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Roma-Lazio, un ‘trattato Mourinhiano’: analisi tattica e numeri

FOCUS RETESPORT (di Francesco Oddo Casano) –Vittoria più che meritata, complimenti ai ragazzi, potevamo segnarne cinque-sei”. Josè Mourinho con orgoglio ha parlato al termine del derby, stravinto dai giallorossi. Non solo nel punteggio, ma soprattutto in campo. Strategia, organizzazione, mentalità, tutto in salsa Mourinhiana. Impeto, gol e fame di vittoria nel primo tempo. Gestione e solidità nella ripresa, senza cali di tensione fino al 94′.

Scacco matto a Sarri

Non c’è dubbio che ieri la Roma abbia espresso in campo, individualmente e collettivamente, la miglior prestazione della stagione e in ogni singola sfumatura ha manifestato, forse per la prima volta nella completezza di una partita, ciò che Mourinho vorrebbe vedere con continuità. Troppo brutta, arida e giù di tono la versione di Roma vista nelle ultime sfide contro Vitesse e Udinese per esser vere. Ieri abbiamo assistito ad una dimostrazione di forza, qualità e spirito emotivo che certamente Mou vorrebbe infondere nei suoi per un’intera stagione.

La ragnatela difensiva di Mou

In fase di non possesso grandissima compattezza: linee strette, costanti raddoppi e un pressing indirizzato per spingere i difensori laziali ad allargare il gioco sugli esterni, senza mai concedere imbucate centrali. Cristante quasi a uomo su Milinkovic (9 recuperi palla), Oliveira (7 recuperi) su Luis Alberto a schermare qualsiasi tentativo di percussione centrale, mentre Pellegrini e Mkhitaryan offuscavano le linee di passaggio di Leiva ed erano pronti a ripartire in casa d’errore. Splendide le prove di Karsdorp ma soprattutto Zalewski nella capacità di accorciare sistematicamente sugli esterni biancocelesti. Il resto, in termini di compattezza, l’hanno fatto i tre centrali, aggressivi e stretti intorno a Immobile, pronti a raddoppiare in caso di necessità.

I due trequartisti decisivi nel creare spazi

In fase di possesso l’apoteosi sul secondo gol: Pellegrini e Mkhitaryan orbitano intorno ad Abraham, che con i suoi costanti movimenti tende a sfilacciare la coppia dei centrali. I due trequartisti, schierati in posizione strategica, sempre con la postura del corpo giusta a ricevere palla, pronti a creare ulteriori smagliature nella retroguardia laziale. Oliveira e Cristante gestiscono palla quasi sempre a breve distanza l’uno dall’altro, per ridurre al minimo l’ipotesi dell’errore tecnico. Il numero 4 giallorosso nell’azione del raddoppio fa sfilare il pallone passato dal portoghese e imbuca per Mkhitaryan al vertice del limite dell’area, mentre Karsdorp sovrappone e crossa sul secondo palo per Abraham, che da lì non può sbagliare. Da notare che dentro l’area di rigore ci sono tre calciatori, con Zalewski larghissimo pronto a subentrare. Organizzazione e strategia, aggressione alla porta e qualità nei movimenti e nelle giocate. La Roma ha mostrato di avere finalmente idee importanti, ancora purtroppo espresse ad intermittenza. E’ giusto pretendere ora, dopo una gara di questo spessore, impreziosita da una gestione totale del risultato nella ripresa, quella continuità di prestazioni spesso mancata in questa stagione, per puntare soprattutto alla Conference. Poi il mercato arriverà, ma questo è un capitolo successivo…