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Capello: “L’andata a San Siro potrà aiutare Pioli ma De Rossi ha dato lo spirito di squadra”

Fabio Capello ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport, in cui ha parlato del sorteggio di Europa League che vedrà scontrarsi il Milan di Stefano Pioli e la Roma di Daniele De Rossi. Di seguito le sue parole.

“Il bello del derby è che avremo una squadra italiana in semifinale di Europa League, ed è già molto importante”.

Buongiorno Fabio Capello, tra Milan e Roma chi è la favorita?
“Non si può dire, dare una favorita adesso è impossibile, perché c’è anche di mezzo una sosta per le nazionali. Da allenatore sai come partono i giocatori e non come arrivano”.

Però…?
“Il Milan in casa è in un momento favorevole e l’andata a San Siro lo può aiutare, anche se la Roma adesso è stata inquadrata molto bene da De Rossi. La prima partita deve essere giocata con grande intelligenza da parte dei rossoneri, perché abbiamo visto che la Roma quando trova gli spazi ha la qualità per fare male al Milan. E anche la difesa sarà importante”.

Quale delle due?
“Entrambe. Il Milan deve ritrovare la sua difesa, mentre l’ultima Roma sembra abbia trovato la compattezza dietro. Abbiamo visto anche a Brighton, quindi è da temere sotto tutti gli aspetti. E mi sembra che abbia proprio lo spirito di squadra, di gruppo. Gioca con tanta, tanta umiltà”.

Sono questi i meriti di Daniele De Rossi?
“Non solo, anche tatticamente mi è sembrato molto sveglio, ha dato un gioco alla squadra ma guarda anche a come si muovono gli avversari, già questo è un segnale di intelligenza. Come ex centrocampista e dirigente d’orchestra ha capito che bisogna temere e prendere in considerazione i punti di forza dei rivali”.

Lei aveva detto che il Milan era un rebus. Lo è ancora?
“Ha raccolto buonissimi risultati e sta giocando un po’ meglio, ma non guardiamo le due partite con lo Slavia Praga, giocate in superiorità numerica per lungo tempo, però il fatto che segni Leao ha fatto crescere il Milan”.

I duelli chiave?
“Molti confronti interessanti. Da una parte Dybala e Lukaku, se c’è spazio, con gli inserimenti dei centrocampisti, perché quando la Roma va in attacco le due punte non rimangono isolate, ma entrano El Shaarawy, Pellegrini e compagnia. Per quanto riguarda il Milan direi la fantasia di Leao, la fascia sinistra che è la forza della squadra e Pulisic che si è ritrovato in pieno, sta giocando ad alto livello. Però, ripeto, si dovranno valutare le condizioni dei giocatori dopo la sosta. Prendiamo l’esempio del Napoli: si è visto che con o senza Osimhen è tutta una storia diversa”.

Calendario: derby di Roma prima dell’andata e derby di Milano dopo il ritorno, quanto peseranno?
“Molto. Quello di Milano sarà meno importante per la classifica, ma ci sarà la rabbia dell’Inter. In quello di Roma ci sarà pure la rabbia della Lazio, però i giallorossi puntano ad arrivare in Champions League, quindi sarà molto acceso”.

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Capello: ”Daniele è nato pronto e si è già meritato il rinnovo. Chiamiamolo Smart One”

Fabio Capello ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport in cui ha parlato del rendimento attuale della Roma di De Rossi ”Nato pronto, da giocatore come da allenatore”. Di seguito le sue dichiarazioni.

Vede similitudini tra gli inizi del De Rossi giocatore e allenatore della Roma?
“Sì. Vi racconto un aneddoto. Agli inizi del Duemila, negli anni dopo lo scudetto, avevamo due giovani bravissimi a Roma: De Rossi e Aquilani. Alberto, tanto in Primavera quanto in allenamento, mi sembrava più avanti nonostante avesse un anno in meno di Daniele. Così in estate, durante la partita di Coppa Italia contro la Triestina, schierai prima Aquilani. A fine primo tempo testai De Rossi e Daniele entrò con una personalità pazzesca, senza paura, rovesciando le mie convinzioni”.

E alla fine?
“Al termine della partita dissi alla dirigenza: De Rossi non ha bisogno di fare esperienza in prestito, non si muove. Mentre ad Aquilani, pure lui poi protagonista di una bellissima carriera, fu utile un annata di rodaggio in Serie B con la Triestina. De Rossi in panchina mi trasmette le stesse sensazioni di allora: dopo la breve parentesi alla Spal, dove ha capito gli errori commessi, ha ereditato la Roma di Mourinho senza alcuna paura e dimostrando di saperci fare. Basta vedere i giallorossi e i risultati ottenuti per rendersene conto”.

L’aspetto che la sta impressionando di più del De Rossi tecnico?
“Ha capito in fretta i tanti problemi che c’erano e li ha risolti: dalla gestione della squadra alla motivazione dei singoli. Poi ha trasmesso fiducia e convinto i giocatori della propria forza. Daniele ha sfruttato l’iniziale calendario favorevole per entrare nella testa dei ragazzi. In campo, da giocatore, è sempre stato un allenatore. Un po’ come capita alla maggior parte dei centrocampisti, De Rossi anche in panchina vede il gioco, sa cambiare la partita, studia bene gli avversari…”.

C’è dell’altro?
“Sì, Daniele non parla soltanto di schemi. E senz’altro non ha la presunzione di De Zerbi, che l’altra sera ha giocato uomo contro uomo con Lukaku. De Rossi è umile, bravo e attentissimo nella comunicazione. E i giocatori, che leggono e ascoltano tutto tra giornali, telefonini, televisione e radio, si sono convinti di essere forti”.

Quindi i giocatori della Roma sono meglio di quanto sostenesse Mourinho?
“De Rossi ha spazzato via polemiche e tensioni. Paredes, El Shaarawy e Pellegrini sono rinati. Puntare su Svilar in porta è stata una scelta forte, che però sta ripagando. E questi sono soltanto alcuni esempi. A tutto questo aggiungetegli un pizzico di fortuna, sempre importante, e il ritorno al top dei migliori giocatori: da Dybala a Lukaku. Però…”.

Però…
“Visti i risultati della Roma, forse bisognerebbe tirare le orecchie a qualche giocatore che con Mourinho tirava dalla parte opposta. O semplicemente era venuto meno il feeling allenatore-squadra con Mou. De Rossi, anche grazie alla sua profonda conoscenza dell’ambiente Roma, è stato bravissimo a ristabilirlo in fretta. Lo dico con enorme rispetto per Mourinho. Stimo José e lo considero un tecnico che ha dato moltissimo al calcio mondiale”.

Se Mourinho è lo Special One, De Rossi si sta dimostrando un mago?
“No, Daniele è lo Smart One. La caratteristica principale di De Rossi è l’intelligenza. Era così da centrocampista e si sta dimostrando “smart” anche da allenatore”.

De Rossi ha fatto svoltare la Roma in una cinquantina di giorni: ma la scossa quanto potrà durare?
“La Roma è partita in ritardo. Ma adesso si è infilata e può essere pericolosa per tutti nel finale di stagione. Tanto in Italia per la lotta Champions quanto in Europa League. Daniele si è fatto trovare pronto, ha sfruttato un’occasione affascinante ma tutt’altro che semplice visto l’amore dei tifosi per Mourinho. E adesso, visto l’impatto e i risultati, non rinnovargli subito il contratto oltre il termine del campionato non sarebbe intelligente da parte della proprietà. Daniele merita il prolungamento”.

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Da Capello a Fonseca, nessuno ha fatto meglio di Mourinho: 40% di gare senza subire gol

FOCUS RS (di Nicolas Terriaca) – La Roma vince e chiude la porta. Quest’ultimo aspetto non rappresenta una novità. La squadra giallorossa con il 3-0 alla Sampdoria, nel 2023, ha fatto registrate l’undicesima gara su 19 senza subire gol in tutte le competizioni (57,9%). Dopo il match Mourinho ha dichiarato: ”La costruzione della squadra a tre è stata una conseguenza della necessità di nascondere i problemi e di utilizzare i giocatori considerati più bravi”.

Anche se l’ultima vittoria contro i blucerchiati è arrivata con un assetto tattico diverso (4-2-3-1), lo Special One, dalla gara persa contro il Venezia (3-2, del 7 novembre 2021), ha scelto di passare alla difesa a 3 per contenere i problemi difensivi che avevano caratterizzato la squadra anche prima del suo arrivo nella Capitale. La crescita è evidente a tal punto da far diventare la Roma la squadra che concede meno gol attesi della Serie A (21,88). Il miglioramento nella fase difensiva fa primeggiare Mourinho anche in un’altra classifica: infatti, da Capello, nessun tecnico nell’intera esperienza a Roma, ha fatto registrare una percentuale più elevata di clean sheet dello Special One (40%).

Mourinho chiude la porta della Roma: 38 gare su 95 senza subire gol

Conferenza Stampa : Josè Mourinho e Rui Patricio

La vittoria senza incassare reti contro la Sampdoria ha permesso a Mourinho di primeggiare in una speciale classifica che può mutare da una partita all’altra. La Roma del tecnico portoghese, infatti, ha fatto registrare la 38° gara su 95 senza subire gol (40%).

Da Capello a Fonseca nessun tecnico ha fatto meglio. L’ultimo allenatore che ha portato lo scudetto nella Capitale, infatti, si è fermato a 91 match con la porta inviolata su 241 (37,8%). A seguire ci sono: Voller, Sella, Del Neri e Conti che nella stagione 2004-2005 hanno permesso alla Roma di chiudere la porta 9 volte su 52 (17,3%). Il primo Spalletti dal 2005 sino al 2010 ha fatto registrare 73 clean sheet in 222 partite (32,8%) mentre Ranieri si è fermato a 26 gare senza subire gol in 84 match (30,9%). Successivamente altri 8 allenatori hanno avuto una percentuale di clean sheet inferiore a quella attuale di José Mourinho: Montella (25%), Luis Enrique (29,2%), Zeman e Andreazzoli (25,6%), Garcia (39,6%), il secondo Spalletti (29,3%), Di Francesco (35,6%), e Fonseca (27,4%).

Dopo aver trovato la chiave giusta per chiudere la porta, Mou è alla ricerca di quella che possa permettere alla Roma di aprire quella dei gol. E se dovesse trovarla, senza alterare i numeri difensivi, probabilmente i tifosi giallorossi potrebbero rivivere le emozioni vissute il 25 maggio a Tirana…