Come in occasione della sfida casalinga contro l’Athletic Bilbao, la Curva Sud chiama all’appello i tifosi giallorossi in vista della gara contro la Fiorentina.
Lo zoccolo duro del tifo romanista chiede di riportare allo stadio le bandiere per ricreare l’atmosfera magica della serata di coppa.
“Romanisti, contro la Fiorentina la Roma giocherà la prima delle quattro partite importanti che mancano alla fine del campionato. Avanti ragazzi, è tempo di azione! Torniamo a colorare lo stadio come solo noi sappiamo fare. Ognuno di noi ha già tutto pronto e sa cosa fare… Riportiamo allo stadio le bandiere con i nostri colori e, come l’altra volta, scateniamo l’inferno”.
La Curva Sud in occasione del derby di domenica sera ha inscenato un’altra scenografia che ha fatto il giro del web in pochi secondi.
Uno striscione con su scritto “una città, una maglia”, con 20 stendardi raffiguranti altrettante maglie storiche del club giallorosso e infine al centro un enorme striscione raffigurante Agostino Di Bartolomei, con la mano sul cuore e altri tre storici calciatori del club cho indosso le casacche di Alba, Fortitudo e Roman cioè le tre società dalla cui fusione nel 1927 nacque l’As Roma.
Si tratta come riferito sui social di Attilio Ferraris IV, primo capitano della Roma, Giorgio Carpi che indossò la maglia giallorossa per 12 anni senza percepire mai uno stipendio ma solo un rimborso spese e infine Giovanni Degni che fu anche tecnico del club.
Tra leggende, miti e rivisitazioni, c’è una storia di tifo che viene tramandata di generazione in generazione dando sfogo alla più viscerale e storica rivalità di questa città: Romanisti vs Laziali.
La data è nota a tutti: 11 marzo 1973. Il luogo idem: Stadio Olimpico, nello specifico la Curva Sud. Settore dell’impianto capitolino che fino a quel giorno era occupato dalle frange più calde delle tue tifoserie nelle gare casalinghe, perchè dal tunnel adiacente – come avviene anche oggi per le gare romaniste – escono da sempre i calciatori per il riscaldamento.
Quel derby sul campo fu vinto dalla Lazio per 2-0, ma il successo più grande ancora oggi nella memoria di tutti avviene sugli spalti. La Curva Sud quel giorno divenne definitivamente giallorossa, con la storica ‘cacciata’ del pubblico biancoceleste, già in minoranza allora.
Foto Farioli
Il giorno della conquista della Sud
La settimana che precedeva quel derby era già carica di tensione. La Lazio, in qualità di squadra ospitante, aveva invitato i propri tifosi a occupare la Curva Sud tramite un comunicato ufficiale. Tuttavia, all’apertura dei cancelli, intorno alle 11 del mattino, i tifosi della Roma si trovarono di fronte a una scena inaspettata: un gruppo di laziali, entrati ancor prima dell’orario ufficiale, aveva preso posto nello storico “muretto di Dante”, simbolo della tifoseria giallorossa.
L’episodio scatenò immediatamente scontri e tafferugli, con i romanisti decisi a difendere quello che consideravano il loro territorio. Il gruppo di laziali, in netta inferiorità numerica, fu costretto a ritirarsi verso l’angolo vicino alla Tribuna Tevere, permettendo così ai tifosi giallorossi di occupare la Curva Sud. Al fischio d’inizio, tre quarti della curva erano ormai romanisti.
Nel derby successivo, nel dicembre 1973, i tifosi della Roma organizzarono dei picchetti per presidiare l’ingresso alla Curva Sud, impedendo ai laziali di riappropriarsene. Da quel momento, la tifoseria biancoceleste fu relegata stabilmente alla Curva Nord. Un evento che segnò la storia del tifo capitolino, ricordato ancora oggi come la “cacciata” dei laziali e la definitiva “conquista” della Sud da parte dei romanisti.
Una serata magica come magico è stato il trasferimento di energia dal pubblico romanista al campo. La squadra giallorossa nella ripresa ha rimontato l’Athletic Club di Bilbao (2-1) portandosi in vantaggio nella doppia sfida degli ottavi di finale di Europa League.
Merito del pubblico, come sostenuto anche da Ranieri, ma anche dei suoi calciatori. Su tutti ovviamente gli autori dei due gol, Angelino e Shomurodov.
Si preannuncia uno spettacolo straordinario quello che andrà in scena domani sera all’Olimpico.
Un intero stadio giallorosso con migliaia di bandiere dei colori sociali del club, come richiesto dalla Curva Sud una decina di giorni fa.
Sui social tantissimi tifosi hanno pubblicato già le foto delle bandiere, nella maggioranza dei casi cucite a mano e pronte per la sfida contro l’Athletic Bilbao. Prevista anche una coreografia ad hoc della Curva Sud che completerà l’opera d’arte sugli spalti.
— 💛❤️I tuoi colori un vanto💛❤️ (@Danielino808911) March 5, 2025
Sta cosa che ogni singolo romanista se sta a cucì la bandiera a casa,nei garage,dalla nonna pe sfruttà la tanto amata cucitrice a pedale,me sta a riempì er core de gioia e de n’ senso d’appartenenza unico ar monno Viceversa stanno a schiumà de rabbia Che bello esse della ROMA💛❤️ pic.twitter.com/Wx8TjhFDNI
— the fabulous detto rizzigò (@Fabius40884986) March 4, 2025
Giovedì 6 marzo alle ore 21 si gioca all’Olimpico Roma–Athletic Club, andata degli ottavi di finale di Europa League. In occasione di questo fondamentale big match europeo la Curva Sud è intenzionata a preparare una coreografia che coinvolga tutti i tifosi presenti allo stadio.
Ecco il messaggio: “TUTTO LO STADIO GIALLOROSSO! In occasione di Roma – Athletic Bilbao di Europa League, invitiamo tutti i Romanisti a partecipare alla realizzazione di una coreografia che coinvolga tutto lo stadio, creando un mare di bandiere giallorosse. Sarebbe bello se ognuno portasse una bandiera semplice con i Colori della Roma metà gialla e metà rossa…. e per rendere l’effetto ancora più spettacolare, chiediamo a tutti di rispettare le seguenti indicazioni: solo bandiere con i colori della AS Roma metà gialle e metà rosse; riferimenti cromatici ufficiali (giallo: PANTONE 130C; rosso: PANTONE 202C); dimensioni consigliate: altezza 1,70m e lunghezza 1,50m, come illustrato nel disegno, ma vanno bene anche più piccole; il giallo dovrà essere posizionato dalla parte dell’asta che sorregge la bandiera. Ogni tifoso dovrà impegnarsi a portare la propria bandiera che può realizzare facendola cucire alla vecchia maniera o la può acquistare se la trova già fatta seguendo queste indicazioni. Inoltre, per future bandiere o stendardi, tutti quanti potranno prendere come riferimento questa tonalità di Pantone, così da garantire uniformità e identità rispettando la tonalità dei colori ufficiali dell’A.S. Roma. Facciamo sentire il fattore campo agli avversari: ognuno con la propria bandiera e con la voce per 90 minuti… scendiamo in campo anche noi, spingiamo la Roma alla vittoria! Avanti Romanisti!”.
A margine dell’allenamento aperto al pubblico di scena al Tre Fontane, i tifosi della Sud hanno affisso uno striscione sul cavalcavia che affaccia sul campo sportivo romano: “Con ardore, veleno e romanismo, valori di un calcio che non c’è più…Massacrate i bastardi biancoblù!”
Sarà l’effetto Ranieri o forse il fatto che i tifosi della Roma, che vinca o che perda, non lasceranno mai la squadra sola. Comunque la si legga, lo zoccolo duro dei romanisti ha deciso di non abbandonare la squadra, soprattutto in trasferta.
Nonostante il delicato momento sportivo e le difficilissime gare che attendono Ranieri al suo terzo esordio sulla panchina giallorossa, a Londra – in Europa League – ci sarà il pienone di romanisti.
Il settore ospiti dell’impianto londinese del Tottenham sarà gremito di romanisti: sono attesi infatti circa 3 mila supporters giallorossi.
Grande attesa invece in merito al settore ospiti del San Paolo: nelle prossime ore arriverà la decisione dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, in merito alla possibilità di un’apertura, seppur parziale e rivolta ai non residenti nel Lazio, oppure alla chiusura totale.
Nonostante l’allarme pre gara di un possibile mancato sold out, la Roma comunica che gli spettatori all’Olimpico per la sfida contro la Dinamo erano oltre 61 mila, raggiungendo quindi il limite consentito alla vendita nei settori dedicati ai giallorossi.
Presenti larghi spazi vuoti nel settore ospiti vista la presenza di un centinaio solo di sostenitori ucraini.
A livello ambientale, prima del match applausi per i nuovi, su tutti Dovbyk, alla lettura delle formazioni da parte dello speaker dello stadio, ma fischi assordanti per Zalewski, per Celik e anche per i soliti Cristante e Pellegrini. Fischi infine per Juric, beccato dal pubblico.
La Curva Sud, al contrario di quanto avvenuto domenica scorsa non ha contestato la società, ma ha tifato dall’inizio alla fine per la squadra. Poi sono arrivati fischi al gruppo al termine del primo e del secondo tempo, per l’abulica prestazione della squadra.
Tre gare casalinghe post esonero di De Rossi, due vittorie e una terza sfiorata ma pareggiata per una disattenzione finale contro il Bilbao. Nonostante questo, il clima che si è respirato allo stadio è ancora di contestazione.
Una contestazione che viaggia però su binari diversi. La Curva Sud ieri è ripartita da dove aveva lasciato giovedì scorso: primo quarto d’ora di silenzio, poi la ripresa del tifo – ma solo a supporto della Roma come entità generale e alla maglia – fino al termine del match.
In mezzo uno striscione, tinto di giallorosso che manda un segnale a tutto il resto del pubblico: “Fischiare a gara in corso significa fare il male della nostra maglia. Tifiamo la Roma, sosteniamola in ogni battaglia”. Una sorta di editto che si è scontrato ancora invece con i fischi durante il match rivolti ad alcuni giocatori e piovuti dagli altri settori dell’Olimpico.
Visibile anche per chi era presente allo stadio il momento del cambio di Pellegrini che ha ricevuto un’altra bordata di fischi (come alla lettura delle formazioni) ma dalla Sud diversi tifosi lo hanno applaudito.
Dopo il triplice fischio di Abisso poi la squadra si è rivolta alla curva per il consueto saluto di fine gara, ma come nelle due precedenti occasioni, tra gli applausi di altri settori, sono arrivati i fischi della Sud.
Insomma un clima divisivo tra pensieri e gesti avversi, nella comprensione reciproca delle proprie posizioni, ma che sintetizzato porta ad un ambiente decisamente distante da quello che ha avvolto la Roma nel triennio precedente.