Non è una questione di semplici errori, perché quelli José Mourinho li perdona e li corregge. Al massimo, durante le riunioni a Trigoria, si arrabbia un po’ più del solito. È invece una questione di atteggiamenti. Su quelli il tecnico portoghese non transige. In campo, vedi la partita contro il Bodo/Glimt, e nello spogliatoio.
Come scrive La Gazzetta dello Sport, se è convinto che qualche giocatore sia sceso sul terreno di gioco, a maggior ragione davanti a 400 tifosi giunti fino al Circolo Polare Artico, con poca cattiveria, pensando di fare una scampagnata, lui non ci passa sopra. Se qualcuno, poco prima del riscaldamento, passa il tempo su Instagram invece di ascoltare le indicazioni del preparatore, lui lo nota. E provvede. Quelli che sono passati alla storia come gli “epurati di Bodo” e cioè Villar, Mayoral, Diawara e Kumbulla sono stati il caso più eclatante.
Oltre agli atteggiamenti in campo Mourinho vuole poche, ma significative, regole fuori. Quando qualcuno esagera, però, si regola di conseguenza. E quindi manda Felix in Primavera perché è tornato all’alba dalla discoteca e non fa giocare Zaniolo dall’inizio a La Spezia un po’ perché anche lui aveva fatto serata, da infortunato, e un po’ perché alcuni atteggiamenti prima della partita con il Verona non lo avevano fatto impazzire. Considerando, poi, l’impatto che ha avuto Nicolò sulla partita, domenica scorsa, nel secondo tempo, è evidente che Mou abbia saputo toccare i tasti giusti.