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Le 3 cose che ci ha detto Juventus-Roma

Le 3 cose che ci ha detto Juventus-Roma

Matteo Corona

La Roma, dopo nove anni, ha centrato la sua prima vittoria all’Allianz Stadium. Risultato importante, anche se ridimensionato dall’assenza di stimoli notevoli per entrambe le compagini e dalla presenza in campo di molte seconde linee. Detto ciò, vincere a Torino contro la Juventus non è mai cosa semplice, per questo andiamo ad analizzare le 3 cose che ci ha detto l’ultimo capitolo della Serie A per i giallorossi.

 

Canto del cigno (giallorosso) per El Monito? – Il rapporto tra Diego Perotti e la Roma è molto più che particolare. L’argentino ha avuto subito un grandissimo impatto nella capitale quando è arrivato, diventando il giocatore con più dribbling in stagione. Poi, però, sono iniziati i problemi fisici, che hanno martoriato il numero otto, impedendogli di raggiungere livelli di un certo tipo. Nonostante questo, Perotti è entrato nella storia della Roma considerando che, in occasione degli addii di Totti e De Rossi, ha firmato le rete decisive, contribuendo a far chiudere il loro leggendario cammino con una vittoria. Tra l’altro, l’acuto contro il Genoa è stato assai prezioso in quanto ha evitato i preliminari di Champions. Si parla ormai da diversi anni di una possibile partenza dello specialista dei rigori, ma un ingaggio ingombrante unito alle problematiche fisiche non facilitano le operazioni in uscita. Eppure, quest’anno, le ipotesi di una cessione sono molto più concrete del solito. El Monito ha giocato poco con Fonseca, ma quando è stato chiamato in causa ha risposto con impegno, pur mostrando dei limiti in alcune circostanze. A livello collettivo s è sempre comportato con professionalità, dimostrando attaccamento e facendo gruppo. Ieri ha siglato il terzo gol alla Juventus in sei mesi, andando a segno ancora nell’ultima giornata di campionato. Ha supportato costantemente il giovane Calafiori con parole di incoraggiamento e alla fine si è preso la scena. Non vi è certezza che Perotti possa partire, ma se ciò dovesse accadere, sarebbe un degno saluto al mondo Roma.

 

 

Gioventù e intraprendenza – Che dire, Calafiori è stato protagonista di una partita coraggiosa e dinamica. Un gol annullato – sul quale ci sono ancora dei dubbi – un rigore procurato grazie ad una giocata rapida e tecnica, e tanta corsa. Ovviamente, trattandosi dell’esordio, c'è stata anche qualche ragionevole e normale entrata fuori tempo, aspetti giustificati. La sensazione, però, è quella che il ragazzo abbia spessore e carattere, caratteristiche già dimostrate dopo aver recuperato con decisione dal brutto infortunio di due stagioni fa. Insomma, in un ruolo dove è complicato trovare calciatori in grado di fare la differenza, il giovane può rappresentare veramente il futuro giallorosso. Bisognerà capire cosa accadrà nel mercato. Esordio anche per Fuzato, dopo anni di buio. Il brasiliano ha strappato la sufficienza, dimostrandosi pratico nelle poche occasioni in cui viene è stato chiamato in causa. È chiaro che anche lui ha bisogno di minutaggio per crescere e affinare alcuni punti. Partita positiva per Villar che, nella zona nevralgica, ha sfoderato buone geometrie, supportando la manovra. È quello che nel trio dei giovani arrivati a gennaio è emerso in minor modo. Non dobbiamo scordarci che arriva dalla Secunda Divisione come ha sottolineato Fonseca. Le qualità, a sprazzi, si sono viste. Ora toccherà a lui darà regolarità e concretezza alle sue risorse.

 

Il nuovo ruolo di Zaniolo – Praticamente da quando ha esordito tra i professionisti si discute su quale sia la posizione ideale per lui. Questo perché è in grado di saper fare qualsiasi cosa, in maniera spesso devastante. Andando più nello specifico, possiamo dire che la nuova disposizione tattica mette in luce maggiormente la potenza di Zaniolo. Giocando esterno, nel 4-2-3-1, anche se svariava su tutto il fronte, spesso perdeva energie importanti in fase di ripiego, sacrificando le opportunità nella fase offensiva. Questo nuovo modulo, invece, consente a Zaniolo di accendersi maggiormente con progressioni micidiali per vie centrali, che di fatto sono diventate il suo marchio di fabbrica, permettendogli di creare una mole di gioco molto più produttiva per la squadra. Anche dal punto di vista delle palle gol, il 22 ha fatto vedere di sapersi creare più opportunità. Va considerato, infatti, che nonostante le eccellenti giocate prima dell'infortunio, Zaniolo da esterno alto ha realizzato quattro gol – sei con l’Europa League – mentre in questo ultimo rush, in nemmeno un mese, nella nuova posizione, pur giocando spezzoni di partita, ha realizzato due reti e un assist. Numeri che lasciano il tempo che trovano, considerando anche il lungo periodo di stop. Ma è fuori discussione che questo nuovo modo di stare in campo piaccia al giovane, sia per i compiti che gli vengono affidati, sia per la capacità di mangiarsi l’avversario. Dopo tanti confronti, Fonseca ha forse trovato la chiave adeguata per far esplodere in ogni aspetto Zaniolo.