusione dal limite dell’area deviata che per poco non beffa Reina

78′ – GOOOOOOOLLLLLLL del 2-0 della Roma realizzato da Pedro che si mette in proprio, recupera palla a trequarti campo, finta e poi conclusione a giro col mancino imprendibile per Reina.

76′ – Occasione Roma nata una serpentina di Dzeko che aggira Acerbi, il pallone schizza quasi sul fondo Villar lo rimette dentro e Mkhitaryan anticipato sotto porta da Lazzari

75′ – Strepitosa parata di Fuzato sul colpo di tacco di Immobile. Sugli sviluppi del corner tentativo di Fares dai 25 metri, pallone alto

72′ – Radu e Marusic lasciano il posto a Fares e Caicedo

70′ – Fuori El Shaarawy e Pellegrini, dentro Pedro e Villar

62′ – Occasione Roma al termine di un’azione lunghissima Karsdorp crossa in mezzo sponda di Cristante per Dzeko che calcia in diagonale non trovando la porta

58′ Fuori Muriqi dentro Pereira e Luiz Felipe al posto di Lulic

57′ – Grande occasione per la Roma con Pellegrini che serve nello spazio El Shaarawy, assist in mezzo per Cristante che stoppa di petto e calcia al volo, pallone alto

Santon per Peres. Inizia la ripresa

CRONACA SECONDO TEMPO

Fine primo tempo, giallorossi avanti

42′ – GOOOOOOLLLLLLLL dell’1-0 della Roma realizzato da Mkhitaryan che insacca di piatto su assist di Dzeko, che si inventa una giocata sul fondo aggirando Acerbi e servendo l’armeno al centro dell’area

38′ – Ancora Lazio con Milinkovic dalla distanza dopo una grande chiusura di Karsdorp, conclusione in diagonale bloccata in tuffo da Fuzato

37′ – Si ferma Ibanez per un problema al flessore. Al suo posto Kumbulla

34′ – Grande opportunità per la Lazio con Luis Alberto che pesca in verticale  Milinkovic, tentativo di pallonetto goffo che termina alto sul fondo

30′ – Occasione Roma con Peres che pesca con un bel cross sul secondo palo Dzeko che colpisce di testa pallone sul fondo

26′ – Clamoroso errore di Ibanez che svirgola un pallone poi subisce una carica di Milinkovic che recupera il pallone serve a rimorchio Luis Alberto che calcia a botta sicura, miracolo di Fuzato che salva la porta giallorossa

7′ – Primo tentativo della Lazio con Lulic che svetta di testa in area su cross di Lazzari, pallone sul fondo

Inizia il derby

CRONACA PRIMO TEMPO

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VIDEO – Roma-Lazio, la conferenza stampa di Fonseca

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Fonseca: “Classifica diversa senza infortuni. Lascio la Roma con orgoglio” – VIDEO

Questo pomeriggio il tecnico Fonseca è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match. 

Problemi della difesa. Perché questo gruppo non è riuscito a fare il salto di qualità?
“Sapevamo come avrebbe giocato l’Inter, non abbiamo giocato una gara di contenimento ma volevamo avere l’iniziativa e così abbiamo fatto. Abbiamo avuto occasioni, nel secondo tempo abbiamo giocato nella loro metà campo ma ovviamente è rischioso. Abbiamo sbagliato nel gestire i contropiedi: non abbiamo reagito nella marcatura preventiva e al momento della perdita del pallone. Abbiamo lasciato l’Inter uscire in contropiede facendoli giocare principalmente con Lukaku. L’Inter non ha creato molto, solo in contropiede e ha fatto gol. Quando sbagliamo le altre squadre fanno gol, questo è un problema”. 

Nel derby d’andata Luis Alberto e Lazzari fecero molto male. Ha pensato di affrontare questa gara in maniera diversa?
“Sì abbiamo preparato strategicamente la partita in modo un po’ diverso. Nell’ultima gara abbiamo fatto pressione nella prima fase di costruzione e siamo stati poco equilibrati e loro sono usciti in contropiede. Abbiamo preparato questa partita per non far uscire la Lazio in contropiede perché sono pericolosi”. 

Una Roma più coperta?
“Abbiamo una strategia in questa partita, dobbiamo essere più equilibrati. La Lazio è pericolosa in contropiede”. 

Come mai il divario con la Lazio? Colpa solo degli infortuni?
“È stata una stagione difficile con gli infortuni di giocatori importanti. Con tanti giocatori a disposizione saremmo potuti arrivare in un’altra posizione”. 

Lascia la Roma con rimpianti?
“Lascio con grande orgoglio per essere stato l’allenatore della Roma. Quando lasciamo c’è un sentimento di ingiustizia, ma per me non è così. Sono orgoglioso di essere stato l’allenatore della Roma, aver avuto il rispetto di tutto, l’ammirazione e la simpatia per i tifosi”. 

C’è un problema di motivazioni dei giocatori?
“Quando vinciamo o perdiamo mi faccio tante domande. Io sono il principale responsabile della squadra, e cerco sempre soluzioni sia quando sbagliamo collettivamente, sia quando sbagliamo individualmente”. 

Tornerà col modulo con la difesa a tre?
“No, giocheremo a quattro”. 

Cosa non ha funzionato nel sistema difensivo?
“Non è solo un problema della difesa ma della squadra. Non avere Smalling per tutta la stagione ci ha creato problemi. Abbiamo giocato molte volte con difensori giovani. La Roma non lascia tante situazioni altre altre squadre, ma abbiamo fatto degli errori. Molti gol subiti sono più errori nostri di costruzione che dell’avversario. Ma non abbiamo avuto mai la stabilità difensiva per gli infortuni”. 

Recentemente è tornato al 4-2-3-1, perché?
“Abbiamo avuto due moduli per questa squadra. Questa scelta dipende dalla risposta della squadra e dal momento. Adesso abbiamo cambiato e i giocatori hanno fatto bene. I cambi servono anche per motivare la squadra e creare nuove dinamiche”. 

Emozioni del primo derby e di domani?
“La motivazione è la stessa, ma non ci saranno i tifosi e quello che ho vissuto nel primo derby è stato unico. Domani non avremo i tifosi che sono importanti per noi, ma vogliamo essere motivati perché è una gara importane e mi aspetto i giocatori motivati per vincere”. 

Come sta la squadra?
“Sta bene, anche se non abbiamo avuto tempo per recuperare i giocatori. La squadra sa dell’importanza della partita, i giocatori sono motivati e sappiamo quanto sia importante vincere”.