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Rassegna stampa

Nove anni fa il viaggio a Boston. E ora Friedkin aspetta

Nove anni fa il viaggio a Boston. E ora Friedkin aspetta

(LA GAZZETTA DELLO SPORT – C. ZUCCHELLI) – Sono trascorsi nove anni da quando la maggior parte della spedizione partì, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport. Avvocati, addetti ai lavori, responsabili della comunicazione, due maglie (una bianca e una rossa) e giornalisti al seguito. Il viaggio era quello da Fiumicino a Boston, l’obiettivo uno: vivere lo storico passaggio dalla famiglia Sensi (con Unicredit) alla Roma americana. Il closing iniziò il 15 aprile 2011 e si concluse 48 ore più tardi. Ci vollero poi altri 4 mesi per il passaggio ufficiale, ma è da quel 15 aprile 2011 che la Roma può considerarsi americana. I manager Usa (con DiBenedetto anche Pallotta, Ruane e D’Amore) avevano le idee chiare: lo stadio, una media company strutturata, una squadra forte a livello economico e sportivo. Nove anni, due presidenti, quattro direttori sportivi e otto allenatori dopo, l’impresa è riuscita a metà.

E’ uno dei motivi che aveva convinto il presidente Pallotta, assente ormai da Roma da un paio d’anni, a passare la mano. La trattativa con il connazionale Dan Friedkin sembrava ad un passo dalla conclusione, ma la realtà è che non era terminata prima del Coronavirus e non è saltata adesso. Fino al 30 aprile, quando ci sarà la semestrale, tutto resterà fermo, poi si vedrà.