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Roma, penultima in A per risultati di bilancio: peggio solo la Juve

C’è una partita in campo e una fuori, che viaggia su diversi binari: dalla ristrutturazione manageriale, alla questione stadio, passando per la gestione di conti.

La Roma continua a produrre passività, nonostante sia sotto osservazione dall’UEFA, abbia pagato un paio di lievi sanzioni per relativi sforamenti dei paletti imposti dall’accordo transattivo sottoscritto tre anni fa, e stia lavorando ad una riduzione dei costi in termini di ingaggi, con l’obiettivo di ottimizzare le risorse.

I Friedkin hanno ereditato una situazione finanziaria già compromessa, con un paio di bilanci chiusi con passività pari a 200 milioni annui, hanno investito tantissimo, finanziando mensilmente il club, alzato alcune voci di ricavi come botteghino e marketing, ma i risultati sportivi in campionato non sorridono. Tradotto: senza Champions, difficilmente si vedrà il segno + a fine stagione.

A maggior ragione ora con i premi della nuova Super Champions (solo per partecipazione e qualificazione alla fase successiva un club come l’Atalanta incasserà già quasi 90 milioni), tentare di centrare un obiettivo finora realmente sfiorato solo a Budapest, diventerebbe vitale, per accelerare anche i tempi di un ritorno alla competitività tanto sbandierata anche di recente.

Nel frattempo però i conti sono in passivo e restano tali. L’ultimo bilancio si è chiuso con un rosso di 80 milioni. La Roma è il peggior club in Italia, davanti solo alla Juve (-199).

In testa alla classifica dei virtuosi (posizione speculare a quella del campionato attuale) c’è il Napoli con +63, poi la Lazio con +38, la solita Atalanta quarta con +11. Positivo di poco il Milan (+4). Tra le big male l’Inter (-35) ma al pari dei bianconeri gioverà di un gettito enorme proveniente dalla Champions.

(Dati forniti dal portale specializzato Calcio&Finanza)

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Roma, i conti migliorano: ecco perchè non serve vendere

Rispetto a due anni fa e all’anno scorso la Roma non ha l’obbligo di vendere entro il 30 giugno per poi avviare il mercato in entrata.

La motivazione è legata al netto miglioramento dei conti del club rispetto alle precedenti stagioni. Come riferito da Corriere dello Sport e Gazzetta dello Sport, il risultato finanziario presenta quasi un +25% come risultato netto. Questo grazie al contenimento dei costi operativi (-25%) e alla crescita dei ricavi operativi (circa +20%). Su cui incidono tante voci: dal retail al e-commerce, dai ricavi da stadio alle nuove partnership (in particolare l’accordo biennale da 25 milioni con Riyadh Season). Tutto questo oggi permette alla Roma di poter guardare al mercato con un occhio diverso. Con la voglia di spendere su giovani di qualità, che possano creare patrimonio e valore.

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Roma, sotto schiaffo: i costi aumentano

Il mercato della Roma è stato pesantemente limitato da stringenti condizioni economiche: rispettare i paletti imposti dal settlement agreement, perseguire necessariamente la sostenibilità, raddrizzando un conto economico cronicamente squilibrato. Una situazione che ha richiesto uscite importanti dalla prima squadra Ibanez (ai sauditi) per 30 milioni, Matic al Rennes a 2,5 e Tahirovic all’Ajax per 8,5. Altre operazioni sono cessioni a titolo definitivo di calciatori già in prestito come Kluivert al Bournemouth (11,5 più bonus 1,5), Perez al Celta Vigo (5,2), Reynolds al Westerloo (3,5). Alcune uscite, come quelle dei giovani al Sassuolo, sono state anticipate entro il 30 giugno per soddisfare i requisiti del Fair Play.

Un indiscutibile successo di Tiago Pinto, partito all’inizio del mercato con la montagna da scalare dei conti da rimettere in sesto. (…)

La Roma non ha sostenuto costi per acquisti di cartellini, se non con Paredes e Renato Sanches dal PSG con cui la Roma sembra avere una corsia preferenziale. (…)

Il computo finale del mercato genera un saldo positivo, grazie a circa 58 milioni di plusvalenze. Il monte stipendi dovrebbe però crescere di circa 17,7 milioni perché 18,2 è il risparmio dai calciatori in uscita ma 35,9 la maggiore spesa per le remunerazioni dei nuovi.

La Roma resta sotto schiaffo e non potrà investire risorse sul mercato nei prossimi anni. Dovrà monetizzare ove possibile, come quest’anno, magari privandosi di giovani promettenti o di qualche elemento della prima squadra che troverà mercato altrove. Cogliere occasioni, sfruttando possibilmente le doti attrattive di Mourinho, ma il costo della rosa resta troppo alto in rapporto a ricavi che faticano maledettamente a crescere. In queste condizioni, mantenere competitività sarà ogni anno una scommessa.