Dopo Pisilli, Florent Ghisolfi sta lavorando ad una serie di rinnovi che definiscano una base di squadra da cui ripartire la prossima stagione.
Al di là che ci sia già un’idea sul profilo dell’allenatore che potrebbe sedere sulla panchina giallorossa, alcune posizioni come quelle di Svilar vanno definite a prescindere.
Il portiere belga è ad un passo dall’accordo totale con il club giallorosso: la Roma vuole inserirlo tra i giocatori della categoria top della rosa in termini salariali.
La formula che è stata individuata è quella del contratto a salire: da circa 2.5 milioni per sfondare il tetto dei 3 milioni nel corso del prossimo quinquennio.
Successivamente sarà il turno di Leandro Paredes, per il quale la Roma può ancora giocarsi, in continuità con la normativa precedente, la ‘scontistica’ fiscale legata al Decreto Crescita. Una norma poi sospesa per gli sportivi, ma non retroattiva. Quindi se Paredes dovesse rinnovare, la Roma pagherà meno tasse. Si parla di una spalmatura degli attuali 4 netti per due stagioni, intorno ai 2.5 annui.
Infine El Shaarawy. Il faraone è disposto a restare, con un contratto di un anno – con opzione per un’altra stagione – da 1.5 milioni.
Tra conservazione e sorprese, Ranieri non ha quasi mai scelto lo stesso undici titolare preannunciato alla vigilia dai media.
Tranne nel periodo a cavallo di Natale quando aveva individuato un undici titolare fondato sul rilancio di Hummels, Paredes e Dybala che al 100% giocheranno dal 1′ anche giovedì.
L’unico piccolo dubbio resta sul tedesco, che dopo Milan-Roma è stato fermato per recuperare tono e condizione fisica. La valutazione non sarà fatta tanto sull’esperienza, quanto sulle reali risposte atletiche che Mats darà tra oggi e domani.
Ranieri ripartirà dal 3-4-2-1 con due defezioni sicure: Cristante e Saelemaekers soprattutto saranno out per squalifica.
Da qui si aprono diverse prospettive a completamento della formazione titolare: con il ritorno del terzetto difensivo titolare, Celik, El Shaarawy, Pellegrini e Pisilli si giocheranno di fatto due maglie, con diverse combinazioni possibili.
Considerando l’ipotesi anche dei supplementari, il Ranieri ‘conservatore’ potrebbe optare per Celik come laterale di centrocampo e Pellegrini al fianco di Dybala dietro Dovbyk.
Ma le scelte di Parma, con El Shaarawy rimasto in panchina 90 minuti e l’ottimo ingresso a Oporto, lasciano immaginare che il Faraone abbia ampie chance di giocare dall’inizio. Ma dove? Teoricamente come trequartista alle spalle di Dovbyk, ma occhio alle sorprese. Perchè Ranieri di partenza potrebbe optare per la sua esperienza internazionale abbinata a quella di Pellegrini, quindi schierando El Shaarawy largo a destra al posto di Saelemaekers.
Ultima, ma lontanissima opzione, potrebbe essere la carta Soulè, magari sulla scorta dell’entusiasmo di Parma. Ma la percentuale è veramente minima,
El Shaarawy ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sport Mediaset. Ecco le sue parole:
Recentemente sei tornato a San Siro per l’aprile di Coppa Italia contro il Milan e lo stadio al tuo ingresso ti ha applaudito. Che ricordi hai dell’esperienza con il Milan? “Credo che sia impossibile non emozionarsi quando entri in quello stadio nel Milan. Ho realizzato il mio sogno di giocare con quella maglia, di fare il mio primo gol in Serie A, di giocare con il mio idolo Kakà per cui è sempre una grande emozione tornare lì”.
Il tuo contratto con la Roma scade il prossimo giugno. Ti è arrivata qualche proposta di rinnovo? “Sì, scade a giugno, però c’è un’opzione di rinnovo che è legata a delle condizioni che ho quasi raggiunto. Per cui non ci sarebbe bisogno di nessuna proposta. Per adesso c’è questa opzione di rinnovo automatico, poi vedremo cosa succederà”
Tra i calciatori in bilico, non con un ruolo di primo piano in termini di titolari inamovibili, ma con il rispetto dovuto ad un calciatore ancora utile alla causa, c’è la posizione di Stephan El Shaarawy.
Come sottolinea il Tempo è in arrivo per il Faraone il rinnovo di contratto per un’altra stagione a cifre sensibilmente ridotte: da 3.5 milioni attuali, El Shaarawy dovrebbe guadagnare 1.5 milioni.
E’ rimasta solo l’Europa o quasi. Nonostante Ranieri abbia richiamato attenzione sul sfida di domenica nell’immediato post gara di Milano, le scelte già fatte in precedenza lasciano pensare che anche contro il Venezia, ci sarà un maxi turnover.
Troppo importante la sfida d’andata col Porto per la stagione, le prospettive future e forse l’unica chance di giocare le coppe nella prossima stagione.
Ecco perchè Ranieri ripartirà da un 4-3-3 con Hummels e Dybala dalla panchina. Possibile chance per Gollini dall’inizio visto il leggero calo di rendimento di Svilar nelle ultime sfide ufficiali.
In difesa Rensch e Salah-Eddine sugli esterni, con Mancini e Ndicka centrali. In mezzo al campo squalificato Konè, tornerà Cristante dall’inizio con Pisilli e Gourna-Douath (escluso dalla lista UEFA).
Usciti anzitempo per due problemi fisici accusati nella ripresa contro il Napoli, sia Manu Konè che Stephan El Shaarawy non hanno riportato particolari problemi.
I controlli di queste ore hanno escluso lesioni per i due calciatori che saranno dunque a disposizione contro il Milan.
Nonostante le polemiche in città, per parte biancoceleste, sui presunti aiuti arbitrali ricevuti dalla Roma a Udine, l’operato di Sozza sul fallo di mano e il relativo penalty conquistato da Pellegrini e successivamente sull’episodio dell’uscita a valanga di Sava su El Shaarawy, è stato corretto.
Soprattutto il secondo caso ha fatto più discutere sui social. L’intervento del portiere bianconero è rovinoso sul piede di El Shaarawy, bravo e scaltro ad anticiparlo.
Sozza ha ricevuto la conferma anche del VAR Serra. Ecco lo scambio di battute tra i due riportato da DAZN:
Sala VAR “Il portiere non tocca la palla, la prende El Shaarawy. Il portiere non tocca mai il pallone. Rigore confermato”.
In studio a DAZN, il componente della CAN, Mauro Tonolini, ha commentato in questa maniera: “L’assistente conforta Sozza nella decisione, El Shaarawy anticipa il portiere che va poi a toccarlo, di conseguenza rigore corretto”.
Az Alkmaar e Udinese, con meno di 72 ore di riposo in mezzo e soprattutto doppia trasferta consecutiva. Le settimane tipo per la Roma sono esaurite con la sfida vinta contro il Genoa, adesso si torna a giocare ogni tre giorni con impegni tutti (quasi) decisivi tra campionato, Europa League e Coppa Italia.
I giallorossi, in serie, affronteranno gli olandesi domani, poi i friulani domenica alle 15:00, quindi l’Eintracht e il Napoli in casa, subito dopo la trasferta a San Siro contro il Milan.
Tralasciando la sfida contro i rossoneri, le prime quattro citate sono tutte gare che richiederanno un extra-sforzo a livello fisico e Ranieri dovrà presentare una Roma intensa e pronta subito a partire forte.
Il tecnico testaccino, in attesa di capire come sarà definita la rosa nel rush finale del mercato invernale, dovrà attingere a tutte le risorse realmente utili, con qualche verifica ulteriore da fare su alcuni singoli che, per motivi diversi, hanno reso poco o niente.
Al di là di Svilar titolare, in difesa è impossibile pensare che la Roma possa giocare tutte le partite con il trio Mancini-Hummels-Ndicka. Il tedesco già lo scorso anno a Dortmund quando giocava 90 minuti in Champions, saltava la gara successiva di campionato.
Quindi se dovesse scendere in campo domani, non giocherà contro l’Udinese o viceversa. Hermoso è pronto a sostituirlo? Qualora fosse mandato in campo da Ranieri, giocherebbe centrale dei tre, con Ndicka sempre braccetto di sinistra. L’alternativa – in attesa di Rensch che può giocare anche nella difesa a tre – è Celik. Ma in una difesa a 3 o a 4? Il dubbio c’è soprattutto domani.
Perchè se Ranieri dovesse far riposare sia Hummels che Dybala, potrebbe temporaneamente abbandonare il 3-4-2-1 per schierare la Roma con un 4-2-3-1 o 4-3-3 più aderente alle caratteristiche di alcuni singoli come ad esempio El Shaarawy, Soulè e lo stesso Pisilli che si muove meglio da mezzala che da trequartista.
Spera in una maglia da titolare anche Baldanzi, così come Saud che potrebbe giostrare a destra al posto di Saelemaekers. E Angelino? Non ha un ricambio mancino, le ho giocate praticamente tutte. Fino a quando potrà farlo? Un’opzione è vedere il Faraone a sinistra, con i tre dietro, riproponendo uno tra Celik e Saud a destra.
Le rotazioni ci saranno, ma non eccessive. In attesa dei recuperi al completo di Cristante e Pellegrini, sempre mercato permettendo…
Un gol per ritrovarsi, risentirsi importante e guardare con speranza al futuro. Stephan El Shaarawy da anni ha fatto la sua scelta. Ha sposato Roma e la Roma, tornando dopo la breve ma fruttuosa (per il suo conto in Banca) esperienza in Cina, rinunciando però ad alcune decine di milioni per una seconda avventura romanista.
Per Ranieri – che lo aveva già allenato nel 2019 – il Faraone è una certezza: “So sempre di contare su di lui”. E in effetti El Shaarawy si è ritagliato in questi anni proprio questo ruolo: più un 12° che un titolare inamovibile, più un primo cambio efficace per duttilità e brio, che un calciatore in grado di strappare con certezza, tutte le domeniche, la maglia nell’undici di partenza.
El Shaarawy non è stato neanche favorito dal fatto che la Roma da anni gioca quasi sistematicamente con il 3-4-2-1 o 3-5-2. Si è adattato a fare il quinto, plasmando se stesso, maturando sul piano difensivo, ma riducendo in parte la sua incidenza in zona gol. De Rossi addirittura lo scorso anno lo ha utilizzato come chiave di volta a destra, un un 4-4-2 un po’ spurio, per scardinare Lazio e due volte il Milan in Europa League.
Lo scorso anno ha messo insieme 48 gettoni complessivi, segnando solo 3 gol, cifra raggiunta venerdì contro il Genoa. Uno score che può sicuramente migliorare, soprattutto se Ranieri continuerà a schierarlo più vicino alla porta rispetto a quanto accadeva con Mourinho prima e De Rossi dopo.
In totale sono 64 gol e 44 assist in 300 partite complessive, dunque 1 gol /1 assist ogni tre partite.
Foto Fraioli
Il Faraone a 33 anni ha il contratto in scadenza ma spera di restare. Attualmente guadagna circa 3.5 milioni annui più bonus, una cifra che la Roma vorrebbe ridurre, proponendo o un annuale con rinnovo a rendimento, o un biennale. La decisione ultima dipenderà anche dalla scelta del tecnico, ma è difficile trovare allenatori che si privino facilmente di un calciatore della sua esperienza e del suo rendimento, quasi assicurato, soprattutto quando subentra.
“È molto vicino al corpo e in dinamica, non è punibile”. Così Di Bello, VAR di Roma-Genoa nel dialogo con Zufferli. Secondo quanto fatto ascoltare durante OpenVAR, il presunto calcio di rigore non concesso ai giallorossi, da cui è scaturito poi il gol di El Shaarawy, non era penalty.
“Il braccio è largo, c’è un possibile un possibile fallo del 20 – le parole del VAR Di Bello e dell’AVAR Camplone -. Blocca il punto di contatto… Check completato, check completato. Scusami, non avevo visto che il pallone era in gioco (riferendosi all’arbitro, ndr). Tocca di braccio, ma è molto vicino al corpo e in dinamica. Non è un braccio punibile”.